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Autore: i1976    23/12/2008    5 recensioni
E' la vigilia di Natale alla fattoria. Ma è una vigilia diversa dal solito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Enos Strate, Daisy Duke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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storia

NATALE IN CASA DUKE

HAZZARD

"Forza ragazzi, è ora di svegliarsi, ci sono molte cose da fare", la voce di zio Jesse risuona nella fattoria dei Duke.

Sono solo le 7 di mattina, ma è una giornata speciale: è il 24 dicembre.

I giovani Duke entrano in cucina ancora sbadigliando.

"Ma che ore sono zio Jesse? Fuori è ancora buio", borbotta il biondo Bo, sfregandosi gli occhi.

"E’ ora di svegliarsi. Stasera è la vigilia di Natale, e dobbiamo preparare la cena. Abbiamo degli invitati, lo sapete, no? Verranno Boss con Lulu, e Rosco, Cletus, e anche Cooter. Avanti, dividiamoci i compiti, io e Daisy ci dedichiamo alla cucina, mentre voi due ragazzi farete le pulizie e sistemerete gli addobbi".

Bo e Luke sospirano, "Ok, zio Jesse".

Daisy sbadiglia e si siede svogliatamente al tavolo; continua a mescolare il latte nella tazza mentre zio Jesse la guarda con il suo sguardo profondo.

"Daisy, cara, finisci la colazione e poi vatti a vestire. Ho bisogno del tuo aiuto in cucina"

La ragazza sospira, "Non capisco perché dobbiamo invitare tutta questa gente a casa. Ho solo voglia di starmene un po’ da sola…. Anzi, stasera me ne andrei dritta a dormire senza neanche mangiare. E me ne starei a letto tutto il giorno anche domani".

Zio Jesse scuote la testa, "Daisy, hai sempre adorato il Natale. Ritrova il tuo spirito, altrimenti intristirai tutti i nostri invitati. Adesso, su, vatti a vestire"

Daisy si alza senza dire una parola, dirigendosi verso la sua camera.

Zio Jesse sa benissimo cosa turba la nipote, ma preferisce non affrontare direttamente il discorso con lei: Daisy può essere molto testarda, e non ama molto parlare di cose attinenti la sua sfera privata, soprattutto se queste cose hanno a che fare con Enos.

LOS ANGELES

Enos sta infilando nel suo borsone quanto più velocemente possibile qualche paio di jeans, maglie, camicie e biancheria.

Pensava di dover trascorrere il Natale a Los Angeles, invece, all’ultimo momento, il tenente Broggi gli ha lasciato qualche giorno libero.

Spera di aver messo tutto l’occorrente nel borsone; è appena smontato dal servizio notturno e non è molto lucido.

Finalmente chiude il borsone con un sospiro; rimpiange solo una cosa, cioè di non aver comprato un regalo per Daisy, ma del resto fino a poco tempo prima non sapeva nemmeno di poter passare il Natale ad Hazzard.

Daisy…..

Guarda il telefono, pensando che forse dovrebbe chiamarla per dirle che sta arrivando.

Poi guarda l’orologio: è tardi.

Turk lo sta già aspettando sotto casa per accompagnarlo in aeroporto.

"Telefonerò dall’aeroporto", pensa, e si precipita giù per le scale.

Poco dopo si ritrova in macchina con Turk, ma c’è un piccolo problema: sono imbottigliati nel traffico.

"Accidenti Turk, ma che sta succedendo?"

Il collega lo guarda un po’ perplesso, "Enos, non sei da molto a Los Angeles, è vero, ma dovresti conoscere il traffico di questa città. Ecco, oggi hai conosciuto il traffico della vigilia. Gli ultimi acquisti, sai… le partenze…..".

Enos appoggia la testa al finestrino e chiude gli occhi, cercando di mantenere la calma.

"E se non faccio in tempo ad arrivare?"

HAZZARD

Zio Jesse e Daisy sono in cucina, ognuno intento alla preparazione di uno dei famosi piatti Duke.

Ogni tanto zio Jesse lancia un’occhiata alla nipote.

Daisy è accigliata e non sembra divertirsi come al solito tra i fornelli.

Bo e Luke rientrano in cucina dopo aver tagliato la legna.

"Certo che fuori fa freddo. Uno dei Natali più freddi che io ricordi, vero Luke?"

Luke annuisce; è più grande di Bo e la sua memoria è quindi meno nebulosa rispetto a quella di Bo, soprattutto quella riguardante i fatti passati, "Confermo cugino. Questo è uno dei Natali più freddi".

Improvvisamente Daisy lancia un grido, e si porta la mano verso il petto, "Accidenti, mi sono tagliata".

