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Autore: SweetPandemonium    22/12/2008    7 recensioni
- Tu sei pazzo…- rispose Frank scuotendo il capo e allontanandosi piano da lui – Tu sei decisamente pazzo…-
- Si, forse è vero. Ma so…so che anche tu lo vuoi. Non mentire Frank. Tu dici sempre la verità, non dimenticarlo. –
[Frerard *_*]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con la mia prima Shot Frerard.

Cavolo, non so neanche come mi è venuta fuori.

Forse dopo aver rivisto una particolare scena di Alexander [poi capirete quale!].

Non so davvero casa aspettarmi.

Comunque vi lascio alla shot e poi lasciatemi un commentino okay? Per farmi sapere se devo cambiare occupazione, magari darmi all’ippica o qualche altro sport. ^^

Naturalmente niente di quello che scrivo è vero. Tutto completamente inventato. Frutto della mia forse troppo esagerata fantasia.

 

 

One Last Night

 

 

Gerard era nella sua macchina che, sulla strada, ignorava tutti i limiti di velocità.

Non gli importava di essere registrato da qualche macchinetta infernale posizionata ai lati della strada, voleva solo arrivare più in fretta possibile.

Improvvisamente era riuscito a trovare il coraggio che cercava da tempo e aveva paura che, altrettanto improvvisamente, esso scivolasse via.

Tirò su col naso e si appoggiò una sigaretta tra le labbra, cercando di accendersela senza però togliere gli occhi dalla strada.

Andarsi a schiantare contro un albero o sul guard rail gli avrebbe fatto perdere tempo prezioso e lui non poteva permetterselo.

Mentre fumava nervosamente la suoneria del suo cellulare lo fece sobbalzare.

Lo prese dalla tasca della giacca di pelle nere che indossava e lesse il nome sul display.

Linz.

Guardò per qualche secondo il cellulare che continuava a vibrare e ad emettere quel suono un po’ fastidioso e…mise il silenzioso, riponendolo poi nella tasca.

Non aveva voglia di parlargli ora. Non ora.

Si passò una mano tra i capelli e fece un altro tiro dalla sigaretta.

Dieci, lunghi, minuti dopo parcheggiò davanti alla sua casa.

Quella in cui viveva con sua moglie.

La casa in cui tante volte si erano incontrati quando lei era fuori.

Aprì la portiera e uscì dalla macchina, gettando a terra la sigaretta, ormai ridotta ad un mozzicone, e schiacciandola con un piede.

Fece un profondo respiro facendo uscire dalla bocca il residuo di quel fumo pericoloso e si avviò a passo sicuro verso il piccolo sentiero di mattonelle rosse che portavano alla casa.

Il cuore iniziò a battere più velocemente quando fu davanti alla porta, segno che stava iniziando a perdere la sicurezza che ostentava.

Scosse la testa, mentre il peso al petto si faceva pesante quando un macigno.

Suonò ugualmente, conscio del fatto che ora non si poteva più tornare indietro.

Qualche secondo dopo la porta si aprì, illuminandolo della luce che proveniva dall’interno.

- Gerard, ciao! Cosa ci fai qui? – chiese la ragazza, sua moglie, Jamia.

- C-ciao Jam. Dovrei…dovrei parlare con Frank. – disse, mentre si mordeva nervosamente il labbro inferiore.

- Certo. Vuoi entrare? – chiese.

- Nono, è una cosa veloce. – rispose, preferendo restare sulla porta piuttosto che rientrare in quella casa, per la paura dei ricordi che lo avrebbero inghiottito nuovamente.

- Oh ok. Ora lo chiamo. – disse, con il suo solito sorriso dolce. Quello che lo faceva sentire fottutamente in colpa ogni volta che la vedeva.

- Frank! C’è Gerard che vuole parlarti! – urlò poi, verso l’interno della casa.

- Oh…arrivo! – sentì rispondere dalla sua voce.

Jamia tornò a rivolgersi a lui.

- Allora futuro papà. Come stai? – chiese.

Gerard deglutì – Oh, bene. Si, bene. –

Si, stava per diventare padre. Quello avrebbe messo fine alla vita di esagerazioni e di notti brave che aveva vissuto fino ad allora, e avrebbe dato inizio a quella fatta di responsabilità importanti.

Ma avrebbe anche messo fine anche a qualcosa di importante per lui, che gli aveva riempito il cuore fino a farlo scoppiare e alla quale, purtroppo, non era ancora pronto per mettere un punto.

- e Linz? – chiese ancora Jamia.

- Linz sta bene. È ancora convinta del fatto che può ancora fare concerti ma…vedrò di farla stendere a letto presto e di farcela restare per i prossimi nove mesi. – disse, con un sorriso forzato.

- Oh si, fai bene. Dirgli di stare attenta e di non esagerare. E se avete bisogno di aiuto per qualsiasi cosa io e Frank ci siamo, okay? – disse, con tono dolce.

Gerard annuì – Si, grazie Jam. –

- Gerard, che ci fai qui? – chiese improvvisamente una voce, una bellissima voce, facendo in modo di calamitare gli occhi del moro su di lui.

Quanto poteva essere bello Frank?

Perché, ogni volta che lo guardava, sembrava essere in grado di illuminarsi di luce propria?

- Devo parlarti Frank…- rispose il cantante, ostentando una sicurezza che ormai, davanti a lui, aveva perso.

