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Autore: rora02L    09/04/2015    12 recensioni
Tratto dal testo:
" Non potevo immaginare che mi sarei perdutamente innamorato di te, giorno per giorno. E non immaginavo neppure che tu fossi fidanzata. Quando l’ho scoperto, quando me lo hai detto tu … con quel viso da angelo ed un sorriso stampato sul volto … mi sono arrabbiato. Perché preferivi un altro a me. Parli solo a volte del tuo “moroso”, che ora è diventato ufficialmente il tuo “fidanzato”. Te lo ha chiesto, sì. Mentre io non c’ero. Quel puttaniere ti ha chiesto di sposarlo. E tu, subito, gli hai detto di sì. Perché credi che sia l’uomo perfetto per te. Quello che io non potrò mai essere."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sapore dell'amore ...



~~ Per dimenticare, Zero assoluto (https://www.youtube.com/watch?v=6I_gY_fyY_8)

                                                                                                        
«Allora quindi è vero,                                                     
è vero che ti sposerai
Ti faccio tanti, tanti cari auguri,
e se non vengo capirai.
E se la scelta è questa
è giusta lo sai solo tu
È lui l'uomo perfetto che volevi
e che non vuoi cambiare più.
Ti senti pronta a... cambiare vita
a... cambiare casa
a... fare la spesa e fare i conti a fine mese
a... la casa al mare
a... 'd'avere un figlio... un cane.
Ed affrontare...
suocera... cognato... nipoti... parenti...
tombole a Natale, mal di testa ricorrente
e tutto questo... per amore.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarti.
E forse partirò
per dimenticare
per dimenticarmi...
di te... di te... di te. […]”



Apro la valigia, ancora vuota. Ma per poco. Sospiro, mi viene quasi da piangere. Persino questa casa mi fa pensare a te. Mi sei entrata dentro, ormai. E pensare che, la prima volta che ti ho vista, ho pensato solo che tu fossi carina e molto gentile. Ma niente di particolare.Non potevo immaginare che mi sarei perdutamente innamorato di te, giorno per giorno. E non immaginavo neppure che tu fossi fidanzata. Quando l’ho scoperto, quando me lo hai detto tu … con quel viso da angelo ed un sorriso stampato sul volto … mi sono arrabbiato. Perché  preferivi un altro a me. Parli solo a volte del tuo “moroso”, che ora è diventato ufficialmente il tuo “fidanzato”.
Te lo ha chiesto, sì. Mentre io non c’ero. Quel puttaniere ti ha chiesto di sposarlo. E tu, subito, gli hai detto di sì. Perché credi che sia l’uomo perfetto per te. Quello che io non potrò mai essere. Pensi che ti farà felice. Io lo spero per te. Ma vorrei tanto poterti dire che io farei qualsiasi cosa per rimanere al tuo fianco, prendere il suo posto e mandare al diavolo quel ragazzo che non ha fatto altro che farti soffrire. Mi raccontavi che, ogni volta che partiva per lavoro, tu non riuscivi a dormire. Ti mancava.
Mi hai persino raccontato che, prima di conoscerti, passava da una ragazza all’altra come niente. Era un farfallone schifoso. Prima di incontrarti, aggiungevi sempre. Credi davvero che, in questi anni in cui è stato via, non ti abbia mai tradita ?
Sei tu quella che non lo ha mai fatto. Quella che non guarda un altro uomo, quella che non lo tradirebbe mai. Non ti è mai passato per l’anticamera del cervello. Nemmeno con me, che ti ho potuta abbracciare solo una volta. Per paura che tu scappassi via da me. Ma adesso … non posso più tenerti con me. Un bel viaggetto mi farà dimenticare di te, ne sono certo. O almeno lo spero. E comunque, mi darà una scusa per non venire al tuo matrimonio. Perché dovevo innamorarmi di te, che abiti nel mio stesso paese, a pochi isolati da casa mia ? Perché dovevi piombare nel mio mondo così, con il solo intento di farmi male ? Fino ad un anno fa, nemmeno esistevi per me. Nel mio mondo, tu non c’eri, non esistevi.
