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Autore: Wearewhoweare    12/04/2015    4 recensioni
"Harold, si può sapere dove abbiamo sbagliato con te? Non c'è stato giorno in cui non ti impartissimo la giusta educazione o i giusti insegnamenti. Già era sconvolgente che uscivi con donne più grandi di te, ma ora? Ora anche gli uomini? Ma dico sei impazzito per caso? C'è forse qualche strana larva nel tuo cervello?" sbraitò la donna.
Harry capì di aver proprio esagerato quella volta.
Forse uscire con un uomo non è stata la sua migliore idea.
Rettifico: forse farsi beccare a leccare panna dal corpo di un uomo non era stata la sua migliore idea.
Prince!Harry | Uni!Louis
Larry| Ziam| Nosh| Accenni Ashton/Gemma
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Prim, questa fanfiction è per te.
A Prim. che domani vedrò.
A Prim, che ha deciso che il nostro giorno è a Novembre.
A Prim, che ha creato la Prils.
A Prim, che beh sarete stanche di sentirlo, ma è diventata così tanto in così poco tempo che sembra che ci conosciamo da una vita.
A Prim, che per la prima volta posso dire veramente "A domani, Honey"

A Efp, grazie per avermi donato qualcosa che non potevo comprare.

 



"Sii fedele a te stesso da che deve seguire, come la notte al giorno, che tu non potrai essere falso con nessuno."  








"Tu sei pazzo!" mormorò per l'ennesima volta Harry sulle labbra di Louis.

Louis ridacchiò, non riuscendo a fare altro. 
Era tutto troppo: il popolo che gridava il suo nome, l'emozione nel rivedere i suoi occhi verdi, la passeggiata a cavallo per tutta la parata, l'arrivo a palazzo e il bacio infinito. Era tutto troppo.
Louis Tomlinson iniziava a pensare di non meritarsi tutto quell'amore.

Si scambiarono ancora una serie di baci prima che Harry interrompesse il momento dicendo: "Ora devo andare, Lou, ma torno presto, ok? Chiamo qualcuno che faccia da guida a te e agli altri per visitare il palazzo, vedrai che ti piacerà!" 

Louis sorrise anche se si sentiva un po' triste all'idea di doversi separare così presto da quel corpo che sembrava attirarlo come il gomitolo attira i gatti.

"Ok, principe, torna in fretta!" gli disse, baciandolo.
"Prestissimo, giuro!"




#


"Sei un fottuto idiota, Devine! Potevi ammazzarti! Hai buttato giù da cavallo una guardia reale, per la miseria! Avrebbero potuto accopparti nel giro di un secondo! Ma che cavolo avete tu e Louis nella testa?"
"Io-" 
"NO! Non fiatare nemmeno, Dio. quanto sei idiota!" Niall da ormai mezz'ora continuava a fare su e giù nell'atrio del palazzo continuando a strigliare Josh e a inveire contro di lui.
L'altro non era ancora riuscito a parlare e sospettava che Niall lo stesse facendo apposta.
"Niall..."
"No! Meno male che il Re ha fatto - "
"Niall"
" - Segno di mettere giù le armi!"
"Niall!" alzò la voce, stanco il batterista.
Niall all'urlo di Josh si fermò e si girò verso quest'ultimo, Josh sembrava l'emblema della tranquillità mentre lui era in una pozza di sudore in cui sarebbe potuto annegare.
Josh si avvicinò verso Niall e gli si parò davanti per potergli parlare.

"Quando andiamo a scegliere Plettro?" non diede tempo a Niall di rispondere perché lo stava già baciando.

Tutte le paure di Niall si dissolsero come se non ci fossero mai state.



#


"Beh, non possiamo dire che Harry si tratti male" disse Liam.
"Liam, è un fottuto principe. Secondo te viveva in una bettola come il nostro dormitorio?"
"No, però questo è veramente... Wow " rispose Liam indicando l'entrata quasi fiabesca del palazzo.
Zayn sbuffò sconsolato, ma dovette dare ragione a Liam questa volta. Quel castello era qualcosa di fantastico e non vedeva l'ora di entrare all'interno per poterne studiare lo stile architettonico, sperando che glielo avrebbero concesso. 
Pregherò Louis di fare un lavoretto a Harry in caso contrario, pensò  Zayn.

Liam non sentiva più parlare Zayn e preoccupato di aver fatto detto qualcosa di sbagliato, si girò verso di lui notando che il suo ragazzo stava guardando ammirato l'entrata del palazzo. Ammirò come i suoi occhi si illuminarono quando videro gli inserti in oro delle porte. 
Promise a se stesso che avrebbe fatto di tutto per vedere ancora quello sguardo in Zayn. Avrebbe fatto di tutto per vedere quel sorriso.

"Ti giuro che ti porterò a vedere ogni monumento e ogni museo di questo mondo, Zayn" sussurrò Liam.
Zayn rimase un po' scosso da quell'affermazione, ma poi parlò. "La più bella opera d'arte la guardo tutti i giorni. Ed è affianco a me in questo momento."  
Le guance di Liam si imporporarono e i suoi occhi non incontrarono quelli di Zayn. Troppo imbarazzato per l'affermazione del suo ragazzo, si limitò a stringergli la mano.


