I need light
Buio. Assolutissimamente buio.
Ah già. Beh, era notte.
Come sempre, dopotutto.
Quando mai nella sua vita non c’era stato buio e non era stata notte?
Nemmeno se la ricordava più, com’era la luce. Si alzò dal giaciglio, iniziando a camminare
Era vietato, proibito farlo
Ma era notte, e lui non aveva sonno, e voleva vedere cos’era.
Cos’era quella cosa che avevano tutti, tranne lui, tranne i suoi fratelli
Vita.
E s’incamminò
Era talmente buio che faceva fatica a vedere le strade
Sapeva che la gente gli passava accanto, solo perché avvertiva lo spostamento d’aria
Nessuno si curava di lui
Era invisibile,agli occhi dei viventi
Un anima solitaria, dannata, condannata nel buio.
Lui gironzolava, un po’ curioso, un po’ indifferente.
Poi, la vide
Luce
Si avvicinò di soppiatto, lentamente, quasi temesse di vederla scomparire
Era un chiarore intenso, brillante, e proveniva da un angolo della strada
La gente passava, e lo evitava accuratamente.
Anzi, avevano un’espressione che non riusciva a interpretare.
Odio?
Ribrezzo?
Terrore?
Ma lui era sempre stato attirato da quello che gli altri rifiutavano.
Si avvicinò, studiando il bagliore
Seduto a terra, le mani premute sul viso, e il petto scosso dai singhiozzi,
c’era un bambino
Una volta, gli avevano detto che lui era un bambino.
Ma lui, bimbo non lo era mai stato
Quel fagotto in lacrime, magro e sporco, era talmente diverso da lui…
Con cautela, s’inginocchiò accanto a lui
-perché piangi?- chiese
Quello alzò lo sguardo, gli occhi colmi di perle salate.
Lui trattenne il fiato, meravigliandosi per la prima volta in vita sua.
-chi sei?- chiese, la voce ridotta a un miagolio
-non sono nessuno- rispose pronto lui
Era la regola
Tu non esisti, vero, signor nessuno?
-perché piangi?- insistette, cocciuto, per deviare un’altra possibile domanda
-il mio amico se n’è andato, e io sono rimasto solo. E…ho paura-
Tacque, nel sentirlo parlare, e poi le sue labbra s’inclinarono,
in quello che gli umani viventi chiamavano sorriso
-cos’è la paura?-
-non sai cos’è la paura?- chiese il piccolo angelo biondo, fermando per un attimo le lacrime
-no, non so cos’è. È una cosa brutta?-
-sì, lo è. Il mio amico mi ha tradito e sono rimasto solo-
Lo guardò intensamente
Avvertiva un qualcosa che premeva a livello dello stomaco.
Forse aveva mangiato troppo…
…forse, voleva disperatamente vivere
-perché ti ha tradito?-
-non lo so-
Voleva solo, disperatamente, imparare a vivere
Voleva smettere, di brancolare nel buio
Della sua notte eterna
Voleva poter vedere quella luce
Lo prese per mani
-forza, ti aiuto a ritrovarlo-
L’angelo lo guardò sbattendo gli occhioni azzurri, cacciando le lacrime, sorpreso
-tu…non hai paura di me?-
-non so cos’è, la paura. Andiamo?-
Si alzò in piedi, e trascinò con se anche il bimbo biondo.
Era vietato, era proibito parlare o avvicinarsi
ad un umano vivente
Ma quel bimbo…diavolo, brillava
-grazie- mormorò il piccolo, titubante
-allora, da che parte è andato?-
-di là-
Indicò la zona esterna del paese, dove l’oscurità era ancora più fitta, dove il buio era ancora più penetrante
Dove molti s’erano persi e non erano più tornati
-va bene. Seguiamolo-
Partirono entrambi, correndo, lasciando indietro le case
La gente spaventata
La paura.
Corsero assieme
Perché Naruto emanava luce, e Sai voleva brillare come lui
-sono disposto a tutto, per ritrovare Sas’ke. Anche a far squadra con uno come te-
-che stai facendo, sai?-
-Dipingo, Naruto-
-…-
-sai, stanotte ho fatto un sogno-
-davvero, Sai? E cosa hai sognato?-
-….-
-Sai?...-
-Naruto, ti aiuterò a ritrovare Sasuke. In cambio…mi daresti un po’ della tua
luce?-
-….certo, Sai-
L’angelo biondo sorrise, riconoscente. Il diavolo nero,
fece lo stesso, di rimando.
Il buio si ritrasse, alle loro spalle
Finalmente, sorse il giorno
Ok, l’ho scritta
Ok, non ha un senso. Però mi piace
Sai e Naruto. Li adoro,
come coppia. Anche in versione “amici”.
A presto. Besos
Vostra wolvie