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Autore: Eisen im Blut    08/04/2015    1 recensioni
Lettera scritta per l'evento Facebook "Posso avere questo ballo ?" del 27 luglio 2014
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"Una maschera e una lettera, fortuna o sfortuna?"
Deduciamo che, per caso, il vostro personaggio sia stato invitato ad un grande ballo.
Deduciamo anche che sia un ballo in maschera e che, o prima o dopo, il vostro pg abbia deciso di partecipare.
Maschera messa, ingresso "trionfale" fatto, ma essendo un ballo, ora si deve ballare.
Però... ricordiamo che sono tutti in maschera, non si può vedere il volto del partner con il quale danzerete.
E sì, deduciamo anche che per via della musica non si riuscirà a sentire la voce del proprio partner.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore : Eisen im Blunt
Titolo 
Eine Ballade Geschmack erinnern || Una ballata al sapore di ricordo
Fandom : Axis Power Hetalia
Personaggi : Prussia/ Gilbert Beilschmidt, OOC/ Kaliningrad/ Dimitri Beilschmidt
Pair : Nessuno
Genere : Introspettivo, Sentimentale 
Dedica : Alla mia amica che con insistenza mi ha tirato nel mondo del roleplay e mi ha dato un Kalingrad con cui ruolare. 





26/07   4.05

Berlino, Germania

 

A Kaliningrad

Perdona la mia irruenza e la mancanza della grammatica comune che si addice a una lettera, ma mi preme di più scriverti i miei pensieri ed emozioni riguardanti la serata appena trascorsa fintanto che sono ancora freschi nella mia persona.


Direi di iniziare partendo da quando sono arrivato alla festa e dai pensieri che mi hanno portato questo evento. Ti confesso che era capitata proprio a fagiolo quest'occasione e non potevo esserne più felice, finalmente potevo rilasssarmi e divertirmi senza nessun pensiero al mondo visto la mole di impegni ed avvenimenti che mi stava succedendo in quei giorni. Da una parte mio fratello che mi aumentava la quantità di lavoro e non mi permetteva neanche uno spiraglio di fuga, dall'altra il mio compagno che richiedeva la sua giusta dose di attenzioni e che mi continuava incessantemente a pressare con la bizzarra storia che aveva trovato nostro figlio e che ora potevamo essere una famiglia. 
Subito feci il mio magnifico ingresso nella sala, attirando su di me l'attenzione di tutti i presenti, sia per i miei modi, che alcuni definirebbero con invidia solamente arroganti, sia per il mio vestito e la mia maschera che poco nascondeva i miei capelli bianchi e gli occhi scarlatti rendendomi riconoscibile a chiunque, e fin dall'inizio ballai e bevvi accompagnato dal chiacchiericcio e dalla musica presenti in sala.
Dopo aver trascorso quelle che identificai come quattro ore circondato da quella moltitudine di persone, vestite dalla più ridicole fattezze ormai tutte uguali ed irriconoscibili per me, ebbi bisogno di un po d'aria e di raccogliere le idee, e cercai così di raggiungere il terrazzo che si affacciava sul giardino dell'abitazione.
Ero appoggiato alla ringhiera della balconata, intento a fissare il buio e le sagome scure degli alberi in lontananza quando il mio momento di quiete, dove tiravo un sospiro di sollievo dopo aver trascorso tutte quelle ore in mezzo alle altre nazioni, conversando amabilmente e ballando con chiunque me lo chiedesse, fu interrotto da un rumore, dapprima impercettibile, poi via via sempre più forte che prese le sembianze di un singhiozzo. Osservando con attenzione per tutta la balconata alla fine riuscii ad intravedere una piccola figura rannicchiata a terra tutta tremante. Eri tu, il moccioso molesto che Russia aveva portato a casa dichiarando che eri nostro figlio, quando di te io non ne sapevo assolutamente niente, e che non perdeva occasione per venirmi ad infastidire e starmi appiccicato con i suoi insensati gesti.
Eri li, terrorizzato dalla grande folla presente in sala, che cercavi di non farti trovare e di ricacciare indietro le lacrime con coraggio e determinazione.
In quel momento mi hai ricordato me quando avevo la tua età.

É un ricordo non proprio definito nella mia mente, che risale probabilmente alla mia seconda volta che partecipai ad un ballo come questo. Nella mia gloriosa infanzia non ero il tipo di bambino che accettava di buon grado di presenziare a quelle attività, a mio avviso inutili all'epoca, quando piuttosto preferivo andare a combattere per il bene della mia nazione, quindi cercavo sempre un modo per nascondermi e scappare. Tuttavia quella sera, mentre ero intento a cambiarmi d'abito per indossare la mia amata e candida armatura dell' Ordine Teutonico una persona mi trovò e chiacchierando un po con me mi insegnò qualche passo di danza spiegandomi che anche quello era il compito di una nazione. Anche un ballo era pur sempre una battaglia, seppur si svolgesse con armi differenti dalle spade, e che fuggendo così risultavo solo un codardo agli occhi altrui. Un codardo non potevo accettare di esserlo e forse per il mio orgoglio infantile decisi che sarei diventato magnifico e che ognuno dei presenti lo avrebbe notato.

Quindi fu quasi spontaneo per me raggiungerti e silenziosamente prenderti in braccio, sobbalzasti colto alla sprovvista quando lo feci, forse non ti aspettavi che qualcuno ti avrebbe trovato o che si sarebbe ricordato di te, come fu naturale parlarti e cercare di tranquillizzarti, cercando di scoprire quanto fossi uguale a me.

Il nostro rapporto è iniziato nel peggiore nei modi possibili, e ammetto di non essermi comportato da persona matura, come si suppone dato la mia età. Ma dopo averti visto e avermi rivisto in te, mentre tentavamo di ballare, tu sopra i miei stivali mentre io cercavo di volteggiare, ma sopratutto dopo aver visto il tuo sorriso felice, mentre ti addormentavi esausto con il viso sulle mie ginocchia i miei sentimenti e pensieri nei tuoi confronti sono cambiati.
Nonostante non risulti più sulla carta geografica, nonostante mi chiamino con un altro nome, io resto sempre io, e i miei ricordi li avrò sempre con me. Le trombe che suonavano, il rumore dello scalpitio dei cavalli, le risate e le lacrime dei miei abitanti quando ritornavamo da una guerra, così come le tue lacrime di solitudine e il tuo sorriso appagato e sereno. Per quanto possa essere doloroso ed umiliante io andrò avanti, è questo che significa essere una gloriosa nazione, e spero un giorno di riuscire a insegnarlo anche a te, di vederti crescere e poter essere orgoglioso di quello che sei diventato. Di poter vedere come aprirai le tue ali nere e di spiccare il volo, perché anche tu un giorno ci riuscirai.

Forse l'ho capito solo quella sera e di questo mi rammarico in parte, ma tu sei una parte della Prussia che ero un tempo, e questo fa di te Dimitri Beilschmit mio figlio.

 

Ich liebe dich unendlich meine kleine Hauptstad 1

 

Gilbert Beilschmit



Ti amo infinitamente mia piccola capitale
 

Spazio invisibile dell'autrice :
Buona sera a tutti ! 
Sono sempre io, Eisen in Blut, e ritorno con un nuovo scritto che avevo dimenticato nella memoria più remota del mio computer ! Come dice l'intro è stato creato per l'evento Facebook dell'estate scorsa e spero vi piaccia. 
Come sempre ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno la storia !

Alla prossima
  
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