#


La combriccola dell'arcobaleno, che si era lasciata alle spalle Ed e che aveva abbandonato a casa Stan, si era riunita nell'androne del palazzo ad aspettare la guida che li avrebbe portati a visitare quella struttura così maestosa.

Stavano discutendo su quale dei loro fidanzati fosse il migliore, quando Louis disse sogghignando: "Ragazzi, per favore, io ho incontrato il principe azzurro in tutti i sensi quindi vinco io. Mentre voi siete fottuti... oppure siete voi che fottete?" 
Le battute squallide di Louis non sarebbero mai cambiate e questo lo sapevano bene i suoi amici. Però fare quelle battute in un palazzo reale non era molto appropriato.

"Tu devi essere Louis, e rigiro la domanda a te, sei tu che fotti o ti fai fottere?" disse una voce femminile.

Louis si girò di scatto e incontrò un Harry con i capelli lisci, il rossetto e con indosso un tubino color pesca lungo fino al ginocchio e con scollo a barca. 
Lo sguardo sbalordito dei quattro fece capire alla ragazza che la sua somiglianza con Harry non era passata inosservata.
Sbuffò, quella cosa succedeva tutte le volte, "Sono Gemma, la sorella di Harry"
 
Un coro di "Ah, ora si capisce tutto" scoppiò nella stanza.
"Ora che avete assodato che Harry non si è infilato una parrucca, Louis, vuoi rispondermi?"
Il viso di Louis assunse una sfumatura violacea che fece scoppiare a ridere la principessa di Danimarca.
"Sei adorabile!" esclamò scandendo ogni sillaba. "Ora capisco, perché Harry ti ha scelto!" 
"Ehi! Io non sono adorabile! Io sono virile!" sbottò Louis, poggiando tutto il peso su una gamba e sporgendo il sedere all'infuori con le mani sui fianchi.
"In quella posizione sicuramente non sei molto eccitante"
Louis scandalizzato da quell'insolenza - ora capiva da chi aveva preso Harry - incominciò a camminare verso l'uscita per poi girarsi e dire: "Allora ci muoviamo?"

Gemma guardò Louis sculettare verso un'altra stanza e capì solo in quel momento perché suo fratello avesse veramente scelto quel ragazzo. In quei pantaloni neri ci aveva trovato un nuovo mondo tutto da esplorare.

"Asciugati la bava, principessa" disse Josh per poi seguire Louis.

Quei ragazzi le piacevano, altroché se le piacevano.


Quella giornata così intensa, si concluse con la presentazione ufficiale tra Louis e i genitori di Harry, inutile dire che Anne guardò storto Louis per tutto il tempo, la regina però non aveva tenuto conto della sfrontatezza di Louis. 
Louis si sentiva a disagio sotto lo sguardo duro della regina, ma non avrebbe mai abbassato gli occhi per una persona che non aveva motivo di odiarlo. Amava suo figlio, qual era il problema? 
Louis concluse le presentazioni, salutò Harry con lo sguardo e, scusandosi, si diresse verso quella che gli avevano indicato come la sua camera . Si stese sul letto pensando che forse era stato troppo precipitoso a voler correre da Harry così in fretta. Poi si diede dell'idiota da solo, perché il sorriso di Harry gli era mancato come l'aria.







#


"Svegliati, dormiglione, ché il sole splende alto nel cielo!" gridò una voce allegra nella stanza.
Louis brontolò per cinque minuti circa prima di decidersi ad aprire uno dei suoi occhi cerulei per vedere chi aveva osato interrompere il suo sonno.
"Niall, perché non ti ammazzi?" chiese, sbuffando e nascondendosi sotto il cuscino.
Niall sbuffò per la scontrosità del suo amico, e avvicinandosi al letto, tolse il cuscino dalla testa di Louis e disse: "Mancherei troppo a Josh, lo sai! Ora alzati che hai una giornata dura, dobbiamo rivedere il tuo itinerario"
"Da quando ho un itinerario?" chiese confuso.
"Da oggi. Su che la giornata è appena iniziata!"

Louis si chiese chi diavolo glielo avesse fatto fare.




***




Un ragazzo che veniva dalla periferia di una qualsiasi città americana non si poteva di certo aspettare che il ruolo di fidanzato di un principe fosse così soffocante.
Nelle due settimane successive al suo arrivo aveva dovuto presenziare a ogni evento sociale a cui era stato invitato Harry. La prima uscita ufficiale come fidanzato fu un completo disastro perché a Louis, mentre veniva presentato da Harry stesso al principe di Norvegia, cagò un piccione in testa e fu obbligato a rientrare a palazzo per evitare altri possibili imbarazzanti disastri. 
O della volta in cui per sbaglio seguendo un consiglio di Zayn insultò la duchessa ,di chissà quale posto, paragonandola a un lama che mangia angurie. 
Che poi i lama possono mangiare le angurie?
Louis però non si preoccupava più di tanto, anche perché le cose con Harry andavano a gonfie vele. Tutti i pomeriggi in cui erano stati liberi li avevano passati a passeggiare nell'enorme distesa della famiglia reale, avevano scherzato e parlato di cose serie, avevano giocato a nascondino per poi farsi trovare subito perché si mancavano a vicenda. 
Louis oramai era certo di amare Harry e glielo voleva dire, sul serio, ma non aveva il coraggio, ma neanche di questo si preoccupava, avevano tutta la vita davanti, no?

