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Autore: Angel_to_Fly    13/04/2015    4 recensioni
- Aveva le mani sporche di sangue, un sangue che non era il suo. -
Judith è una sedicenne costretta dai genitori a trasferirsi alla Cross Academy.
Cosa è successo? Bé, ha semplicemente ucciso la sorella con un coltello da cucina...
Si ritiene una psicopatica, una che gode nell'uccidere e che si sente bene solo quando ha sotto di sé della carne morta.
Lei è un'assassina.
Certo, così si ritiene finché non incontra persone che vanno oltre l'assassinio, persone che non uccidono, ma sfruttano.
Giocando fra l'innocenza della Day Class e la lussuria della Night Class, Judith troverà il suo posto fra le braccia del Diavolo.
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//©Angel_to_Fly
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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0; Prologo




 
Una fitta al petto la fece contorcere su sé stessa, quel letto era diventato troppo piccolo e le lenzuola troppo sporche. 
Cosa aveva fatto? Era un'assassina, si era sporcata le mani di sangue.
- Non l'ho fatto apposta! - continuava a sussurrare, ma il respiro era assente. La voce tremava e lei... lei non poteva fare più nulla.
Era colpa sua. Lei era un'assassina!






Vedere quell'enorme castello stagliarsi oltre il suo sguardo la metteva in soggezione, ancora doveva capire il perché si trovasse in quella scuola.
La madre di fianco a lei sorrideva emozionata, mentre il padre non sembrava esser su di giri più della figlia. Aspettarono pazienti in quel posto per più di quindici, finché tre sagome si decisero a sbucare dall'interno di quel palazzo.
Un uomo dai capelli biondo cenere, una ragazzina bassina dagli occhi color cioccolato e un ragazzo alto e mingherlino, dai capelli decolorati. Avevano un portamento retto e elegante, quasi innaturale, qualcosa che Judith non sarebbe riuscita a usare neanche costretta o pagata.
«Signori Morgan» il forte accento Giapponese si sovrappose alla mancata pronuncia Inglese. Per l'uomo dagli occhiali rotondi doveva essere parecchio difficile comunicare in una lingua non sua, mentre lei era stata costretta a studiare il Giapponese fin da tre mesi prima del suo trasferimento.
«Preside Cross» esultò Misha, la madre, con un impeccabile pronuncia.
L'uomo con un sorriso gentile prese la mano della donna, stringendola.
«Mi chiami pure Kaien». Mentre i tre si scambiavano le presentazioni Judith si perse nei suoi pensieri.
Pensare che era stata mandata alla Cross Academy, a miglia da casa sua, solo per quello stupidissimo problema che sarebbe stato potuto essere curato anche senza troppi giri, era ridicolo; e si odiava, perché già sentiva un irrefrenabile mancanza di casa, di quel mare che l'accompagnava nei sogni, delle risate di Ellie e Stopher alle sei del mattino, dei borbotti sottovoce del padre e di quegli occhi azzurri che aveva amato e che ancora non volevano lasciarla andare.
Sentiva il fantasma di Cathlyn dietro ogni specchio, ogni porta, ogni albero.
Lì invece era costretta a sopravvivere immersa nel buio più totale, fra alberi dalle foglie secche e scure e torri enormi che le facevano venire le vertigini. Non era mai stata una ragazzina di tante pretese, voleva solo vivere la sua vita, da sola, per i fatti suoi, tranquillamente.
«Lei è Judith». Quando la voce eccitata della madre la scosse dal suo stato di coma momentaneo si girò trovandosi cinque paia di occhi ad osservarla, chi attento, chi scocciato, chi divertito.
«Oh, bé. Yuuki, cara, cosa ne dici di far fare un bel giro turistico alla tua nuova compagna? Noi, signori Morgan, andiamo nel mio ufficio. Zero, seguici, per favore».
E mentre Judith vide sfilare via i volti sorridenti dei genitori si trovò sola con una ragazzina bassina, vestita di nero e viola, con una gonnella e una giacca corta, quasi succinta; eppure quel visino per bene era come uno spruzzo di dolcezza, tutto tranne che una poco di buono le si poteva dare.
«E così tu sei Judith. Che nome, ragazzi! Non mi fraintendere, è bellissimo, ma qui da noi è difficile trovarne del genere, ma a quanto pare tu sei americana, quindi lì è tutta un'altra mentalità» disse a raffica Yuuki.
La ragazza si morse il labbro tentando di tradurre ogni singola parola, ma la ragazzina era stata davvero troppo veloce per i suoi gusti.
«Oh, lasciamo perdere, sono solo una chiacchierona! Vieni, ti faccio fare un giro della Cross Academy, fra mezzora la Night Class deve uscire e devo tornare a lavoro» così dicendo Yuuki afferrò Judith da una manica della felpa color miele e la tirò verso l'interno del cortile.
Judith se lo sentiva, sarebbe stato un anno faticoso!
   
 
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