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Autore: Eowyn Stark    10/04/2015    1 recensioni
Ho provato a immaginare l'arrivo dei malandrini ad Hogwarts e le loro impressioni in quel momento... siate pietosi, è la prima fanfiction che pubblico! Detto questo vi lascio leggere e mi preparo al lancio dei pomodori.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Lily Evans
Era una tranquilla sera di fine luglio, e stavo cenando con la mia famiglia nella nostra cucina. Mia sorella Petunia, più grande di me di due anni, era impegnata nel racconto di un pettegolezzo origliato a scuola quella mattina. Dopo poco smisi di ascoltarla e cominciai a osservare fuori dalla finestra, verso le luci della cittadina che si snodava sotto la collina dove vivevamo. Da qualche parte li in mezzo c’era la casa del mio amico Severus, il parco giochi dove anni prima ci eravamo conosciuti… come avrei desiderato di essere con lui! Mi aveva raccontato di un mondo di maghi e streghe, con scuole di magia ed incantesimi. Quando ero con lui i miei strani poteri non erano un’anomalia ma il segno dell’appartenenza a un mondo di cui desideravo ardentemente l’esistenza. Petunia, naturalmente, aveva preso quei racconti come il delirio di un pazzo, ma lei non aveva i miei stessi poteri, e non voleva ammettere di desiderarli. Improvvisamente la voce di mia madre mi riportò alla realtà: “Lily, tesoro, sicura di star bene? Non hai mangiato nulla.” Non avrei saputo come spiegargli che mi sentivo tesa e nervosa, come se stessi aspettando qualcosa, ma che non sapevo il perché. “Certo, tutto a posto, sono solo un po’ stanca.” E cominciai a mangiare. Non avevo fatto in tempo ad assaggiare neanche un boccone, quando si sentii un sonoro CRACK fuori dalla porta. Quasi contemporaneamente suonarono il campanello. Petunia andò ad aprire e si trovò davanti una signora vestita con un lungo abito verde. Sopra i capelli grigi raccolti in una crocchia portava un cappello dello stesso colore, e gli occhi saggi, determinati e coraggiosi erano cerchiati da degli occhiali argentati. Ma la cosa che mi sbalordì di più fu il bastoncino sottile di legno intarsiato che teneva in mano, e che sembrava corrispondere alle descrizioni di Severus sulle bacchette magiche. La signora (o strega?) varcò la soglia esclamando: “è permesso? Piacere, Minerva McGrannit, professoressa alla scuola di Hogwarts. Siete la famiglia Evans?” Hogwarts! Aveva davvero detto Hogwarts! Quindi la magia esisteva, non era tutta un’invenzione di Severus. Nonostante la sorpresa mi concentrai sulla risposta di mio padre, non volevo perdere neanche una parola di quello che avrebbe detto la strega. “Piacere, Charles Evans. Prego, si accomodi, a cosa dobbiamo la sua visita?” “Bene, Hogwarts è una scuola speciale, una scuola di magia. So che non mi crederà, ma la prego, non mi interrompa. Da secoli i  maghi vivono nascosti al mondo dei Babbani, coloro che non hanno poteri magici. Però a volte succede che dei giovani maghi nascano in famiglie Babbane, e vostra figlia è una di loro. Sono venuta…” “Lily o Petunia... una strega? Non è possibile!" "Lily, lei è una strega. So che è difficile crederci, ma non è mai capitato che le succedessero cose strane, impossibili per gli altri bambini?” In quel momento intervenni io: “Si, mi succedono. Posso far crescere i fiori velocemente, saltare dall’altalena e rimanere in volo, far inciampare chi mi prende in giro. C’è un mio amico, di nome Severus Piton, che mi ha visto fare queste cose e mi ha parlato dei maghi, ma non sono mai stata sicura di credergli.” “Visto? Questo è il modo in cui la magia si manifesta nei bambini. E, come vi stavo dicendo, sono venuta qui per informarvi che Lily, come ogni mago o strega della sua età, è stata ammessa alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per