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Autore: Julietds    08/04/2015    2 recensioni
I pensieri di Frances Bean sono sgorgati spontaneamente dalle mie dita dopo aver letto la sua intervista per Rolling Stone. Una reunion improvvisa, una sorta di riunione di famiglia. Niente di ciò che vi aspettereste di sentire, comunque.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eyes.


 






 
Tre paia di occhi sono fissi su di me da ormai qualche minuto. Qualcuno sembra entusiasta, quasi sorpreso, qualcun altro più malinconico; ad ogni modo una cosa accumuna quei tre sguardi: mi stanno rompendo le palle.

Non che odi Pat, Dave o Krist, figuriamoci.
Per me sono come degli zii o qualcosa del genere, ce li ho intorno da quando avevo poche settimane… Solo che ormai sono passati diversi minuti dal momento che quei tre sono entrati in casa mia e ancora mi fissano come se si trovassero davanti a un fantasma.

Parlottano tra loro come se io nemmeno ci fossi – sono ufficialmente il fantasma Cobain.

Mi siedo in poltrona e accendo una sigaretta mentre loro mi setacciano con gli occhi, granello dopo granello dopo granello di Frances.

“Assomiglia così tanto a Kurt” osserva Dave, le parole a mezz'aria fuori dalla sua bocca come in un fumetto sospeso.

La mia teoria è che questi tre – i “Nirvana sopravvissuti”, come amano chiamarli – abbiano la nevrosi da Kurt Cobain: ogni volta che si fa una riunione di famiglia diventando dei cubetti di ghiaccio non appena muovo un braccio e immediatamente – come se già non lo stessero facendo spontaneamente – iniziano a ricordare i bei vecchi tempi e stronzate del genere.

Ecco, una cosa del genere.
Al momento, pure esasperata.

Non che mi dispiaccia tutto ciò ma dopo vent'anni al mondo vorrei non essere costretta a vivere ancora nell'ombra di mio padre.
La realtà è che l'ombra di Kurt è bella grande.

La realtà è che, da quando ho compiuto quindici anni, ho realizzato che questa è una delle cose che non posso aggirare. Basta che qualcuno accenda la radio perché io senta St. Kurt, mio padre morto, l'uomo sul piedistallo.
Avesse abbandonato la sua famiglia in malo modo almeno… no. Tutto ciò non ha fatto che renderlo più grande, più leggendario, quando non ci si aspettava sarebbe mai potuto diventarlo.

“Cavoli, mi sembra quella volta che…” e inizia l'ennesima storia che ho già sentito almeno otto milioni di volte. Se poi contate che questi tre non si vedono da un sacco di tempo… Qualsiasi mia coetanea ne sarebbe eccitata ma io sono qui che sto per ripetere la storia di mio padre e, quasi quasi, capisco per quali motivi una persona possa spararsi in bocca.

Il mio sguardo evidentemente non nasconde i miei pensieri e in pochi secondi li trovo a ridere tutti e tre divertiti notando la mia aria annoiata.


“Stai facendo esattamente ciò che avrebbe fatto tutto padre, sai?”
















 


Non per l'anniversario della morte di Kurt passato da pochi giorni.
Nemmeno per lamentarmi di come l'ombra di Kurt stia ormai oscurando tutto, persino ciò che di bello abbia mai scritto.


 
La realtà è che l'ombra di Kurt è bella grande.


Solo perché, prima o poi, qualcuno avrebbe dovuto scriverla e, beh... quel qualcuno volevo tanto essere io.

 

 
   
 
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