Eccomi qui con la mia prima Shot
Frerard.
Cavolo, non so
neanche come mi è venuta fuori.
Forse dopo aver
rivisto una particolare scena di Alexander [poi capirete
quale!].
Non so davvero
casa aspettarmi.
Comunque vi
lascio alla shot e poi lasciatemi un commentino okay? Per farmi sapere se devo
cambiare occupazione, magari darmi all’ippica o qualche altro sport.
^^
forse troppo esagerata fantasia.
One Last Night
Non gli importava di essere registrato da
qualche macchinetta infernale posizionata ai lati della strada, voleva solo
arrivare più in fretta possibile.
Improvvisamente era riuscito a trovare il
coraggio che cercava da tempo e aveva paura che, altrettanto improvvisamente,
esso scivolasse via.
Tirò su col naso e si appoggiò una sigaretta
tra le labbra, cercando di accendersela senza però togliere gli occhi dalla
strada.
Andarsi a schiantare contro un albero o sul
guard rail gli avrebbe fatto perdere tempo prezioso e lui non poteva
permetterselo.
Mentre fumava nervosamente la suoneria del suo
cellulare lo fece sobbalzare.
Lo prese dalla tasca della giacca di pelle
nere che indossava e lesse il nome sul display.
Linz.
Guardò per qualche secondo il cellulare che
continuava a vibrare e ad emettere quel suono un po’ fastidioso e…mise il
silenzioso, riponendolo poi nella tasca.
Non aveva voglia di parlargli ora. Non
ora.
Si passò una mano tra i capelli e fece un
altro tiro dalla sigaretta.
Dieci, lunghi, minuti dopo parcheggiò
davanti alla sua
casa.
Quella in cui viveva con sua moglie.
La casa in cui tante volte si erano
incontrati quando lei era
fuori.
Aprì la portiera e uscì dalla macchina,
gettando a terra la sigaretta, ormai ridotta ad un mozzicone, e schiacciandola
con un piede.
Fece un profondo respiro facendo uscire dalla
bocca il residuo di quel fumo pericoloso e si avviò a passo sicuro verso il
piccolo sentiero di mattonelle rosse che portavano alla
casa.
Il cuore iniziò a battere più velocemente
quando fu davanti alla porta, segno che stava iniziando a perdere la sicurezza
che ostentava.
Scosse la testa, mentre il peso al petto si
faceva pesante quando un macigno.
Suonò ugualmente, conscio del fatto che ora
non si poteva più tornare indietro.
Qualche secondo dopo la porta si aprì,
illuminandolo della luce che proveniva dall’interno.
- Gerard, ciao! Cosa ci fai qui? – chiese
la ragazza, sua
moglie, Jamia.
- C-ciao Jam. Dovrei…dovrei parlare con Frank.
– disse, mentre si mordeva nervosamente il labbro
inferiore.
- Certo. Vuoi entrare? – chiese.
- Nono, è una cosa veloce. – rispose,
preferendo restare sulla porta piuttosto che rientrare in quella casa, per la
paura dei ricordi che lo avrebbero inghiottito
nuovamente.
- Oh ok. Ora lo chiamo. – disse, con il suo
solito sorriso dolce. Quello che lo faceva sentire fottutamente in colpa ogni
volta che la vedeva.
- Frank! C’è Gerard che vuole parlarti! – urlò
poi, verso l’interno della casa.
- Oh…arrivo! – sentì rispondere dalla sua voce.
Jamia tornò a rivolgersi a
lui.
- Allora futuro papà. Come stai? –
chiese.
Gerard deglutì – Oh, bene. Si, bene. –
Si, stava per diventare padre. Quello avrebbe
messo fine alla vita di esagerazioni e di notti brave che aveva vissuto fino ad
allora, e avrebbe dato inizio a quella fatta di responsabilità importanti.
Ma avrebbe anche messo fine anche a qualcosa
di importante per lui, che gli aveva riempito il cuore fino a farlo scoppiare e
alla quale, purtroppo, non era ancora pronto per mettere un
punto.
- e Linz? – chiese ancora
Jamia.
- Linz sta bene. È ancora convinta del fatto
che può ancora fare concerti ma…vedrò di farla stendere a letto presto e di
farcela restare per i prossimi nove mesi. – disse, con un sorriso
forzato.
- Oh si, fai bene. Dirgli di stare attenta e
di non esagerare. E se avete bisogno di aiuto per qualsiasi cosa io e Frank ci
siamo, okay? – disse, con tono dolce.
Gerard annuì – Si, grazie Jam. –
- Gerard, che ci fai qui? – chiese
improvvisamente una voce, una bellissima voce, facendo in modo di calamitare gli
occhi del moro su di lui.
Quanto poteva essere bello
Frank?
Perché, ogni volta che lo guardava, sembrava
essere in grado di illuminarsi di luce propria?
- Devo parlarti Frank…- rispose il cantante,
ostentando una sicurezza che ormai, davanti a lui, aveva
perso.
- Okay. Perché non entri? – disse poi, con
quello sguardo un po’ spento alla quale Gerard non era stato
abituato.
- No. T-ti dispiacerebbe venire tu fuori? –
disse, sentendo di nuovo un forte desiderio di
nicotina.
