Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Ricorda la storia  |      
Autore: Bruck_5    12/04/2015    1 recensioni
"Facciamo un patto." Disse all'improvviso Calum.
"Eh dài, sentiamo..."
"Promettiamo di non allontanarci mai, qualunque cosa accada. Per nessuna ragione al mondo dobbiamo separarci. Se succede qualcosa di strano, si va avanti solo se entrambi sono d'accordo e per ultimo, ma non meno importante: tu prova anche solo a sparire dalla mia vista per farmi uno stupido scherzo e le bandane non saranno le uniche a sparire. Chiaro?!"
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"State per visitare il Castello di Athival, noto soprattutto per la sua immensità ed eleganza e per la figura di Veronica Lange. Qui si è svolta la vicenda che ha affascinato milioni di persone, una leggenda che mette abbastanza i brividi; poi sta a voi decidere se sia vera o meno. Ma non è cosa che ci riguarda, per questo motivo vi invito a seguirmi per la prima stanza: il salone."
Erano state le parole della guida: una donna che si aggirava ad un'età non superiore ai trent'anni. Ed erano state queste ad indurre la classe di alunni scalpitanti, ad un'innata tranquillità e ad un comportamento quasi "normale".
Soprattutto avevano colpito Ashton Irwin, il classico bullo sempre pronto a sparare qualunque tipo di cazzata su ciò che gli accadeva intorno.
"Ehi Ash! Non trovi sia una rosellina alquanto scopabile quella guida?!" Così gli aveva appena domandato l'amico stupido che lo seguiva in ogni sua mossa.
"Dài Cal, non fare il deficente! Per una buona volta ascolta..." Ashton era palesemente attratto dalla donna, ma non fisicamente; bensì era attirato da ciò che quella bocca morbida diceva.
A lui, anche se stentava ad ammetterlo dopo tutta la fama che si era creato, erano sempre piaciute le leggende - non per nulla a casa aveva almeno una decina di libri sui miti e le leggende - ed era anche innamorato dell'horror e di tutte quelle storie di fantasmi, mostri o alieni, che avevano sempre trovato modo di occupargli le ore libere facendogliele passare davanti a documenti scritti, giornali vecchi o internet.
"I lampadari sono vecchio stile, ornati di esattamente 24 diamanti e 15 rubini. Lo scheletro è in oro e anche se può parer strano, in mezzo a tutta questa costosità, ci sono dei filamenti di ferro e rame per dare un'aggiunta di colore. Come potete vedere questa sala è abbastanza grande da poter ospitare almeno dieci classi come la vostra, questo perché il Signor Lange, al momento della costruzione di questa regale dimora, ha fatto a meno di avere le braccia corte ed anzi si è ben riguardato dal non tralasciare nemmeno una misera moneta nel suo conto bancario. Proprio così! Per dare forma al suo sogno Albert Lange è diventato povero. Ma se ve lo state chiedendo e so che non è così, ma è il mio lavoro e per questo mi pagano..." si levarano risate generali ed anche lei si lasciò sfuggire un lieve sorriso "Nessuno osava parlare male di lui. Tutt'altro! Lo elogiavano per questa sua decisione e tutti ammiravano la casa!"
Ashton era sempre più attratto da quel posto, era come se in qualche modo si sentisse legato a quel castello, come se ci fosse già vissuto. In ogni caso lui provava a concentrarsi sulle parole della donna, ma il suo pensiero fisso era solo uno: la leggenda.
Voleva saperne di più, voleva farsi raccontare cosa ci fosse di così misterioso. Si sentiva uno stupido poiché, sapendo dell'imminente gita scolastica, non si era nemmeno interessato di andare a cercare in bilbioteca o su internet qualche informazione. Prese il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e senza farsi notare lo accese portandosi alla pagina di Wikipedia e cercando la voce "Castello di Athival". Rimase basito nel momento in cui il risultato della ricerca dava: "questa voce non esiste".
Provò allora sulla pagina Google, ma tutto quello che ne venne fuori fu: 
"Athival, grande Caporale del Primo Battaglione dei Cavalleggeri. Fu lui a guidare la grande spedizione che portò gli inlgesi alla conquista della Isochitàllia; morì di una malattia non ancora riconosciuta nell' Ottobre del 1879. Lasciò tutto ciò che aveva alla seconda moglie che, presa dal potere, uccise la figlia dell'uomo facendola a pezzi e nascondendone ogni parte in un luogo diverso del castello ereditato. Qualche tempo dopo anche la donna morì in circostanze misteriose e tutto ciò che era a suo potere passò in definitiva al fidanzato della ragazza uccisa la quale, al compimento dei suoi quindici anni, aveva espressamento richiesto di mettere per iscritto un suo testamento in cui diceva di lasciare i suoi possedimenti ad Ashton Irwin, all'ora suo grande amico."
