Una tazza di tè fumante
tra le mani. Il freddo di una sera d’inverno,
freddo che sembra entrargli nelle ossa nonostante tutte le finestre di
casa
siano chiuse e il fuoco stia scoppiettando nel camino.
Louis sente sempre freddo, quando
è
triste. Come se lo sguardo che gela i suoi occhi, rendendoli persi e
impassibili, gelasse qualcosa anche dentro di lui. Malinconia
sottopelle che si
tramuta in sottili brividi lungo la schiena. Il bisogno di stringersi a
qualcosa, a qualcuno che spazzi via tutta quella tristezza con il suo
calore, e
quel qualcuno è sempre Harry.
Louis non sa neanche perché questa sera si è
ritrovato così, seduto nel salotto
di casa, con quella tazza calda stretta tra le mani e lo sguardo perso
nel
vuoto, gli occhi e il cuore pieni di una nostalgia che non sa spiegarsi.
Si riscuote improvvisamente, ricordandosi di Harry che lo sta
aspettando. Si
alza e, stando attento a non rovesciare neanche una goccia di
tè della tazza,
si affretta a raggiungere la camera che lui e Harry condividono da
quando mesi
prima hanno deciso di trasferirsi insieme in
quell’appartamento a Londra.
Il suo ragazzo è lì, seduto sul letto e
raggomitolato in una coperta, con i
ricci che gli cadono tutti disordinati sul viso arrossato dalla febbre
e un
libro tra le mani. Louis si china per poggiargli un bacio sulla fronte
e Harry
alza subito lo sguardo dal libro per sorridergli. È
adorabile quando sorride, con
quelle fossette sulle guance, è bellissimo anche con quei
capelli indomabili e
gli occhi lucidi e un po’ arrossati. Louis si siede sul letto
accanto a lui e
ricambia il sorriso, per poi esordire: -Voilà,
ecco il tuo tè. Ti avverto, non ho mai preparato una tazza
di tè in vita mia
prima. Probabilmente sto per avvelenarti.
-Allora vedrò di stare attento.- ride Harry, la voce un
po’ roca. Afferra la
tazza, se la porta alle labbra e inizia a sorseggiare il tè.
Louis rimane lì
fermo a fissarlo con quello sguardo affettuoso che gli rivolge sempre
quando
Harry sta male, anche se per una semplice febbre. Gli piace osservarlo,
le mani
grandi e pallide strette intorno alla tazza, la coperta che gli ricade
addosso.
Accarezzarlo con lo sguardo. Vederlo perso in quell’attimo di
quotidianità, un
attimo tutto loro.
Harry beve sempre una tazza di tè prima di andare a dormire,
dice che senza non
riuscirebbe a calmarsi e prendere sonno. Dopo mesi di convivenza, Louis
è
abituato a vederlo ogni sera davanti ai fornelli per prepararsi il
solito tè e
poi seduto a berlo sulla poltroncina del salotto o sul letto. Si
è abituato al
modo in cui Harry si stringe a lui mentre scivola lentamente nel sonno
ed
entrambi si addormentano così, persi in un intreccio di
mani, gambe, respiri in
sincronia. Soprattutto quando hanno appena finito di fare
l’amore e hanno bisogno
di toccarsi ancora, di sentirsi ancora,
di tenersi aggrappati l’uno all’altro. E quelle
occasionali notti in cui Harry
si mette a parlare nel sonno, si rigira, sbuffa e mormora parole
incomprensibili,
per poi farsi sempre più vicino a lui, fino ad affondare la
testa sulla sua
spalla e riaddormentarsi. Louis non capisce mai quello che dice Harry
quando
parla nel sonno. Solo alcune volte gli è parso di
distinguere il suo nome, in
quel confuso ammasso di mormorii, un Louis
appena accennato sulle labbra del suo ragazzo, e gli
è sembrato il suono
più bello del mondo.
Louis non riesce a trattenere l’istinto di passare una mano
tra i capelli di
Harry e di accarezzargli la guancia, poi abbassa lo sguardo sul libro
che il
ragazzo ha poggiato sul letto.
-Che cosa leggevi?
Harry finisce rapidamente gli ultimi sorsi di tè e mette via
la tazza ormai
vuota, poggiandola sul comodino lì accanto.
