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Autore: VanilleIam    10/04/2015    1 recensioni
"A New Age" affronta le vicende di un gruppo di amici adolescenti che si troverà ad affrontare i primi amori, le prime delusioni, la paura e l'adrenalina di fare scelte che comporteranno rinunce anche dolorose, gli anni che trascorrono lontani prima di rincontrarsi da adulti al matrimonio di uno di loro...
E' la storia di Nina&Antonio, Iris&Davide, di Sabrina&Cosimo, ma anche di Filippo, Daniele, Sara ...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#1

“BALLO IN MASCHERA”

 

Era una fredda e piovosa serata di febbraio; da più di tre giorni ormai la città era avvolta in una cortina nebbiosa, umida. Era il 10 febbraio per la precisione, quella sera Iris aveva organizzato un ballo in maschera per festeggiare il suo diciassettesimo compleanno.
Diluviava quando le sue migliori amiche giunsero alla festa, irriconoscibili dietro le mascherine che coprivano i loro visi, fino al naso. Oltrepassata la soglia d’ingresso si accorsero che erano le prime, così tolsero le maschere e sorrisero; udirono dei passi e, poco dopo, Iris comparve sulla rampa di scale:
«Benvenute nella mia umile dimora» scherzò.
Le sue amiche la fissarono divertite mentre si accingeva a scendere uno per uno i gradini; quando le raggiunse le ringraziò di essere venute e degli auguri:
«Potevamo mancare ad un evento così importante?!» rispose Sabrina, Iris sorrise:
«Certo che no!» osservò gli abiti che le sue amiche indossavano e inarcò un po’ il
sopracciglio destro, quindi seguitò - Ma da che diavolo siete vestite?-
Sabrina volteggiò su se stessa, liberandosi dell’eskimo:
«Non ti piaccio?» continuò con tono ironico.
Sabrina conosceva Iris da più di sei anni, frequentavano la stessa scuola e avevano amici in comune. Era una ragazza diciassettenne con uno spiccato senso dell’umorismo, aveva i capelli castani e rigorosamente sfilzati, lunghi fino a metà schiena e gli occhi dello stesso colore. Per quella serata di festa aveva indossato un abito del XVIII secolo, ampio sui fianchi e largo di maniche.
L’altra adolescente, di nome Nina, che fino a quel momento non aveva fatto altro che osservare le sue amiche e sorridere di conseguenza, chiese alla festeggiata informazioni sul suo delizioso abito:
«É della seconda metà del XVII secolo» rispose Iris, quest’ultima aveva dei lunghi capelli scuri, gli occhi castani e un’indole altruista.
Infine c’era Nina, con dei lunghi capelli biondi e gli occhi di un verde marino. Suo difetto: l’impulsività. Indossava un elegante abito del Periodo Vittoriano.
Iris s’incamminò verso la sala da ballo:
«Venite, andiamo di là» disse, accompagnando le ragazze nell’enorme ma vuota, anche se ancora per poco, sala da pranzo.
Poco dopo udirono il rumore di un’auto sostare davanti casa:
«Vado incontro ai nuovi invitati. Mi raccomando, indossate le mascherine, altrimenti vi riconoscono» concluse Iris con un occhiolino e sorridendo si accinse a ritornare nell’hall.
Sabrina e Nina si coprirono il viso come consigliato loro dalla festeggiata.
 