Ashton per poco non svenne. Il suo nome era scritto su quella pagina e lui si sentiva sempre più strano e debole. In un secondo momento provò a tranquillizzarsi, "Insomma anche l'attrice Anne Hathaway ha lo stesso identico nome della moglie di Shakespeare..." pensò e ad un certo punto cominciò a chiedersi quale diamine di Paese fosse l'Isochitàllia. Certo, di posti strani ne aveva sentiti a iose, ma tutti erano magari nomi antichi i quali erano stati cambiati con quelli riconosciuti adesso; oppure posti che non esistevano più. Fece mente locale su tutto ciò che in ventun'anni di vita aveva cercato, ma convinto precisò "Mai e poi mai, ho incontrato questo nome!"
La guida insieme a tutta la classe continuava a spostarsi da una stanza all'altra e lui spesso rimaneva indietro perché sempre intento a ripensare alla leggenda del castello e a quello Stato o isola o montagna o qualunque altra cosa potesse essere l'Isochitàllia. Che poi, non era nemmeno sicuro che fosse corretta la documentazione che aveva trovato o che comunque, facesse riferimento al Castello di Athival. Aveva trovato il cognome giusto, ma l'informazione lo era altrettanto?
Giunsero tutti insieme all'ultima stanza: la camera da letto di Veronica Lange.
"Qui era dove la piccola Veronica, figlia di Albert, dormiva, leggeva, creava e si dice anche  si incontrasse con il suo migliore amico e dopo poco tempo anche fidanzato. La loro relazione ha delle unioni con Romeo e Giulietta: anche il ragazzo, non amato dal padre e dalla matrigna di Veronica a causa della famiglia di cui faceva parte, si arrampicava su questo balcone e faceva capolino nella stanza della ragazza per passarci insieme la notte. L'unica differenza dalla famosa opera è che l'unica a morire giovane fu la ragazza e non per colpa del fidanzato, bensì della matrigna che la uccise dopo un momento di pazzia."
Fu in quel momento che Ashton riprese ad ascoltare più attento di prima.
"Bene! Con la visita abbiamo finito. Se avete delle dom-"
"Può raccontarci della leggenda che fa da sfondo a questo castello?"
Dopo che la donna venne interrotta, tutti si voltarono a guardare chi aveva posto la domanda e tutti rimasero sorpresi nel sapere che fu Ashton a parlare.
"Io non so se abbiamo abbastanza tempo..." Provò ad insistere la donna. Per qualche motivo cercava di evitare quell'argomento.
"La prego." Lo sguardo di Ashton si fece insistente; aveva bisogno di capire, necessitava di spiegazioni.
La donna si compose e dopo un lungo sospiro cominciò a raccontare.
"Nel 1859, da Albert Lange e sua moglie Camille, nacque Veronica. Questa bambina sin dalla tenera età era rinomata per la sua inusuale intelligenza; lei già a quattro anni  sapeva leggere e scrivere. Quando compì dodici anni fece la conoscenza di un ragazzino di un anno più grande ed il suo nome era Ashton; in quello stesso anno la madre morì ed il padre sposò immediatamente un'altra donna. Era molto cattiva nei confronti di Veronica ma una vera piovra con il padre. Fortunatamente c'era questo Ashton con cui andava molto d'accordo, ma questo legame infastidiva il padre e la matrigna della ragazza. Questo perché fra le due famiglie scorreva un sangue colmo di puro odio ed è per questo che prima ho fatto riferimento a Romeo e Giulietta. Fatto sta che, quando Veronica compì i quindici anni scrisse un testamento, vedendo fare lo stesso lavoro dal padre. In quel suo scritto si assicurò di specificare che tutto ciò che avrebbe posseduto al momento della sua morte, sarebbe dovuto passare ad il suo migliore amico.
Albert due anni dopo dovette partire in spedizione insieme al suo battaglione ma, sfortunatamente venne ucciso tre anni più tardi; nel suo testamento aveva lasciato tutto alla seconda moglie. Presa dal potere divenne ancora più cattiva, poiché tutto quello che le rimase era il castello: vi avevo detto che Albert donò tutto quello che possedeva per creare qualcosa di simile.
