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Autore: DavidCursedPoet    13/04/2015    0 recensioni
Questa, in verità, non è una storia. Venerdì scorso, ero ad un bar, mentre mi sorseggiavo tranquillamente un caffè, mi venne in mente la lezione di Letteratura Italiana su Luigi Pirandello. Così, pensai : Pirandello è un genio indiscusso, è fantastico, probabilmente il miglior letterato del Novecento italiano, quasi senza dubbio il più importante. Poi, perso fra questi pensieri di elogio dissi:Ma cosa direbbe qualcuno che è contrario alle idee di Pirandello? Quali sarebbero i suoi argomenti? Così ho scritto il primo monologo. Adesso ho pensato che potrei scriverne altri, per mostrare in che modo la società moderna sia arrivata a decretare la morte della letteratura, in che modo abbia demolito gli scritti che hanno fondato la nostra cultura per secoli, o comunque, nel caso di autori del Novecento, per decenni.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Banale! Banale! Tutto ciò è profondamente banale! Noi attori, qui, gettati sul palco a far finta di essere altri?! Macchè? Io sono me stesso, perché dovrei immedesimarmi in altri? Che fatica! Spesso ci si lamenta dell’ipocrisia con cui tutti vivono a braccetto: quel geniaccio di Pirandello affermava che tutti- e sempre- indossiamo delle maschere. Siamo attori in un palcoscenico che è il mondo… Ed egli era il primo dei commedianti! Mettendo a nudo questo suo “frammento di verità” - già, per lui la verità unica non esisteva, probabilmente aveva ragione, chissà- che voleva fare? Forse togliersi la maschera ed essere libero? Ironico, anzi, no! Umoristico! “La trappola” che egli attaccava, la società, trionfò su di lui, come trionfa su tutti d’altronde. L’unica soluzione è rinnegare se stessi, nella più totale follia, sì! Diventare bestie, meno che uomini, perdere l’identità, strapparsi con violenza la pelle –o sarebbe meglio dire la maschera- che portiamo sul volto! Abbandonare il nome: certo, vivendo una vita-non vita potrai abbracciare la tua vera natura, mio caro essere umano! Quali sono le conclusioni di questa acuta osservazione? Non è forse ovvio?
 
O vivi da ipocrita o vivi da pazzo, secondo la tua vera natura. Lei mi sta forse dicendo, caro signor Luigi, che tutto ciò che abbiamo fatto nell’arco di millenni – tutto ciò che nel mondo c’è di logico e di buono, come, magari, la letteratura stessa- l’abbiamo fatto con ipocrisia? E che -al contrario- i gesti di folle spregiudicatezza sono quelli che seguono le reali regole della nostra natura?
Sinceramente, le dico, l’ipocrisia è preferibile! Non mi interessa quanto lei possa essere geniale, innovativo, illuminato, rivoluzionario: l’umana stirpe deve progredire! Con l’ipocrisia fredda, calcolatrice e profondamente razionale siamo giunti al dominio del mondo; di gran lunga dobbiamo preferirla a tutte le cazzate che ha detto lei! Si tenga il suo Vitangelo Moscarda, signor Luigi! Al diavolo! Noi uomini preferiamo la perfezione della Scienza, della Logica, dell’Illuminismo! Ah, che brutto mestiere l’attore! Che incubo fingere, che incubo! “
 
Dopo un profondo inchino, tra gli ossequiosi e fragorosi applausi della massa del pubblico, Claude si allontanò dal palco, con un lieve sorriso soddisfatto.
   
 
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