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Autore: Charity4    12/04/2015    1 recensioni
Audrey ha sempre vissuto nella Città, l'unico luogo sicuro conosciuto. Ma come cambierà la sua vita una volta scoperto che non tutto ciò che le hanno insegnato corrisponde alla verità?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Davanti a me c'è un tavolo. Sul tavolo una maschera. Un comune oggetto che però avrà il potere di cambiare la mia vita molto presto.
Sento dei passi lontani nel corridoio e mi affretto ad uscire dalla camera. Non dovrei essere qui. Non dovrei essere in quest'ala del Quartiere. Non dovrei aver visto la filigrana metallica di quell'oggetto né tantomento aver trovato così facilmente l'entrata alla stanza. Dovrebbero esserci misure di sicurezza ad ogni angolo, ma nessuno mi ha fermata.
Procedo per il corridoio finché non arrivo all'angolo. I passi continuano ad avvicinarsi.
Velocemente, mi nasconod in un corridoio laterale, in ombra rispetto a quello principale. Attendo con il cuore in gola che chi sta arrivando mi sorpassi.
Trattengo il fiato mentre un uomo vestito di viola passa davanti al mio nascondiglio senza degnarlo di uno sguardo. Ha un'espressione seria e spavalda, come chi sa di aver un importante compito da svolgere.
Si ferma a pochi passi dal mio corridoio. Valuto le mie possibilità di scappare, ma scopro di averne relativamente poche.
L'uomo fa poi una cosa strana: si china verso il muro opposto al mio e appoggia la fronte alla parete. Sarebbe un'occasione d'oro per fuggire, ma la mia curiosità mi tiene ancorata al terreno.
"Tutto regolare?" sussurra l'uomo.
Cosa? A chi sta parlando? Ci siamo solo io e lui nel raggio di una decina di metri, e solo io sono abbastanza vicina per sentire la sua domanda. Perché poi è ancora contro il muro?
"Sì signore." risponde una pacata voce femminile.
Mi sporgo un po' dal mio nascondiglio. È un azzardo, ma la mia curiosità è più forte della mia paura.
Scorro con lo sguardo il corridoio, prima da una parte e poi dall'altra, senza trovare la fonte della voce.
Improvvisamente una mano mi afferra il braccio destro. Mi ritrovo contro il muro, con una mano a tapparmi la bocca. Sento le pulsazioni del mio cuore nei timpani e trattengo il respiro.
La figura che mi ha immobilizzato, più alta di me di una spanna buona, allontana impercettibilmente la testa da me, forse per vedermi meglio nella fioca luce. Potrei mordergli la mano per liberarmi, ma attirerei l'attenzione dell'uomo viola. Non penso sia una buona idea.
"Zitta." sussura la figura per poi iniziare a trascinarmi con sé lungo il corridoio buio.
Annaspo, cercando di stragli dietro. "Chi..."
"Non mi hai sentito? Devi stare zitta."
Non lo ascolto. "Dove stiamo andando? Posso saperlo almeno?"
A questo punto si ferma, gira su se stesso e facendo così mi blocca di nuovo contro il muro, la sua mano saldamente ancorata al mio braccio.
"Ascolta" sussurra a un soffio dal mio orecchio. Posso sentire il suo fiato caldo sul mio collo. "Ora devi solo seguirmi e stare zitta. Ti sto facendo un favore, vedi di non farmene pentire."
Forse si aspetta una risposta, forse no, ma dopo un secondo riparte a correre nel dedalo di corridoi bui, prendendo ogni svolta con sicurezza. Io cerco di stargli dietro, ma mi è difficile senza poter vedere dove metto i piedi.
Si ferma di nuovo e questa volta mi lascia il braccio. Non so se considerarla una cosa positiva o negativa: potrebbe lascarmi sola senza che io mene accorga.
Nonostante tutto lo sento muoversi a pochi passi da me.
"Chiudi gli occhi" dice prima di spostare qualcosa di metallico. "Ora farai quello che ti dico io, chiaro?"
"Perché, fin'ora ho avuto altra scelta?"
Non risponde ed un momento dopo veniamo investiti dalla luce. Non appena riesco a tenere gli occhi socchiusi vedo che ha aperto una solida porta di legno. Strano, è da anni che sono state tutte sostituite.
