SEMBRAVA PIÙ FACILE IN TV

Ok, forse non è andata esattamente come avevo programmato.

Mikage si guardò intorno, frenetico. Non aveva la più pallida idea di quello che aveva combinato. La cucina era... un disastro. E Teito sarebbe tornato a momenti.

Stai calmo. Prendi un bel respiro. Puoi ancora farcela.

Il biondo sospirò, cercando di spostare un ciuffo di capelli che gli si era messo davanti all'occhio, ma aveva le mani sporche di impasto. Le guardò, lasciandosi prendere da una forte voglia di autocommiserarsi e chiamare sua madre, ma poi scosse la testa.

Si voltò verso la televisione, ancora accesa e con il programma in pausa, e fissò con odio lo chef, sorridente, che teneva tra le mani una bella torta fresca di forno.

«Ma come hai fatto?» chiese, guardando la sua torta, floscia, pallida, e con il centro infossato.

Mia madre è una cuoca, diamine!

Chiuse gli occhi, abbandonandosi all'idea che avrebbe dovuto buttare tutto e mandarne a prendere una.

Una torta di compleanno senza prenotazione? Sono fottuto.

Quasi si lasciò scappare una risata. Se avesse osservato la scena dall'esterno, probabilmente sarebbe andato a raccontarlo a tutti, facendosi delle grasse risate.

Alla fine Mikage si lavò le mani, e cominciò a ripulire il tavolo della cucina. La torta era rimasta sul ripiano vicino al lavabo. Sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe buttato.

Aveva appena posato la farina, quando il rumore della porta che si apriva lo fece trasalire.

Cazzo, è tornato.

«Mikage!» urlò Teito, chiudendosi la porta alle spalle. Quando nessuno rispose allungò il collo.

Posò il cappotto ed entrò in cucina. Mikage era appoggiato con le mani al ripiano, e sorrideva.

Teito alzò un sopracciglio.

«Hai sorriso talmente tanto che le tue labbra si sono incollate?»

«No, affatto.»

«Bene» rispose Teito, continuando ad osservare Mikage guardingo. Era il suo compleanno, e quel sorrisino lasciava presagire chissà quale bizzarra sorpresa.

Mikage non si mosse di un millimetro finché Teito non si chiuse la porta del bagno alle spalle. Allora tirò un sospiro di sollievo e si voltò di scatto. Osservò la torta, la prese in mano e si voltò, pronto a buttarla. Rimase pietrificato nel ritrovarsi di fronte proprio Teito.

«Sapevo che avevi combinato qualcosa» disse tranquillamente, osservando il biondo con le braccia conserte e un ghigno sul volto.

«I-Io...» balbettò Mikage, impallidendo.

«Beh, in confronto a quello che mi aspettavo, è il massimo» continuò Teito, cominciando ad avvicinarsi per vedere la torta.

«No, no!» esclamò Mikage che, non sapendo cosa fare, alzò lo stampo per aria, fissando Teito.

«Oh, andiamo Mikage! Non fare il bambino!» esclamò Teito avvicinandosi ancora.

«Fammi vedere!» ordinò, guardandolo negli occhi.

«No.»

Teito sbuffò.

«È il mio compleanno, quindi devi fare quello che ti dico.»

Mikage si lasciò scappare un lamento.

«Non eri tu quello che diceva che i compleanni danno carta bianca ai festeggiati?» continuò.

«Non è commestibile, Teito» se ne uscì alla fine Mikage, deglutendo.

«L'hai assaggiata?»

«No.»

«Allora non puoi davvero saperlo.»

«Ma... Ma... MA È ORRENDA!» sbottò Mikage.

«Fammi vedere.»

Il biondo chinò il capo, arrendendosi. Abbassò le braccia, lasciando che Teito osservasse quel coso.

Teito la osservò, poi, senza dire una parola, prese un coltello e ne tagliò un pezzo.

Mikage rimase come ipnotizzato mentre il castano masticava, rivolgendo i suoi occhi verdi verso un punto impreciso.

«Non è male. Certo, la forma è decisamente sbagliata, ma il sapore va bene» disse.

Poi ne tagliò un altro pezzo.

Mikage aprì leggermente la bocca, senza parole, e Teito vide quel gesto involontario come un invito ad assaggiare, quindi gli ficcò la fetta di torta in bocca.

«Per essere la prima torta di compleanno della mia vita, è perfetta» soggiunse poi.

Mikage ingoiò il tutto, felice del giudizio, e decise che la torta avrebbe potuto passare la notte sul ripiano della cucina. Una volta che ebbe liberato le mani, Teito lo abbracciò goffamente.

«Grazie, Mikage.»