Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Koa__    10/04/2015    3 recensioni
Tempo dopo il ritorno di Sherlock dal mondo dei morti, Gregory Lestrade si reca sulla sua tomba, ritrovandosi al cospetto di una lapide nera e di sentimenti pericolosamente riemersi.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa al Drabble Event, indetto dal gruppo fb 'We are out of promt' con il seguente promt offerto da Sharon Tuccio: Gregory Lestrade fissava la lapide nera, Sherlock era tornato mesi prima, ma comunque qualcosa là sotto c'era rimasto, a quante cose ognuno di loro aveva rinunciato?
 
La ‘Sonata al chiaro di Luna’ di Ludwig Van Beethoven, detta anche ‘Quasi una Fantasia’ per via della struttura atipica della sonata, qui composta in modo non consueto per l’epoca ovvero da un Adagio Sostenuto (per iniziare), poi da un Allegretto ed infine da un Presto Agitato. Trovate in link qui (consiglio di ascoltare durante la lettura se siete abituati o se ne avete la possibilità).



 
Sonata al chiaro di luna



Adagio sostenuto
 

I poliziotti di Scotland Yard non vanno nei cimiteri in piena notte. Non scassinano cancelli chiusi a catenaccio con un grimaldello, e non si soffermano a fissare una lapide nera. I poliziotti di Scotland Yard, la notte, se non sono impegnati ad inseguire criminali, dormono in un letto accanto ad una moglie, magari dopo aver fatto l’amore. Gregory Lestrade un tempo era uno di loro: lavoro, casa, famiglia, qualche birra con gli amici… e poi è arrivato lui. Ed ogni cosa è mutata, sbocciata come i fiori di pesco su di un ramo rinsecchito. Lui. Che in un primo momento lo ha sorpreso. Lui con una faccia di bronzo e l’aria da perfetto stronzo, ma portatore di un’intelligenza straordinaria. Un uomo lontano anni luce dal modo di fare di un semplice yarder. Lui così tanto freddo e austero, a tratti indifferente, ma con una viva tristezza di fondo nello sguardo. Lui che è un uomo strano e alquanto insolito, uno stronzo dall’animo profondo e nobile, portatore di un’emotività così fragile, da essere incredibilmente semplice da far emergere. Innamorarsene è stato come imparare ad andare in bicicletta. Orribile all’inizio, ma assurdamente facile dopo. Lui. Colui il quale lo ha stregato, prima di spezzargli il cuore.

I poliziotti di Scotland Yard non si sollevano il bavero del cappotto mentre camminano nella notte gelida, perché il più delle volte devono correre e non hanno il tempo di pensare a loro stessi o a quanto il vento freddo li infastidisca. Il loro passo non è lento e cadenzato dal ritmo di un cuore pulsante, non è a tratti affrettato d’impazienza o impacciato d’imbarazzo. E quando arrivano di fronte ad una lapide nera, lì in piena notte, in un cimitero buio e rischiarati soltanto dalla luce di una luna, calda di gelida luce argentina, non si lasciano andare ad assurdi pensieri. E quando scorgono Sherlock Holmes, appoggiato al tronco di un albero e con una sigaretta accesa che ballonzola tra le labbra, non sorridono di un divertimento sincero. Sì, Gregory Lestrade è uno di loro, un poliziotto tenace e fiero, lavoratore e fedele alla causa. Lo è sempre. Tranne che oggi. Non questa notte. Non adesso. Non sotto questa luna. Non con lui.


 
Allegretto

«Lo sa, Ispettore Lestrade, che non è legale entrare in un cimitero in piena notte?» La sua voce è beffarda, saccente e arrogante. Uguale a come la ricordava. In effetti, Sherlock non è cambiato in niente, possiede ancora l’abilità di fargli aumentare i battiti del cuore. Ha ancora la capacità di far straripare quei sentimenti, quelli che Gregory Lestrade non è mai stato in grado di confessare a nessuno. Innamorato lo è di nuovo, lo è ancora e nonostante tutto. Lo è dopo due anni perduti a piangere lacrime sincere, a farsi passare l’appetito a suon di sensi di colpa. Due anni a portare fiori ad una tomba vuota: gladioli rosa per un morto che non è mai stato. Ed è sbagliato quanto incredibile, il fatto che il suo cuore galoppi ancora e che lo faccia incurante di tutto. Persino della rabbia che di tanto in tanto fuoriesce, specie nei momenti meno opportuni. L’ira lo domina di tanto in tanto, ma a tenerla nascosta è ormai diventato più che abile. Non si premura mai di confessarla a qualcuno, tantomeno a Sherlock, soprattutto non a Sherlock. Amarlo, lo ama ancora. E il suo cuore batteva due anni fa, così come batte adesso. Il cuore di Gregory Lestrade, che ama facendolo sentire un ragazzino.
«Da uno che si è permesso di risorgere non accetto moniti sulla legalità.»
«Chissà, forse Scotland Yard accetterà una sigaretta.» Sherlock sorride, mentre gli si fa vicino, stira le labbra con un garbo che Lestrade aveva scordato, con una malizia innocente e involontaria, selvatica e libertina. La stessa supponenza che lo ha attratto fin da subito, la medesima sagacia che lo ha fatto innamorare. Sherlock non fa nulla di eclatante, si limita a porgergli una sigaretta ed improvvisamente è tutto come un tempo, loro che arrestano criminali ed esaminano cadaveri. Le mani di Gregory gli sfiorano le dita sottili ed è come la prima volta, quando ha incrociato lo sguardo di quel ragazzino sfrontato nell’atrio dell’edificio di Scotland Yard sperando che qualcuno gli desse retta. Un ragazzetto che aveva la presunzione degli adulti, ma il genio dei grandi.