"Ti sbrighi?" chiede con una voce spazientita. Alzo gli occhi e finalmente posso dare un volto alla figura che mi ha condotto fin qui. Appartiene ad un ragazzo alto dalle spalle larghe, magro e muscoloso da quel che si intravede da sotto la maglietta. Ha un viso attraente su cui è stampata un'espressione seria e severa: la bocca è ridotta ad una linea sottile per la tensione mentre i suoi occhi grigi scrutano il paesaggio. I capelli bruni si muovono lentamente, assecondando il vento.
Fermi tutti. Paesaggio? Vento?
Si volta verso di me, guardandomi negli occhi. "Senti, non ho tutta la giornata. O ti muovi o tanti saluti."
Vado verso di lui, guardandomi intorno. Siamo in una zona che non ho mai visto della Città... se ancora siamo in Città. Gli edifici non si susseguono con il solito ritmo caotico, non ci sono grattacieli. Al loro posto vedo ampie zone di terreno libero e.. alberi.
Sento una risatina al mio fianco. Mi giro verso il ragazzo con un sopracciglio alzato, ma lui non mi sta più guardando. Sta respirando l'aria a pieni polmoni e con gli occhi chiusi. Sembra piacevole, così provo a copiarlo.
Chiudo gli occhi ed inspiro lentamente, gonfiando la cassa toracica. L'aria è decisamente diversa dal solito. È più frizzante, più leggera più...
"Scommetto che non sei mai stata fuori dalla Città, vero?" chiede sogghignando.
"Lo dici tu" ribatto. Fuori dalla Città? È qui che siamo?
"Ed ho anche ragione" sorride e mi guarda. "Quando sarai di nuovo dentro," dice tornando serio, "non dovrai dire a nessuno dove sei stata e che cosa hai visto. Nemmeno nel Quartiere. Capito?"
Guardo i suoi occhi grigi che ora sembrano le nuvole temporalesche delle favole.
"Perché mi hai portata qui?"
Lui fa scorrere di nuovo lo sguardo sulle dolci ondulazioni del terreno fino ai sottili fili verdi ai nostri piedi.
"Quante domande che fai" risponde, poi si gira tornando nella direzione da cui siamo venuti. Mi giro anche io e vedo un lungo muro grigio, sormontato da una grande cupola che si perde nel cielo.
Sono fuori dalla Città. Nelle orecchie mi rieccheggiano le parole di mio padre. Questo è un luogo pericoloso.
Siamo davvero fuori dalla città.
"Ma.. questo.. questo è impossibile!" dico.
"Ah sì?" ribatte divertito. "Allora pensa pure che sia un sogno, o un incubo, o un'allucinazione. Non mi interessa" fa una piccola pausa. "Ora però dobbiamo finire il sogno, e per farlo mi devi seguire."
Nonostante abbia una voglia matta di rispondere a tono non lo faccio. Sono troppo scioccata per averne la prontezza. Se stessi davvero solamente sognando?
Mi hanno sempre detto che la città è un luogo sicuro, che la cupola ci protegge da ciò che c'è fuori. Era stata posta centinaia di anni fa, dopo la fine della Guerra dei Padri che aveva reso invivibile il territorio. Quel territorio su cui io, ora, sto camminando.
"Come è possibile tutto questo? Dovrebbero esserci aria irrespirabile, veleno, radioattività.." dico, più a me stessa che a lui.
"Sorpresa? Non sei la prima né sarai l'ultima ad esserlo. Ora, come ti ho già detto, dobbiamo muoverci"
Sparisce dietro una rientranza del muro, delle Mura, che inizialmente non avevo notato. Mi affretto a seguirlo e mi ritrovo di nuovo in un corridoio buio.
"Dove..." non faccio in tempo a terminare la domanda: una mano mi afferra il braccio e ricominciamo a correre.




Ehilà! Questa è la prima storia che scrivo e pubblico (o comunque faccio leggere ad altri..) Spero vi piaccia! Se avete commenti da fare (sia positivi *spero* che negativi *che siano costruttivi, confido in voi*) siete i benvenuti! Se vi piacerà cercherò di pubbliare al più presto il prossimo capitolo :)

   
 
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