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Autore: Ink Voice    13/04/2015    2 recensioni
Tutti diciamo che vorremmo i Pokémon nel nostro mondo, spesso non tenendo conto del reale potenziale distruttivo di queste creature… e se arrivassero davvero, ma con intenti tutt’altro che pacifici? Come faremmo a sopravvivere?
La storia racconta l’esperienza di Andrea, un bambino di undici anni che riesce a stringere amicizia con uno degli invasori e che deve convincerli a non distruggere il suo mondo.
E si capirà anche come si è arrivati a un punto di non ritorno dal degrado del pianeta.
|RIPRESA! - Aggiornamenti mensili (si spera)|
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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Extra I
La Rivoluzione del 2500

La metà del millennio era un anno atteso con ansia da ogni individuo della popolazione mondiale. Si pensava come al solito ad un’Apocalisse e i catastrofisti erano più che sicuri sulle conseguenze del suo avvento.
Quella cifra prometteva bene, annunciava che ben duemilacinquecento anni erano passati da uno dei più grandi avvenimenti della storia dell’uomo, avvenimento che peraltro era stato gettato nel dimenticatoio un paio di secoli prima. La nascita del profeta più importante dell’umanità venne cancellata dai ricordi delle collettività insieme a ogni altra forma di religione, in favore della ben più salda scienza che progrediva sempre più.
La scienza prendeva il sopravvento, dava risposte concrete e soddisfacenti a chi voleva razionalizzare tutto il Creato, che venne ridotto ad un ammasso di materia senz’anima e pronto allo sfruttamento. Perché era questo uno degli obbiettivi che l’uomo si era imposto, utilizzare tutto ciò che sarebbe stato necessario. I prezzi imposti dalla costosa scienza erano alti, quasi insostenibili, e molti se ne approfittarono in attesa di quell’anno 2500, mistico e imponente con quelle cifre tonde e rivoluzionarie. Non aspettavano altro che quello per renderlo, appunto, l’anno di una rivoluzione che mai nessuno avrebbe dimenticato, anzi.
La Rivoluzione del 2500 sarebbe stata la data più importante della Storia. A lungo era stato atteso quell’anno e a lungo erano stati effettuati i preparativi affinché fosse stato davvero memorabile. Esatto, proprio quello era stato aspettato con tanta precisione. Non erano ammesse proroghe né anticipazioni, si era davvero perfezionisti per quanto riguardava la Rivoluzione in programma; anche se ci fosse stato un momento propizio non si sarebbe fatto comunque nulla prima del 2500.
Si stavano nascondendo segreti, innovazioni e scoperte, proprio perché sarebbero state rivelate solo durante e dopo la Rivoluzione. La Scienza - ormai indicata con la lettera maiuscola per esaltarla - aveva già fatto grandi progressi nel frattempo, aveva trovato soluzioni a malattie e problemi che avrebbero rinnovato il pianeta su cui si era sviluppata e l’universo di cui era un’infinitesimale parte. Questa infima porzione di spazio nel Creato sarebbe riuscita a comprendere tutto il resto, forse, finalmente.
I progetti che volevano aiutare la Terra a rianimarsi dopo gli errori del passato più terribile erano assolutamente rosei, predicevano un futuro eccezionalmente puro e quasi perfetto, un’utopia organizzata dai massimi sistemi mondiali che avrebbe dimostrato che sì, la perfezione è raggiungibile dall’uomo e che non serve una divinità per esprimerne il concetto. D’altra parte, sostenevano ormai in molti, non era stato certo un qualche Dio a mostrare ai suoi uomini la via per la grandezza, per la conoscenza, non aveva fatto loro dono dei suoi saperi e non aveva in alcun modo favorito le scoperte effettuate in quegli ultimi tempi. Ci si chiedeva dove fossero quelle divinità mentre l’uomo le superava, dimostrando che l’ignoranza del passato, che aveva reso troppo a lungo gli occhi della specie umana ciechi, aveva creato quelle entità superiori da sola ed inutilmente, perché quelle misere invenzioni dell’immaginazione sarebbero state a breve confutate.

