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Autore: Zury Watson    10/04/2015    1 recensioni
Due giovani donne con un elevato potenziale creativo, appassionate di letteratura e di Tolkien decidono di mettere su uno spettacolo teatrale che ha come tema centrale il mondo della Terra di Mezzo. Alla prima del loro spettacolo saranno presenti alcune persone molto speciali che renderanno unica e indimenticabile la serata delle due ragazze.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Martin Freeman, Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rappresentazione

A Teatro

Non era la prima volta sul palco per loro. Avevano messo su tanti di quegli spettacolini - dalle favole per e con bambini a qualcosa di più serio interpretato da loro stesse - che ci avevano un po' fatto il callo. La differenza, stavolta, stava nel palcoscenico.
Tutt'altro che un comune palcoscenico.
E nel pubblico.
Sapevano esattamente chi avrebbe presenziato alla prima e la sola idea le stordiva.

Avevano trascorso il giorno della rappresentazione facendo tutto fuorché ripassare il copione. Tanto per cominciare, la ragazza con i capelli lisci aveva trascorso quarantacinque preziosissimi minuti a gironzolare per casa con una mistura a base di uovo che le avrebbe miracolosamente reso i capelli lucenti, sani e invidiabili. E lo erano davvero.
La ragazza con i capelli ricci, invece, aveva giocato a prevedere il futuro utilizzando un Palantìr di scorta e dal momento che non ci aveva visto proprio niente di interessante, si era data alla cucina sfornando Lembas in quantità industriale.
Al diavolo la dieta! Meglio rotolare felici per i ridenti prati della Contea dopo aver mangiato come Hobbit e poi fare una bella cura dimagrante presso gli Elfi che appiccicare il naso contro un'immaginaria lastra di vetro che ti separa dall'agognato pasto.
Non è che la pensassero sempre così, ma accadeva spesso. Specialmente prima di una rappresentazione teatrale così importante.
«Adotta anche tu un Bilbo per la vita!», disse la ragazza con i capelli lisci materializzandosi così all'improvviso che per poco all'amica non andava di traverso il Lembas appena sfornato.
«Volentieri!», rispose l'altra annuendo convinta e mandando giù quella delizia. «Chi non mangia in compagnia o è un ladro, o è una spia. Ingrassa con me mentre compiliamo il modulo di adozione», aggiunse.
Non è che finirono tutta la teglia, ma quasi.

Dietro le quinte cominciarono a sentire tutta la tensione da cui erano scappate durante il giorno.
«Chi ha avuto la splendida idea di darmi la parte di un'Entina?», chiese retorica la ragazza con i capelli ricci.
«Tu», fece l'altra.
«Immaginavo. La prossima volta, ti prego, non assecondarmi. Ok?».
«Ok. Però sei perfetta come Barbalbera!», rispose la ragazza con i capelli lisci scoppiando in una delle sue risate spontanee.
«Elfi!», esclamò con finto tono arreso. Se ne andò non senza difficoltà in quel costume da Ent, borbottando qualcosa, presumibilmente in Entese.
Calarsi nella parte è fondamentale per chi decide di recitare, no?

Nel pomeriggio di quello stesso giorno, la ragazza con i capelli lisci aveva ricevuto una telefonata a dir poco oscena e quella con i capelli ricci un messaggio che avrebbe fatto senso perfino alla Bocca di Sauron Tolkieniana. Roba da non poterci credere.
Le due, che si trovavano una sul balcone e l'altra in camera da letto, quasi si scontrarono nella sala da pranzo. Perfino la persona più buona e paziente del mondo non avrebbe voluto trovarsi con loro in quel momento.
«È vomitevole!», fece una riferendosi alla telefonata che aveva ricevuto.
«Un emerito idiota!», rispose l'altra in merito al messaggio.
Continuarono così per un buon quarto d'ora prima di rendersi conto che c'era qualcosa di strano.
«No scusa un momento... Chi è che sarebbe un emerito idiota?», domandò la ragazza dai capelli lisci.
«Il mio amico. Perché?», rispose la riccia. Poi ci arrivò. «Aspetta... Chi è vomitevole?».
L'ora successiva la trascorsero a dire peste e corna dei due ragazzi, augurando loro di essere preda dei più atroci tormenti.
Non che non lo meritassero, comunque.
«Quel che ci serve è un uomo come quelli dei romanzi», disse la riccia.
«Tipo Aragorn che pur di non offendere Eowyn mangia quella schifezza?», chiese l'altra.
«Quelli», rispose con decisione.
«Pure tutto sporco di terra e sangue di Orco non lo disdegnerei», disse la liscia.
Fu inevitabile mettersi a ridere. E fu inevitabile mettersi a parlare di erba pipa di Pianilungone o quella del Vecchio Tobia.
Non è che facessero uso di droghe - non illegali almeno - ma avevano una sostanza stupefacente molto, molto efficace. Armitage il suo nome.