-Un libro di poesie. Kipling. Non so se lo conosci.
-Non ho presente. Non me ne intendo molto di poesia.- dice Louis,
prendendo il
sottile volume dalla copertina azzurra e rigirandoselo tra le mani. Per
un
attimo, senza alcuna ragione, torna la tristezza che lo stava
consumando poco
fa. La tristezza che è riuscito a scacciare non appena ha
visto Harry. Louis trattiene
un sospiro e poggia il libro sul comodino, accanto alla tazza vuota.
Lancia un’occhiata
a Harry e si sforza di sorridergli, perché non vuole
mostrarsi così vulnerabile
e triste davanti a lui.
-Sei sicuro di stare bene adesso?
-Sì, Louis, non è mai morto nessuno per la
febbre. Il tuo tè non mi ha neanche
avvelenato.
Ridono insieme e Louis si sporge per baciarlo leggermente sulle bocca.
Harry
sorride non appena le loro labbra si sfiorano e poi continua, in tono
ironico: -Sai,
a volte sei più protettivo e ansioso di mia madre.
-Lo sono perché mi preoccupo continuamente per te. Dai, non
dirmi che ti
dispiace.
-No, affatto.
Stavolta è Harry a baciarlo. Gli solleva delicatamente il
mento e lo bacia più
volte, tocchi dolci di labbra che lo fanno letteralmente sciogliere.
Louis si
avvicina di più a lui e lo avvolge tra le braccia, lo
stringe a sé, senza curarsi
della fronte di Harry bruciante contro la sua.
Rimangono lì a baciarsi, senza spingersi troppo
oltre, finché Louis non
si separa piano da lui e mormora sulle sue labbra: -Vorrei avere tutto
questo
ogni giorno.
Un dolore improvviso al petto, quella malinconia che lo pugnala al
cuore e gli
scorre nelle vene come acido. Poco fa credeva di averla scacciata ma
ora sta
tornando, più forte di prima, e lui inizia a capire di cosa
si tratta.
-Ma tu mi hai già ogni giorno.- sta dicendo Harry, con un
sorriso dolce sulle
labbra.
-No, non in quel senso. Intendo…
Louis si lascia sfuggire un sospiro. Improvvisamente capisce la
sensazione che
l’ha tormentato per tutta la serata, il motivo di quella
tristezza soffocante.
-Fuori di qui, fuori da casa nostra. Davanti alla gente. Come tutte le
coppie
normali. Senza avere paura di essere visti da qualcuno o di una fottuta
telecamera o…
L’allegria scompare di colpo dagli occhi di Harry. Il ragazzo
gli stringe la
mano e inizia ad accarezzarla piano, con lenti movimenti del pollice
che hanno
il potere di calmarlo, di farlo sentire come se stesse finalmente
tornando a
respirare liberamente. Perché a volte Louis ha davvero la
sensazione di vivere
la sua vita di corsa, col fiato mozzato in gola mentre cerca di tenersi
al
passo con tutto ciò che il mondo si aspetta da lui, senza
neanche un attimo per
fermarsi e pensare veramente a se stesso.
-Lo so.- mormora Harry. -È lo stesso per me, ogni giorno.
Ma… se ci pensi, non
è più importante quello che abbiamo
già? Non abbiamo bisogno di annunciare a
tutti che stiamo insieme. Non c’è bisogno che il
mondo lo sappia. Perché io so
già di amarti e questo è
abbastanza per me. Mi basterà per sempre. Finché
saprò di amarti, finché saprò
che anche tu ami me, finché saprò che in
qualsiasi momento io ci sarò per te e
tu per me… non potrei chiedere altro dalla vita.
È tutto quello che conta. È la
cosa più preziosa che ho.
Louis cerca di trattenere le lacrime che iniziano a pungergli gli
occhi. Stringe
più forte la mano di Harry, mentre un sorriso debole ma
sincero si fa strada
sulle labbra.
-Ti amo.- è tutto quello che riesce a dire in risposta.