- Oh, va bene. Aspetta, prendo la giacca. –
rispose, allungando un braccio verso l’appendiabiti posizionato proprio
all’ingresso.
- Torno subito – disse poi a sua moglie,
dandogli un bacio sulla guancia che equivalse ad un crampo al petto per
Gerard.
- Okay. Allora ciao Gee, e salutami Linz. – lo
salutò Jamia.
- Certo. Ciao. – salutò, prima di scendere i
pochi scalini dietro di lui, seguito poi dal suo
chitarrista.
- Allora, che hai da dirmi? – chiese con quel
tono che era involontariamente duro.
- Non è facile da dire. – confessò Gerard,
infilando le mani nelle tasche dei jeans neri e abbassando lo
sguardo.
- Ci avrei scommesso che avresti detto una
cosa del genere. Con te mai niente e facile da dire. – commentò acido il ragazzo
più piccolo, iniziando a camminare lentamente lungo il pavimento lastricato che
divideva in due parti il giardino con l’erba perfettamente
tagliata.
- Non sono venuto qui per litigare okay? Da
quando è…si insomma, arrivata la notizia non siamo più riusciti ad aver una
conversazione normale. –
Frank annuì – Scusa. Hai ragione. – disse,
abbassando lo sguardo.
- Sono contento per te, davvero. Non dico cose
che non penso, lo sai. So che questo bambino sarà molto fortunato ad averti come
padre. – continuò, tornando a guardarlo. I suoi occhi erano sinceri. Si, sinceri
ma tristi e spenti.
- Grazie Frank…farò di tutto per essere un
buon padre.- sussurrò Gerard allungando la mano con l’intenzione di stringere
quella dell’amico. Ma il piccolo si tirò indietro, rendendo impossibile
quell’azione.
- Frank...- sospirò il cantante, mentre
sentiva i brividi, e non di freddo, scorrergli lungo la spina
dorsale.
- Scusa…ma non vorrei che…Jamia vedesse. –
disse, abbassando lo sguardo e allontanandosi di qualche altro
passo.
- Anche se ora non c’è più nulla da scoprire…-
continuò con un sorriso triste e gli occhi lucidi.
Il cuore di Gerard ricevette una scossa e gli
si avvicinò velocemente, in modo da impedirgli in qualsiasi modo di ritrarsi a
quel contatto, e gli posò leggermente una mano sulla
schiena.
- Stai con me stanotte Frank. Un’ultima notte
con me. – gli sussurrò all’orecchio con dolore al petto.
Il più piccolo lo guardò con gli occhi
spalancati e la bocca socchiusa dalla sorpresa per lunghi
secondi.
Quel dolore al petto. Come se il suo cuore
fosse circondato da del fil di ferro che si restringeva intorno ad esso ogni
secondo in cui il suo Frank restava in silenzio.
- Ma che stai dicendo eh Gerard? Sei impazzito
forse? Ti sei dimenticato che a casa ti aspetta tua moglie incinta?! – esclamò
poi, posandogli le mani sul petto e spingendolo via.
- Frank. Non ti chiedo molto. Un ultima notte.
L’ultima. – sussurrò Gerard, con gli occhi lucidi.
- Tu sei pazzo…- rispose Frank scuotendo il
capo e allontanandosi piano da lui – Tu sei decisamente pazzo…-
- Si, forse è vero. Ma so…so che anche tu lo
vuoi. Non mentire Frank. Tu dici sempre la verità, non dimenticarlo. – rispose
il moro, avvicinandosi nuovamente a lui e prendendogli dolcemente il viso tra le
mani.
- G-Gee…non possiamo! – si impuntò il piccolo,
chiudendo forte gli occhi per non guardare il viso dell’uomo che aveva amato e
che, si, amava ancora.
- Un ultima notte…- soffiò, ad un centimetro
dal viso del chitarrista – Lo so che lo vuoi anche tu…- ripetè il
cantante.
Frank era nel pieno di una guerra
interiore.
Lanciò un occhiata alla sua casa. Vide la luce
della cucina accesa e si immaginò Jamia tutta presa nei preparativi della
cena.
Voleva bene a sua moglie, si, l’amava
ma…perché quando Gerard gli era vicino, o quando lo baciava, o quando faceva
l’amore con lui, sentiva quasi il cuore scoppiargli?
Sospirò.
- Va bene…- bisbigliò, mentre una lacrima si
raccoglieva agli angoli degli occhi.
Gerard fece un sospiro di sollievo mentre il
fil di ferro si slegava lentamente, lasciando nuovamente libero il suo
cuore.
E allora capirono che qualsiasi cosa sarebbe
successa, a qualsiasi prova la vita gli avrebbe sottoposti loro sarebbero
rimasti uniti.
Se non come amanti, lo sarebbero stati come
compagni, amici, fratelli.
Niente gli avrebbe potuti dividere.
Perché ognuno avrebbe sempre avuto bisogno dell’altro.
The End [?]
Ditemi cosa ne
pensate okay?
Naturalmente
accetto anche critiche [costruttive, ovvio]
Ma siate
clementi!
xD
Vale
ps. oggi l'Html non ne vuole proprio sapere di collaborare
>.<