Non esistevano i tuoi occhi azzurri come il cielo, né il tuo sorriso speciale, capace di farmi sciogliere il cuore. Non esistevano neppure le tue dolci mani delicate, anche se poco curate. Nemmeno i tuoi lunghi capelli neri, così simili a onde del mare. Tu non c’eri ed io non ero così follemente innamorato. Ma ora, tutto è cambiato.
Tu ti vuoi sposare, con lui. A venticinque anni. Vuoi già trasferirti in una casa nuova, fare la spesa, occuparti delle tasse, organizzare le riunioni di famiglia … diventare una moglie perfetta. L’unica pecca, è che vuoi diventare sua moglie. Non la mia.Stringo i pugni e raccatto un qualche paia di pantaloni per il viaggio. Poi è il turno delle camicie, la maggior parte bianche.
Mi domando come sia … com’è il tuo vestito da sposa ? Ti fa assomigliare ad una principessa delle fiabe oppure ti fa ancora più sexy di quanto non sei già ? Sarà bianco, come quello nei film ? Oppure ne hai voluto uno controcorrente ? Conoscendoti, no.
Chissà quanto sei bella, con l’abito da sposa addosso. Un sogno ad occhi aperti. Ma non sarai mai mia. Ti vorrei, no … ti voglio ancora, questo è il problema. Se ti vedessi vestita così, con un bouquet colorato  in mano, mentre attraversi la navata principale della chiesa … io impazzirei di dolore. Piangerei. Ti supplicherei di amarmi, forse. Mi chiedo come mai non te l’ho mai detto. Perché non ti ho mai detto che ti amo ? Forse perché c’è sempre stato lui.Appoggio le mani al bordo del letto e decido di sedermi, perdendomi in un attimo di riflessione. E se fossi io l’egoista ? Quello che non capisce che la cosa migliore per lei è stare con lui ? Quello che per la gelosia pensa male di un uomo che nemmeno conosce, che ha visto solo una volta in foto ? Non lo so … Ma so che l’ha lasciata da sola per mesi, addirittura anni. E che lei … lo ha sempre aspettato. Sempre. Fino alla fatidica domanda.
Deve amarlo davvero … sospiro, sconsolato. Passo una mano tra i miei corti capelli bruni, cercando di calmarmi. Domani la vedrò, forse per l’ultima volta prima della mia partenza. Prima del suo matrimonio, di questo addio eterno che ci daremo. Lo sappiamo entrambi.
Non è stupida: deve aver capito che mi sono innamorato di lei. Ma … non riesco ancora a capire se anche lei prova qualcosa per me. O se è sempre stato tutto frutto della mia immaginazione. Una impressione dettata dall’atmosfera dell’attimo, non lo so proprio. Ma sono stati troppi attimi pieni di brividi, perché siano solo un prodotto della mia mente.
Appoggio le mani alle ginocchia, coperte da un paio di pantaloni scuri e mi siedo sul letto, accant alla valigia. Sbuffo, doveva proprio capitarmi una situazione del genere ? Tutti i miei amici si sono innamorati di ragazze single e le hanno conquistate … io non sono mai riuscito ad avere una fidanzata per davvero. Solo storielle. Alcuni dei mie amici, mi hanno consigliato di buttarmi: che cosa ho da perdere, infondo ? Si sposa … cosa può esserci di peggio ? Forse solo scoprire che è incinta di lui …
Ma ci tengo immensamente a lei, non voglio perderla.  Non voglio ritrovarmi tra un anno, mentre la incontro per strada, e lei mi passa accanto senza degnarmi di uno sguardo. Come se non fossi mai esistito nella sua vita. Non voglio sparire dalla sua vita, spero che tenga almeno i ricordi dei bei momenti passati insieme.
Come quando eravamo sul treno e, per non farla cadere dopo una brutta curva, le ho stretto la mano. E lei me l’ha lasciata dopo avermi guardato intensamente negli occhi per interminabili minuti. Mi sono potuto specchiare in quei due pozzi di acqua cristallina ed azzurra come il cielo estivo.