- Okay. Perché non entri? – disse poi, con quello sguardo un po’ spento alla quale Gerard non era stato abituato.

- No. T-ti dispiacerebbe venire tu fuori? – disse, sentendo di nuovo un forte desiderio di nicotina.

- Oh, va bene. Aspetta, prendo la giacca. – rispose, allungando un braccio verso l’appendiabiti posizionato proprio all’ingresso.

- Torno subito – disse poi a sua moglie, dandogli un bacio sulla guancia che equivalse ad un crampo al petto per Gerard.

- Okay. Allora ciao Gee, e salutami Linz. – lo salutò Jamia.

- Certo. Ciao. – salutò, prima di scendere i pochi scalini dietro di lui, seguito poi dal suo chitarrista.

- Allora, che hai da dirmi? – chiese con quel tono che era involontariamente duro.

- Non è facile da dire. – confessò Gerard, infilando le mani nelle tasche dei jeans neri e abbassando lo sguardo.

- Ci avrei scommesso che avresti detto una cosa del genere. Con te mai niente e facile da dire. – commentò acido il ragazzo più piccolo, iniziando a camminare lentamente lungo il pavimento lastricato che divideva in due parti il giardino con l’erba perfettamente tagliata.

- Non sono venuto qui per litigare okay? Da quando è…si insomma, arrivata la notizia non siamo più riusciti ad aver una conversazione normale. –

Frank annuì – Scusa. Hai ragione. – disse, abbassando lo sguardo.

- Sono contento per te, davvero. Non dico cose che non penso, lo sai. So che questo bambino sarà molto fortunato ad averti come padre. – continuò, tornando a guardarlo. I suoi occhi erano sinceri. Si, sinceri ma tristi e spenti.

- Grazie Frank…farò di tutto per essere un buon padre.- sussurrò Gerard allungando la mano con l’intenzione di stringere quella dell’amico. Ma il piccolo si tirò indietro, rendendo impossibile quell’azione.

- Frank...- sospirò il cantante, mentre sentiva i brividi, e non di freddo, scorrergli lungo la spina dorsale.

- Scusa…ma non vorrei che…Jamia vedesse. – disse, abbassando lo sguardo e allontanandosi di qualche altro passo.

- Anche se ora non c’è più nulla da scoprire…- continuò con un sorriso triste e gli occhi lucidi.

Il cuore di Gerard ricevette una scossa e gli si avvicinò velocemente, in modo da impedirgli in qualsiasi modo di ritrarsi a quel contatto, e gli posò leggermente una mano sulla schiena.

- Stai con me stanotte Frank. Un’ultima notte con me. – gli sussurrò all’orecchio con dolore al petto.

Il più piccolo lo guardò con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa dalla sorpresa per lunghi secondi.

Quel dolore al petto. Come se il suo cuore fosse circondato da del fil di ferro che si restringeva intorno ad esso ogni secondo in cui il suo Frank restava in silenzio.

- Ma che stai dicendo eh Gerard? Sei impazzito forse? Ti sei dimenticato che a casa ti aspetta tua moglie incinta?! – esclamò poi, posandogli le mani sul petto e spingendolo via.

- Frank. Non ti chiedo molto. Un ultima notte. L’ultima. – sussurrò Gerard, con gli occhi lucidi.

- Tu sei pazzo…- rispose Frank scuotendo il capo e allontanandosi piano da lui – Tu sei decisamente pazzo…-

- Si, forse è vero. Ma so…so che anche tu lo vuoi. Non mentire Frank. Tu dici sempre la verità, non dimenticarlo. – rispose il moro, avvicinandosi nuovamente a lui e prendendogli dolcemente il viso tra le mani.

- G-Gee…non possiamo! – si impuntò il piccolo, chiudendo forte gli occhi per non guardare il viso dell’uomo che aveva amato e che, si, amava ancora.

- Un ultima notte…- soffiò, ad un centimetro dal viso del chitarrista – Lo so che lo vuoi anche tu…- ripetè il cantante.

Frank era nel pieno di una guerra interiore.

Lanciò un occhiata alla sua casa. Vide la luce della cucina accesa e si immaginò Jamia tutta presa nei preparativi della cena.

Voleva bene a sua moglie, si, l’amava ma…perché quando Gerard gli era vicino, o quando lo baciava, o quando faceva l’amore con lui, sentiva quasi il cuore scoppiargli?

Sospirò.

- Va bene…- bisbigliò, mentre una lacrima si raccoglieva agli angoli degli occhi.

Gerard fece un sospiro di sollievo mentre il fil di ferro si slegava lentamente, lasciando nuovamente libero il suo cuore.

E allora capirono che qualsiasi cosa sarebbe successa, a qualsiasi prova la vita gli avrebbe sottoposti loro sarebbero rimasti uniti.

Se non come amanti, lo sarebbero stati come compagni, amici, fratelli.

Niente gli avrebbe potuti dividere.

Perché ognuno avrebbe sempre avuto bisogno dell’altro.

 

 

The End [?]

 

 

 

 

Ditemi cosa ne pensate okay?

Naturalmente accetto anche critiche [costruttive, ovvio]

Ma siate  clementi! xD

 

Vale

 

ps. oggi l'Html non ne vuole proprio sapere di collaborare >.<

 

  
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