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Autore: Lisa_Yuri    12/04/2015    1 recensioni
Alice è sempre stata una ragazza molto particolare, non si è mai sentita veramente a suo agio nella sua famiglia, ma sua madre le ha sempre detto che era normale. Ad ogni suo dubbio, ad ogni stranezza che notava la madre le rispondeva sempre "è normale". Ali, però non ci ha mai creduto fino in fondo e alla soglia dei suoi 18 anni trova qualcosa che cambierà la sua vita e quella della sua famiglia per sempre. Perchè se c'è una cosa che proprio non si può attribuire alla famiglia di Alice Hill è la normalità...
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 1900
Nel lontano 1900 la famiglia Hill fu devastata da un grave lutto, il figlio primogenito si spense dopo una lunga lotta contro una grave malattia. Ai genitori rimaneva solamente la figlia minore, Josephine, e si ripromisero di non farle mancare mai nulla e di concederle la libertà che il fratello aveva sempre cercato di farle avere. Dopo alcuni mesi Josephine si innamorò di un giovane fornaio di umili origini, che presto si recò dai genitori della giovane per chiederla in sposa. La ragazza era già stata promessa da tempo ad un ricco uomo di buona famiglia, Hugh Parsons, ma pregò i genitori di permetterle di sposarsi per amore. Avendo a cuore la felicità della figlia, il signor Hill sciolse la vecchia promessa e diede la sua benedizione ai due giovani.

Londra, 1901
I Parsons, però non videro di buon occhio la rottura della promessa e quando vennero a sapere che Josephine aveva avuto un figlio dal giovane, decisero di vendicarsi dell’affronto subìto. Essi  fecero visita alla coppia e consegnarono alla ragazza un vecchio libro come regalo per il bambino. La sera stessa Josephine lo iniziò a leggere, ma dopo poche righe iniziò a sentire il libro che vibrava, le pagine che diventavano sempre più calde e una voce lontana che intonava una strana cantilena, la maledizione aveva avuto inizio.

Londra, 21 dicembre 2014
“Jake! Spegni quell’aggeggio infernale e vieni immediatamente a cenare!”. Alice stava seduta sul balcone a giocare con il gattino che aveva trovato la settimana prima al parco. Non appena sentì sua mamma chiamare il fratello, mise Moon nella cesta, versò un po’ di latte nella ciotolina lì accanto e rientrò in casa. Finalmente, dopo il terzo urlo della madre, Jake entrò nella grande cucina e si andò a sedere di fronte alla sorella.

“Ali, che hai fatto di nuovo a quei capelli? Ti ha dato di volta il cervello?”, Alice storse il naso e non gli rispose, da quando il padre era scomparso due anni prima aveva trovato un modo tutto suo di mantenerlo in vita, ogni mese si tingeva i capelli con colori diversi, ispirandosi ogni volta ad uno dei dipinti del genitore. Questa volta la scelta era ricaduta su un paesaggio che ritraeva un grande albero innevato, quindi ora alcune ciocche bianche e azzurre spiccavano nella folta massa di capelli corvini della ragazza.

“Ha parlato quello sano…”

“Ragazzi basta!”, Lucille non capiva come fosse possibile che generazione dopo generazione le cose si ripetessero sempre allo stesso modo, le bastava tornare indietro di circa vent’anni e rivedeva scene molto simili, lei e suo fratello che litigavano sempre dopo la morte di suo padre, sua madre che li riprendeva sempre, la malattia di suo fratello. No, a Jake non sarebbe successo nulla, era un ragazzo sano e forte, non avrebbe perso l’unico uomo che le rimaneva ancora, lo avrebbe protetto a costo della sua stessa vita.

Lucille era sempre stata una donna forte, nonostante avesse dovuto affrontare molte difficoltà, anche nel suo matrimonio combinato aveva avuto la fortuna di trovare il vero amore, ma i giorni felici erano terminati con la morte prematura del marito. Non aveva mai pensato di risposarsi, anche se giovane, bella e con un animo gentile. Aveva lunghi capelli neri che incorniciavano un viso di porcellana, su cui spiccavano due labbra sottili e rosse sempre lievemente piegate in un sorriso dolce, e due occhi color ghiaccio che avevano sempre affascinato i suoi due bambini, quando erano ancora ignari del fatto che i loro erano infinitamente più belli e magnetici. La vita le aveva tolto quasi tutto, ma le rimanevano i suoi due tesori più grandi, i figli.

Jake era il primogenito, assomigliava tantissimo al padre, con i capelli biondo grano sempre spettinati, mani affusolate che rivelavano la vena artistica e l’inconfondibile modo di fare da “ragazzo tormentato” che aveva fatto innamorare perdutamente Lucille del marito e che la faceva perdere in ricordi ogni volta che vedeva il figlio suonare il pianoforte. L’unica caratteristica fisica diversa dal padre erano gli occhi, color ghiaccio, tempestati di pagliuzze verde smeraldo, come quelli della sorella.