Ora Louis si trovava nel giardino ad aspettare di scoprire il suo itinerario della giornata da Niall che ormai aveva Josh sempre alle costole, non lo mollava mai. Una cozza.
Ma chi voleva prendere in giro a fare finta di giudicare il suo amico? Pure lui era una cozza.

"Ciao, Lou!" gridò per l'appunto la cozza ancorata a Niall.
" Ehi, Josh, come va?"
"Tutto bene, oggi farai una cosa che ti piacerà!"
"Scoperò con Harry?" chiese Louis con gli occhi già che brillavano per la felicità - Lui e Harry non avevano ancora fatto niente e lui stava decisamente scoppiando. I due lo guardarono straniti prima di guardarsi tra loro e guardare di nuovo Louis.
"No... andrai a visitare un nuovo ospedale pediatrico che la famiglia reale ha finanziato"
"Sul serio?! AH! Questa sì che è una bella notizia!"


Louis dopo aver abbandonato i due piccioncini sotto l'albero si era diretto nella sua stanza per poter fare delle ricerche su quel nuovo ospedale.
Aveva scoperto che l'iniziativa era partita da un associazione benefica la "Red Nose Association"  appena lesse il nome sorrise, perché sapeva cosa fare per far divertire quei bambini che avrebbero visitato. 
Ora che aveva deciso doveva solo chiedere aiuto ad una persona abbastanza importante: Gemma.



***


Harry stava aspettando Louis all'auto, erano già in ritardo, che cavolo stava facendo quell'idiota? 
Richiamò Niall alla sua attenzione. "Niall , puoi spiegarmi dove cavolo è Louis?"
La bocca di Niall formò una piccola "o" prima di chiedere: "Non sei stata avvertito? Gemma e Louis arriveranno con un'altra macchina, tu dovresti essere già partito." 

Harry mormorò un insulto prima di entrare di macchina e partire per l'ennesimo evento organizzato a posta per lui.
Almeno questo farà felice Louis. Pensò.


Arrivato all'ospedale, Harry fu molto felice del risultato, non era il solito ospedale triste e bianco, sembrava più un parco giochi, ed era così che lo aveva progettato insieme agli architetti. I bambini sarebbero stati felici ci poteva scommettere il suo culo.
Si presentò alla conferenza stampa e rispose a tutte le domande che gli posero facendo di volta in volta sorrisi di circostanza per non sembrare troppo freddo e distaccato dalla causa.
Harry amava aiutare il prossimo, ma odiava tutte quelle interviste che servivano solo a far sembrare i reali meno peggio di quello che erano in realtà. Tutte cazzate, secondo lui, i reali erano tutti dei montati pieni di soldi. Lui compreso. Solo che non si riteneva pari a loro perché lui era un po' più umano, e questo solo grazie a Louis.


"Allora, principe Harold, come stanno andando i preparativi per la sua incoronazione?" 
"In verità molto a rilento, i miei continui..." 
"Ma quello non è Louis?" sussurrò un giornalista indicando la porta di una stanza. 
"...impegni e la visita di Louis qua erano inaspettati e sto cercando di destreggiarmi al meglio"
"Oddio, ma che cosa ha fatto? È proprio lui! Andiamo a vedere" Il giornalista si avvicinò alla stanza e iniziò a scattare foto dell'interno.
"Louis, rimarrà qui a tempo indeterminato?"
"Sinceramente, spero proprio di sì!" rispose ridacchiando il principe.

Una serie di borbottii e flash distolse l'attenzione del principe da giornalisti davanti a lui, un piccolo gruppo di paparazzi stavano scattando foto all'interno della stanza dei giochi, in quel momento pensava che fosse ovvio scattare foto all'ospedale piuttosto che a un principe ma un "Non ci credo che l'ha fatto davvero! Louis sì, che sa come farci divertire!", il nome del suo ragazzo pronunciato dalle labbra di quell'uomo fu la goccia che fece traboccare il vaso. Harry si alzò scusandosi e sotto lo sguardo severo della madre si avviò verso quei fotografi, quando lo videro si tolsero subito dalla strada del principe. Harry guardò dentro la stanza e, beh, in quel momento capì che se avesse potuto avrebbe sposato in quell'esatto momento Louis William Tomlinson.
Louis sentendosi forse osservato alzò lo sguardo e incontrò quello fiero del suo principe, scosse la mano a mo’ di saluto e gli sorrise prima di aggiustarsi il naso rosso sul naso per poi continuare a giocare con i bambini.


***

La regina entrò nello stesso van di suo figlio e quando quest'ultimo salì lei li lanciò uno sguardo omicida.
Il futuro Re sospirò. "Dimmi, ti ascolto" disse rivolto alla madre.
Anne guardandolo di traverso per il suo atteggiamento parlò, altroché se parlò. 
"Mi puoi dire che cos'ha nel cervello quel Louis?! Tingersi i capelli di rosso fuoco?! Ma è impazzito per caso?!"
"Mamma stai calma, l'ha fatto per far divertire i bambini, non ha ucciso nessuno" esclamò stanco delle solite lamentele.
Sua madre lo fulminò con lo sguardo, "Tu non capisci, Harold! Lui non capisce! Non è come noi! Non si rende conto che abbiamo un'immagine da mantenere! E cosa di non poca importanza è, che ora quando domani usciranno le foto sulle riviste, nessuna di esse accennerà al contributo che la famiglia reale ha dato per l'ospedale, si concentrerà solamente sui capelli di quello stupido ragazzo!"
"MADRE, ORA BASTA! Non ti permetto di parlare male di Louis, sono stato chiaro? Non permetterti mai più. Louis è una persona fantastica e voleva solo far divertire dei bambini, quindi me ne frego della buona immagine, ok?" 
La regina stette in silenzio e pensò che quella questione doveva risolverla da sola.