Il conto alla rovescia per l’inizio del 2500 partì molto prima della vigilia di Capodanno quella volta. Un’ansia esasperata da parte degli impazienti “massimi sistemi” faceva sì che l’arrivo della Rivoluzione fosse sempre più lento. Pareva non arrivare mai. La situazione era quasi comica, ma lo era tragicamente: mentre alcuni di questi personaggi minacciavano di morte i più vistosi scienziati della loro epoca se non avessero costruito una macchina del tempo per arrivare subito al Grande Capodanno, altri cadevano nel baratro della follia per quanto si erano fissati con quell’eccitante obbiettivo. Rivoluzione.
Il suono magico di quella magnifica parola riverberava mille e mille volte nelle orecchie di ogni individuo che la stava programmando, trascinandolo sempre più vicino a quell’abisso senza fine.
Ma non tutti questi uomini erano degli sprovveduti e dei pazzi. Solo una minima parte, ritenuta da molti la fetta marcia del governo mondiale, era così debole da non riuscire a sopportare sulle proprie spalle il peso dell’arrivo della Rivoluzione. Loro, il meglio dell’intera umanità, sapevano come andavano gestite le proprie emozioni oltre che le loro azioni, programmate fin nei minimi dettagli.
Quegli uomini erano maschere di ghiaccio senza scrupoli, spregevoli, pronti a tutto per soddisfare i propri fini personali che si estendevano al mondo intero e coincidevano con la sua sorte: da loro sarebbe dipeso l’andazzo della Storia dei secoli a venire, e se qualcuno lo fosse venuto a sapere, se avesse scoperto cosa c’era nella testa di quella gente, allora il sogno della Rivoluzione del 2500 si sarebbe dissolta nel nulla. Nessuno avrebbe più desiderato una cosa del genere, nessuno lo aveva mai fatto fino ad allora. Era una cosa troppo assurda e se le fantasiose teorie dei catastrofisti erano più o meno accettabili, quelle cose non erano nemmeno lontanamente immaginabili: andavano al di là delle menti della “gente comune”.
Ma soprattutto, loro erano schiavi. Schiavi del tempo e della Storia più terribile a cui si erano venduti senza farsi problemi. Loro avevano avuto la fortuna di conoscere il passato, cosa che sarebbe stata essenziale per tutt’altra Rivoluzione - che a questo punto sarebbe diventata una ribellione. Gli errori commessi in quei terribili secoli precedenti sarebbero stati con ogni probabilità ripetuti, e allora nessuno avrebbe potuto risolvere nulla. Le nuove armi, la nuova tecnologia, la mentalità egoistica e capitalistica avrebbero fatto sì che questi sbagli venissero fatti a un prezzo molto più alto, che non comprendeva solo vite e menti umane.
Era la Terra stessa ad essere in pericolo sul serio: afflitta da un inquinamento che si estendeva su ogni centimetro quadrato della sua delicata superficie e sicuramente andando anche più in fondo di essa, da una negligenza terribile da parte di chi avrebbe avuto il potere di rimettere a posto la sua disastrata situazione, la Terra stava collassando. La Scienza aveva dato soluzioni provvisorie più o meno efficaci che zittissero le bocche desiderose di urlare e protestare, di terrorizzare il mondo cieco per fargli capire quanto fosse vicina non un’Apocalisse fantascientifica come quella prodotta dai fantasiosi, ma una che avrebbe chiesto in cambio del suo arrivo la vita sulla Terra, se non il pianeta intero.
Erano scomparse la maggior parte delle specie animali e vegetali da ormai molto tempo e tantissimi di questi esseri viventi esistevano ormai solo in foto. Se questo fosse stato fatto sapere in giro, la rivolta di miliardi di persone disperate ed esasperate avrebbe mandato in fumo i piani dei massimi sistemi, per quanto essi potessero essere potenti e armati con i mezzi più efficaci. La volontà umana avrebbe distrutto le macchine che intanto, oltre a creare sempre più disoccupazione, sostituivano anche l’intelligenza dell’uomo grazie alla loro precisione sempre crescente. Il sogno dei droidi, esseri robotici eccezionali e così simili agli umani, era stato reso realtà e sarebbe stato ufficializzato con la Rivoluzione. Se essa non ci fosse stata allora non ci sarebbe stata un’occasione tanto dorata, tanto preziosa come quella della metà del millennio per annunciare l’invenzione.