imparare a controllare e usare i suoi poteri. Questa è la tua lettera di ammissione.” Così dicendo mi porse una busta. Guardai Petunia e i miei genitori, erano sbalorditi, e non potevo che dargli ragione. Mia madre parve riaversi dalla sorpresa abbastanza per parlare: “Ma Lily non può essere una strega! È… è impossibile… E poi dov’è questa Hogwarts? Non può andarsene di casa! È troppo piccola!” “Se sua figlia vuole imparare la magia deve venire a Hogwarts. Naturalmente la scelta è sua, ma non credo che dovreste impedirle di venire. Capisco che per un genitore è difficile vedere la figlia che se ne va, ma tornerà da voi durante l’estate, le vacanze di Natale e quelle di Pasqua. Impedendole di studiare la magia le impedireste di far parte del mondo a cui appartiene.” Fui immensamente grata alla professoressa McGrannit per quelle parole. Certo, anch’io era titubante all’idea di lasciare la mia famiglia, ma andare ad Hogwarts con Severus era veramente eccitante. Presi la busta dalla mano della prof e la osservai. Il sigillo ritraeva una grossa H, su uno sfondo diviso in quattro. In alto a sinistra c’era un leone rampante in campo rosso, sotto un tasso in campo giallo, a destra in alto un serpente su sfondo verde e in basso era blu con disegnata un’aquila. Sotto questo stemma, su un cartiglio, c’erano delle parole: DRACO DORMIENS NUNQUAM TITILLANDUS. Non conosco molto di latino, ma riuscii a tradurre quella scritta con “non svegliare il drago che dorme”. Mi domandai cosa potesse significare. A quanto ne sapevo a Hogwarts non c’era nessun drago! Il resto della busta era di pergamena, giallognola e disadorna. La girai. Sul retro c’era l’indirizzo, scritto con un inchiostro verde smeraldo. La calligrafia era precisa e raffinata ma molto essenziale, calligrafia di una persona abituata ad essere precisa ma ad andare dritta al punto, senza perdersi in giri di parole. La precisione si notava anche nella scritta dell’indirizzo. C’era segnato perfino dove dormivo:
Miss L. Evans
Cameretta al secondo piano
15, Spinner’s  End
Little Whinging
Surrey
In quel momento non trattenni più la curiosità. Aprii la lettera frettolosamente, ma attenta a non strappare la busta o -orrore!- i fogli all’interno. Erano scritti con la stessa calligrafia e lo stesso inchiostro della busta. Il primo che dispiegai era la lettera vera e propria. Lessi:
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Direttore: Albus Silente (Ordine di Merlino, prima classe)
Cara  miss  Evans,
Siamo  lieti  di  informarla  che  lei  ha  diritto  a  frequentare  la  Scuola di Magia  e  Stregoneria  di  Hogwarts.  Qui  accluso  troverà  l’elenco  di  tutti  i  libri  di  testo  e  le  attrezzature   necessarie.
Attendiamo  la  sua  risposta  via  gufo  entro  e  non  oltre  il  31  luglio.
Con  ossequi,
Minerva  McGrannit,  vicedirettrice
Magia, sarebbe stato stupendo impararla. Passai la lettera ai miei genitori, finalmente decisa, e proclamai “Andrò ad Hogwarts. Non ho ancora un gufo per mandare la risposta, ma spero che lo potrà riferire lei al preside, professoressa McGrannit.” “Certo cara tranquilla. La lista degli oggetti e libri di cui avrai bisogno si trova nella lettera, e li potrai comprare a Diagon Alley. Per arrivarci devi andare a Londra, al Paiolo Magico, su Baker Street, e chiedere a Tom il barista. Arrivederci a tutti. La aspetto a settembre signorina Evans.” Detto questo sparì con un sonoro CRACK. I miei genitori cominciarono a tempestarmi con una selva di domande, dubbi e raccomandazioni, e Petunia, che aveva osservato la strega con occhi sbarrati per tutto il tempo, si chiuse in camera, ma io non vi prestai attenzione. Ero una strega. Sarei andata ad Hogwarts. Ebbi la sensazione che la mia vita fosse perfetta.  
   
 
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