11/04/2015
0 recensioniPROLOGUE
La campanella finalmente riempì i corridoi della Adelaide Montgomery School, scatenando la gioia incompresa di centinaia di ragazzine pronte a rinchiudersi nelle camerate comunque dell'istituto femminile londinese. Una di queste "incomprese" ragazze, a differenza dell'enorme massa, camminava a passo lento, attraverso il cortile verde, povero di fiori, se non per qualche margherita qua e la. Questa fece cadere i propri libri a terra e sedendosi a gambe incrociate afferrò il proprio astuccio, rigorosamente nero (e vuoto), estraendone una delle ultime sigarette rimastale insieme ad una scatola di fiammiferi, gentilmente concessi dalle cuoche di "corte". Sfilò dalla scatoletta uno stecchino e, portando alle labbra la sigaretta, ne fece scivolare la capocchia sul lato ruvido di essa, dandogli fuoco. Lo avvicinò subito al tabacco poco sporgente della stizza, accendendolo rapidamente, facendo il primo tiro di quell'ultimo giorno di scuola.
Qualche oretta dopo, la ragazza si trovò a passeggiare per quei lunghi corridoi, stracolmi di quadri antichi, fotografie della squadra di lacrosse e qualche "autografo" diben poco importanti studentesse che nel corso di quattro anni si erano aggiudicate il ruolo di popolari.
Passo dopo passo nella mente della ragazza riecheggiavano degli inutili "massì, sono stati gli anni peggiori della tua vita e ora piangi pure?". Non fece in tempo ad autoconvincersi che le lacrime iniziarono a rigarle il viso tenue, leggermente arrossato per l'afa dei primi di giugno. Si decise con passo svelto a raggiungere la propria camerata, ormai completamente vuota, se non per la valigia spalancata posta su un piccolo letto dalle coperte grigie e alcuni abiti scuri appesi a delle grucce di legno che sbucavano dall'armadio aperto. In fretta e furia la ragazza riempì la valigia delle proprie cose, senza mai smettere di piangere. Ogni cosa in quell'istituto le ricordava il tempo passato con le migliori ragazze che avrebbe mai potuto conoscere in tutta la sua vita. Persino un piccolo rossetto nascosto dentro la scatola del WC, quello che le ricordava di più la storia con Lacey, la ragazza meno conosciuta di quella scuola, ma quella che aveva fatto innamorare Lennox per la prima volta in diciotto anni di vita.
Giunse il momento di attraversare per l'ultima volta i portoni dell'ingresso, di correre per il vialetto composto da piccoli ciottoli e di chiudere dietro sè l'enorme cancello arrugginito. Si voltò un'ultima volta e si asciugò il volto con le maniche del maglioncino verde scuro, colore e simbolo dell'istituto.
Due anni prima, Lacey le aveva promesso che sarebbe venuta a prenderla l'ultimo giorno di scuola, ma ormai se ne era anche dimenticata di Lenn. Le aveva persino promesso che il loro amore sarebbe durato in eterno, ma a quanto pare non si sprecò nemmeno a scriverle una lettera d'addio o robe simili.. Smise soltanto di cercarla, ma Lennox se l'era fissata in testa, s'era tatuata sul cuore il suo nome e non avrebbe mai rinunciato a lei, all'amore incondizionato. Quando stava con lei si sentiva in paradiso, tranquilla, docile, ammaestrada dai suoi gesti, incantata dalla sua voce...
Qualche oretta dopo, la ragazza si trovò a passeggiare per quei lunghi corridoi, stracolmi di quadri antichi, fotografie della squadra di lacrosse e qualche "autografo" di
Passo dopo passo nella mente della ragazza riecheggiavano degli inutili "massì, sono stati gli anni peggiori della tua vita e ora piangi pure?". Non fece in tempo ad autoconvincersi che le lacrime iniziarono a rigarle il viso tenue, leggermente arrossato per l'afa dei primi di giugno. Si decise con passo svelto a raggiungere la propria camerata, ormai completamente vuota, se non per la valigia spalancata posta su un piccolo letto dalle coperte grigie e alcuni abiti scuri appesi a delle grucce di legno che sbucavano dall'armadio aperto. In fretta e furia la ragazza riempì la valigia delle proprie cose, senza mai smettere di piangere. Ogni cosa in quell'istituto le ricordava il tempo passato con le migliori ragazze che avrebbe mai potuto conoscere in tutta la sua vita. Persino un piccolo rossetto nascosto dentro la scatola del WC, quello che le ricordava di più la storia con Lacey, la ragazza meno conosciuta di quella scuola, ma quella che aveva fatto innamorare Lennox per la prima volta in diciotto anni di vita.
Giunse il momento di attraversare per l'ultima volta i portoni dell'ingresso, di correre per il vialetto composto da piccoli ciottoli e di chiudere dietro sè l'enorme cancello arrugginito. Si voltò un'ultima volta e si asciugò il volto con le maniche del maglioncino verde scuro, colore e simbolo dell'istituto.
Due anni prima, Lacey le aveva promesso che sarebbe venuta a prenderla l'ultimo giorno di scuola, ma ormai se ne era anche dimenticata di Lenn. Le aveva persino promesso che il loro amore sarebbe durato in eterno, ma a quanto pare non si sprecò nemmeno a scriverle una lettera d'addio o robe simili.. Smise soltanto di cercarla, ma Lennox se l'era fissata in testa, s'era tatuata sul cuore il suo nome e non avrebbe mai rinunciato a lei, all'amore incondizionato. Quando stava con lei si sentiva in paradiso, tranquilla, docile, ammaestrada dai suoi gesti, incantata dalla sua voce...
Adsfhdsghfbjsklfogd's corner.
Ehilà! Io sono Liv e nulla..
Ai pochi che leggeranno: vi chiedo di lasciare anche una
piccolissima recensione, che essa sia critica, neutra o positiva
non importa, mi interessa conoscere il vostro parere riguardo
alla storia..
In ogni caso, ci vediamo alla prossima,
un bacio,
Liv.
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piccolissima recensione, che essa sia critica, neutra o positiva
non importa, mi interessa conoscere il vostro parere riguardo
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In ogni caso, ci vediamo alla prossima,
un bacio,
Liv.