Colta da un momento di pazzia, uccise Veronica. Decise poi di tagliarla a pezzi e di nasconderne ogni parte in stanze differenti del castello, quello che si racconta e che fa venire la pelle d'oca, è il fatto che si dice del fantasma della ragazza che qualche mese dopo s'è mostrato agli occhi della donna pazza e l'ha uccisa senza ritegno. Morendo la donna, si è fatto ricorso al testamento di Veronica, così la storia si conclude con la vittoria del bene poiché il castello finì nelle mani di Ashton. Di lui però e di quello che ne seguì, non si ha più traccia oppure non è ancora stato trovato nulla."

Ashton quella notte non riusciva a dormire. Era nella sua stanza d'albergo insieme a Calum, poiché in gita lontani da casa e ad un certo punto decise di alzarsi e di tornare al castello; non sapeva bene il motivo, non pensava a cosa cercare o trovare, voleva solo tornarci. Indossò i jeans, un maglione e le scarpe e legò alla fronte una bandana nera. Fece per uscire dalla camera ma sentì Calum parlare: "Ehi brò, dove diamine stai andando?" La voce era impastata dal sonno ma esageratamente alta.
"Cazzo Bruce Lee! Vedi di stare un po' zitto o evita di urlare così!" Bisbigliò Ashton per farsi sentire.
"Oh minchione, chiamami un'altra volta in quel modo e vedi che fine faccio fare alle tue bandane del cazzo... Dimmi. Dove. Vai."
"Ma farti un poì di cazzi tuoi?!" Ashton aprì la porta e sentì delle coperte spostarsi in modo selvaggio, segno che il cinese si stava alzando.
"E comunque sono neozelandese, quindi Bruce Lee per me non vale. Ora dimmi dove vai... Dài Ash! Sono curioso!"
"Taci cazzo! Taci! Lo so che sei curioso ma non urlare o mi farai scoprire."
"Stai cercando di scappare dalla guida di oggi...? Eh?" Calum accompagnò la sua domanda con un gesto rapido delle sopracciglia verso l'alto.
"No Jackie Chan dei miei coglioni. Torno al castello, di notte, dove tutto è buio e silenzioso ed anche pauroso ed inquietante. Vuoi venire con me?"
"Forse è meglio se io torno a letto... Sai com'è... Sono molto stanco e se mai dovessero entrare in camera e non vederti, potrei pararti il culo..." Disse Calum camminando all'indietro con l'intento di tornare a letto.
"Codardo." Sibilò Ashton.
Calum lo prese come un grave insulto, peggio di qualunque altro nome cinese gli avessero mai affibbiato. Ashton sapeva di infastidirlo e quasi farlo incazzare chiamandolo così: Calum era tutto tranne che codardo. O almeno così si definiva lui stesso.
Il moro cominciò a vestirsi imprecando a bassa voce e mandando insulti a chiunque gli volesse del male. E dopo una serie di "Ti faccio vedere io chi è il codardo" , "Non mi chiamo Bruce Lee e nemmeno Jackie Chan" , "Sono un fottuto neozelandese" e "Miseriaccia" alla Ronald Weasley, entrambi si diressero al castello che avevano visitato quella stessa mattina.
Giunsero davanti al cancello d'entrata; se di giorno è una meraviglia per gli occhi, la sera è una meraviglia per i culi che corrono in senso contrario al castello.
"Facciamo un patto." Disse all'improvviso Calum.
"Eh dài, sentiamo..."
"Promettiamo di non allontanarci mai, qualunque cosa accada. Per nessuna ragione al mondo dobbiamo separarci. Se succede qualcosa di strano, si va avanti solo se entrambi sono d'accordo e per ultimo, ma non meno importante: tu prova anche solo a sparire dalla mia vista per farmi uno stupido scherzo e le bandane non saranno le uniche a sparire. Chiaro?!" E domandando in cerca di una conferma, inarcò un sopracciglio. Ad Ashton parve buffa quell'espressione dell'amico, ma si trovò completamente d'accordo con quello che disse. Sì che amava l'avventura e l'horror, ma non cercava un'esperienza da infarto. O almeno non così giovane.
E dopo essersi stretti la mano, entrarono dal portone principale. Non faceva molta paura come nei film e le tende, le porte o gli occhi dei quadri né sbattevano, né si muovevano. Proseguirono per un po' fino a raggiungere il balcone della camera di Veronica.
"Dimmi Ash, perché sei voluto tornare qui?"
