«L’ho appena vista!» esclamò Alexy, afferrandomi per le spalle non appena ci trovammo davanti al centro commerciale per comprare insieme un pensierino per Rosalya.
   «Ma cosa?» non potei fare a meno di chiedergli, vista anche la sua espressione confusa ed entusiasta a un tempo.
   Lui si schiarì la gola e confessò: «La mia ragazza ideale.» La sorpresa fu tale che rimasi imbambolata lì dov’ero, senza riuscire a spiccicare parola. «Avresti dovuto vederla…» riprese con voce carica di passione. «Le proporzioni del suo corpo, il suo portamento, il suo modo di vestire… e tu lo sai quanto ci tengo al modo di vestire!» precisò, come se fosse quella, la cosa più importante del suo discorso, e non il fatto che lui avesse appena ammesso di aver trovato una ragazza capace di suscitargli un’emozione diversa dal solito. «Anche il suo taglio di capelli era perfetto, e la tinta… eseguita ad opera d’arte, così come la manicure, con quelle decorazioni sulle unghie che…!»
   Tacque, mordendosi il labbro inferiore. Era visibilmente agitato ed io davvero non sapevo che pesci prendere. Quello che mi stava dicendo era a dir poco assurdo!
   «Calmati e spiegati meglio», iniziai allora, invitandolo con un gesto delle mani a respirare a pieni polmoni.
   Alexy assecondò il mio consiglio non verbale e quando parve essere riuscito a dominarsi, mi rivolse uno sguardo risoluto e affermò: «Quello che voglio dire, è che, se fossi una ragazza, vorrei essere esattamente come lei.»
   Non riuscii a fare a meno di sorridere intenerita, trattenendo a stento una risata. Quindi, prendendogli il volto fra le mani, lo costrinsi ad abbassarsi verso di me e, alzandomi sulla punta dei piedi, lo baciai sulla fronte. «Credimi: sei già perfetto così come sei», gli assicurai.