«Hai preso il Palantìr?», chiese ansiosa la ragazza con i capelli ricci.
«Mica posso cavarmela con le solite palle di vetro. Eccolo qui», le rispose la liscia con un sorriso.
Al di là del sipario iniziava a sentirsi un vociferare sempre più insistente. Segno, questo, che il teatro stava riempiendosi.
Se da un lato era una rassicurazione, dall'altro aggiungeva altra ansia alla già abbondante dose.
«I capelli?», fece la liscia.
«Sì, li ho», rispose la riccia.
E giù a ridere per spazzare via la tensione.
«Sono perfettamente elfici», commentò infine, «Molto meglio di quelli color rame dell'Elfa innominabile», sussurrò.
Da buone divoratrici di libri non avevano molto apprezzato l'aggiunta di Tauriel alla pellicola. Del resto se erano lì quella sera, in quel teatro e con quello spettacolo, era per l'amore che nutrivano nei riguardi delle opere di Tolkien.
Un giorno, mentre lavoravano ad una breve recita scolastica, ebbero la brillante idea di mettere su uno spettacolo in onore di uno degli autori che amavano di più. Certo non avevano preventivato di interpretare loro stesse un personaggio, ma non erano state capaci di resistere al richiamo del palcoscenico e dal momento che la scelta più ovvia sarebbe stata cimentarsi in un Hobbit, naturalmente avevano optato per qualcosa di più stimolante.
Così la liscia vestiva i panni di un'Elfa e la riccia quelli di una Entina.

«Spiamo?», sussurrò la ragazza con i capelli lisci.
«E se poi non c'è?».
«C'è, c'è. Allora, spiamo?».
«Non tentarmi, che se poi lo vedo svengo e perdi l'Entina», mormorò la riccia.
«Spio da sola allora», fece l'altra.
«Non ti azzardare!», protestò la ragazza con i capelli ricci.
E le loro teste fecero capolino da dietro l'enorme sipario rosso.

Una volta entrate in scena, vincere la paura era stato più semplice di quanto si credesse.
La rappresentazione andò magnificamente e nessuna delle due sbagliò nulla, inciampò o dimenticò una battuta. A fine spettacolo si sentirono così orgogliose di loro stesse che si abbracciarono forte con tutti gli impedimenti che un costume da Ent poteva rappresentare.
Rientrarono veloci dietro le quinte per riapparire poi nei panni delle due giovani donne che erano.
La platea era in tripudio, inondata di luce. I presenti non la smettevano di applaudire.
Fu in quell'istante che li videro sul serio.
Prima, quando avevano spiato, non erano certe di averci visto bene, non erano certe che fossero proprio loro, che fosse proprio lui. Ora che tutto era ben illuminato, invece, non avevano alcun dubbio.
Gliel'avevano detto che a quella prima ci sarebbero stati Peter Jackson, Orlando Bloom, Martin Freeman e signora, Viggo Mortensen e Richard Armitage.
Non potevano credere ai loro occhi eppure era tutto vero, lo sapevano.
Quei cinque uomini ed una donna erano in prima fila, in piedi, sorridevano e applaudivano proprio a loro trascinando tutti gli altri spettatori in quella standing ovation da sogno.
L'apoteosi dell'emozione per le due ragazze, che non smettevano di fare inchini di ringraziamento, fu quando il più alto tra loro si mosse dalla propria postazione, si diresse in un punto a loro due invisibile, recuperò un enorme mazzo di fiori e salì sul palco per consegnarglielo di persona.

Istintivamente si voltarono di nuovo in platea, verso Peter, Orlando, Martin, Amanda e Viggo. Poi tornarono a Richard.
«Grazie», dissero in sincrono. «Questo è per noi incredibile», aggiunsero.


N.d.A.
Prima di dire qualsiasi altra cosa, voglio dedicare questo ennesimo pezzo delirante alla mia compagna di avventure, complice, divoratrice di storie, sognatrice e amica Veronica che ha ispirato ciò che avete appena letto. A te, sperando di farti sorridere.
Sarà la presenza di Richard a rendere un po' demenziali gli scritti in cui lo coinvolgo, oppure forse sarò io ad essere irrimediabilmente andata.
Comunque stiano le cose, vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo. Doppiamente grazie se deciderete di condividere con me il vostro parere.

   
 
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