Ma non era poi così tanto importante il fenomeno della diffusissima disoccupazione. I massimi sistemi se ne sarebbero liberati facendo un po’ di pulizia, ridacchiando al pensiero di eliminare parecchi dei problemi con quella grande operazione. Il razzismo si era riaffermato come concetto, con più forza stavolta: se dal punto di vista scientifico ogni uomo risultava uguale al prossimo, indipendentemente dalla zona di provenienza, dalla lingua parlata, dai tratti fisici e così via, si era convinti che chi non desse il contributo necessario allo sviluppo della nuova divinità, la Madre Scienza come la chiamava più o meno ironicamente qualcuno, non meritava di stare al mondo, perché non era al passo con il progresso.
E se si era così enormemente deboli da non riuscire ad aiutare la Scienza allora quale poteva essere l’utilità di gran parte della razza umana? Il nuovo razzismo era fondato sull’intelligenza dell’individuo, ma questo dipendeva soprattutto dalle facoltà economiche che questi possedeva. Se non ci si poteva permettere di studiare anche se si era una specie di genio, non importava a nessuno. Il Terzo Mondo e gran parte del resto delle realtà esistenti sarebbero stati eliminati, quindi, grazie alla Rivoluzione.
In ogni caso, l’incoerenza e gli errori madornali dei massimi sistemi, che avevano imposto questo tipo di regole, non potevano essere segnalati e non ci si poteva lamentare. Altrimenti si andava incontro alla morte, se si era tanto acculturati da poter capire cosa fosse meglio per una società migliore e cosa, invece, fosse meglio per i grandi uomini che guidavano il mondo. Il silenzio in cui venivano svolte le loro attività era inquietante.

I droidi, così simili agli umani ma al contempo così diversi. Fisicamente erano impeccabili e già iniziavano a sostituire silenziosamente l’uomo in molti lavori, nei quali la loro fredda genialità e la logica impeccabile davano il meglio di sé ed evitavano accuratamente, quindi, ogni tipo di umano errore.
Ormai erano loro le guardie del corpo dei Capi di Governo e degli uomini politici in generale. La loro manutenzione doveva essere come minimo perfetta perché potessero rendere al meglio; avevano bisogno di molte cure ed attenzioni per lavorare bene, e se gli si dava ciò di cui avevano bisogno si ottenevano risultati a dir poco grandiosi. Non serviva cibo di alcun tipo - in alcune fantasie i droidi mangiavano ferro e bevevano petrolio. Serviva solo elettricità per tenerli attivi durante il giorno, magari li si caricava di notte.
Era eccezionale la loro capacità di potersi ribellare ai padroni che non li sapevano trattere che loro meritavano, loro che erano prodigi della Scienza ed esseri quindi tanto ammirevoli. La sfera dell’orgoglio e del rispetto per sé stessi era probabilmente la parte più umana all’interno dei loro corpi, scatole di metallo ripiene di ingranaggi e rivestite con materiali troppo simili alle parti del corpo dell’essere umano per non risultare raccapriccianti, oltre che inquietanti. Chissà da dove proveniva la loro pelle sterilizzata e priva di imperfezioni, ci si sarebbe chiesti più in là, insieme ai loro capelli così apparentemente vivi.
D’altra parte, essere assemblati con pezzi di essere umano morto non significava essere umani. La sfera situata al centro del petto di un droide analizzava le frasi captate dalle orecchie più o meno d’acciaio della creatura figlia della Scienza e, se non le riteneva accettabili, le registrazioni erano inviate a un centro - gestito però da umani veri - dove poi erano presi provvedimenti se la cosa fosse stata necessaria.
