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Autore: Arwen Woodbane    23/12/2008    3 recensioni
una lettera ad una madre, scritta dalla figlia. la spiegazione dei comporamenti di ques'ultima. dedicato a tutte coloro che hanno un rapporto un pò difficile con le proprie madri.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho diciotto anni, ma dentro sono ancora una bambina.

Come puoi pretendere che mi prenda cura di qualcun altro che non sia io, quando tu no ti sei mai presa cura di me? Fin da quando mia sorella si è ammalata, ho dovuto imparare a badare a me stessa.

Tu dov’eri?

Eri con lei, lo capisco. Ma non ti rendi conto di quanto io abbia sofferto non vedendoti?

Dov’eri quando mi sono svegliata, quella notte, dopo un incubo, e avrei voluto correre da te, prima di ricordare che non ero più a casa mia? O quando speravo che da quella macchina, che arrivava dalla nonna tutte le sere, scendessi tu invece di papà?

Tu dov’eri?

Mi hai mai telefonato? Non lo ricordo…


Anche quella volta, mi sono sentita tradita e abbandonata, quando, il giorno del mio compleanno, siamo andati alla festa dell’ospedale. Tu non mi hai nemmeno chiesto che ne pensavo, ci siamo andati e basta. L’ho saputo solo quella mattina come avremmo festeggiato il mio compleanno.
Perfino quest’anno, volevi che ci andassimo. Non che mi dispiaccia, certo, in fondo è divertente!
Ma perché non mi hai chiesto se ero d’accordo? Mi sarebbe bastato solo quello.

Ma tu avevi già deciso, vero?

Non ho nemmeno il coraggio di chiederti se alla fine hai chiamato per confermare la nostra presenza. Quando l’ho detto a mia sorella, le chiesto di non dire niente ai miei. Non so se l’abbia fatto, ma tu ancora non mi hai domandato che ne penso di quella festa. Il mio parere non ti è mai importato.


Non ci riesci, a capirmi, vero?

Non pretendere da me che ti aiuti in casa e che faccia tutto alla perfezione. Non mi hai mai insegnato come aiutarti, mi sono sempre arrangiata. E cosa ho ricevuto? Solo critiche. Sempre e solo critiche. Quindi scusa tanto se mi sono rotta di aiutarti.

Perché non mi hai mai spiegato come fare?

Per te che sei adulta è tutto semplice, ma a me nessuno ha mai spiegato come fare certe cose.
Come si carica una lavatrice? L’ho imparato da tua sorella.
Come si stira? L’ho imparato guardandoti di nascosto mentre lo facevi, dopo avermi mandata via perché non riuscivo a far bene.
E sempre con quel tuo insopportabile tono saccente e forzatamente paziente da ‘Ma sei stupida? Guarda che è facilissimo!’

A te non sembra, ma con me ti comporti così.

Come si manifestano i propri sentimenti?

Io non ci riesco.


Perciò ti scrivo questa lettera, anche se so che tanto non riuscirò mai a fartela leggere.




giudizi, consigli e quant'altro sono sempre ben accetti!
grazie per aver letto
  
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