Oppure quella volta in cui l’ho accompagnata all’università con la mia macchina … avevo il cuore che martellava impazzito, ero nervosissimo. E lei stava quasi per capirlo. Avrei voluto che quel momento di solitudine tra noi non finisse mai. 
O ancora quando, per il suo compleanno, l’ho abbracciata goffamente, facendola ridere. Abbiamo riso insieme, guardandoci in volto. Mi sono avvicinato ancora di più alla sua bocca. Ho accarezzato le sue guance con le labbra, in due timidi baci leggeri come piume. Poi … sono tornato davanti a lei, a fissarle quei due pezzi di volta celeste rubati. Volevo baciarla. Ma … mi sono ricordato di lui. Di quanto lei ne parla, con che occhi ne parla … così, mi sono scostato di colpo e l’ho salutata, senza voltarmi. Ha fatto davvero male, averla così vicino … e non poterla avere davvero. È come essere davanti ai cancelli del Paradiso, poter guardare e tutto … ma non poter entrare.
Una volta, le ho chiesto come facesse ad avere una relazione a distanza, dicendo che io non ne sarei capace. Mi ha risposto, con una semplicità disarmante che lei … lo ama. Lo ama. Ama lui. Devo mettermelo in testa.
Ma … voglio solo poter stare con lei. No. Che bugiardo che sono … non è vero che voglio solo questo. Io voglio che lei sia mia. Non mi basta stare insieme a lei, no. E adesso … non potrò neppure più vederla.
Me la immagino, tra un paio di anni. Senza trucco, forse solo con una linea di matita nera. Con i capelli legati, ordinati. E … con un bambino accanto. Suo figlio, o meglio … il loro figlio. Lo vedo bene, questo bambino: bello come la madre. Con dei corti e sottili capelli neri e lisci, due occhietti vispi ed azzurri. Le manine pallide strette a pugno ed un sorriso tenerissimo. Sento anche la voce di lei, che chiama il suo bambino, chinandosi ad abbracciarlo: “Gabri … vieni  qui, tesoro.”So che lei lo vorrebbe chiamare così. So che vuole un maschio, me ne ha parlato. A me … basterebbe che la madre dei miei figli fosse lei. E anche senza figli, la vorrei al mio fianco. Ma non sono io il tuo “uomo perfetto”. Sarei pronto a fare di tutto per te, ma non sono io quello che vuoi. Non sono io !
Digrigno i denti e mi alzo rabbioso dal letto, facendo balzare giù la valigia mezza vuota. Fanculo i bagagli ! 
                                                                   *
Sono appena entrato sul treno. Quello che, ogni giorno, ci porta in università. Già, ci … porta me e Celeste. La ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi di ghiaccio. La ragazza che ha preso il mio cuore per sbaglio e lo ha frantumato, calpestandolo distrattamente. La ragazza che, tra pochi giorni, si sposa. La vedo salire di corsa: i capelli sciolti al vento e la borsa blu acceso stretta a sé. Mi guarda e sorride, per poi salutarmi con un cenno della mano: “Matteo ! Buongiorno.” Io arrossisco. Mi ha chiamato per nome ben poche volte … ed ogni volta, detto da lei, il mio nome sembra molto più bello.
Rispondo, impacciato: “Buon giorno anche a te … - si avvicina a me, col fiatone, e si siede al posto davanti al mio- come stai ? Fatto una bella corsa, eh ?” Ridacchiamo entrambi. Come se niente fosse.“Sì … stavo per perdere il treno, sarebbe stato un problema …” Si sistema i capelli, tutti smossi dal vento. Non riesco a fare a meno di guardarla. Sono avido di ogni più piccolissimo particolare che la riguarda. La trovo bella, bellissima … da star male. Celeste mi guarda, confusa dal mio comportamento: “Tutto a posto, Matteo ? Mi sembri un po’ strano oggi … forse è la primavera.” Sorrido, davvero non ti è venuto niente di meglio da dire ? “Sì …- ribatto io- forse … è la primavera.”
