Ed ecco qui la mia seconda shottina natalizia. L’idea è nata
mentre scrivevo l’altra e ho pensato che sarebbe stato bello raccontare una
vigilia di Natale in casa Jonas. Un grazie speciale, come sempre, a beautiful_disaster che legge in anteprima e mi consiglia.
Idealmente
è ambientata due anni fa.
Con
questa faccio a tutte gli auguri di Buon
Natale e Buon Anno Nuovo!
I Jonas Brothers non mi appartengono e questo scritto non vuole rappresentare in alcun modo la loro vera vita. E’ tutto frutto della mia mente che non ha confini.
“Babbo Natale è
stato qui!!!”
Frankie urlava a
squarciagola, correndo da una finestra all’altra e poi tornando verso l’albero
di Natale. Indossava un pigiama blu, con la felpa per metà dentro i pantaloni e
metà fuori. La vestaglia, dello stesso colore, che sua madre era riuscita a
fargli indossare per non prendere freddo, svolazzava ad ogni suo movimento
rischiando di farlo inciampare.
Ma niente poteva
fermare la sua euforia.
I suoi fratelli
maggiori, ancora un po’ addormentati, lo fissavano senza dire nulla. Nick e Joe
stavano comodamente seduti sul grande divano mentre Kevin si era seduto per
terra sul tappeto, con gli occhi ancora assonnati, e la schiena appoggiata alla
seduta del divano.
Era la mattina
di Natale ed erano stati svegliati molto presto dalle urla del loro fratellino
più piccolo che era sceso in salotto, scoprendo tutti i regali ordinatamente
appoggiati sotto il grande albero decorato. Si era sgolato urlando i loro nomi
finché non li aveva visti entrare dall’arco del soggiorno, a quel punto era
corso loro incontro, prendendoli per mano. Prima aveva letteralmente trascinato
Kevin e Joe verso le finestre.
“Guardate fuori,
ci sono le orme delle renne e della slitta” diceva saltellando e tenendo il
braccio teso verso il vetro.
Ancora
addormentati i due fratelli guardarono fuori
annuendo.
“Si vedono
chiaramente i segni nella neve” concesse Kevin
convinto.
Stando al gioco
Joe si era chinato guardando il camino, spento appositamente dal giorno
prima.
“Credo proprio
che sia passato di qui”
Non ancora
soddisfatto Frankie aveva preso per mano anche Nick, portandolo verso il piatto
e il bicchiere vuoti.
“Vedi, il latte
e i biscotti non ci sono più, sono rimaste le briciole, le renne li hanno
mangiati”
“Hai proprio ragione” gli rispose con
espressione sbalordita.
Quello che il
piccolo di casa Jonas non poteva sapere era il ruolo avuto dai suoi fratelli
mentre lui dormiva beatamente.
“Fa freddo!”
protestò Joe mentre rabbrividiva sotto il cappellino di lana che
indossava.
“Con tutta la
neve che è caduta pensavi di sudare dal caldo?” lo prese in giro Kevin
altrettanto imbacuccato.
“Se la smettete
di parlare a vanvera e vi date una mossa riusciremo a finire e andare a dormire”
sentenziò Nick quasi invisibile dietro un grosso berretto e un’enorme sciarpa
verde scuro.
Era ormai
passata la mezzanotte da quasi un’ora e Frankie, fortunatamente, sognava beato
nel suo letto senza il pericolo che si svegliasse scoprendoli.
Se le loro fans
li avessero visti in quel momento difficilmente li avrebbero riconosciuti.
Giacche pesanti e imbottite, scarponi, guanti e cappellini di lana. La madre si
era raccomandata che non prendessero freddo nella loro spedizione notturna e,
dato che avevano in programma una partecipazione dal vivo per Capodanno, non
potevano rischiare di ammalarsi.
Stando attenti a
non rovinare il manto candido che ricopriva il prato, trovarono un tratto di
neve fresca e immacolata davanti alle finestre del salotto di casa Jonas. Kevin,
impugnando un lungo attrezzo di legno, si sporse cominciando a lasciare delle
impronte vicine tra loro. Soddisfatto dopo il primo tentativo ripeté la stessa
azione più volte e fermandosi, ogni tanto, ad osservare il risultato. Forse non
erano precisissime ma davano abbastanza l’idea di un gruppo di renne che si era
fermato in quel punto.