Zio Jesse si asciuga velocemente le mani sul grembiule e accorre da lei, prendendole la mano ferita tra le sue "Fai vedere", poi tira un sospiro di sollievo, "E’ sono un taglietto, tranquilla. Basta disinfettare un po’ e poi coprire con un cerotto".

Daisy annuisce, quasi con le lacrime agli occhi.

Bo prova a sdrammatizzare, "Non piangerai mica per un taglietto,cugina. Devi fare attenzione quando maneggi un coltello; concentrati su quello che stai tagliando e non su altre cose".

Il biondo Duke sorride alla cugina, ma Daisy non è in vena di scherzare, "COSA VUOL DIRE CHE DEVO CONCENTRARMI SU QUELLO CHE STO TAGLIANO E NON SU ALTRE COSE? PROVA TU A TAGLIARE QUESTA MALEDETTA VERDURA!!!!"

"DAISY MAE DUKE!!", la rimprovera zio Jesse, ma poi il suo tono torna a farsi calmo, "Vai in bagno a disinfettarti, e poi prenditi una pausa".

Daisy si dirige come una furia in bagno, sbattendo la porta.

LOS ANGELES

Enos è seduto nella sala d’attesa dell’aeroporto.

Niente da fare: ha perso il volo, nonostante la corsa di due kilometri che si è fatto a piedi mentre il traffico era completamente bloccato; in effetti è arrivato in aeroporto prima di quando sarebbe arrivato rimanendo in macchina, ma comunque la sua corsa non è servita.

Sospira.

C’è ancora una speranza. Alle 3 del pomeriggio c’è un altro volo per Atlanta; i posti sono tutti prenotati, ma se qualcuno non si presentasse, lui sarebbe il primo della lista d’attesa.

Guarda il telefono appeso alla parete di fronte a lui.

Telefonare ai Duke? Dirgli che sta arrivando….. forse?

E se poi non riuscisse comunque a partire?

Sospira di nuovo.

Il volo dura circa 7 ore. Partire alle 3 del pomeriggio significa arrivare ad Atlanta alle 10 di sera…… e poi altre due ore di macchina. E troverà una macchina a noleggio?

Si alza dalla poltrona e comincia a vagare come un’anima in pena per l’aeroporto.

Entra in un negozio di fumetti, ne compra un paio e torna a sedersi, cercando di far passare il tempo.

Il turno notturno inizia a dare i suoi effetti, e senza rendersene conto Enos si addormenta.

HAZZARD

Alla fattoria Duke è ormai da poco passata l’ora del pranzo.

I tre uomini hanno pranzato da soli silenziosamente mentre Daisy si è chiusa nella sua stanza adducendo come scusa una crisi di cefalea e la necessità di dover dormire un po’.

Bo rompe il silenzio, "Ma insomma, si può sapere che cosa ha Daisy? Ha sempre amato il Natale, e oggi, il giorno della vigilia, è più velenosa di un serpente a sonagli. I nostri ospiti stasera rischieranno l’avvelenamento".

Luke scuote il capo, "Bo, a volte fai discorsi da immaturo. Non capisci perché Daisy è così nervosa? Fai mente locale dei nostri ospiti e pensa a chi manca".

Bo sospira, "Già, lo so anche io che manca Enos. E mi dispiace. Tutti noi vogliamo bene a Enos, e a tutti noi farebbe piacere averlo qui stasera. Ma non per questo ci roviniamo il Natale o lo roviniamo agli altri"

Zio Jesse si alza dal tavolo e inizia a sparecchiare, "Spero che Daisy capisca che con questo suo comportamento rende infelici noi e non rende certo felice Enos. Sappiamo tutti che quel ragazzo passerà il Natale da solo in una città come Los Angeles, mentre tutti i precedenti Natali li ha passati qui alla fattoria. L’unica cosa che possiamo fare è pregare perché il prossimo Natale possa essere anche lui qui con noi, e che comunque possa passare serenamente anche questo".

Bo e Luke annuiscono alle sagge parole dello zio.

Nel frattempo, nella sua stanza, Daisy fissa il soffitto con sguardo assente.

La sua tristezza non è legata solo al fatto che Enos non possa venire, ma è anche sinceramente preoccupata per lui: come avrebbe reagito Enos al suo primo Natale senza nessuno? Suo padre aveva abbandonato la famiglia quando lui era molto piccolo, e sua madre era mancata poco dopo (proprio a Natale). E ormai anche la nonna con cui era cresciuto non c’era più. I Duke erano a tutti gli effetti la sua famiglia.

Immersa in questi tristi pensieri, Daisy si addormenta.

LOS ANGELES

Enos si sveglia scosso dolcemente da una persona che gli è accanto.

In aeroporto stranamente non c’è più nessuno.