#

Louis era nervoso, la regina lo aveva convocato. Sentiva una strana pressione al petto, come se qualcosa dovesse andare storto.
Harry gli aveva accennato del fatto che la regina non era stata molto felice del suo "teatrino" il giorno dell'apertura dell'ospedale.
Da quel giorno ne erano passati sette e ancora non si faceva che parlare dei suoi capelli rossi, ora sbiaditi. 
Scortato da Niall raggiunse la camera da svago della regina. Arrivato lì, convinto che Niall fosse ancora dietro di lui, si girò per avere la conferma che il suo amico lo sostenesse e che non l'avesse abbandonato nel momento del bisogno. Niall però era sparito. Louis odiava Niall, decisamente.

Aprì la porta lentamente e sospirò pesando che avrebbe voluto fare un sacco di cose prima di morire. 
Entrò nella stanza e vide la regina girata di spalle mentre dipingeva un quadro. Louis poté constatare, spostandosi un po' di lato, che la regina stesse disegnando lui. Lui e i suoi capelli rossi. 
"Salve" disse cercando di restare calmo. "Ha chiesto di chiamarmi, cosa desidera?" 
Intanto la regina si era girata a guardare quello che lei considerava una perdita di tempo. Sorrise sghemba, per poi essere ricambiata da un Louis alquanto affranto. Poteva capire quanto il sorriso della regina fosse stato falso, non gli serviva una laurea. 
"Siedi, Louis, siedi con me" parlò lei con la sua solita aura regale. La regina si avvicinò alla poltrona rivestita di quello che a Louis sembrava raso e gli indicò la sedia accanto. Si mosse velocemente e sperò che quella tortura finisse al più presto.
"Sai, Louis..." iniziò lei sorseggiando il thè che inizialmente era riposto sul tavolino. "Ti dona il rosso" 
Louis abbassò lo sguardo sentendo quelle parole dette con astio. 
"Io..." Louis, fece una pausa e giocò un po' con le pellicine delle sue mani per poi continuare dicendo "Non volevo, so che non ha gradito la mia iniziativa" 
La regina lo guardò severa, per poi prendere un bel respiro e parlare. "Non è che non l'ho gradita, ma sarei stato più felice se il popolo durante queste settimane avesse parlato del fatto che la corona abbia incoraggiato e investito su un così ambizioso progetto, piuttosto che dei tuoi capelli rossi" 
"Stavo solo pensando a quei bambini, non volevo recare imbarazzo o attirare l'attenzione su di me" rispose Louis cercando di scusarsi.
"Non dubito della tua bontà, Louis, e sono certa che tu non l'abbia fatto per attirare i media su di te, ma questo non cambia le cose" gli disse guardandolo negli occhi blu.
"Che cosa intende dire?" chiese Louis alzandosi, non poteva permettere di essere aggredito da una donna parzialmente omofoba e attaccata all'etichetta e alla visibilità.
"Tu non vai bene per mio figlio. Lo so io, come lo sai tu e come lo sa anche lui. È solo troppo cieco per  accorgersene. Non fai parte di questo mondo, Louis, non fai parte del mondo di Harry. Ti sei divertito in queste settimane a fare il reale, ma adesso basta: il gioco è finito e con esso è finita la tua permanenza qui" 
La regina era impassibile mentre pronunciava quelle parole che avevano distrutto il cuore di Louis.
"Non vai bene"
"Non sei il benvenuto"
Quante volte ancora avrebbe dovuto ascoltare quelle cose? Era stanco.
"Mi sta forse cacciando?" chiese, sfinito.
Anne sorrise divertita da quella domanda per poi rispondergli come solo una regina sapeva fare: si alzò e gli andò vicino, pose la sua fine mano sulla spalla del ragazzo e poi parlò. "Non potrei farlo, Harold non me lo permetterebbe. Ma stai certo che di questo passo si accorgerà anche lui dell'errore che sta commettendo permettendoti di stare al suo fianco. È questione di tempo, caro Louis, in fondo Roma non è stata costruita in un giorno". Si fermò togliendo la mano dalla spalla del giovane, gli sorrise come era solita fare e poi continuò "Ora puoi andare, Louis, è stato un piacere parlare con te"
Louis, nel modo più veloce possibile, si congedò da quella stanza, quando fu finalmente fuori corse a perdifiato sotto l'albero in cui era solito stare con Harry.
Si accasciò sotto di esso e incominciò a piangere. Negli ultimi cinque anni aveva pianto solo due volte: una volta per Harry e una volta per la consapevolezza di non essere abbastanza per rimanere al fianco del suo principe.