Il suo odore non è cambiato, pensa Gregory Lestrade, inalando appena quel collettivo di profumi diversi ed insoliti. Composti chimici. Sigarette. Odore di dopobarba e crema per le mani. Odore di Sherlock. Odore di un amore che credeva d’aver soppresso, di sentimenti troppo diversi e che era convinto d’aver gettato in quella tomba assieme a colui il quale avrebbe dovuto essere morto.

Guarda a terra, Gregory Lestrade, fissa un’erba verde bagnata di rugiada e che alla luce della luna pare la terra d’argento delle fiabe. La sua mente però è lontana e mentre il cuore viaggia per conto proprio, i pensieri vorticano all’indietro sino al giorno del funerale. Quando ha deciso di seppellire il suo amore assieme al corpo di Sherlock Holmes e di vivere soltanto di puro senso di colpa.
«Lì sotto non c’è niente» sibila Sherlock, prima di tirare ancora dal filtro della sigaretta. Gregory Lestrade sorride di un sentimento agrodolce, perché la felicità non è tornata all’improvviso (si rende conto). Anzi, pare voler indugiare in ricordi sui quali non si soffermava da tanto tempo, sembra voglia scavare nei meandri del suo cuore, là dove c’è ogni cosa.
«Sbagli, Sherlock» mormora, occhieggiandolo «lì sotto c’è tutto.»


 
Presto agitato
 
«Non dirmi che sei arrabbiato anche tu come John.»
«Scusami tanto, Sherlock, se sono appena un attimo risentito per tutta questa faccenda» ringhia, Gregory Lestrade, ringhia e si arrabbia prima di gettare la sigaretta ancora intera a terra e di spegnerla con la punta della scarpa.
«Non riesco a capire perché accidenti ve la prendiate tanto, sono vivo, no? Non è quello che speravate tutti il giorno del funerale?»
«Già» mormora, acido «egocentrico anche nella morte, spero tu ti sia divertito.»
«A vedere le espressioni di Anderson e della Donovan? Sì. Decisamente.»
«Mi auguro tu ti sia preso la briga di vedere anche qualcos’altro e che il dolore sul volto di John ti abbia sconvolto non so cosa nel Mind Palace.»
«Il suo» dice, chinando il capo e prendendo a fissare anch’egli a terra, stranamente ritroso e insolitamente impacciato. «Come il tuo» conclude, soffiando fuori quelle parole assieme al fumo e facendo perdere entrambi tra i sibili di un vento invernale. Un vento che non copre il rossore sulle guance di Lestrade e che non nasconde il disagio di Holmes.
«Sh…»
«Mi dispiace, Gregory» lo ferma lui, con tono adesso più deciso. «Per il dolore e la sofferenza e per non aver capito che tu… Tu… non devi credere di non essere importante. Tu lo sei, come John. Conti quanto lui. Perché io non lo dimentico, che c’eri tu prima di lui.»
«E ci sarò qualunque cosa accada.» Si allontana Sherlock Holmes, con uno svolazzare di cappotto ed un agitare di ricci. Se ne va dopo avergli regalato un impacciato e scomposto abbraccio e delle parole che mai, mai Gregory Lestrade scorderà. Se ne va dopo aver lasciato un gladiolo rosa, solitario, in bilico su di una lapide nera. Fiori per una tomba svuotata persino dell’amore di Gregory Lestrade, quello stesso sentimento che questa notte è venuto a disseppellire.

I poliziotti di Scotland Yard portano a spalla le bare dei colleghi caduti, porgono corone di fiori alle vedove, si commuovono di fronte ad una lapide mentre pensano, amari, che la prossima volta potrebbe capitare a loro. I poliziotti di Scotland Yard non prendono gladioli rosa dalle tombe degli amici di cui sono segretamente innamorati e, se lo fanno, lo fanno di notte, accompagnati dalla luce della luna e dal profumo di un uomo che no, non è morto. E per ora va bene così.


Fine
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Koa__