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Autore: WeepingLantern    12/04/2015    5 recensioni
La differenza sostanziale tra uomo e oggetto è tanto ovvia quanto profonda. I robot sono capaci di parlare come uomini, compiere gli stessi movimenti e addirittura a volte possono svolgere lavori che un vivente non potrebbe svolgere. Eppure se noi abbracciassimo una macchina potremmo ottenere centinaia di reazioni diverse da parte di esso, ma sotto l'acciaio non ci sarebbe nient'altro che sequenze di numeri infinite. Se le chiedessimo un'opinione su qualcosa semplicemente non ci risponderebbe. Eseguirebbe gli ordini e nient’altro.
.
Jeremy, un seguace del Team Plasma, l'aveva capito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ghecis, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Anime
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Machines
|| Machines ||







" Consegnate le Pokéball!"

Il grido del Generale del Team Plasma rimbombò nel Deposito Frigo come un' eco su una montagna, forte e chiaro. A quell'ordine decine di uomini e donne vestiti tutti con la stessa, candida uniforme del Team avanzarono verso il nastro trasportatore che normalmente veinva usato nel deposito per i carichi pesanti. Ora no. Gli oggetti che le reclute depositarono sul nastro erano tutt'altro che pesanti, nonostante contenessero ognuna una piccola vita.
Tra coloro che obbedivano all'ordine c'era anche Jeremy che, come gli altri, posava le sfere contenenti i Pokémon che aveva rubato. Non sapeva dove sarebbero andate a finire ma, sinceramente, non gli importava. Si era arruolato nel Team Plasma più che altro per noia. Aveva visto questo gruppo di persone vestite in modo strano fare grandi discorsi sulla liberazione dei Pokémon e di come avrebbero reso il mondo un posto migliore. Li aveva visti all'azione e si era arruolato così, senza neanche pensarci troppo. Era come se quegli strani individui vestiti in modo strano lo avessero attirato con l'ipnosi o qualcosa del genere. All'inizio lo avevano semplicemente messo a fare la bella statuina durante le manifestazioni del Team ma poco per volta i Generali avevano iniziato a essere sempre più esigenti, arrivando a pretendere che le giovani reclute rubassero dei Pokémon. Jeremy l'aveva fatto, l'aveva fatto senza esitare e adesso stava cedendo la refurtiva come se niente fosse senza sapere cosa ne sarebbe stato di essa. La cosa divertente era che stava facendo tutto questo di sua volontà. 
Il ragazzo seguì con lo sguardo le Pokéball transitare lentamente sul nastro trasportatore per poi essere inghiottite da enormi contenitori di legno. Una volta finito di posare le Ball si mise sull'attenti gonfiando il petto in attesa di nuovi ordini. Proprio lui, che era sempre stato uno spirito libero e fondamentalmente anarchico. Ci volle veramente poco perchè si accorgesse veramente di quello che stava facendo.
Gli bastò alzare lo sguardo. Vide decine di uomini e donne vestiti allo stesso modo, compivano movimenti precisi, rigorosi. Avevano lo stesso sguardo spento e lo stesso falso sorriso di soddisfazione stampato in faccia. Quelli erano lì probabilmente per il suo stesso motivo, che alla fine non esisteva. C'era chi credeva davvero che le sue azoni fossero giuste e poi c'era chi si trovava lì semplicemente perchè cercava i guadagnarsi denaro facile. 
Qualunque fosse la motivazione per cui ora facevano parte del Team Plasma adesso quelle persone si ritrovavano in una giostra infernale da cui non si usciva facilmente. Quando si entra in un Team organizzato si deve obbedire rigorosamente, non c'è discussione. Se qualcuno avesse avuto qualcosa da dire avrebbe dovuto tenerselo per sé continuando costantemente ad seguire gli ordini a qualunque costo.
Jeremy non si era mai soffermato veramente ad osservare i suoi compagni, più che altro pensava solamente a dare il meglio di sé stesso per non deludere il capo, ma ora che aveva alzato lo sguardo quel che aveva visto lo scosse un poco. Per la prima volta dopo mesi di ubbidienza e rigore il ragazzo si mise a riflettere.
"Queste persone sono tutte uguali", si disse, "compiono quasi gli stessi movimenti, eseguono rigorosamente gli stessi ordini. Persino la loro faccia mi sembra uguale"
Mentre Jeremy stava perdendosi nelle sue considerazioni ci fu un colpo sordo seguito da un vociare confuso. Il giovane sussultò e si guardò intorno in cerca della fonte del rumore. In un punto rialzato del deposito, dove stava Ghecis, due seguaci stavano trattenendo per le braccia un terzo seguace che si dimenava urlando. La confusione  era tale che era praticamente impossibile capire una parola di quello che  stesse dicendo, ma Jeremy era convinto di sapere cosa fosse successo. Era capitato altre volte che qualche giovane recluta tentasse di ribellarsi agli ordini dei superiori. Tutti ora sapevano cosa sarebbe accaduto.
