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Autore: shellby    13/04/2015    2 recensioni
"Seguì il lento ondulare dei fili d’oro spento come incantato, quasi senza notare che intanto lei si era portata alle labbra quel piccolo libro e con devozione stava baciando una delle sue pagine. Benché stesse sorridendo, una lacrima le scese sulla guancia."
SPOILER Retrace 104!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ada Vessalius, Gilbert Nightray, Vincent Nightray
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Vincent’s Retrace

Era una giornata soleggiata. La natura sembrava rinvigorita sotto i tiepidi raggi del sole primaverile.
Le rose nel suo giardino erano di colori diversi: il rosso, il giallo ed il bianco creavano un assortimento delicato e gradevole alla vista, abbellendo il vialetto d’entrata.
La villa che avrebbe dovuto erigersi sontuosa ed imponente in quel posto era in realtà una semplice e graziosa casetta di campagna nascosta della penombra delle folte chiome degli olmi.
Un profumo leggero aleggiava nell’aria. La brezza  gli scompigliava i capelli.
Quella quiete pacifica ricordava molto la sua indole, si ritrovò a pensare. Un piccolo sorriso malinconico spuntò sulle sue labbra senza che lui potesse impedirlo.
Una dimora così modesta, collocata esattamente ai limiti della città, non troppo lontana dalla residenza principale del ducato, contrastava con il suo status sociale di nascita.
Ma d’altronde, le casate erano decadute e la sua famiglia era andata perduta, perciò non vi era alcun motivo per lo sfarzo, alcun senso per l’ostentazione di un titolo destituito.
Lui sapeva che nonostante la solitudine il suo cuore l’avrebbe sempre portata a tornare dove c’erano le persone.
Immaginava che lei avesse gradualmente intrecciato la sua vita con le persone del villaggio. Non aveva di certo dimenticato dei piccoli orfani che aspettavano impazienti le sue letture all’aria aperta. Non aveva scordato che oltre a lei c’erano persone bisognose di aiuto, di affetto, di compagnia, né aveva rotto i legami con i suoi amici. Fare finta di niente non era proprio il suo forte.
La cercò con lo sguardo e la trovò seduta ad un tavolino bianco, intenta ad osservare quello che da quella distanza sembrava un piccolo libro. Una sedia color panna era sistemata sul lato opposto, vuota.
Fu grandemente sorpreso da ciò che vide.
I suoi capelli, i suoi bellissimi capelli, ormai privati quasi del tutto della loro dorata lucentezza, erano stati tagliati corti fino al collo.
Era un taglio netto che lo faceva ritornare con la mente a molti, molti anni prima.
Il suo viso era diventato più maturo. Ogni ruga che le increspava la pelle segnava gli anni che aveva speso a sperare ed a pazientare, a sopportare ed ad amare. Il dolore delle perdite, tutte le sofferenze e le difficoltà affrontate e superate da lei le avevano reso lo sguardo più serio e consapevole, ma non l’avevano privato di quella scintilla che ardeva per la vita; le avevano modellato l’espressione in un’indescrivibilmente dolce  armonia tra la gentilezza e la malinconia.
Seguì il lento ondulare dei fili d’oro spento come incantato, quasi senza notare che intanto lei si era portata alle labbra quel piccolo libro e con devozione stava baciando una delle sue pagine. Benché stesse sorridendo, una lacrima le scese sulla guancia. La mano le tremava un po’ e la sua voce era commossa:
“È stata davvero una lunga, meravigliosa vita, Onii-chan. Grazie.” ci fu un attimo di pausa, prima che ricominciasse a parlare, “Sai, credo verrò presto a farti visita.”
Ah. Una fitta di dolore lo percorse da capo a piedi al suono di quella melodiosa voce che sussurrava addio al mondo.
Aveva voglia di piangere.
Piangere per lei che aveva pianto per lui.
Una parte di lui era felice di vederla così serena ed in pace, ma l’altra, l’altra doleva di vederla abbandonare quella vita prima di lui, per non esserle potuto e non aver voluto starle accanto, sebbene fosse convinto, in fondo, di aver fatto la cosa giusta.
“Spero di ritrovarvi tutti! Lo zio Oscar, papà e mamma, Alice, Elliot, Break-san, Reim-san e Sharon-chan, tutte le persone che ho amato e quelle che non ho conosciuto… E, anche se è un po’  stupido da parte mia, lo so…” rise debolmente, “vorrei anche rivedere Vincent-sama… Sarebbe bello potergli parlare almeno una volta, per sapere se è stato felice, alla fine. Gilbert-san non mi ha mai detto nulla, ma io ho capito lo stesso. Ho intuito che è stata una sua richiesta e che Gilbert-san non ha potuto rifiutare per gentilezza.”
 Le sue ultime parole gli fecero trattenere il respiro.
“Mi ha fatto un po’ male, lo ammetto, ma so che ha pensato a me. E per questo gli sono infinitamente grata.”
Inavvertitamente, le lacrime cominciarono a scendere senza alcun freno sulle sue guancie, prima una, poi due, seguite da molte altre. Scendevano lente, per poi raccogliersi sul suo mento e cadere ad innaffiare il terriccio delle rose.
E inosservato come arrivò, così se ne andò, voltandosi per un ultimo saluto prima del loro prossimo incontro.
***
“Gil, cos'è questo?”
L’interpellato guardò l’oggetto che il fratello teneva in mano senza allontanarsi dai suoi libri di cucina. Quando riconobbe di che cosa si trattava, il suo viso si colorò lievemente per l’imbarazzo.
“È… uh… un diario che sto tenendo per Oz e quello stupido coniglio.”
“Posso sfogliarlo?”
Lui esitò un attimo prima di rispondere.
“Sì… certo.”
Era pieno di fitte annotazioni, suddivise in più capitoli di diversa lunghezza. Su alcune pagine erano state allegate delle foto.
“Ada-sama mi ha aiutato molto.” gli confessò ad un certo punto, evidentemente scegliendo bene le parole, “È stata lei a farmi recapitare le foto tramite lettera. Ha anche scritto qualche parte di suo pugno aggiungendo dei suoi pensieri.”
Ecco perché gli era famigliare. Sorrise.
“Davvero?”
***
Si portò una mano alla spalla con l’intenzione di scostarsi i capelli, ma ovviamente non vi trovò nulla.
Gli serviva ancora del tempo per abituarsi, si disse. Doveva sbrigarsi, non gli rimaneva più molto da vivere e non poteva presentarsi impreparato.
Dopotutto, lo stava aspettando da molti anni, perciò non gli era concesso fare brutta figura.





N.d.A: Questi sono un paio dei miei headcanon sulla coppia VinceAda che ho dovuto condividere perché gravavano sul mio cuore già da un mese quasi.
E sono anche un piccolo contributo al fandom ed a questa splendida serie. Grazie, Pandora Hearts!
 

 

 
 
 
  
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