Finito quel
compito toccò a Nick continuare lasciando dei segni lunghi e dritti come i
lunghi pattini di una slitta.
“Fatto” dichiarò
poco dopo.
A quel punto
Joe, che per tutto il tempo era rimasto in piedi, appoggiato ad un lungo
rastrello con gli occhi semichiusi, spostò la neve per cancellare le loro
impronte intorno alla “scena del delitto”.
Quando giudicò
di essere abbastanza lontano piantò il rastrello nella neve per avvisare I suoi
fratelli ma non fece in tempo ad aprire bocca che una palla di neve gli arrivò
dritta in testa, sul cappello rosso.
“Ehi, ma chi…”
cominciò a dire.
In quel momento
una seconda bomba lo colpì in pieno petto.
“Ahia!”
Voltandosi vide
i colpevoli, a pochi metri da lui, con un sorrisetto maligno in volto. Quei
traditori dei suoi fratelli stavano giocando pesante, pressando la neve per fare
più male. Ma se volevano la guerra lui non si sarebbe certo tirato indietro.
Afferrò una manciata da terra e preparò due palle, lanciandole
contemporaneamente. Nick fu abbastanza lesto da spostarsi mentre Kevin venne
colpito alla spalla. Ben presto cominciò una vera e proprio lotta senza
esclusione di colpi.
Il piccolo dei
Jonas Brothers si rivelò il più agile e astuto, la maggior parte dei suoi tiri
andò a segno riuscendo ad evitare quelli diretti a sé stesso. Per questo motivo
Kevin e Joe, ad un certo punto, si coalizzarono concentrandosi su di lui, che
cercò di scappare verso casa. Purtroppo la sua fuga si concluse prima perchè
scivolò, finendo disteso a terra. Scoppiando a ridere come matti, gli altri due
si avvicinarono.
“Nick, tutto
bene?”
“Credo di sì, mi
date una mano ad alzarmi?” chiese allungando entrambe le braccia
innocentemente.
Ma quando Joe e
Kevin lo fecero, lui sfruttò il suo peso per sbilanciarli finché, pochi secondi
dopo, si ritrovarono per terra anche loro.
Quando
rientrarono in casa era ormai tardissimo e si tolsero velocemente gli indumenti
fradici di neve e acqua. Il tepore caldo della casa fu un sollievo dopo l’aria
gelida della notte.
“Rimane
un’ultima cosa da fare prima di andare a dormire” ricordò Joe
sorridendo.
“I biscotti! I
biscotti!” cantilenò Kevin avviandosi nel
soggiorno.
Attenti a non
fare troppo rumore, si sedettero sul tappeto, a gambe incrociate, con il piatto
in mezzo a loro e si gustarono i dolcetti preparati per le renne. Tutto intorno
era silenzioso e l’unica illuminazione nella stanza veniva dalle luci colorate
del grande albero di Natale, che dipingevano sulle pareti dei giochi di
ombre.
“Dite che
Frankie ci crederà?” domandò Nick pensoso.
“Ma certo –
annuì vigorosamente Joe, addentando un biscotti e mettendosi sdraiato a pancia
in sotto – ci sei sempre cascato anche tu”
“Io?”
Kevin rise di
fronte all’espressione dubbiosa del fratello.
“Forse non te lo
ricordi, ma andavi in visibilio nel vedere le orme in giardino che faceva
papà”
“Rimanevi per
ore davanti alla finestra ad osservarle” confermò
Joe.
Nick ci pensò su
per qualche istante, non rammentando niente di quando era più piccolo ma felice
di poter contare sui ricordi dei suoi fratelli.
“E voi invece?”
chiese curioso.
Kevin piegò le
ginocchia, appoggiandovi gli avambracci ed osservò, per un momento, l’albero di
Natale, come se stesse frugando all’interno dei ricordi della propria mente. Poi
si voltò a guardare il fratello.