Continuiamo a chiacchierare, come se nulla fosse. Lei mi racconta dei suoi professori matti a lettere, mentre io a volte intervengo con aneddoti sui miei docenti di matematica. Ridiamo, insieme. Di gusto. Come se i problemi non esistessero.E per ora, mi va bene. Non voglio che l’ultima volta in cui parliamo sia triste o piena di rabbia e di amarezza. Ma non voglio nemmeno che sia colma di parole non dette e di cose fatte a metà. Ora basta. È tempo di scoprire le carte e di giocare il tutto per tutto, non mi interessa se perderò. Perché succederà. Ho già perso. Ho già perso la mia Celeste.
Ad un certo punto, entriamo nell’”argomento matrimonio”. Ah … 
Lei ne parla esaltata e felice, come una bambina il giorno di Natale. La guardo, non commento. Vorrei per lo meno sembrare felice. Ma so che il mio viso è una maschera di diniego, di disapprovazione. Ed è vero: io non approvo questa unione. Per nulla. Tu lo sai, vero ? Lo sai, Celeste ?
Si mette a parlare del vestito da sposa, così io intervengo: “Per favore, mandami almeno una foto quando sarò a Verona … così potrò vederti con l’abito da sposa. Scommetto … che sarai uno splendore.” Lei sobbalza, non le avevo mai fatto un complimento così audace. Forse avrei dovuto iniziare prima.
Lei inizia a biascicare, imbarazzata: “Ma che dici … c-comunque, certo. Te la manderò, promesso.” Non credo più molto nelle promesse. Soprattutto nelle promesse matrimoniali. Ma sorrido ugualmente, anche se in modo poco convincente. Lo faccio per lei.
Siamo arrivati al capolinea, è il momento di scendere. Il momento di agire, mettersi in gioco. Per l’ultima volta. Son un po’ nervoso … ma che dico … sono proprio nervoso. La guardo: è al mio fianco, dritta e tranquilla. Ancora una volta, penso che sia bellissima. Una fata, un angelo … una dea che non è destinata ad essere mia. Ma a cui voglio almeno rubare un bacio, prima che lei dia il bacio a lui. Al suo futuro marito. Il pensiero fa ancora male. Ma mi riprendo subito, non posso permettermi di sbagliare.
Le porte del treno si aprono e la gente inizia ad uscire, diretta al lavoro o alla scuola. Prima che Celeste metta il suo piede a terra, la prendo per mano e la trascino via con me. Mi guarda confusa, cercando di capire le mie intenzioni. Ma non lascia la mia mano e corre alla mia stessa velocità.
Poi mi fermo di botto, accanto ad una colonna, in una zona della stazione abbastanza isolata. Abbiamo entrambi il fiatone, ma le nostre mani ancora non si staccano. La sbatto con non troppa forza contro la colonna. Ci fissiamo, l’uno negli occhi dell’altro. Le metto una mano sul fianco, so già che mi odierà per ciò che sto per fare. Quindi, tanto vale che mi prenda una libertà in più.
Leggo nell’azzurro del suo sguardo delle domande: cosa fai ? Che sta succedendo ? Ora la guardo languidamente e decido di non pensarci ancora, altrimenti non sarò più in grado di farlo ed avrò perso questa occasione irripetibile per sempre: la bacio. A stampo, piano … timidamente e delicatamente. Dio, quanto sono dolci le sue labbra ! Morbide e vellutate. Le ho desiderate così tanto che non mi sembra vero …
Mi stacco subito, come se mi fossi ripreso da un sogno. So che non può esserle piaciuto, visto che è innamorata di un altro. Celeste rimane ferma immobile, confusa. Ha ancora la schiena appoggiata alla parete bianca della colonna. Ed io ho ancora una mano sul suo fianco. La allontano subito, quasi con dolore. La guardo un’ultima volta, come fa un cane bastonato con la sua padrona. Non mi aspetto che mi dica frasi da film, del tipo “in realtà amo te.” E non mi aspetto neppure che mi baci a sua volta. Non mi aspetto nulla. Voglio solo che lei ricordi.