Alice, invece era il ritratto della madre, alta, snella, con lunghi capelli neri che usava come tela personale e quei magnetici occhi che facevano innamorare tutti i ragazzi che le passavano accanto. A differenza di suo fratello non aveva un animo tormentato, era molto dolce e gentile, ma non poteva nascondere il suo lato un po’ ribelle che aveva sempre preoccupato sua nonna e divertito i suoi genitori. Anche Ali aveva un grande talento artistico, ma i suoi modi di esprimerlo erano molto meno convenzionali di quelli di Jake e questo era motivo di numerosi litigi con il fratello.

“Jake, coraggio, stasera vuoi iniziare tu?”, la famiglia Hill rispettava molte tradizioni e durante la cena la più importante era la condivisione, ogni membro della famiglia prima di mangiare doveva esprimere in poche parole le emozioni provate durante la giornata e condividere con il resto della famiglia un segreto che si sentiva di poter confidare.

“Oggi mi sento triste perché esattamente 5 anni fa papà ci diceva di essere forti, poco prima di morire, ma allo stesso tempo sento di aver rispettato il suo volere e di essere diventato il figlio di cui sarebbe andato fiero.”

“Grazie Jake, è davvero un pensiero profondo. Ali?”

“Oggi mi sento felice, perché ho scelto il quadro preferito di papà per questo mese!”

“Grazie anche a te Ali, ma non pensi che sarebbe meglio usare una vera tela? Lì il colore almeno rimane per sempre…”

“Mamma, no! Non di nuovo, te l’ho già detto, voglio sentire papà sempre con me…”

“Va bene, per ora voglio rispettare il tuo modo di esprimerti, ma dovrai crescere in fretta e diventare una ragazza per bene prima dei tuoi 18 anni. Ora basta parlare, buon appetito!”

“Mamma, domani cosa hai in mente di farci fare a me e alla squilibrata?”

Due voci all’unisono lo ripresero: “Jake!”

I due fratelli non erano mai andati a scuola, nella famiglia Hill era compito della madre occuparsi dell’istruzione dei figli, poichè secondo la tradizione dovevano sviluppare il loro senso artistico e seguire i loro interessi senza sentirsi vincolati da orari e materie prestabiliti. Jake amava questa tradizione, in quanto sentiva di potersi esprimere al meglio e potendo gestire la sua vita aveva attraversato fasi particolari, infatti per alcuni mesi aveva deciso di invertire notte e giorno, poiché riteneva che il sole annullasse la sua creatività, poi però aveva dovuto interrompere dopo aver rischiato di dar fuoco alla cucina mentre tentava di prepararsi un hamburger.

Alice, invece, non sopportava questo metodo antiquato poiché avendo studiato sempre in casa, ora aveva difficoltà nel rapportarsi con gli altri e invidiava moltissimo le protagoniste delle sue serie televisive preferite. Anche lei avrebbe voluto far parte di un gruppo di amiche e organizzare feste in piscina e pigiama party, flirtare con i ragazzi e partecipare al ballo scolastico, ma quello che le riservava la vita era solo un noioso e odioso matrimonio combinato con un estraneo che avrebbe conosciuto solo una settimana prima del matrimonio, che era stato fissato un mese dopo il compimento dei 18 anni.

“Domani pensavo che potrei farvi fare un test, giusto per stimolare la vostra creatività. Che ne dite di provare a realizzare un’opera artistica in memoria di vostro padre, che racchiuda tutti i vostri sentimenti? Avrete 24 ore a partire da mezzanotte, sfruttatele al meglio!”

“Ma, mamma…domani era il mio pomeriggio libero…ti ricordi? Mi avevi promesso che mi accompagnavi a prendere quello skateboard fighissimo!”

“Alice, non parlare in questo modo, sei una signorina! E poi lo skateboard può aspettare, vorrà dire che avrai più tempo per pensare se ne vale davvero la pena spendere soldi per pagare il tuo biglietto di entrata sicura in ospedale.”

“Mamma, lo sai che sto attenta, non mi farò del male, lo giuro, non farmi aspettare un’altra settimana.”

“Non se ne parla Ali, così ho deciso, e ora su su, aiutami a pulire che oggi tocca a te.”

“Mmmpf, va bene ma’, come desideri.”

“Ehi squilibrata, porta rispetto alla mamma!”

“Taci Jake, vai a contare i minuti prima di mezzanotte per poter iniziare la verifica, secchione!”

“Jake, via da qua, Alice, prendi tutto quello che ti serve e inizia a pulire. Non voglio sentire altri battibecchi da adesso fino alla fine del test, risparmiate il fiato e date voce alle emozioni.”
  
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