***

Gemma stava camminando tranquilla per il giardino. Quel giorno aveva passeggiato con Ashton per tutto il pomeriggio e non c'era cosa che lei amava di più fare che stare con quel giardiniere con le bandane. Durante la passeggiata si erano promessi che avrebbero provato a lottare per il loro amore, avrebbero fatto come Harry e Louis. Perché se c'era una cosa che Gemma conosceva bene era la severità di sua madre e Harry aveva sempre sfidato quel lato della regina, ma questa volta stava veramente sfoggiando tutte le sue armi. Ogni volta che prendeva per mano Louis sembrava volesse dire "Ehi, lui è mio e io sono suo, è giusto così" e Gemma non poteva esserne che felice.
Si godette un altro po' di quel magnifico verde e del rumore degli uccellini, quando un singhiozzo rovinò l'atmosfera.
Louis era seduto sotto il vecchio salice che Harry da piccolo usava come ritrovo con Niall ed era in preda ad una crisi di pianto. 
Gemma sospirò affranta. Non raggiunse però Louis, perché il ragazzo non aveva bisogno del suo aiuto nel consolarlo. Lei sapeva bene che quel giorno sua madre aveva convocato Louis con la scusa di una "chiacchierata", ma ovviamente lei non era stata molto carina. Louis aveva bisogno di qualcuno in quel momento, ma restare lì a consolarlo non avrebbe condotto a niente. Sarebbe andata nella vecchia biblioteca a cercare un modo per salvare il suo amore. Sarebbe riuscita a salvare Louis e Harry. Lo promise sulla corona.


***

Se avessero chiesto a Niall qualche mese fa quale fosse la persona più regale di questo mondo, avrebbe risposto Harry. In quel momento, però,  guardando il suo amico nell'abito più bello che Armani avesse mai confezionato si dovette ricredere. Louis Tomlinson dopo una settimana di lezioni di bon ton era diventato una delle persone più eleganti che conoscesse. Il suo portamento sembrava essere spuntato da un momento all'altro. Sinceramente parlando,in quel preciso istante, se qualcuno avesse visto Louis non avrebbe notato differenza tra lo studente e il principe Harry.
Separati erano di un fascino mostruoso e i loro sguardi erano magnetici. Vicini però erano qualcosa di magnifico, sembravano essere nati per stare insieme e posare come due fotomodelli. Lì in quella stanza in cui tutti stavano ballando compresi Louis e Harry, nessuno riusciva a distogliere lo sguardo da quelle due figure che danzavano sulle note di una canzone conosciuta. 
Josh tirò un pizzicotto al suo ragazzo per risvegliarlo, in cambio lui gli lanciò uno sguardo crudo, per poi tornare a sorridere nel momento in cui sentì la risata genuina di Louis. 
E, guardando quello spettacolo che erano il suo amico e il principe, ripensò ad una settimana fa. Esattamente nel momento in cui il più grande dei due entrò piangendo supplicandolo di aiutarlo.


"Dai,  Josh, smettila" disse Niall ridendo mentre si stava contorcendo sotto le mani del suo ragazzo che non la smetteva di fargli il solletico. 
La stanza, arredata completamente di verde, era riempita solo dalle risate di Niall che non riusciva a far star fermo Josh. 
Josh dal suo canto non trovava motivo per smettere. Era così esilarante vedere il suo ragazzo cercare di non farsi la pipì addosso che era impensabile il non smettere.
Il batterista però non era cattivo e non voleva vedere Niall umiliato, così smise di torturarlo e si avvicinò al suo viso. 
Niall immaginò che il ragazzo volesse un bacio, e glielo avrebbe anche dato, però non avrebbe ceduto. 
"Pensi di meritartelo?" chiese.
"Fammi pensare..." disse Josh toccandosi il mento con l'indice e facendo l'espressione che ritenne più da pensatore. 
"...direi proprio di sì" rispose alla fine sfoggiando uno sguardo malizioso.
Si avvicinò nuovamente al viso di Niall, ma quest'ultimo con una delle mosse che aveva imparato a karate, ribaltò le posizioni e ora si trovava sopra Josh dettando legge.
Ora era lui che si stava avvicinando, ed era sempre più vicino, era praticamente già attaccato alle sue labbra quando qualcosa o meglio qualcuno lo interruppe.
"Niall!" gridò Louis entrando senza bussare. "Ho bisogno del tuo aiuto" 
Il ragazzo in questione non aspettandosi tale imboscata, sussultò all'entrata di Louis e cadde disgraziatamente a terra.
Inutile dire che Josh scoppiò a ridere, ma quando vide che Louis non contraccambiò la sua risata, alzò lo sguardo e vide che il suo amico non aveva neanche un accenno di sorriso, anzi. I suoi occhi erano cerchiati e una delle sue piccole mani stava fregando con forza un occhio come a voler scacciar qualcosa. Quel qualcosa che Josh sapeva bene fosse una lacrima. Si alzò e lo raggiunse, lo abbracciò di senza pensarci e gli sussurrò "Cosa c'è che non va, Lou?" 
Il più grande alla domanda dall'amico scoppiò di nuovo a piangere senza neanche provare a fermarsi. 
Restarono per molto tempo abbracciati tutti e tre sul letto di Niall, i due fidanzati cercarono di consolare il loro amico, ma non sembrava esserci modo. Anche perché l'interessato non fiatava.
"Lou..." disse Josh alzando il mento dell'amico che ora lo guardava singhiozzando. "Non puoi continuare così, dimmi cosa è successo"
Louis iniziò a raccontare e, alla fine della storia, nessuno dei due ragazzi sembrava stranito da quel che era successo. Come se se lo aspettassero.
"La regina Anne è molto severa" parlò Niall, alzandosi dal letto.
"Non ammette variazioni nei suoi piani, e tu, caro Louis, sei una gran bella variante. Non sa come gestirti, e questo mi pare ovvio. Quindi per farlo prova ad attaccarti"
"Riuscendoci" mormorò piano Louis.
Josh intanto sapeva che il suo fidanzato aveva già trovato una soluzione, solo che Louis doveva essere disposto a tutto.
"Niall, dicci il tuo piano" disse alla fine al suo fidanzato.
L'interpellato si girò a guardare per l'ennesima volta Louis prima di parlare. "Louis, preparati a diventare un reale"
"Che cosa?"