Che ricordi per tutti e due, perché io voglio solo dimenticare. Ed è per questo che partirò, per dimenticare quei momenti passati con te. Belli da star male davvero, perché tu non sarai mai mia. Mi allontano piano piano, finché non sento la tua voce chiamarmi: “Aspetta ! Io … non posso contraccambiare i tuoi sentimenti. Però … siamo stati bene, vero ? Per favore …- ti avvicini a me, asciugandomi una lacrima che solca il mio volto- non piangere più. Troverai quella giusta, anche se non sono io … ma sii felice anche per me. Hai una intera vita davanti, amico mio. Sorridi, ora … fallo almeno per me.” mi sorride ed io la imito, impacciato.
Mi accarezza il volto, studiando i miei occhi leggermente arrossati. Le prendo la mano, così delicata e dolce. Vorrei non smettesse mai. Per questo, devo allontanarla subito. Ma lei fa l’unica cosa che non mi sarei mai aspettato che facesse: mi bacia. Poi si allontana, facendo un sorrisetto furbo ed esclama: “Fa buon viaggio … e non dimenticarmi ! Io non lo farò.” Le sorrido, per l’ultima volta, mentre le nostre strade si dividono ancora.
Sì, tu ti sposerai con lui. E quel ragazzo avrà la fortuna di stare con la ragazza più fantastica del mondo. Sorriderò, amore mio. Per te e per me. Sono stato un debole a pensare che un viaggio potesse cancellare il mio amore per te. E ancora di più lo sono stato perché volevo dimenticarti. Volevo scordarmi dei tuoi sorrisi teneri, dei tuoi occhi stupendi, della tua voce cristallina e del tuo nome.
Che sciocco. Non devo dimenticare, ma tenere questi momenti con me. Sono preziosi. Mi faranno sorridere, in futuro. Non piangerò più pensando a Celeste, la mia dolce Celeste. Almeno sono riuscito a farle sapere i miei sentimenti …
                                                                     *
Rigiro tra le mie mani quel bigliettino stropicciato dagli anni, che mi provoca ugualmente una fitta al cuore, nonostante il tempo passato: Celeste e Sasuke sposi, questo c’è scritto sopra, con caratteri eleganti e neri.
Ridacchio ora, tra me e me, pensando al nome del suo lui. Com’è possibile che un ragazzo con un nome del genere me l’abbia portata via ? Ed è anche bruttissimo, ora che lo guardo in questa foto del matrimonio. Il suo viso è ricoperto di acne, gli occhietti piccoli ed a mandorla (lui è giapponese) sono infossati ed ha un sorriso quasi lugubre. Non per vantarmi, ma io sono molto più figo. Ed in smoking, sono da infarto, le ragazze mi sbavano dietro. Celeste, invece, è come un angelo caduto dal cielo. Con il suo abito bianco, è davvero divina. Sorrido, guardandola e accarezzando quella strana foto che mi ha mandato. Mi decido ad alzare lo sguardo, gustandomi la vista della spiaggia assolata di Miami, a metà Agosto. Mi ci voleva proprio questa vacanza. Ho intenzione di fare nuove esperienze, senza però dimenticare il passato. Non voglio più perdermi nulla, niente rimpianti. 
Guardo il paesaggio estasiato: il sole ancora alto nel cielo, le onde che producono quel caratteristico suono così rilassante ed il vociare dei bambini che giocano lì attorno. Il caldo non troppo soffocante fa uscire tutti di casa, le strade sono gremite di gente allegra: vanno al mare, a ballare, a divertirsi e chissà a fare cos’altro. Ridacchio, guardando una bambina che fa i suoi primi passi con delle bellissime infradito rosa acceso, sostenuta dal padre, che la tiene per mano. Penso che, un giorno, magari anche io riuscirò a formare una famiglia, una bella famiglia felice. Sospiro, pensando al futuro che mi si para davanti. Ora è il momento di godersi questa vacanza ancora un po’, è l’ultimo giorno.
