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Autore: Ray Wings    10/04/2015    0 recensioni
Non voltare la testa, non andartene di nuovo! Sono cambiata. Sì, è vero, non sono più Alice! E questa ti sembra una colpa? Tu e il tuo strafottutissimo gruppo del cazzo mi avete trascinata qui: è solo colpa vostra. Mai più, mai più rivedrò gli occhi di mia sorella o di mia madre, ed è solo colpa vostra. Mai più rivedrò i tuoi occhi. Ma quelli non voglio nemmeno ricordarli, vuoti e disperati, mentre affondavano e annegavano e io impotente sulla spiaggia a pregare.
Mi avete lasciata sola, cazzo!
Sono rimasta in un angolo a piangere, come ho sempre fatto, aspettando l'arrivo di qualche supereroe dimenticandomi che questa è la fottuta realtà! Che qui si muore!
E sono morta.
Dimentica Alice...te la sei portata via.
So che sei un sogno, stai sfumando, comincio a non vederti più e so che quando aprirò gli occhi sarò di nuovo sola. Ma non voltare la testa. Guardami fino alla fine...guarda l'Oceano. Fino alla fine. Come ho fatto io. Pregando, sciocco, di svegliarti.
Manu. Guardami.
Ora sono Ocean.
[In revisione]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.

<< Mamma! Mamma! Andrò in America! >> un annuncio tanto entusiasta non era stato fatto neanche da Jack di Titanic. Il cuore era in palpitazione, poco sarebbe importato se non sarebbero stati d'accordo, se avrebbero sentito la sua mancanza.
<< Due settimane! Tornerò presto. >> quello era l'importante. Sarebbe stata via, non avrebbe rivisto i loro volti, i loro sorrisi, gli occhi vispi che nascondevano la tristezza di una vita mediocre, in continua lotta con un pasto in tavola che spesso faticava a presentarsi. Maledetta Italia. Avrebbe viaggiato, riso, avrebbe vissuto un sogno.
Ma poi sarebbe tornata.
Si sarebbe svegliata in una fresca mattina di Primavera, con quel sottile raggio di sole, che ribelle sarebbe riuscito lo stesso a passare oltre gli scuri della finestra e che, puntuale alle 8, avrebbe colpito la sua guancia destra. Si sarebbe risvegliata con le urla agitate di sua sorella, in ritardo per l'ennesimo colloquio, e di Andrea, che aveva sempre troppo sonno per andare a scuola.
Si sarebbe svegliata con l'aroma del caffè e qualche brutta notizia al telegiornale, così lontana da sembrare solo un racconto dell'orrore.
Poi ci si sveglia.
Ci si sveglia con un bacio e una carezza, un "buongiorno" impastricciato e un biscotto al cioccolato.
Il richiamo di un padre, già strozzato nella sua cravatta << Allora, ti sbrighi? Dov'è la tua cartella? >>
<< Mi fa male la pancia. Ho la febbre. >>
5 anni di pura pigrizia, come sua madre, che da bambina appoggiava il termometro sulla lampada, ancora troppo piccola e inesperta per capire che 54° C non era una temperatura adeguata ai suoi scopi.
Il saluto di una nonna, annoiata davanti alla tv: chissà da quante ore il sonno già le mancava.

<< Mamma! Mamma! Vado in America! >> aveva corso per la strada, ignorando e litigando con automobilisti fermi davanti a un semaforo verde, ingiustamente costretti ad aspettare una ragazza avvolta dall'euforia di un sogno preannunciato.
<< Tornerò presto. Vedrai! >>
Sarebbe tornata.
Si sarebbe svegliata e sorridente avrebbe raccontato il suo magnifico sogno.
<< Ma almeno hai conosciuto un bel ragazzo? >> avrebbe chiesto sua madre.
<< Tuo nonno era proprio bello! E non a caso era americano. E' come tuo nonno? >> avrebbe chiesto sua nonna, con gli occhi coperti da spessi occhiali, concentrati su un filo di lana che danzava tra le sue mani.
<< Biondo! Un bel cognato biondo e americano! E occhi azzurri, ovviamente! >> avrebbe partecipato anche Chiara: mai si tirava indietro se c'era di mezzo sua sorella. Lei doveva sempre essere la prima a sapere e valutare. Solo una persona degna poteva prendere il suo posto nella gerarchia delle importanze.
<< Che non sia tipo da fast food! >>
<< E che abbia un'aria da misterioso! Tenebroso! >>
<< Sì, uno alla Jude Law! >>
<< Oh, per favore! Jude Law è terribile! Richard Gere è un vero sex symbol! >>
<< Richard Gere è vecchio, l'americano di Alice deve essere giovane! >>
E avrebbe riso. Avrebbe riso di fronte al loro bisogno di organizzare per filo e per segno la sua vita sentimentale, come se lei non fosse ancora in grado di farlo.
E avevano ragione.
<< Trovati un uomo, Alice! Non arrivi allo scaffale in alto! >> aveva ripetuto sua madre più volte, velando di comicità il bisogno che sentiva di avere un altro cognato. Il suo viaggio in America aveva acceso la fantasia di tutte le presenti, soprattutto dopo la meravigliosa esperienza di sua nonna, che si era trovata un affascinante americano con cui aveva costruito una vita e una famiglia.
E, ridendo, avrebbe raccontato il suo sogno.
Una splendente America, feste fino a notte fonda, paesaggi mozzafiato, una rapida gita nella vecchia città di suo nonno, immersa nella malinconia di una nipote che a lungo non ascolta più le storie "dei suoi tempi, quando lui era piccolo e raccoglieva monetine vicino ai marciapiedi, lustrando le scarpe ai gentleman." E l'oceano. Avrebbe visto l'oceano. Ne avrebbe appreso i segreti.
Si sarebbe svegliata.
E li avrebbe raccontati a chi aveva orecchie per ascoltare, coraggio per esplorare, cuore per amare e qualcosa a cui rinunciare.
Perché tutto ha un prezzo.