Il generale estrasse da una Pokéball un imponente Bisharp che si voltò immediatamente contro il ribelle, quasi sapesse già cosa avrebbe dovuto fare. Il seguace fu sbattuto a terra con la schiena rivolta verso l'alto e venne immobilizzato dai suoi stessi compagni. Sotto ordine del suo padrone Bisharp si avvicinò ulteriormente alla vittima e sfregò tra di loro i suoi lunghi rasoi. Era pronto.
Il Generale impartì un altro comando, ancora più forte e deciso, e il Pokémon affondò brutalmente le sue lame nella schiena del malcapitato trapassandogli l'intero corpo.
Un attacco, poi due e infine un terzo.
Il sangue del seguace ormai si spargeva inesorabilmente sul pavimento del deposito frigo, congelando dopo alcuni istanti dato il freddo pungente del deposito. La sua tunica lunga e candida si era tinta di un rosso acceso.
Bisharp fu rispedito nella sua Ball e tutto finì così com'era iniziato, alcuni seguaci si sbarazzarono del cadavere, pulirono le chiazze di sangue e il resto delle reclute continuò a depositare Pokéball e trasportare scatoloni come se niente fosse successo. Jeremy rimase immobile. Proprio davanti ai suoi occhi era stato ucciso un ragazzo calpestando i suoi diritti di libero essere umano. Improvvisamente si accorse che dentro al deposito frigo nessuno di loro era veramente umano. Che uomo è quello che uccide i suoi inferiori se solo non rispettano i suoi ordini, ma soprattutto che uomini erano quelli costretti inesorabilmente a sottostare, senza poter parlare ed esprimere le proprie opinioni?
Semplice, non lo erano. 
"L'essere umano ha un' opinione. L'essere umano ha sentimenti, razionalità, ideali propri e deve poterli esprimere. Se non può diventa semplicemente uno schiavo, senza diritti, come una macchina" I pensieri si susseguivano veloci e chiari. Sì, ecco cos'erano i seguaci Plasma in quel momento.
Macchine, niente di più. Macchine insignificanti al servizio di qualcuno più in alto.
Sì, doveva essere così. Erano freddi, tutti uguali, macchine.
Jeremy iniziò ad immaginare che al posto degli organi interni i seguaci avessero degli ingranaggi e al posto della pelle un rivestimento di metallo. Immaginò se stesso allo stesso modo ed ebbe un brivido.
Si premette la pancia, era morbida e calda. Poggiò due dita sul suo collo e sentì il cuore che pulsava. Prese un coltellino svizzero dalla tasca e si aprì un piccolo taglio sulla mano. Non vide fili elettrici o metallo alcuno fuoiuscire dalla ferita, solo sangue rosso vivo.
Era un vivente, senza ombra di dubbio.
Aveva rubato, aveva fatto del male a delle persone come lui. Non si era comportato da uomo, anche se era tale. Invece adesso il ragazzo provò l'istinto di scappare, di urlare, gridare al mondo che non era una macchina. Doveva dimostrare di essere un uomo, e non un robot esecutore di ordini.
Jeremy si tolse la divisa bianca gettandola a terra, poi estrasse una Pokéball dal suo cinturone, che ospitava il suo fedele Pignite e lo liberò, pronto per combattere. I suoi compagni gli si schierarono contro e Ghecis, dall'alto, gli lanciò uno sguardo carico di odio. Jeremy era consapevole di cosa gli sarebbe accaduto se avesse perso ma preferiva morire da umano piuttosto che spgnersi come una macchina.





If all we are is just machines,
then let's become a miracle
and break free from these chains
We must be more than just machines,

so let them hear our hearts.
















Ω SPAZIO ALLA LANTERNA Ω

Eeee sì, lo so, vi avevo detto che non avrei più pubblicato niente prima della long ma che volete che vi dica, se mi viene un'idea devo buttarla giù, se no ristagna troppo nel cervello e non va bene. Coooomunque oggi mi sentivo particolarmente profonda (?) e in vena di scrivere qualcosa che trattasse una tematica un po' delicata ma soprattutto attuale. La canzone che cito nelle ultime righe è "Machines" dei Crown The Empire (andatevela a sentire, vi prego), a cui devo l'idea di questa os, che mi è venuta appunto ascoltando la loro canzone omonima. E basta, vi dico solo che per la long vi toccherà aspettare ancora un po' perchè la trama è tutta nella mia testolina, ma devo ancora definire alcuni punti importanti. Spero comunque di farcela in tempi brevi. Forse pubblicherò anche qualcos'altro nel frattempo, chi lo sa. (:*:)
Spero che la storia vi sia piaciuta, mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate :)
Besos,

                                              WL











   
 
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