Le capacità di linguaggio non potevano ancora essere limitate dentro una macchina a causa della meravigliosa capacità della lingua di essere in continua evoluzione, di non poter essere contenuta in un microchip o altre diavolerie del genere, perché essa è costituita non da regole da seguire scrupolosamente, non da dettagliati schemi seguiti alla lettera, ma da tendenze più o meno diffuse. Per questo la lingua si adatta alla bocca di chi la usa più di altri e di chi la usa al meglio, soggetta a continue metamorfosi che la renderanno sempre invincibile.
I massimi sistemi sapevano che comandare il linguaggio era un’arma potente, ma non sapevano come poter contenere un’arma tanto potente che il popolo non sapeva di possedere. In poco tempo si erano riscoperti a parlare le lingue di anni e anni addietro mentre nel frattempo, nel giro di cinque o sei anni per chi era arrivato al potere da poco, il proprio idioma era profondamente cambiato e per loro molti modi di dire, se non regole intere della grammatica a cui erano stati abituati, non erano più assolutamente comprensibili. Di conseguenza, lo capirono velocemente, non erano più al passo con il proprio popolo. Questo era chiaro, ma non pensavano di essere rimasti loro indietro da qualche punto di vista.
Non valeva la pena imporre qualche antica lingua come il latino, del quale - insieme alle altre - non si aveva praticamente più traccia, solo per rendere la vita difficile a una massa informe di persone che in ogni caso non sapeva cosa farsene di semplici parole. Non sapevano di avere nella propria mente e nel sangue, oltre che nella bocca, un’arma che avrebbe portato a qualcosa di concreto se sviluppata in un certo modo.
In ogni caso, i droidi-spie - era questo uno dei lavori principali che eseguivano, anche se all’apparenza stavano solo sostituendo gli umani che non meritavano di lavorare - scoprivano anche così molte lamentele, di grande portata e rilevanza a volte. Per cui non c’era bisogno di preoccuparsi, ora che la vigilia della Rivoluzione stava avvicinandosi sempre più, promettendo grandi cose ai suoi cultori. L’evento più grande della propria vita e l’obbiettivo di un’esistenza li avrebbe perdonati per una cosa tanto futile, sicuramente.

La musica esplodeva nelle orecchie dei festosi, sbronzi presenti a Times Square, la piazza più importante della megalopoli di New York quando si trattava di festeggiare il Capodanno. Mancava qualche minuto e questo tutti lo sapevano bene. Tutti, compresi i tecnici affiliati ad inviati e conoscenti dei massimi sistemi, i quali li avevano incaricati di lavorare al meglio durante quella grande serata, durante la più grande vigilia della Storia. Le lancette dell’orologio per qualcuno correvano troppo, per altri se la stavano prendendo comoda a un modo esasperante, come se volessero impedire l’arrivo dell’Evento.
Un minuto: ghigni agghiaccianti si dipinsero sui volti di chi sapeva a cosa si stava andando incontro, cosa stava per arrivare sulla Terra, a distanza di sessanta miseri e allo stesso tempo infiniti secondi; trenta secondi: rivoli di sudore macchiavano le camicie, se non le giacche eleganti di chi fissava il quadrante del grande orologio appeso nella sala principale di uno dei più grandi uffici governativi del mondo. Era vietato distogliere lo sguardo dalla corsa - o passeggiata - del tempo.
Dieci secondi.
Di lì a poco i megaschermi di Times Square avrebbero annunciato qualcosa di grande. Più grande dell’uomo che stava per essere superato dalla sua stessa invenzione.
Nove secondi.
Il prescelto messia, l’angelo, colui che sarebbe stato inquadrato dalle telecamere e che avrebbe annunciato al mondo intero della nuova era che stava per aprirsi, si aggiustava in maniera disinteressata il colletto della semplicissima camicia bianca che indossava. I suoi occhi grandi, tondi, di un bizzarro blu elettrico, erano di rado nascosti da un battito lento delle palpebre. Uno strano, innaturale sorrisetto gli curvava le labbra.
Otto secondi.
I festeggiamenti proseguivano, comandati dalla voglia di divertirsi di milioni di persone che aspettavano con ansia il nuovo secolo, nonché la metà del millennio, ignari di cosa ciò avrebbe comportato.
