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Autore: P S T D    12/04/2015    1 recensioni
Quando sei al freddo, trascinando i tuoi stessi organi interni e anche la speranza ha fatto ciao ciao e ti ha mollato, ti viene il pensiero che non sarebbe male morire in maniera eroica. Che bisogna andare avanti in nome di chi si é sacrificato per te. Ma il destino ti ha riservato solo gatti demoniaci sovradimensionati assetati di sangue. E allora merda, merda, merda.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quando la falena muore apri le braccia e reclini la testa. Ti piovono addosso fiotti di sangue che sembrano luce liquida, colori che credi di vedere per la prima volta in questo mondo nero. Bevi avido l' anima che scroscia via dalla carcassa morta sul ponte, cullato dalla eco che emette mentre diventa parte di te e a pensarci ti senti un po' colpevole di aver zittito un così bel canto, ma il silenzio è sempre meglio di un mostro che attira gli sventurati con una melodia per poi ucciderli a dardi di luce.
No?
La Strega muove le labbra, ma non percepisci alcun suono. L' evocazione ne ha portato qui l'  immagine da chissà quale mondo, troppo troppo lontano: neanche ora che le vostre realtà si toccano la sua voce riesce a superare l' abisso della distanza. Trovi ci sia qualcosa di tremendamente sbagliato in tutto questo - così come sarebbe sbagliato il fatto che uh, il Mondo sia finito? - e non riesci ancora a digerire il non poter conoscere nulla di una persona escluso un nome inciso per terra. Ma ai fantasmi che viaggiano tra i mondi è concesso solo il linguaggio dei gesti, le realtà stanno tornando sui loro binari e lei sta tornando ad essere un grumo informe di nebbia e ti sembra così poco, ma l' unica cosa che puoi offrire come ringraziamento è il tentativo di strapparle un sorriso azzardando un inchino...

Hai stretto i denti per tutto il tragitto. Hai maledetto la tua umanità dal momento preciso preciso in cui quella bocca innaturalmente larga si è chiusa sul tuo fianco e zanne grosse come coltelli hanno lacerato il cuoio bollito per prendersi un assaggio delle tue budella. Non ti puoi fermare, saichenonpuoi, stai innaffiando il sottobosco col tuo sangue, stai lasciando una scia che attirerà ogni cosa che corre/striscia/ha sempre fame di carne umana in questo fottuto bosco... e maledizione non fermarti! Muovetevi gambe di merda, niente, crollano e la tua faccia finisce a dare un bel bacio alla lettiera. Ha un odore dolciastro, ti ritrovi a pensare e sei consapevole di essere un idiota perchè dovresti alzarti e correre correre correre invece  di metterti a contemplare cumuli di merda, terriccio e foglie secche.
L' armatura è pesante.
in un primo momento la tua mano destra era impegnata a tamponare la ferita. Ma il sangue ha continuato a sbrodolarti tra le dita con uno SBLOB rivoltante e hai deciso che ti sta bene morire dissanguato pur di non sentirlo, quindi le hai portate all' elmo e te lo sei sfilato. Non sai neppure dove hai trovato la forza di girarti sulla schiena, ma va bene così. Hai bisogno di aria, di un secondo da passare immobile. Non importa se stai invitando a cena tutti i predatori della radura, e la cena sei tu. 
Sei freddo. Il Mondo è freddo.
Non riesci neppure a coordinare le dita come si deve per staccare la fiasca di Estus dalla cintura. La rovesci due volte prima di trovare la maestria necessaria a sollevarla sul tuo fianco e versare il fuoco liquido nella ferita. Urli come una ragazzina mentre il calore scorre tra i due lembi di carne ricostruendo nervi, vene e la polpa sanguinolenta che neppure sapevi di avere sotto l' armatura, il rumore è lo stesso che fa il ferro arroventato quando Andrei lo immerge in acqua. 
FSSSSSSSSSSSST!
Non azzardarti a svenire, non puoi non puoi! Ma non sei neppure capace di formulare il pensiero di cambiare posizione e resti così, col respiro mozzo e le lacrime agli occhi, le carni fumanti, nessuna cura neppure per la fiasca che ti si sta svuotando addosso. Non importa, sei gia zuppo di sangue e sudore e l' Estus è calda, a differenza di ogni altra cosa nell' Universo.
Il guerriero del Santuario direbbe che stai avendo ciò che ti meriti, perchè sapevi che è così che sarebbe finita. Scoppierebbe in quella sua risata viscida se ti vedesse in questo stato, perchè tanto non c' è nulla da salvare e nessuno di voi ha mai avuto davvero una possibilità e se ora sei a terra agonizzante è solamente colpa tua. Per questo preferisci non pensare a lui, sarebbe meglio non pensare a nulla in realtà, ma il corpo ancora non si muove ed hai il terrore che se smetterai di rimuginare allora si che diventerai Vuoto. Per questo, se proprio devi pensare a qualcuno decidi che il migliore è Siegmeyer. Siegmeyer, che incontrasti per la prima volta all' ingresso della Fortezza, metà addormentato e tre quarti sbronzo. Siegmeyer, che una volta festeggiò il vostro incontro presso un falò trascinando dal Borgo una botte di birra scura, al punto che eravate talmente ubriachi da cantare una serenata al serpente primordiale. Siegmeyer, che si è gettato tra i demoni, si è gettato per te: senza ragione, senza che tu potessi fermarlo, e ha continuato a urlarti di scappare anche mentre i tentacoli lo schiacciavano e decine di bocche gli strappavano l' armatura di dosso. Siegmayer, che...
Le fronde degli alberi tremano, per un attimo filtra la luce del sole morente. Non è il vento. Non è un terremoto. È solo qualcosa di troppo grosso, troppo pesante, troppo poco morto. Muovi la testa verso la vibrazione - il tuo collo urla pietà per l' improvviso sforzo, non sono mica scherzi da fare questi - e ti penti di averlo fatto. Il felino gigante ha la schiena grossa come quella di un toro, incurvata a tal punto che ti chiedi come faccia a non spezzarsi, l' arcata delle spalle decorata con una foresta spelacchiata e ritta, il manto blu e bianco costellato di foglie morte. l' occhio sinistro è solo una poltiglia appiccosa da cui sbuca il manico della tua spada, il destro una scintilla azzurra, accecante nel buio del giardino.
Il bastardo è ancora vivo.
  
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