***

"Allora, mettiti i libri sulla testa e cammina fino alla fine del corridoio" disse Niall serio.
"Stai scherzando, vero?" 
"Ti sembra che stia scherzando, Louis?"
"Ma... pensavo che queste cose si facessero solo nei film."
"Mi dispiace, ma non è così. Anche io ho dovuto farlo."
Louis non pensava che imparare le regole del bon ton fosse così difficile, aveva immaginato atteggiamenti severi, ma le cose che gli aveva insegnato Niall fino ad ora erano al limite dell'assurdo. Non sarebbe mai riuscito a ricordarsi tutto. Ed era abbastanza ridicolo visto che si ricordava tutti gli elementi della tavola periodica, comunque. 
Alla fine pur sentendosi un idiota, fece quell'esercizio tutta la mattina e dopo tre ore riuscì a completare il tragitto dalla sua camera alla fine del corridoio senza far cadere nessuno dei tre libri. Si sentiva molto fiero di se stesso. 

"Bene, Louis, per oggi abbiamo finito. Domani sarà una giornata dura. Dovrai imparare un po' di danese e alcuni accorgimenti per fare brutta figura a tavola" disse Niall.
Louis annuì e poi corse da Harry che sicuramente lo stava aspettando sotto al solito salice.


#

"Da quando sai ballare così bene?" 
"Ci sono un sacco di cose che non sai di me, caro principe"
"Ah sì? Per esempio?" 
"Che gusto ci sarebbe a raccontartele?"
"È un invito a scoprirle?"
"Può darsi."
"Ciò implica che dovrei starti accanto per un po'. "
Louis sorrise e stavolta non rispose. Si limitò ad appoggiare la sua testa sul petto del principe e sospirò. Quella settimana era stata stancante, ma quella mattina era stata la peggiore di tutta la sua vita. A ripensarci gli veniva da piangere. In quel periodo forse stava piangendo un po' troppo spesso.

"Lou? Stai bene?" 
Il ragazzo alzò gli occhi verso il più alto e lo guardò per un paio di secondi, per poi rispondergli. "Tutto bene, Haz, non preoccuparti" 
Harry gli sorrise e poi lo prese per mano, si guardò intorno e vedendo sua madre occupata con la duchessa di Oldenburg parlò: "Andiamo, ti porto in un posto." 
Louis non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò trascinato in una stanza vicino a quella della sala da ballo. Questa stanza stranamente non ricordava di averla vista. Era di una tinta tenue forse tendente al giallo, ma non ne era molto sicuro dato che era illuminata solo delle luci della festa. 
Harry si appropriò velocemente delle sue labbra e Louis non ebbe neanche il tempo di protestare per essere stato sbattuto al muro che il principe aveva iniziato a torturargli il collo.
"Mh, Harry, fermati" disse con voce tremante.
Harry alzò lo sguardo sul suo ragazzo e lo guardò con aria interrogativa. "Che succede Louis?"
"Ci sono delle persone di là, non possiamo rischiare di farci scoprire" anche se in verità a Louis non importava molto di quello che avrebbe pensato la gente. Se Harry avesse prestato più attenzione, forse si sarebbe reso conto che il suo ragazzo era bravo quanto lui a dire le bugie.
"Hai ragione, solo che con questo smoking non riesco a resisterti, Lou" rispose Harry sfoderando un sorriso raggiante, perché al suo ragazzo importava che lui non facesse brutte figure. Sua madre si sbagliava e ora ne aveva avuto la conferma.
Un colpo di tosse lo destò dai suoi pensieri.
"Ehi, Niall, che succede?" chiese Harry girandosi verso il suo amico appena arrivato.
"È richiesta la tua presenza in sala conferenze" disse Niall.
"Certo, arrivo subito" disse sorridendo il principe, poi si girò e poggiò le sue labbra su quelle di Louis per poi sussurrargli: "Ho una sorpresa per te quando torno, aspettami qui, ok?".
Louis annuì e il principe se ne andò con Niall al suo seguito, sospirò e si sedette su una poltrona, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e nascose la faccia tra le sue mani.