Sette secondi.
C’era eccitazione allo stato puro nell’aria da entrambe le parti. Gli artefici della Rivoluzione sembravano quasi tutti sul punto di impazzire per la terribile, spaventosa contentezza, che deformava le loro espressioni in quei sogghigni temibili. Nel frattempo le grida di gioia e di ilarità che si levavano in aria da Times Square erano uno spettacolo per le orecchie, che nonostante la fatica nel dover sopportare tutti quegli strilli, di persone brille o un po’ meno, capivano quanto dovesse essere eccezionale il momento che si stava aspettando da un bel po’.
Sei secondi.
Lo studio dal quale sarebbe stato trasmesso il grande annuncio fremeva d’impazienza, si aggiungevano dettagli e si ultimavano i preparativi di anni e anni di lavoro, nonostante tutto fosse già impeccabile e pronto per andare semplicemente nel verso giusto, alla perfezione.
Cinque secondi.
Times Square era colorata non solo dalle risate e dagli urletti eccitati della folla, ma anche dalle luci dei più svariati quanto inutili gadget fluorescenti e luminosi, comprati all’ultimo secondo per far festa in piazza. Essi erano agitati a tempo con i secondi che trascorrevano, le braccia di tutti erano alzate verso l’alto e tenevano o quelle cose che sarebbero state buttate l’indomani, oppure bottiglie di birra più o meno vuote.
Quattro secondi.
Non erano pochi i collaboratori al progetto della Rivoluzione che erano andati a dormire, per evitare di impazzire nell’attesa che certamente li avrebbe portati alla follia. I secondi per loro erano tutti uguali e tutti veloci mentre, addormentati, facevano sonni poco tranquilli, ma tra pochissimo la sveglia che si erano impostati avrebbe suonato e li avrebbe riportati nel loro mondo. Avrebbe fatto sì che anche loro potessero collaborare fin da subito all’avvento del nuovo anno, della nuova era che si sarebbe aperta nella storia dell’umanità.
Tre secondi.
Qualcuno non riuciva più a reggere la tensione dell’arrivo della Rivoluzione. Proprio negli ultimi momenti di attesa si ebbero le peggiori conseguenze di quella pressione terribile, fisiche e mentali, che portarono non poco scompiglio nelle sale private. Invece, nello studio prescelto per l’annuncio, i droidi lavoravano tranquillamente dopo aver chiuso fuori dalla porta i lavoratori umani, per prevenire errori che quegli esseri fin troppo sensibili, impossibilitati all’essere totalmente freddi ed impeccabili, avrebbero potuto commettere.
Due secondi.
Anche il messia era un droide.
Un secondo.
Suonarono contemporaneamente non poche sveglie.

Rivoluzione.






Angolo ottuso di un'autrice ottusa.
Toc toc. Chi è? Ink che fa una sorpresa e aggiorna appena ha scritto l'ultima parola del capitolo. E che capitolo signori! una merda Un extra pure in questa storia oltre che in NTSS... sono proprio una persona adorabile.
Come vedete non mi sono dilungata davvero troppo su ogni punto, riempiendo di dettagli ogni minima cosa per dare una visione proprio a 360° su un mondo simile. Potete immaginarvelo come volete ora che vi ho dato qualche spunto sulle cose più rilevanti - Scienza e Religione, nuove tecnologie, atteggiamenti, storia e bla bla.
Non lo vedete, dite? Vi ho rotto fin troppo anche così? Be’, vi avviso, dovrete sopportare altri due extra, e il prossimo tratterà sulle conseguenze e sull’”accoglienza” della Rivoluzione, che qui non ho messo perché sono pigra non volevo farlo troppo lungo, già era pesantuccio, o almeno credo, così - mi dà l’idea di essere un tema scolastico...
Tra qualche giorno, probabilmente nel weekend, uscirà il capitolo di NTSS e poi ne arriverà pure un altro entro la fine del mese. Faccio progressi eh!!
Allora niente, a presterrimo (?).
Ink
  
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