Intanto l’ultima arrivata scrutava a fondo la colossale entrata della casa, quando Iris si accostò:
«Buona sera!»
«AUGURI!» gridò la ragazza rivelando la sua identità, celata dietro una maschera: era Sara.
Ragazza diciottenne, travestita da Cleopatra, aveva nascosto i suoi corti capelli neri sotto una parrucca stile egiziano, i suoi occhi erano color nocciola. D’indole socievole ma alquanto pessimista verso la vita.
Anche quest’ultima raggiunse le altre due ragazze nella sala da ballo.
A poco a poco la stanza si riempì di ospiti, irriconoscibili dietro le maschere nonostante, chi più chi meno, si conoscessero tutti. Ovviamente in primo piano c’era Iris, ora intenta a gustare una fetta di crostata alle fragole, in piedi di fronte a Davide, il ragazzo con cui stava da qualche mese.
Davide aveva 18 anni, con i capelli chiari e gli occhi castani, un ragazzo simpatico ma che ogni tanto si lasciava prendere dallo sconforto. Per quella sera aveva indossato un abito maschile dello stesso periodo storico di quello di Iris, ed entrambi erano privi di mascherina.
Nel frattempo, poco lontano dall’entrata, c’era un gruppo di ragazzi che per tutta la sera non avevano fatto altro che ridere, scherzare e…bere! Erano quattro e si divertivano a schernire gli invitati:
«Ehi, che carini quei due!» esclamò uno dei 4, indicando una coppietta appartata in un
angolo della sala. Quest’ultimo indossava un vestito dell’Impero Romano e sul capo un cappello:
«Se vogliono, gli fitto una camera. Tanto è casa mia!» rispose un altro, strappando nuove risa, questo invece era travestito da gentiluomo della seconda metà del 1600, anch’egli con il viso e il capo coperti.
Gli altri due ragazzi indossavano dei vestiti della Rivoluzione Francese, entrambi irriconoscibili sotto i cappelli e dietro le maschere.
Il “romano” fischiettò quando “Cleopatra” gli passò accanto, quest’ultima lo guardò e sorrise, proseguendo per la sua strada:
«Ci provi proprio con tutte!» esclamò il ragazzo al suo fianco con tono sarcastico
«Con “tutte” esagerato! Solo con quelle che mi…»
«… Attizzano!» intervenne il gentiluomo seicentesco, risero ancora quando Iris si accostò a loro, accompagnata da Davide:
«Vi state divertendo?» chiese con fare sarcastico ai ragazzi
«Da pazzi!» rispose colui che indossava l’abito della Rivoluzione Francese con tono
scherzoso, Iris sospirò:
«Ragazzi, basta! State esagerando!» intervenne Davide
«Ehi, ehi! Cos’è? Una paternale!» disse l’uomo dell’Impero Romano
«Davide ha ragione, state bevendo troppo!» esclamò la ragazza bruna, accingendosi a
togliere il bicchiere che il gentiluomo del seicento stringeva nella mano destra, ma invano. Quest’ultimo portò la mano in aria, sorridendo in modo accattivante:
«EHI, DJ!» urlò, continuando a fissare la ragazza dinnanzi a lui:
«Che ne dici di movimentare la serata!» esclamò poi
«Questa me la paghi, fratellino!» riuscì solo a gridargli contro Iris, prima che le luci si
spegnessero, per poi riaccendersi dopo pochi secondi e seguire un frenetico ritmo musicale.
Durante quell’arco di buio i quattro amici riuscirono a svignarsela:
«Accidenti!» esclamò la ragazza, guardandosi con fare nevrotico intorno, ma non vide altro che gente di ogni era storica ballare, come se li avesse morsi una tarantola! Davide la rasserenerò cingendole le spalle con un braccio, quando si accostò Sara, sembrava piuttosto ansiosa:
«Iris, vieni! Nina ha avuto un capogiro!» esclamò.
 