"Hei figliolo, è ora di svegliarti. Devi partire"

Enos si sfrega gli occhi, "Partire? Ma ho perso il volo…… e il prossimo è già pieno".

Guarda l’orologio al muro. E’ l’una del pomeriggio.

Si gira verso la donna: ha lunghi capelli neri , occhi nocciola e un sorriso dolce.

Enos cerca di ricordare dove l’abbia vista ma non riesce a ragionare lucidamente.

La donna lo scuote ancora un po’, "Dai, alzati, si è liberato un posto. Passa un felice Natale con le persone che ami, specialmente una". La donna gli strizza un occhio, e Enos rimane sorpreso da queste parole; come fa la donna a sapere?

Si sente ancora intontito dal sonno, e chiude gli occhi.

"Mr Strate? Si svegli, si è liberato un posto sul volo per Atlanta".

Enos apre gli occhi e guarda la bionda hostess di fronte a lui.

L’aeroporto è pieno di gente, e l’orologio segna le 2,30 del pomeriggio.

Si guarda intorno un po’ confuso: dov’è quella donna con i lunghi capelli neri? Un sogno?

Non riesce ancora a focalizzare chi sia, eppure sa di conoscerla.

"Mr. Strate? Vuole partire?"

Enos si riscuote e si alza di scatto, "Sì".

"Andiamo allora, è tardi. L’imbarco è già iniziato"

Enos segue la hostess verso l’imbarco.

Passa accanto a un telefono; "Telefonerò quando atterrerò ad Atlanta", pensa.

HAZZARD
Daisy si sta preparando davanti allo specchio.

Cerca di sorridere.

Il suo umore è un po’ migliorato, anche grazie a un sogno appena fatto: ha sognato sua madre che le diceva che Enos sarebbe arrivato alla fattoria per farle una sorpresa.

Scuote la testa, "Che sogno assurdo. Ma cercherò di passare il Natale serenamente con la mia famiglia e con i miei amici. E poi ho il numero di telefono di Enos. Lo chiamerò, o magari mi chiamerà prima lui"

Piano piano gli ospiti iniziano ad arrivare.

La fattoria è perfettamente addobbata, e Daisy si dirige verso i cugini, abbracciandoli e ringraziandoli per l’ottimo lavoro.

Bo e Luke l’abbracciano, contenti di vederla di nuovo sorridere.

Zio Jesse è in cucina ad ultimare gli ultimi preparativi.

Daisy gli si avvicina silenziosamente, un po’ in imbarazzo, "Scusami zio Jesse. Cercherò di comportarmi meglio, vedrai. E’ solo che…."

Zio Jesse le mette una mano sulla spalla, "Lo so, Daisy. Non c’è bisogno che ti spieghi. Vedrai che Enos starà bene. Penso che chiamerà, e se non lo farà, lo chiameremo noi. Averlo qui sarebbe un’altra cosa, è vero. Ma gli faremo i nostri più sinceri auguri per telefono, e vedrai che ne sarà felice".

 

E’ ormai quasi mezzanotte, e tutti sono seduti intorno al fuoco.

Cletus dorme, praticamente quasi ubriaco.

Rosco sta giocando con Flash.

Boss e Lulu si tengono per mano (o meglio, Lulu tiene per mano Boss, che sembra un po’ imbarazzato dalla cosa).

Cooter è tirato a lucido e sta parlando di motori con Bo e Luke.

Zio Jesse si sta godendo la pace familiare.

Daisy sta fissando il fuoco; ha provato a chiamare Enos al telefono ma non ha risposto nessuno. E’ preoccupata.

Qualcuno bussa alla porta.

Daisy si alza; chissà chi sarà a quell’ora.

E se…? Scuote la testa, "Non farti strane illusioni, Daisy", pensa.

Apre la porta e guarda il ragazzo con il borsone sulle spalle.

Daisy è senza parole.

Lancia un urlo di gioia e gli getta le braccia al collo.

Poco dopo tutti sono intorno a Enos per dargli il benvenuto.

 

Mezzanotte è passata da un pezzo.

Sono ancora tutti seduti davanti al fuoco: nessuno vuole terminare quella magnifica notte.

Enos e Daisy sono in cucina, mentre Daisy sta scaldando per Enos qualcosa da mangiare.

"Sai Enos….. è strano ma…… oggi pomeriggio ho sognato mia madre che mi diceva che saresti arrivato. Penso sia un regalo da parte sua".

Enos sobbalza.

Finalmente si è ricordato chi era quella donna dai lunghi capelli neri.

"Anche mia madre mi ha fatto un regalo".

Si alza dalla sedia e bacia Daisy dolcemente.

 

 

BUON NATALE A TUTTI.

VI AUGURO UN NATALE SERENO CON I VOSTRI CARI.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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