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Autore: Randa_Zero    09/04/2015    0 recensioni
Un ragazzo entra in un vecchio edificio diroccato.
Vuole sfidare il capo perché lui è il migliore.
Ma se l'avversario che si trova davanti non è la persona che si aspetta...?
Una storia di combattimento, mistero e magari anche un pizzico di romanticismo.
Due ragazzi con un desiderio da realizzare.
Una con un passato che vuole dimenticare.
Uno con un passato che vuole salvare.
Ce la faranno? Bhe se lo volete sapere leggete la storia ;)
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fabio era seduto su quella sedia da ore, anzi, forse giorni. Ma non gli importava, a lui importava solo vederla sorridere di nuovo.
Davanti a lui, in un anonimo lettino d'ospedale, era stesa Lilian.
Dalle braccia pendevano i fili delle flebo, fasciature le coprivano quasi tutto il corpo, e se avesse alzato la coperta che la ricopriva, Fabio, avrebbe visto la fascia sporca di sangue, che le proteggeva la ferita sul fianco.
Respirava piano. Sembrava così tranquilla.
Fabio non lo era.
Da quel pomeriggio, in cui lei si era fatta quasi uccidere, per proteggere sua sorella, lui era corroso dal senso di colpa, e da un'altra valanga di sentimenti.
L'aveva ferita in tutti i sensi, e ora si sentiva una merda, per non essere riuscito a proteggerla.
Ma lui, non poteva provare quei sentimenti, per ... Per quel l'assassina.
Un movimento impercettibile delle palbebre di lei, lo fece scattare diritto sulla sedia.
Poi piano gli occhi della ragazza si aprirono.
Li sbattè piano, sembrava confusa.
Probabilmente perché non riconosceva il posto in cui si trovava.
Poi lentamente si tirò su a sedere, ma una fitta la prese al fianco destro, facendola piegare in avanti.
- Piano !! Sei ancora ferita!!
Disse d'impulso Fabio, scattando in avanti e afferrandola delicatamente per le spalle, per poi aiutarla ad appoggiarsi allo schienale del letto.
Lilian, ora,appariva ancora più sorpresa, non tanto per il fatto di aver provato dopo tanto, del vero dolore, ma perche, ora affianco a lei, si trovava Fabio.
Dopo attimi di silenzio imbarazzato, per rompere quell'atmosfera pesante, Fabio azzardò una domanda.
- Come ti senti?
- Mi fa male la testa ... Mi ricordo solo di essere stata colpita al fianco... Poi niente ... Come sono arrivata qui ??
Nel suo tono della voce, qualcosa turbó Fabio: era come se a lei quasi dispiacesse essere stata salvata. 
Questo riportò alla mente del ragazzo, le parole di Fabri, e quelle non fecero che farlo sentire ancora peggio.
Ma perchè ?! Ma perché non la odiava?
- Ti ho ... Ti abbiamo portata qui io e Fabri. Mentre Ross portava a casa mia sorella.
Aveva minimizzato la cosa. E anche di molto: dopo che le avevano sparato, Fabio era rimasto paralizzato per alcuni secondi, poi aveva sentito un urlo, quello di Fabri, e quello era bastato per riportarlo alla realtá. Il ragazzo, arrivato al suo fianco, stava per lanciarsi verso Lilian, ma lui lo aveva fermato, mettendogli davanti la sorella. 
Senza pensarci, poi , si era messo a correre verso Lilian.
Subito le aveva controllato il battito cardiaco, e quando aveva sentito, anche se flebili, le pulsazioni sotto le sue dita, un ondata di sollievo lo aveva investito. 
Delicatamente l'aveva sollevata da terra prendendola in braccio. 
Dopodiché fu un susseguirsi, incasinato, di eventi : lui che correva, lui che chiamava la ritirata, lui che entrava in un ospedale, lei che veniva portata in una stanza operatoria ... 
La sua paura.
Ma, non poteva rivelargli tutto questo, perche lui era il primo a non accettarlo.
- Tua sorella !! Come sta tua sorella?
Fabio, immerso nei suoi pensieri quasi si spaventó, allo scatto che aveva avuto Lilian nel pronunciare quelle parole.
