Epilogo.
<<
Mamma! Mamma! Andrò in America! >> un annuncio
tanto
entusiasta non era stato fatto neanche da Jack di Titanic. Il cuore
era in palpitazione, poco sarebbe importato se non sarebbero stati
d'accordo, se avrebbero sentito la sua mancanza.
<<
Due settimane! Tornerò presto. >> quello era
l'importante.
Sarebbe stata via, non avrebbe rivisto i loro volti, i loro sorrisi,
gli occhi vispi che nascondevano la tristezza di una vita mediocre,
in continua lotta con un pasto in tavola che spesso faticava a
presentarsi. Maledetta Italia. Avrebbe viaggiato, riso, avrebbe
vissuto un sogno.
Ma
poi sarebbe tornata.
Si
sarebbe svegliata in una fresca mattina di Primavera, con quel
sottile raggio di sole, che ribelle sarebbe riuscito lo stesso a
passare oltre gli scuri della finestra e che, puntuale alle 8,
avrebbe colpito la sua guancia destra. Si sarebbe risvegliata con le
urla agitate di sua sorella, in ritardo per l'ennesimo colloquio, e
di Andrea, che aveva sempre troppo sonno per andare a scuola.
Si
sarebbe svegliata con l'aroma del caffè e qualche brutta
notizia al
telegiornale, così lontana da sembrare solo un racconto
dell'orrore.
Poi
ci si sveglia.
Ci
si sveglia con un bacio e una carezza, un "buongiorno"
impastricciato e un biscotto al cioccolato.
Il
richiamo di un padre, già strozzato nella sua cravatta
<<
Allora, ti sbrighi? Dov'è la tua cartella? >>
<<
Mi fa male la pancia. Ho la febbre. >>
5
anni di pura pigrizia, come sua madre, che da bambina appoggiava il
termometro sulla lampada, ancora troppo piccola e inesperta per
capire che 54° C non era una temperatura adeguata ai suoi scopi.
Il
saluto di una nonna, annoiata davanti alla tv: chissà da
quante ore
il sonno già le mancava.
<<
Mamma! Mamma! Vado in America! >> aveva corso per la
strada,
ignorando e litigando con automobilisti fermi davanti a un semaforo
verde, ingiustamente costretti ad aspettare una ragazza avvolta
dall'euforia di un sogno preannunciato.
<<
Tornerò presto. Vedrai! >>
Sarebbe
tornata.
Si
sarebbe svegliata e sorridente avrebbe raccontato il suo magnifico
sogno.
<<
Ma almeno hai conosciuto un bel ragazzo? >> avrebbe
chiesto sua
madre.
<<
Tuo nonno era proprio bello! E non a caso era americano. E' come tuo
nonno? >> avrebbe chiesto sua nonna, con gli occhi
coperti da
spessi occhiali, concentrati su un filo di lana che danzava tra le
sue mani.
<<
Biondo! Un bel cognato biondo e americano! E occhi azzurri,
ovviamente! >> avrebbe partecipato anche Chiara: mai si
tirava
indietro se c'era di mezzo sua sorella. Lei doveva sempre essere la
prima a sapere e valutare. Solo una persona degna poteva prendere il
suo posto nella gerarchia delle importanze.
<<
Che non sia tipo da fast food! >>
<<
E che abbia un'aria da misterioso! Tenebroso! >>
<<
Sì, uno alla Jude Law! >>
<<
Oh, per favore! Jude Law è terribile! Richard Gere
è un vero sex
symbol! >>
<<
Richard Gere è vecchio, l'americano di Alice deve essere
giovane! >>
E
avrebbe riso. Avrebbe riso di fronte al loro bisogno di organizzare
per filo e per segno la sua vita sentimentale, come se lei non fosse
ancora in grado di farlo.
E
avevano ragione.
<<
Trovati un uomo, Alice! Non arrivi allo scaffale in alto!
>>
aveva ripetuto sua madre più volte, velando di
comicità il bisogno
che sentiva di avere un altro cognato. Il suo viaggio in America
aveva acceso la fantasia di tutte le presenti, soprattutto dopo la
meravigliosa esperienza di sua nonna, che si era trovata un
affascinante americano con cui aveva costruito una vita e una
famiglia.
E,
ridendo, avrebbe raccontato il suo sogno.
Una
splendente America, feste fino a notte fonda, paesaggi mozzafiato,
una rapida gita nella vecchia città di suo nonno, immersa
nella
malinconia di una nipote che a lungo non ascolta più le
storie "dei
suoi tempi, quando lui era piccolo e raccoglieva monetine vicino ai
marciapiedi, lustrando le scarpe ai gentleman." E l'oceano.
Avrebbe visto l'oceano. Ne avrebbe appreso i segreti.
Si
sarebbe svegliata.
E
li avrebbe raccontati a chi aveva orecchie per ascoltare, coraggio
per esplorare, cuore per amare e qualcosa a cui rinunciare.
Perché
tutto ha un prezzo.
<<
Mamma! Sono stata in America. Ho trovato il mio americano. Occhi
azzurri, capelli chiari, anche se non biondi. Tenebroso e misterioso.
