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Autore: _windowsgirls    09/04/2015    0 recensioni
Londra.
Una delle città più amate del mondo, verso cui ognuno desidera andare almeno una volta nella vita; la città in cui tutto è possibile, viva, multiforme e instancabile, in continuo movimento.
Eppure, nonostante sia una di quelle metropoli sempre sveglie, c'è sempre un momento in cui un velo d'ombra la avvolge, facendo sì che determinati posti siano isolati, trascurati e silenziosi. Spesso tra i corridoi delle scuole si parla di una certa silence street, ma nessuno desidera mai andarci veramente.
Un po' per la sua aria inquietante, un po' per quello che non sanno di poter incontrare.
Quella via si anima di notte, quando la gente preferisce riposarsi anziché girare continuamente in un circolo infinito, quando tutti sono troppo distanti per accorgersi di quelle ombre che si muovono solitarie nel buio fino al punto di incontro.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                Anche se non la leggerà mai,
dedico questa os a Liam Payne,
perché i
n questo periodo lo sto adorando


 
 
 


Londra.
Una delle città più amate del mondo, verso cui ognuno desidera andare almeno una volta nella vita; la città in cui tutto è possibile, viva, multiforme e instancabile, in continuo movimento. Di giorno la gente imperversa nella vie dando sfogo ai proprio compiti, giovani che prendeno le metropolitane e gli autobus per andare verso i luoghi della loro istruzione, uomini e donne che si chiudono nelle loro macchine costose dirigendosi verso i propri uffici, gente comune che passeggia tranquillamente per le vie trafficate dai turisti eterni e perenni che non oserebbero mai fermarsi, smettere di fotografare una città come quella.
Eppure, nonostante sia una di quelle metropoli sempre sveglie, c'è sempre un momento in cui un velo d'ombra la avvolge, facendo sì che determinati posti siano isolati, trascurati e silenziosi. Spesso tra i corridoi delle scuole si parla di una certa silence street, ma nessuno desidera mai andarci veramente.
Un po' per la sua aria inquietante, un po' per quello che non sanno di poter incontrare.
Quella via si anima di notte, quando la gente preferisce riposarsi anzichè girare continuamente in un circolo infinito, quando tutti sono troppo distanti per accorgersi di quelle ombre che si muovono solitarie nel buio fino al punto di incontro.
Ogni martedì sempre la stessa persona si avvicina a quel muro colorato dai disegni inimmaginabili, artistici, che danno svago alla proprio fantasia. Le gang preferiscono riunirsi nei giorni del weekend, anche perchè nessuno oserebbe avventurarsi nella via del silenzio, in cui si da voce ai propri pensieri solo impugnando una bomboletta spray.
Oggi è martedì, e la solita figura si avvia per quel tunnel abbandonato, con delle luci al neon che scoppiettano troppo flebilmente per poter davvero offrire una buona luminosità.
Il ragazzo si accosta al muro, facendo scivolare lungo la spalla il suo zaino ricoperto di scritte, con la cerniera non chiusa fino in fondo e la cannula di una torcia che fa capolino. La afferra, stringendo l'impugnatura con le mani inguantate di nero, nascondendo la sua immagine uniformandola in quell'oscurità. Si avvia un poco più in là, lasciandola per terra con il cono di luce piantato in una zona precisa di parete su cui darà sfoo ai suoi pensieri, ai suoi desideri reconditi.
Ritorna presso il suo zaino, il cappuccio sollevato sulla testa a coprirgli i capelli e la mascherina a nascondere la sua bocca, riparandola dall'esalazione dello spray. Afferra un foglio piegato dalla tasca della giacca scura e da un'occhiata alla bozza del disegno, poi lo ripiega e lo rimette in tasca. Apre totalmente lo zaino e fa uscire tutte le bombolette, accostandole alla parete in ordine di utilizzo. Prende la prima, quella bianca, e traccia il contorno del disegno, mentre l'atmosfera è silenziosa, l'unico rumore che si ode a malapena è la pallina all'interno della lattina che viene agitata per fare uscire il gas. La mano del ragazzo si muove rapida sul muro, gli occhi scuri piantati sui contorni che tratteggia, mentre da sotto la mascherina la sua bocca è dura, concentrata. Il cappuccio gli copre totalmente la testa che segue i movimenti del suo braccio, flessuosi come se stesse danzando.
Accanto al murales che si accinge a fare è presente un dipinto della panoramica di Londra fatta interamente in nero, blu e giallo, i colori della notte che la avvolge, inglobandola. La via è in silenzio, non si sente nemmeno una macchina passare, sembra che la silence street sia totalmente dimenticata dal mondo, quando invece altro non è che il punto di ritrovo di giovani che si vogliono mettere alla spalle la loro vita, per vestire i panni di qualcuno sconosciuto e oscuro, impossibile da conoscere. Nemmeno tra di loro si conoscono, rimangono sempre in silenzio, con le mani che danno una forma ai loro pensieri, nient'altro.
Il ragazzo continua il suo lavoro, cambiando bomboletta perchè l'altra terminata. In quella via nessuno firma il proprio murales, perchè credono sia solo un modo per decorare qualcosa di inesistente per gli altri. Ma per lui non è così.
Ad ogni opera lascia il suo marchio, sebbene nessuno lo conosca.
E' solo il contorno di una mano nera, come un timbro indelebile a indicarne il copyright, sebbene in quella via non ce ne sia il benchè minimo bisogno.
Il volto della giovane che ha deciso di rappresentare prende forma, mentre le lancette dell'orologio si muovono rapide, scandendo il passare del tempo che il ragazzo non vorrebbe passasse mai. Mentre il suo lavoro prende vita, non pensa a niente, solo alla sua mano abile e alla sua mente che lavora frenetica affinchè tutto possa essere perfetto.
Il volto è ritratto di profilo, con le labbra carnose schiuse e una rosa rossa appoggiata delicatamente su di esse, i petali sfiorati da un leggero bacio come una farfalla che si accinge a posarsi su di essi. Gli occhi della ragazza sono chiusi, una ciocca di capelli che le sfugge dai capelli che il ragazzo decide di non rappresentare e il naso all'insù che sembra odorare il profumo del fiore che trattiene con la mano. Impiega tanto, fin troppo tempo a realizzarlo, con il sudore che gli cola sulla fronte e il braccio che incomincia ad indolenzirsi, ma deve finirlo, deve fare i dettagli e poi potrà sentirsi soddisfatto. La bandana che lascia penzolare dalla tasca posteriore del jeans scuro sfiora la strada lurida e cosparsa di alcune pozzanghere, ma a lui non interessa nemmeno il cigolio delle sue scarpe sull'asfalto. Nessuno sa di lui e di cosa ama fare nelle prime ore del mattino, nessuno crede che un tipo come lui, puntuale, preciso, invidiabile, possa avere questa doppia vita che prende il respiro quando gli altri dormono.
Nessuno lo sapeva, almeno fino a quella sera.
Il ragazzo trae un respiro profondo mentre finisce di riempire i contorni rossi dell'ultimo petalo della rosa quasi attaccato alle labbra carnose della giovane donna.
Quando l'ultimo spruzzo di colore abbandona la bomboletta, la lascia cadere per terra con un tonfo sordo, il murales illuminato dalla fioca luce della torcia che incomincia a dare cenni di sfinimento. Si passa il braccio sulla fronte madida e si allontana, per osservare il suo capolavoro. Guarda l'orologio al polso sinistro, le due del mattino, e annuisce, tranquillo di aver finito in un tempo accettabile. Si avvicina per l'ultima volta al muro e afferra l'ultima bomboletta della fila, quella nera, poi appoggia la mano coperta dal guanto nero sulla parete, allargando le dita. Punta lo spray verso di esse e lascia che il colore ne segua il profilo, lasciando il suo timbro.
Poi rimette tutto a posto, gettando le bombolette vuote in un cassonetto alla fine della 'silence street' e si toglie la mascherina, respirando finalmente l'aria pulita.
Esce dalla via e si dirige rapido verso il suo appartamento, non accorgendosi di una ragazza che l'aveva osservato per un po' dall'angolo della via silenziosa, finita lì per caso dopo esser stata ad una festa. Sophia Smith aveva sempre creduto che quei ragazzi fossero dei geni, ma quel ragazzo che ha appena ritratto una donna che le assomiglia tantissimo supera tutti di gran lunga.