Erano le nove e mezzo passate, aveva smesso di piovere ma in compenso tuoni e fulmini avevano fatto la loro comparsa, minacciosi come non mai!
La ragazza bionda si era sentita male, forse per un bicchierino di troppo, non era svenuta ma c'era mancato poco; da più di dieci minuti era sdraiata sul letto nella stanza da letto di Iris. Si era appisolata e quando aprì gli occhi si accorse di essere in pigiama, probabilmente le sue amiche l’avevano svestita da quell’abito ingombrante e messo addosso qualcosa di proprietà della festeggiata e decisamente più comodo. Sul suo viso, ora libero dalla mascherina, si dipinse un sorriso ma improvvisamente l’imbarazzo lo cancellò “Che vergogna” pensò “Chissà cosa avranno pensato le mie amiche di me”:
«Che sono una bambina!» disse poi, quasi inconsciamente; si alzò e guardò l’abito Vittoriano sulla sedia, proprio non le andava di indossare nuovamente quel “coso” così decise di prendere in prestito un jeans e un maglione dal guardaroba dell’amica.
Si spogliò del pigiama, rabbrividì, in fretta calzò i pantaloni, fece per afferrare la maglia sul letto per indossarla quando la porta si aprì. Sulla soglia comparve un ragazzo, era il gentiluomo del XVII secolo, scrutò la ragazza seminuda e sorrise malizioso:
«CHIUDI!» urlò Nina, in evidente imbarazzo
«Come vuoi, non c’è bisogno di urlare!» il ragazzo eseguì l’ordine
«Idiota! Tu devi uscire!»
«Non è carino impartire ordini al fratello della festeggiata, nonché padrone di casa»
Nina a quella parole sbiancò del tutto, divenne ancora più bianca di quanto la sua carnagione già non fosse, indossò il maglione mentre il ragazzo rivelava il suo viso.
Era Antonio, fratello maggiore di Iris, anche se solo di un anno, aveva i capelli scurissimi come i suoi grandi occhi, con un carattere difficile che era l’esatto contrario di quello della sorella.
La ragazza prese tra le braccia il suo abito d’epoca e fece per uscire dalla camera, ma lui la bloccò ostacolandole il passaggio:
«Quanta fretta … »
«Tu sei sbronzo» osservò quasi sussurrando lei
«Solo un pochino» rispose Antonio, spingendola delicatamente sempre più al centro della camera:
«No, tu stai proprio “da fuori”»
Il ragazzo moro non aggiunse altro, si attenne solo a baciarla sulle labbra; Nina lo spinse lontano da lei, si pulì con il dorso della mano destra:
«Ti sei bevuto il cervello per caso?!» disse poi furiosa «Ammesso che ne abbia mai avuto uno!» aggiunse cinica.
Antonio accennò un sorrisetto all’insù, le afferrò il viso con entrambe le mani e la baciò nuovamente.
Nina lasciò cadere l’abito che ancora stringeva tra le braccia, si dimenò invano, allora gli menò una ginocchiata al livello del pube, solo allora il ragazzo la lasciò libera, chinandosi su sé stesso in un grugnito di dolore. La biondina si accinse ad uscire dalla stanza, quando si sentì afferrare per un polso, si voltò indietro riprovando con il colpo di prima, ma il ragazzo lo schivò e con un movimento rapido la imprigionò con le spalle la muro:
«Non ti permettere!» gli intimorì Nina, prima che potesse baciarla nuovamente
«Se no che fai? Mi picchi?»
«Spiritoso! Avanti, lasciami andare!»
«Non ti stai divertendo?» continuò il ragazzo, premendo il suo corpo contro quello della di lei, quando la porta si aprì.
Sabrina, Iris e Davide comparvero come per magia, per una frazione di secondi il silenzio fece da padrone, poi la ragazza bruna raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e disse:
«Eravamo venuti a controllare come ti sentissi. Mi pare che stai meglio»
«Molto meglio» intervenne sarcastico Davide, che a stento riusciva a soffocare una risata.
Nina si liberò dalla stretta del ragazzo e avanzò verso di loro, si rivolse a Sabrina:
«Non è come sembra…» si arrestò quando si accorse che gli occhi della sua amica si erano arrossati:
«È tardi, dobbiamo tornare a casa» riuscì a balbettare con voce tremante, incamminandosi verso la hall.
Nina la fissò vedendola allontanarsi, volse poi i suoi occhi verdi su Iris, sperando in qualche parola di conforto:
«Stai tranquilla, parlerò io con lei…» guardò poi suo fratello con fare minaccioso «E anche con lui!»
 
 

 

 
 

   
 
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