Domani, si torna a casa. Un po’ mi dispiace, ma non c’è nessun’altro posto in cui vorrei essere. Sento il vibrare del cellulare. Lo prendo dalla tasca dei pantaloni color militare e leggo il messaggio, già sorrido compiaciuto, guardando il nome del mittente:“ Spero che tu non ti sia dimenticato di me !” Rido forte, che tipa la mia fidanzata ! Le scrivo emozionato: “Sono qui che ti aspetto, zuccherino.” Lo invio deciso a Beatrice. Pochi minuti dopo, la vedo arrivare sulla spiaggia. Sorrido, mentre lei si avvicina a me. Porta un pareo bianco pieno di paillette argentate, per coprire almeno in parte il costume a due pezzi blu notte. Le sta benissimo, fa risaltare ancora di più i suoi occhi azzurri. I suoi capelli biondi e lunghi svolazzano al vento, come fili di paglia, mentre si china davanti a me. Resto ancora un po’ sdraiato sulla spiaggia, la saluto con un cenno: “Ehi.” Lei fa una faccia corrucciata e mi prende di scatto gli occhiali da sole. Subito mi alzo per riprenderli e lei commenta: “Devo addirittura rubarti gli occhiali per farti alzare … chissà cosa devo fare per farmi dare un bacio.”
Capisco che è una provocazione, così la prendo per i fianchi e la bacio appassionatamente, come piace a lei. Sulle labbra ha un gusto zuccheroso, così le chiedo cosa ha mangiato prima di venire qua. Lei sorride come una bambina beccata con le mani nella marmellata: “Solo un po’ di zucchero filato … lo vendevano per strada, non ho saputo resistere !” Ridiamo entrambi ed io, approfittandomi della sua distrazione, mi riprendo gli occhiali con abile mossa.
Penso che l’amore debba avere proprio questo sapore: di zucchero. Magari anche un po’ sdolcinato, ma dolce, che non fa soffrire. Una coccola, un balsamo per il cuore. Ci vuole un po' di dolcezza, nella mia vita da ragazzo senza alcuna esperienza positiva in amore. E tu, Beatrice, sei riuscita a portare la dolcezza nel mio mondo, nella mia vita così amara. 
Beatrice tenta nuovamente di rubarmi gli occhiali, ma questa volta non glielo permetto. Essendo più alto di lei, allungo le braccia per mettere ben in alto il mio paio di occhiali. Lei tenta di riprenderli saltando, ma mi finisce addosso. Cadiamo rovinosamente a terra, sporcandoci di sabbia. Ridiamo entrambi, come degli scemi. Ed è allora che le dico la verità, nonostante il fatto che stiamo insieme da un anno. Ma non glielo avevo mai detto, mai avevo pronunciato quella frase … fino ad ora. La abbraccio, stringendola a me, e avvicino la bocca al suo orecchio, per poi sussurrarle: “Ti amo …”







 https://www.youtube.com/watch?v=oRExiz5OA1o
Angolo autrice (me):
Mmh ... devo ancora capire come andare d'accordo con l'editor di testo ... facciamo sempre una gran battaglia !
Spero che la grafica non faccia troppo schifo ... o che il contenuto sia ugualmente apprezzabile.
 Questa FF è nata da svariate cose messe insieme: la mia attuale "situazione amorosa", la canzone degli Zero Assoluto che mi è venuta in mente qualche pomeriggio fa e "Sugar" dei Marron 5 ( link qua sopra).
I nomi sono stati scelti non a caso. Matteo è il nome di uno dei due cantanti degli Zero Assoluto ( il nome dell'altro non ci stava con il personaggio). Celeste l'ho chiamata così per via del fatto che lui la associa spesso ai suoi occhi azzurri ... ed il nome mi piace molto. Sasuke viene da Naruto, volevo un nome asiatico che mi stesse antipatico ... eccolo qua.
Beatrice, invece, è il nome di una mia cara amica in cerca di un ragazzo ... nonchè ovviamente quello della amata di Dante. Perfetto, no ?
Spero che vi sia piaciuta ... a me è piaciuta scriverla. Normalmente non faccio one-shot, ma per questa mia ideauzza ho voluto provare ... diciamo pure che è una sfida. A presto, mi auguro !
La vostra Rora-chan ! <3

 
  
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