Louis stava seduto come al solito sotto il salice. Era un po' come stava seduto ore sotto la quercia al campus, anche se quando era lì c'era sempre qualche cheerleader che si allenava o qualche giocatore di football che imprecava, però doveva dire che il palazzo non era tanto diverso. Davanti a sé stavano arrivando correndo tre ragazzi di cui due urlavano e sbraitavano come se stessero tifando per lui e l'altro, Liam, urlava parolacce al vento.
"Ragazzi, che succede?!" chiese allarmato.
"Non" parlò Zayn, "Puoi capire" continuò col fiatone. "Cosa è successo"
"E parla!" 
Josh tirò fuori dalla tasca una busta bianca e gliela consegnò.
"È la lettera della John Hopkins" disse Louis, guardandola. "Non voglio aprirla e, poi perché è arrivata qua?"" continuò poi restituendola al suo amico.
" C'è l'ha inviata Stan, ha detto che è arrivata una settimana fa. E  capisco che sei spaventato da un possibile rifiuto, ma, Lou, anche noi siamo curiosi e..."
"No!" disse Louis interroppendo Liam, "Voi non capite, non posso aprirla"
"Perché?" chiese Josh.
"Se..." prese un respiro profondo e poi continuò " Se dovessi aprire quella busta, e se fossi stato ammesso io dovrei lasciare la Danimarca, e di conseguenza Harry e..." 
"Stai rinunciando al tuo sogno?" chiese Zayn.
"Non è così, Zayn, ne ho un altro ora."
"Dove è finito il Louis che non usciva di sera per studiare? Dov'è il mio migliore amico che mi rompeva sul fatto che non vedeva l'ora di poter salvare delle persone? Che ne hai fatto del mio Louis?!" chiese Zayn arrabbiato, interrompendo Louis.
Louis non rispose e Zayn prese dalle mani di Josh la lettera e l'aprì. La lesse e gliela lanciò addosso.
"Complimenti, sei stato ammesso" detto questo si girò e si allontanò dal salice.
"Zayn!" urlò Louis.
Zayn si girò e vide Louis guardarlo mentre piangeva. Tornò indietro, lo abbracciò e iniziò a sussurrargli:  "Andrà tutto bene, te lo prometto"



"Ehi, che succede?" chiese Harry.
"Mmh?" domandò Louis alzando la testa. "Ti ho chiamato tre volte" disse ridendo appena Harry.
"Scusami, era pensieroso" 
"Questo l'avevo capito, quello che non capisco è il perché"
"Harry, io -" 
"Aspetta! Prima voglio farti vedere la sorpresa! Chiudi gli occhi!" disse il principe.
Louis obbedì e nel giro di pochi secondi si ritrovò nella mano un piccolo oggetto rotondo.
"Aprili."
Louis aprì gli occhi e vide un piccolo mappamondo. "E' bellissimo" disse rivolto a Harry.
"Aspetta, di aprirlo allora!" gli disse il principe sogghignando. Louis lo guardò storto per poi cercare di aprire quello strano contenitore e con uno sforzo immane per le sue piccole dita alla fine lo aprì.
Un anello.
Il ragazzo alzò gli occhi verso il principe, che in quel momento stava sorridendo come un bambino che guarda la prima volta Spiderman.
"E questo?" chiese Louis.
"Vuoi sposarmi, Louis William Tomlinson?"
Louis aprì la bocca per parlare e poi.


 

#

"Joshy, abbiamo ballato abbastanza per stasera" disse Niall in preda a uno sbadiglio.
"Dici?" 
"Dico, dico" 
"Niall?"
"Cosa?"
"Ti devo dire una cosa, vieni con me" disse Josh.
Niall seguì il suo ragazzo nella loro stanza, restò in silenzio per tutto il tempo perché sentiva una strana sensazione e non gli piaceva. 
Josh d'altro canto non sapeva cosa fare, non riusciva neanche a concepire quello che stava per fare. Fece sedere Niall sul letto e lui rimase in piedi.
"Stamattina è arrivata una lettera dalla John Hopkins per Louis. L'hanno ammesso"
"Ma è fantastico! Harry sarà felicissimo! Però perché mi sembra che tu non lo sia?"
"Perché Louis ha accettato di andare e non rimarrà qui. Non resterà con Harry."
"Beh è normale, mica è in Danimarca questa università" disse Niall ridendo.
"Louis lo lascerà. Lo starà già facendo ora"
"Che cosa vuol dire?" chiese.
"Non c'è niente da dire. Lo sta lasciando, ma non ti ho portato qui per parlare di loro. Io vado con lui, me ne vado anche io, Niall" disse Josh, abbassando lo sguardo.
"Perché?"
"Perché non posso lasciare Louis e non possiamo stare insieme se tu stai qui e io sto lì."
"Possiamo invece!" gridò Niall. Non riusciva a credere che lo stesse lasciando così su due piedi.
"Niall, mi dispiace sul serio ma -" provò a spiegare Josh, ma Niall lo interruppe "No! Non fare questi giochetti con me! Io non posso crederci" disse sull'orlo delle lacrime.
"Niall..."
"Vattene."
"Fammi almeno spiegare."
"Ho detto vattene!" gridò.
Josh sospirò e uscì da quella stanza con la consapevolezza che l'aver scelto Louis fosse la cosa giusta, ma sicuramente non quella che lo faceva più felice. Amava Niall più di ogni altra cosa, ma non poteva rimanere lì sapendo che Louis sarebbe stato male e avrebbe perso se stesso. Quella mattina quando stava per lasciar perdere il suo sogno, aveva capito che Louis si stava perdendo e non potevano permetterselo. Lui era l'unico che riusciva a tenerli uniti e che li faceva ragionare. Non potevano perderlo. E visto che Louis li aveva sempre aiutati ora toccava a lui ad aiutarlo e se questo voleva dire lasciare Niall lo avrebbe fatto.

