Clodio, tribuno della plebe e filocesariano, ha appena condannato Cicerone all'esilio come pena per l'uccisione senza processo dei Catilinari. Cesare, vero mandante dell'opera, decide di far visita all'avvocato per ribadire le sue posizioni.
Dal testo: Erano, in quel momento più che mai, due nemici che stavano combattendo la loro guerra personale, fatta di conquiste e rese. Mai Cesare aveva detenuto una vittoria tanto impetuosa, così come mai Cicerone aveva subito una sconfitta tanto piacevole.
*L'autrice chiede venia per l'aborto storico che quest'opera rappresenta