- B-bene. È ancora spaventata, ma è felicissima di essere stata salvata, e ti ringrazia.
A quelle parole Lilian sorrise. Il sorriso più bello e sincero che Fabio aveva mai visto. Il primo sorriso vero, che compariva sul volto di lei.
Allora capì. 
Capì perché non riusciva a provare rabbia, collera nei suoi confronti. Capì perché l'aveva salvata, e perché lo avrebbe rifatto anche cento volte.
Lui l'aveva già perdonata.
Ripetendo quelle parole dentro di se, una pace quasi inverosimile lo avvolse.
Allungó le mani verso il suo volto.
Delicatamente l'avvicinò al suo.
E la bació.
Un bacio che conteneva tutto.
La sorpresa per la prima volta che l'aveva vista, l'irritazione quando lei lo aveva battuto, la rabbia per quando aveva scoperto chi era veramente, la paura di quando l'aveva vista a terra in una pozza di sangue, il sollievo che aveva provato, poco prima, vedendo i suoi occhi dischiudersi. 
E tutto l'amore che ora provava per lei.
Quel bacio conteneva tutta la loro storia.
Piano si scostò da lei, e ad attenderlo furono due occhi blu colmi di sorpresa, che gli fecero scappare una tenue risatina.
- Ma co-cosa ?!
Chiese lei balbettando, mentre il suo viso passava dal rosa al magenta più scuro.
- Mi sembra abbastanza ovvio il perché.
Sogghignó un po' imbarazzato Fabio.
- Ma io ... Io sono un mostro, io ho fatto cose orribili. Non merito qualcuno che mi ami , ti ho fatto solo del male, ho fatto male a tutti, io non merito questo, io merito di soffrire io .. 
- Io ti perdono.
La interruppe Fabio, sorridendo,adesso capiva i sentimenti di Fabri quando gli aveva detto che non voleva più verderla farsi del male.
- Anzi io ti ho già perdonata, e ti ringrazio, ti ringrazio per aver salvato mia sorella, ti ringrazio per avermi aiutato, ti ringrazio per aver aiutato tutta quella gente, ti ringrazio per aver fondato l'ottavo distretto, ti ringrazio per aver combattuto per gli altri, ti ringrazio per aver sofferto per gli altri. Ma ti ringrazio, sopratutto, per essere nata e per essere qui con me, ora.
Fabio sorrideva, sorrideva perché era felice. Felice di averla conosciuta.
A quelle parole lacrime rigarono il volto di Lilian. Piano inizió a piangere, sempre più forte. Ma non era un pianto di dolore. Era un pianto liberatorio, un pianto pieno di ringraziamenti e di scuse.
Fabió l'abbraccio, stringendola forte contro il suo petto, e sperando che quelle fossero le ultime lacrime che lei avrebbe versato.

-Gli errori del passatonon sono catene che ti legano al suoloanzi sono proprio questi errori che ti fanno crescerediventare saggio, sono questi che ti fanno spiccare il volo, verso un futuro tutto da vivere.
Ma se le ferite del passato sono troppo profondericordaalle volte bastano semplici parole per cucirle. Alle volte basta una sola persona che ti amiper aiutartiperdonare te stessa.
Allora la mamma è buonaIo le voglio benema lei sembra così triste volte.
Fabio scompiglió capelli bianchi della piccola bambinaimbronciatache si trovava seduta fra le sue braccia.
- Tua madre è una persona meravigliosa. E se ancora la vedi tristese, chamami, così io te le diamo un grossissimo abbraccio.
- Si. Lo faró Papà.
Sorrise la bambina.

~ FINE

***** Spazio dell'autrice *****
Mi scuso per averci messo così tanto a pubblicarlo. Spero che questa storia vi sia piaciuta. Io, di mio, devo dire che, mentre la scrivevo mi ci sono affezionata, e quasi mi dispiace colcluderla. Ma ogni storia a la sua fine. Ancora grazie per averla letta.
Con affetto.
Randa ^^
( non sono brava a scrivere in questi spazi, perdonatemi se il mio commento è breve q.q )

   
 
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