Non un tipo da fast food. Forse un po' alla Jude Law o forse un po'
alla Richard Gere, da giovane però. Lui arriva allo scaffale
in
alto. Non mi ha salvato la vita, non è arrivato in tempo, ma
è
riuscito a donarmene una nuova. Una vita nuova di zecca, meno sporca
e più pregiata. Mi ha afferrata e trascinata, burbero, ma mi
ha
guardata negli occhi e dalla melma mi ha salvata. Mi ha dato dei
nuovi abiti, corredati di un bel sorriso. Me l'ha costruito lui, con
le sue rozze mani. Ha creato solo ed esclusivamente per me un sorriso
brillante e delicato. Non potevo che indossarlo ogni giorno, per lui,
per ringraziarlo.
Avrei
voluto fartelo conoscere, ti sarebbe piaciuto. Lo avresti invitato a
cena ogni sera e avresti preparato per lui ogni tipo di lecornia,
perchè lui avrebbe mangiato con gusto, intimorito un po' da
tutto
quel brillare di casa nostra, ma avrebbe accettato. Gli avresti detto
che è un bravo ragazzo, lui si sarebbe arrabbiato, ma il
giorno dopo
sarebbe tornato a cena, che tu avresti preparato solo esclusivamente
per lui. Un giorno ti avrebbe portato un coniglio, cacciato apposta
per te, per ringraziarti di avergli dato una casa. E tu lo avresti
fatto alla cacciatora, buono solo come tu sei in grado di fare. La
nonna avrebbe preparato per lui un orrendo maglioncino, con sopra
qualche stupido animaletto. Non lo avrebbe mai indossato, ma
l'avrebbe incorniciato nella sua stanza, se veramente ne ha mai avuta
una. Avreste ascoltato i nostri litigi con uno stupido sorriso sulle
labbra, senza intervenire, divertiti, perchè tanto avreste
saputo
che quello non sarebbe significata mai la fine. Lui sarebbe tornato,
ogni sera, anche sotto le tempeste invernali. Avrebbe portato un
coniglio per te e io sarei scesa a salutarlo, indossando il sorriso
che lui aveva costruito solo ed esclusivamente per me.
Mamma!
Sono stata in America. Ho lasciato tante cose lì. Ma ne ho
trovate
di nuove. Ho creduto di essere sola, ma poi mi è stata
indicata la
via. Ho trovato dei sorrisi e degli abbracci, delle carezze e delle
coperte calde. Un pasto da dividere e una ninna nanna a dar la
buonanotte. Ho trovato chi stavo cercando e molto di più.
Una
notte ho fatto un bel sogno!
Eravamo
tutti insieme. Molly giocava con Andrea a nascondino, Max e Micky si
rincorrevano e litigavano per un osso, la nonna invece parlava di
ricordi con Herhsel. Una lunga chiacchierata piena di "ai miei
tempi", quando ancora c'erano dei Tempi. Beth e Maggie parlavano
di vestiti con Chiara. E tu eri con Carol a discutere di ricette di
cucina, a imparare come si fanno i biscotti e insegnare a tua volta a
fare un'ottima lasagna all'italiana. Leonardo era con Rick a
discutere di sport. E poi c'era Manuele, T-Dog, Claudio, Susy,
Federico, anche Shane, Lori, Andrea, Michonne e tutti gli altri.
E
io ero seduta, sorridente, a guardarvi. L'albero blu e rosa, vicino
alla finestra, sembrava sorridere con me.
Sono
poi tornata a guardare il mio americano. Quello che arriva agli
scaffali in alto e che non mangia ai fast food. Sono tornata a
guardarlo, solo, con una sigaretta tra le sottili labbra e un cielo
stellato a illuminargli il volto. Mi ha sorriso e io ho sorriso a
lui. Mi ha sussurrato un segreto.
-Bentornata
a casa. -
Poi
mi sono svegliata.
Mamma!
Sono stata in America. Ho visto l'Oceano. Ho parlato a lungo con lui.
E' un gran chiacchierone, ha tante cose da raccontare, gli piace
parlare, parla sempre, in ogni istante. Ma le persone non lo stanno
ad ascoltare. Mi ha rivelato tutti i suoi segreti e io, avida, ho
ascoltato a lungo, così a lungo da farli miei. Ho
dimenticato chi
ero, sono diventata lui. Sono diventata una malinconica custode di
segreti e tormenti, che nessuno ascolta, che inghiotte sempre
più,
affamato di tesori, rumorosa, pericolosa, ma incompresa e sola.
Mamma.
Sono stata in America. Ho ascoltato, ho imparato, sono stata
coraggiosa, ho amato...e infine ho rinunciato a qualcosa.
Perchè
tutto ha un prezzo.
Mamma.
Ho
fatto un sogno incredibile, che per un attimo è sembrato un
incubo.
Ma non tornerò a raccontartelo.
Io,
questa volta, non mi sveglierò.
Perchè
tutto ha un prezzo.
E
io, il mio, l'ho appena pagato. >>