"Sinceramente non lo so. Ma devo dirti una cosa: ho la sensazione di essere l'Ashton della leggenda. Oggi su internet ho cercato qualcosa e l'amico della ragazza si chiamava Ashton Irwin, oltretutto qualcosa mi ha lasciato davvero spiazzato e cioè che il padre è morto in un posto di nome Isochitàllia. 'Sto posto però, non esiste ed io sono sempre più convinto che ci sia qualcosa di più sotto questa storia."
Tornarono dentro e si sedettero sul pavimento.
"Scusa brò, devo essere sincero: fatico a credere che tu possa centrare in questa storia, però... Il dubbio c'è. Che hai intenzione di fare?"
"Non lo so Cal, non lo so..."
Fra quel buio e quel silenzio i due ragazzi si addormentarono. Improvvisamente però, un rumore li fece svegliare di soprassalto: cosa stava succedendo?
"Brò vorrei darti la mano." Disse Calum in preda al panico. Sul suo viso si formò un'espressione tra lo spaventato e sul punto di piangere.
"Finiscila Bruce Lee! Dov'è il coraggio che inculcano ai bambini cinesi come te?!" Anche se pareva una presa per il culo, Ashton tentava di farlo calmare.
"Non sono un fottutissimo cinese, cazzo!" In quel momento, insieme alle urla di Calum, si unì un frastuono proveniente dal piano di sotto.
"Scendiamo?" Chiese il riccio ricordando il patto.
"Avanti Cal... So che muori dalla voglia di sapere che sta succedendo..." Cercò di spronarlo.
Calum annuì non troppo convinto ed insieme scesero le scale. 
Appena fecero l'ultimo scalino, sentirono qualcuno che stava intonando qualcosa di malinconico al pianoforte.
"Ma perché a me...?!" Sussurrò Calum senza quasi più voce.
Ashton gl'intimò di fare silenzio portando un dito alla bocca.
"Ma io la conosco questa melodia..." Disse Ashton facendosi trasportare dalla musica. Si diresse verso il salone e Calum gli stette dietro pur tremando come una foglia.

"La notte sogno il tuo sorriso
Grazie amico mio
La notte odoro il tuo profumo
Grazie amico mio
Se la memoria non mi ingannerà
Se ciò che dico, impresso nel cuore rimarrà
Ed il tuo sorriso, il tuo profumo
Compagnia celeranno
Ricordati di me
Amico mio
Morta non sarò
Finché speranza ci sarà"


Ashton si mise a cantare insieme alla ragazza che stava suonando al pianoforte. Lui conosceva quella canzone, quelle parole. Lui era già stato lì e la conferma l'ebbe assaporando quelle note.
Mentre i tasti venivano premuti e la musica si levava in quella stanza polverosa e piena di ricordi, Ashton seguiva con onde immaginarie della testa e delle dita quella saziante ed anche straziante musica.
Persino Calum ora, non provava più paura. Si era seduto sul tavolino che decorava il pavimento ed osservava Ashton e poi il pianoforte. Allo sgabello ai suoi occhi, giaceva una ragazza; allo sgabello agli occhi di Ashton, giaceva Veronica.
Il riccio si sedette di fianco alla ragazza e cominciò ad intonare la melodia tra i tasti più bassi. Anche se quella di fianco a lui era un'anima e non si presentava in carne ed ossa, il ragazzo la riconobbe come la sua ragazza. Come un flashback gli tornò in mente ogni secondo passato con lei, ogni sorriso, ogni carezza, ogni lacrima.
La ragazza si volse a guardare Ashton. Lui ricambiò lo sguardo ed entrambi sorrisero.
"Ti aspetterò." Sussurrò la ragazza. E poi semplicemente scomparve.
Il riccio terminò di suonare la melodia. Calum gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla. 
Quella notte non fu mai dimenticata da Ashton e nemmeno da Calum. 
Ashton non si sposò mai ma ebbe una figlia, da una ragazza di passaggio. Voleva un bene dell'anima a quella creatura e fortunatamente fu sempre ricambiato; aveva sempre visto gli occhi, lo sguardo di Veronica in sua figlia. Ma mai, mai le raccontò di quella storia. Volle tenerla per sé.
Un giorno di moltissimi anni dopo, Ashton era sul letto di camera sua. Ormai era vecchio e stanco e riusciva a pensare solo alla sua ragazza; chiese a sua figlia di scrivere una lettera a Calum e lui qualche giorno dopo lo raggiunse.
Ashton era sul punto di morte, salutò il suo amico e questo più sereno che mai gli si rivolse un'ultima volta: "Sai Ash, ho scoperto cos'è l'Isochitàllia almeno quarant'anni fa, ma non ho mai voluto dirtelo. Ora mi sembra il momento buono, tu che dici?"