La mattina dopo si dirige piano per i corridoi della scuola, con le occhiaie a solcarle gli occhi stanchi e i capelli non pettinati alla perfezione, le labbra carnose screpolate per il freddo e le gote arrossate.
Lo zaino è ancorato alle sue spalle leggermente incurvate sotto il peso del libri, la divisa che le fascia il corpo non troppo magro e le mani salde intorno alle cinghie.
Saluta quando incontra qualche amico nel lungo corridoio, mentre le classi incominciano a riempirsi di alunni indaffarati a ripetere per le proprie interrogazioni. Sophia si avvicina a passo trascinato verso il suo armadietto per deporvi all'interno i libri inutili. Mette il codice e lo sportello di metallo si apre automaticamente, mentre si avvicina all'armadietto accanto anche un suo compagno di classe con cui condivide quasi tutte le lezioni, come se fosse stato deciso così.
Il giovane ha il volto stanco, i movimenti lenti e muove leggermente la spalla destra come se avesse un fastidio. Mette il codice al suo armadietto e lo spalanca.
Liam Payne è sempre preciso, sicuro di quello che fa, prudente, eppure si è lasciato scappare un dettaglio che per molti è irrilevante, ma per Sophia non più.
Lei si accosta al suo armedietto, controllandolo con la coda dell'occhio.
Liam prende due libri e se li stringe al petto, poi appoggia una mano sull'anta di metallo sul punto di chiuderla, ma con un ultimo sguardo Sophia appoggia gli occhi su una piccola forma all'interno dello sportello, in basso a destra: una piccola mano a cinque dita così piccola che se fosse stata più lontana non l'avrebbe nemmeno vista, ma quel dettaglio ormai non le passa inosservato.
Liam chiude l'armadietto con uno scatto, poi punta lo sguardo su di lei, sorridendole.
Sophia sente il cuore mancare un battito, e quando Liam la saluta con la mano, dirigendosi verso la classe, lei collega tutto.
 


Hey there!
Ecco un'altra os che decido di pubblicare, una piccola vicenda che mi è venuta in mente ieri notte e che non ho potuto resistere a scriverla.
L'ispirazione mi è venuta guardando un ragazzo ieri, alla mia scuola, che stava facendo un murales e ho pensato: ehi, ma se ci scrivessi qualcosa su?
Forse non è nulla di che, ma immaginarmi il signor Payne così....Solo il cielo sa che pensieri io abbia fatto al riguardo.
Ma comunque, Sophia Smith è la vera ragazza di Liam, per chi non lo sappia, e siccome li amo insieme ho deciso di metterli nella stessa os.
Il finale è aperto 1) perché non avevo idea di come sarebbe potuta finire; 2)  vi lascio la possibilità di intendere come il tutto andrà in futuro.
Se siete giunti a questo spazio autrice, vi ringrazio con tutto il cuore.
Lasciatemi qualche commento e fate visita al mio profilo.
Love you,
Elisa.

 

 
  
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