#

"H, sediamoci un attimo ok?" 
"Ok."
I due si sedettero sul divano e Louis prese le mani del principe prima di iniziare a parlare. "Sai, io lo so che ti sarà difficile capirmi, ma provaci" disse Louis, guardandolo negli occhi e accarezzandogli con la mano destra la guancia.
"Che succede, Louis?"
"Ascoltami e basta."
"Io ti amo, Harry, e forse non ce lo siamo mai detti, ma a che servono le parole quando so che il tuo cuore è mio come il mio è tuo? A che servono le parole quando mi basta baciarti sotto un salice, sapendo che quando mi alzerò avrò i pantaloni sporchi di verde? A che servono le parole quando bastiamo io e te?" 
Louis parlò lentamente perché volevo ritardare il più possibile il momento in cui avrebbe detto tutta la verità. Sapeva che gliela doveva. Louis però aveva la voce troppo incrinata per essere considerato tranquillo come sembrava ed Harry questo lo sapeva bene. Ed è forse per quello che sentiva che qualcosa non andava e quella brutta sensazioni gli tenne compagnia fino alla fine.
Prese un lungo respiro e si allentò la cravatta prima di continuare. 
"Ho lasciato tutto per poterti inseguire fini a qui e non perderti. Ho sperato che bastasse che uno di noi due avesse le palle per inseguire l'altro per fare in modo che le cose andassero. Ma non è bastato, H. E non perché non ci amiamo abbastanza, ma proprio perché lo facciamo troppo. Oggi è arrivata la lettera di ammissione alla John Hopkins."
Harry era sull'orlo di un pianto e Louis poteva capirlo dagli occhi lucidi e dal respiro affannato. Doveva fare in fretta o non ce l'avrebbe fatta.
"Stavo rinunciando. Per stare qua con te. E sai questo cosa vuol dire? Che stavo lasciando i miei sogni per restare qui, in un posto che odio. E non posso permettermi di perdere me stesso per te. Non rinuncerò ai miei sogni e quindi ti dico di no Harold Edward Styles, non ti sposerò."  
Louis finì il discorso forse in un tono troppo freddo, ma non riusciva neanche a sentire quello che diceva tanto era triste. Louis e Harry si stavano lasciando per l'ennesima volta, e forse ancora non se ne rendevano conto.
"Lou..." disse il principe, tirando su col naso. "Possiamo risolvere."
"No, H. Diventerai re e io non sono adatto a stare qui al tuo fianco. Non è il mio posto."
"È un addio?" chiese Harry, cercando inutilmente di non piangere.
"È un addio." 
Louis poggiò la sua fronte contro quella di Harry e per l'ultima volta ammirò da sotto le ciglia il viso bellissimo del suo amore. 
"Sarai un grande re, Harry. Anche senza di me" disse Louis, per poi baciarlo e andarsene da quella stanza che ora sapeva tanto di sconfitta. 
Sconfitto era Harry che aveva amato ma non era bastato.
Sconfitto era Louis che era stato costretto a scegliere.
Sconfitto era l'amore di quei due ragazzi che non meritava di perdere.








Buonasera! Avete visto? Sono stata puntuale, più o meno ahahah.
Alla fine di questa nota dovrei chiedervi una cosuccia.
Lo so che mi odierete, ma capite che non poteva essere tutto rose e fiori vero?
E non mandate maledizioni al povero Lou, perchè lui non può permettersi di abbandonare il suo sogno, perchè fa parte di lui. E vi avevo avvertito che quella fuga improvvisa per seguire l'amore avrebbe condizionato la storia. Louis ha abbandonato tutto per lui. Ogni cosa.
Zayn e Liam ci sono poco, ma perché loro si completano e non c'è molto da raccontare a parte momenti fluff ahhaah.
Josh e Niall, beh sono i miei amori patatosi e io li adoro. Anche qua c'è una precisazione, Josh lascia Niall perchè sa che Louis da solo non può farcela, e nonostante lui abbia ancora Zayn, Liam e Stan non può senza Josh. Per un motivo semplice in verità. Hanno condiviso lo stesso tipo di amore. Più o meno. Per questo Josh è convinto che (1 Louis da solo non ci sta. e (2 che le relazioni a distanza non fuonzionano. Non prendetevala anche con lui ahahah.
Ora passo ai ringraziamenti: ringrazio la mia beta, Marta, Prim, Sabrina e Fede. Grazie.
Rincgrazio le fantastiche persone che leggono solamente e le meravigliose ragazze che recensiscono. Vi amo sappiatelo. Non potete capire quanto. 
Fatevi sentire nelle recensioni se volete un po' d'amore ahah.
Il prossimo è l'ultimo capitolo, già. Quindi rullo di tamburi prego...
Volete il seuqel? Cioè in verità sarà una one shot, o al massimo due capitoli.
Però vorrei veramente che rispondeste perchè se no io non lo faccio, se non lo volete e se vi accontantate della fine. Detto questo vi saluto, per la penultima volta.
Wearewhoweare ( @angelidupla98 )











   
 
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