<< Mamma! Sono stata in America. Ho trovato il mio americano. Occhi azzurri, capelli chiari, anche se non biondi. Tenebroso e misterioso. Non un tipo da fast food. Forse un po' alla Jude Law o forse un po' alla Richard Gere, da giovane però. Lui arriva allo scaffale in alto. Non mi ha salvato la vita, non è arrivato in tempo, ma è riuscito a donarmene una nuova. Una vita nuova di zecca, meno sporca e più pregiata. Mi ha afferrata e trascinata, burbero, ma mi ha guardata negli occhi e dalla melma mi ha salvata. Mi ha dato dei nuovi abiti, corredati di un bel sorriso. Me l'ha costruito lui, con le sue rozze mani. Ha creato solo ed esclusivamente per me un sorriso brillante e delicato. Non potevo che indossarlo ogni giorno, per lui, per ringraziarlo.
Avrei voluto fartelo conoscere, ti sarebbe piaciuto. Lo avresti invitato a cena ogni sera e avresti preparato per lui ogni tipo di lecornia, perchè lui avrebbe mangiato con gusto, intimorito un po' da tutto quel brillare di casa nostra, ma avrebbe accettato. Gli avresti detto che è un bravo ragazzo, lui si sarebbe arrabbiato, ma il giorno dopo sarebbe tornato a cena, che tu avresti preparato solo esclusivamente per lui. Un giorno ti avrebbe portato un coniglio, cacciato apposta per te, per ringraziarti di avergli dato una casa. E tu lo avresti fatto alla cacciatora, buono solo come tu sei in grado di fare. La nonna avrebbe preparato per lui un orrendo maglioncino, con sopra qualche stupido animaletto. Non lo avrebbe mai indossato, ma l'avrebbe incorniciato nella sua stanza, se veramente ne ha mai avuta una. Avreste ascoltato i nostri litigi con uno stupido sorriso sulle labbra, senza intervenire, divertiti, perchè tanto avreste saputo che quello non sarebbe significata mai la fine. Lui sarebbe tornato, ogni sera, anche sotto le tempeste invernali. Avrebbe portato un coniglio per te e io sarei scesa a salutarlo, indossando il sorriso che lui aveva costruito solo ed esclusivamente per me.
Mamma! Sono stata in America. Ho lasciato tante cose lì. Ma ne ho trovate di nuove. Ho creduto di essere sola, ma poi mi è stata indicata la via. Ho trovato dei sorrisi e degli abbracci, delle carezze e delle coperte calde. Un pasto da dividere e una ninna nanna a dar la buonanotte. Ho trovato chi stavo cercando e molto di più.
Una notte ho fatto un bel sogno!
Eravamo tutti insieme. Molly giocava con Andrea a nascondino, Max e Micky si rincorrevano e litigavano per un osso, la nonna invece parlava di ricordi con Herhsel. Una lunga chiacchierata piena di "ai miei tempi", quando ancora c'erano dei Tempi. Beth e Maggie parlavano di vestiti con Chiara. E tu eri con Carol a discutere di ricette di cucina, a imparare come si fanno i biscotti e insegnare a tua volta a fare un'ottima lasagna all'italiana. Leonardo era con Rick a discutere di sport. E poi c'era Manuele, T-Dog, Claudio, Susy, Federico, anche Shane, Lori, Andrea, Michonne e tutti gli altri.
E io ero seduta, sorridente, a guardarvi. L'albero blu e rosa, vicino alla finestra, sembrava sorridere con me.
Sono poi tornata a guardare il mio americano. Quello che arriva agli scaffali in alto e che non mangia ai fast food. Sono tornata a guardarlo, solo, con una sigaretta tra le sottili labbra e un cielo stellato a illuminargli il volto. Mi ha sorriso e io ho sorriso a lui. Mi ha sussurrato un segreto.
-Bentornata a casa. -
Poi mi sono svegliata.
Mamma! Sono stata in America. Ho visto l'Oceano. Ho parlato a lungo con lui. E' un gran chiacchierone, ha tante cose da raccontare, gli piace parlare, parla sempre, in ogni istante. Ma le persone non lo stanno ad ascoltare. Mi ha rivelato tutti i suoi segreti e io, avida, ho ascoltato a lungo, così a lungo da farli miei. Ho dimenticato chi ero, sono diventata lui. Sono diventata una malinconica custode di segreti e tormenti, che nessuno ascolta, che inghiotte sempre più, affamato di tesori, rumorosa, pericolosa, ma incompresa e sola.
Mamma. Sono stata in America. Ho ascoltato, ho imparato, sono stata coraggiosa, ho amato...e infine ho rinunciato a qualcosa.
Perchè tutto ha un prezzo.

Mamma.
Ho fatto un sogno incredibile, che per un attimo è sembrato un incubo. Ma non tornerò a raccontartelo.
Io, questa volta, non mi sveglierò.

Perchè tutto ha un prezzo.
E io, il mio, l'ho appena pagato. >>

   
 
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