“Anche per noi
papà inscenava l’arrivo di Babbo Natale. Tu eri ancora troppo piccolo e non
facevi altro che mangiare e dormire”
“E frignare”
aggiunse Joe, beccandosi una linguaccia.
Il maggiore dei
Jonas non fece commenti, anche se ricordava bene che i pianti di Nick erano
dovuti al fratello che gli rubava i giocattoli. Preferì non rivangare quei
particolari perché a volte anche lui, geloso, aveva fatto la stessa
cosa.
“Anche noi
credevamo che davvero Babbo Natale si fermasse qui davanti, con la slitta, per
lasciare i regali. Ricordo che una volta avevamo deciso di rimanere svegli
perché volevamo assolutamente vederlo e parlargli. Ci siamo piazzati sul divano,
con una coperta, ben decisi a rimanere ad occhi aperti fino a
mezzanotte”
“Mamma non ha
detto niente?” domandò Nick.
“Ovviamente era
contraria – continuò Joe – perché diceva che i bravi bambini andavano a dormire
presto se volevano trovare i regali ma poi papà ha detto che se eravamo convinti
allora potevamo restare svegli”
Ridendo Kevin
prese un altro biscotto.
“Ci conosceva
bene, infatti dopo neanche mezz’ora stavamo già nel mondo dei sogni e,
magicamente, i regali erano sotto l’albero quando abbiamo aperto gli occhi. Io
sono corso a scartarli mentre Joe si è messo a piangere dicendo che voleva
vedere la slitta con le renne volanti”
Con quella
confessione si guadagnò un’occhiataccia da parte del fratello, poco contento che
si venissero a sapere questi particolari che intaccavano la sua
fama.
“Li ricordate I
nomi? – cominciò a dire Nick – Dasher, Dancer, Prancer e
Donder”
“Vixen, Blitzen”
aggiunse Kevin.
“Ehm… Cupid”
biascicò Joe masticando un altro biscotto.
“Sono sette, ne
manca uno” replicò il più piccolo.
Quasi litigarono
per l’ultimo dolcetto e dopo un po’ di contrattazioni Joe ottenne l’ultimo
lasciando a Kevin e Nick il bicchiere di latte.
Riprovarono di
nuovo ad elencare i nomi delle renne senza riuscire a ricordare quello mancante.
Sbadigliando, alla fine, il maggiore dei Jonas si alzò per andare a dormire.
“Non è possibile
che ne manchi sempre uno. Domani ci dobbiamo
riprovare”
Cercando di fare
meno rumore possibile, salirono le scale per raggiungere le loro camere e i loro
letti. Non avevano guardato l’ora ma era sicuramente molto
tardi.
Frankie non
poteva immaginare quanto avessero fatto i suoi fratelli per rendergli speciale
quel giorno, però la sua gioia nel notare le impronte delle renne, della slitta
e del cibo mancante, li ripagava di tutti gli
sforzi.
“Babbo Natale è
stato qui! – esclamò rivolgendosi alla madre, sempre saltellando felice – con
tutte le sue renne”
Nell’udire
quella parola i fratelli si scambiarono un’occhiata ricordando la conversazione
di poche ore prima.
“Dasher, Dancer, Prancer” cominciò
Nick.
“Donder e Cupid”
aggiunse Joe.
“Vixen e
Blitzen” completò Kevin.
“Accidenti! Ne
manca ancora una” fece notare di nuovo il minore, che aveva tenuto il conto con
le dita della mani.
“Non è
possibile” decretò il frontman dei Jonas e ripeté di nuovo i nomi uno per
uno.
“Sono sempre
sette – lo avvertì il maggiore – un po’ come succede per i nani di Biancaneve,
se ne dimentica sempre uno” concluse
filosoficamente.
Continuarono a
ripetere diverse volte l’elenco senza riuscire a ricordare quello mancante.
“Non ci credo
che non riusciamo a dirli tutti e otto”
“Dancer, Prancer”
“Dasher, Donder”
“Blitzen, Vixen,
Cupid e…”
Come un lampo
Frankie, che aveva sentito i loro discorsi, prese lo slancio buttandosi sul
divano in mezzo ai suoi fratelli aggiungendo una parola semplice, ma
importantissima.
“Comet!”