"Sei un bastardo Bruce Lee..." Calum rise poi riprese.
"Quante volte dovrò dirti ancora che sono neozelandese?! Comunque è il paradiso per Albert Lange. L'Isochitàllia è un luogo puro, semplice e tranquillo dove lui avrebbe rivisto sua moglie. In realtà quando dice che "la conquistò insieme agli inglesi", intende dire che conquistò la pace. La serenità e fu ben lieto di andarsene."
Ashton rimase di stucco.
"Sai che penso?" Calum scosse la testa.
"Cos'è il mare se non una moltitudine di gocce? Cos'è la montagna se non un ammasso di terra e roccia? Cosa siamo noi se non muscoli e ossa? Cerchiamo la bellezza in ciò che ci affascina, diamo importanza all'esteriorità delle cose. Ci soffermiamo alla copertina e non andiamo alla ricerca del dettaglio! Diamine no! Siamo così stupidi e superficiali che crediamo di trovare la felicità nelle più misere cagate e non pensiamo a quanto invece ce ne potrebbe donare la più piccola delle differenze, la più misera qualità o la più invisibile emozione. Calum, ho odiato ogni singolo secondo della mia vita perché non l'ho passato con la donna che amavo. E ancora dopo anni, non mi capacito di questo. Com'è stato possibile? Se più di un secolo ci separava, com'è stato possibile incontrarla? Sono immortale? Quando muoio, rinasco nel mio stesso corpo? Oppure ho solo lo stesso nome, ma io non centro un cazzo con Veronica?"
Ashton era deluso. Solo ora rimpiangeva il fatto di non essersi mai sposato e l'unica cosa di cui andava realmente fiero, era la figlia.
"Ashton. Io non so come cazzo sia possibile, ma per una buona volta credimi. Credimi se ti dico che vi siete amati. Credimi se ti dico che sei tu quello che Veronica ha sempre amato. Io quella notte c'ero. Potresti dire di esserti sognato tutto, ma ci sarei io a smentire quest'assurdità. Quella ragazza era un fantasma, ha detto che ti avrebbe aspettato. Avete suonato la stessa melodia e tu sei sempre stato suo, come lei sarà per sempre tua d'ora in poi."
"Su di te Cal, ho sempre potuto fare affidamento... Sono stanco..."
"Dormi Ash, raggiungila..." Una lacrima solcò il volto di Calum. Ashton sorrise.
"Fai buon viaggio brò e trova la tua Veronica."

Buio.


*Spazio aiutrice* 
Ehilà gente! Sono tornata, stavolta non con un capitolo della fan fiction, bensì con una One Shot pienamente ispirata alla mia fantasia. Ho scelto Ashton come protagonista perché lo trovo sensibile e nella storia che sto scrivendo mi sono innamorata di lui. Io ho più volte detto che non mi piace particolarmente leggere racconti su di lui (solo rari casi), non perché lo odio, semplicemente è quello che mi "ispira" meno. Adoro Ashton con tutta me stessa, come gli altri tre, però i gusti son gusti e lo stesso vale per le scelte di lettura.

Bene, ora che ho mostrato la mia deficenza, voglio dire che ho scritto tutto oggi pomeriggio di getto. Questa storia è nata ascoltando la musica di pianoforte di Yann Tiersen (se non conoscete è quella del film Il favoloso mondo di Amélie. Se nemmeno così capite, cercatevela perché è meravigliosa) ed io sinceramente me ne sono innamorata. Non della musica, cioè sì anche della musica, però io intendevo dire del racconto. Santi dei! Come mi spiego io non lo fa nessuno! 
Comunque, è qualcosa a cui mi sono particolarmente affezionata e se devo essere sincera è forse la mia preferita tra tutte quelle che ho scritto. Giuro di essermi commossa scrivendo l'ultima parte; credo di essere stata in gamba e per una volta sono fiera di ciò che è venuto fuori dalla mia testolina e dico sul serio.
Amo i Cashton, li shippo come amicizia, Calum è la mia boycrush ed inizialmente ero pronta ad usare lui come protagonista, però ho voluto fare un regalo alla mia migliore amica ed anche a me stessa perché Ashton lo devo apprezzare ogni secondo di più per la bella persona che è.
E dopo aver detto tante cacate che nessuno leggerà, pubblico questo scritto con la speranza che faccia intenerire tutti (o quasi).
Alla prossima, baci xx
Bruck_5

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Bruck_5