Sente di amare Harry, di amare quei grandi occhi verdi che lo stanno
fissando
con la loro inconfondibile dolcezza. Ama la sua voce e il modo in cui
è sempre
capace di trovare le parole giuste per farlo stare meglio. Ama le sue
labbra,
il loro sapore che è rimasto impresso nella sua memoria fin
dalla prima volta
che l’ha baciato, in un camerino del backstage di X Factor,
quando lui aveva
diciotto anni e Harry ne aveva solo sedici. Ama anche quella piccola
lacrima
che è spuntata all’angolo dell’occhio di
Harry e che ha iniziato a rigargli la
guancia; Louis si affretta ad asciugarla con un gesto delicato del
pollice e si
sporge per baciare Harry sulla gota. Poi sposta le labbra verso il suo
orecchio,
gli mormora di nuovo: -Ti amo, non immagini neanche quanto.- e lo sente
rabbrividire
leggermente. Si scosta per sorridergli, stavolta di un sorriso molto
più largo
e luminoso.
Sa che quelle conversazioni tra loro sono segreti, segreti che
rimarranno
sepolti nelle loro memorie, segreti che non potranno mostrare e
raccontare mai
a nessuno se non ai loro amici più intimi. Perché
c’è troppo in gioco quando sei
il cantante di quella che è diventata una delle band
più famose del mondo, c’è
troppo da perdere, troppe cose che rischiano di cambiare drasticamente.
Ma sa anche che non ha alcun senso tener nascosta dietro i lucchetti
una cosa
talmente bella e preziosa, quell’amore così dolce
che gli dà alla testa e che gli
esplode dentro quando Harry gli sorride e quando le sue labbra toccano
la sua
pelle e quando sente la sua voce nell’orecchio.
Amore che dona vita alle sue giornate, che ha acceso un fuoco nei suoi
occhi e l’ha
reso una persona migliore. Amore che viene soffocato e relegato come se
fosse
un qualche crimine di cui pentirsi. Un amore che sono costretti a
continuare a
nascondere, anche se nascondersi non ha alcun senso per nessuno dei due.
Ma forse Harry ha ragione. Forse tutto quello che conta, alla fine
della
giornata, è ritrovarsi lì con le mani intrecciate
e le labbra che si sfiorano. Solo
loro, solo Harry e Louis. E non c’è niente che
possa tenerli davvero lontani,
nessun management, nessuna copertura, nessuna telecamera
impedirà mai loro di
cercarsi, di ritrovarsi e amarsi in quella piccola stanza che
è stata la
testimone silenziosa di tanti momenti della loro storia. Nessuno
potrà fermare
i loro baci, le loro labbra che si assaggiano fino allo sfinimento, e
tutte le
volte che hanno fatto l’amore o hanno preso una macchina per
andarsene via in
qualche luogo isolato dove essere finalmente loro stessi e il sorriso
smagliante di Harry quando Louis lo abbraccia davanti a tutti e la luce
negli
occhi di Louis quando Harry gli sussurra di amarlo.
Loro sono vicini anche quando sono lontani, nel momento in cui i loro
sguardi
si cercano e si incontrano in un silenzio che vale più di
mille parole. Sono
vicini nell’accenno di un sorriso che nessuno
potrà rubare dalle loro labbra.
Sono vicini finché continueranno ad amarsi.
-Andiamo a dormire ora? Sono stanco.
Harry ha parlato con voce roca e sembra avere freddo, da come continua
a
stringersi nella coperta. Louis gli poggia di nuovo la mano sulla
fronte ancora
bollente, poi lo bacia un’ultima volta. Un bacio che Harry
ricambia debolmente.
Un minuto dopo le luci nella stanza sono spente, loro sono
raggomitolati nel
letto, vicini come sempre, e Louis ha il viso affondato tra i capelli
ricci di
Harry, il petto premuto contro il suo.
-Buonanotte.- mormora Harry, accarezzandogli piano un braccio.
–Ti amo.
-Anche io ti amo.
E ora sono solo loro, Harry e Louis, con quella tazza di tè
abbandonata sul
comodino e conversazioni che il mondo non conoscerà mai, ma
in fondo va bene
così perché il mondo non esiste quando
c’è Harry, Harry che lo avvolge tra le
braccia e il suo respiro sul collo e il suo calore che ha distrutto
ogni
traccia di freddo, ogni briciola di tristezza.
In quel momento, pensa confusamente Louis prima di addormentarsi, Harry
è tutto
il suo mondo.