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Autore: purpleblow    13/04/2015    1 recensioni
["Haruka/Makoto, nella casa degli orrori" prompt della 5° Notte Bianca della pagina FB "No, ma Free! lo guardo per la trama, eh"]
Ed eccoli lì, di fronte al tunnel della paura: Nagisa se ne stava sotto l'insegna, saltellando e sbraitando che dovevano assolutamente farsi un giro, che sarebbe stato divertente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hauted house

 

Quando Nagisa decideva una cosa, non c'era modo di fargli cambiare idea; sapeva essere molto persuasivo a modo suo e quando aveva proposto ai ragazzi una serata alla fiera del paese, nessuno aveva avuto il coraggio di dire no.
Ed eccoli lì, di fronte al tunnel della paura: Nagisa se ne stava sotto l'insegna, saltellando e sbraitando che dovevano assolutamente farsi un giro, che sarebbe stato divertente.
A niente erano servite le suppliche di Makoto che, senza neppure rendersene conto cercò lo sguardo di Haruka in cerca di aiuto che, rassegnato, alzò le spalle e bisbigliò uno scocciato: « Che posso farci? » prima di raggiungere gli altri due alla cassa.
« Ta-daaan! » esclamò un raggiante Nagisa, porgendo i biglietti ai ragazzi; era talmente esaltato che neppure Tachibana aveva avuto il coraggio di rifiutare, nonostante la voglia di prendere il suo biglietto e dargli fuoco seduta stante. « Rei-chan, andiamo! »
Haruka sospirò, andando a sedersi sul carrello, prima di rivolgere un'occhiata all'altro che, in silenzio, prese posto accanto a lui.
« In fondo è un gioco per bambini, cosa può esserci di così spaventoso là dentro? » disse più a se stesso che a Nanase, cercando di infondersi un po' di coraggio.
Dopo qualche minuto, passò l'addetto a raccogliere i biglietti e finalmente la giostra prese a muoversi, addentrandosi nel buio: non ci volle molto prima che uno scheletro cadesse dal soffitto facendo sussultare Makoto; lui si voltò immediatamente verso il compagno e sorrise quando notò che non aveva avuto alcuna reazione – non che avesse creduto il contrario – e lo invidiava per la sua eterna calma.
Potevano sentire poco distanti gli schiamazzi di Nagisa e le grida di Rei che lo pregava di stare fermo o sarebbe finito sotto alle rotaie e, in quello stesso momento, cominciò ad addensarsi una fitta nebbia colorata di luce verde che non piacque per niente a Tachibana.
Il brutto presentimento non tardò a verificarsi ed ecco che mostri terribili cominciavano a sfrecciare accanto a loro, producendo grida e lamenti che terrorizzarono il povero Makoto che non ci pensò due volte prima di aggrapparsi al braccio di Haruka e nascondere il viso contro la sua spalla. L'altro, dal canto suo, accennò un sorriso e gli afferrò saldamente la mano, senza lasciarla mai andare fino alla fine del tour.

 

*


« Ricordami di non assecondare mai più Nagisa-kun. » borbottò Makoto, interrompendo il silenzio che si era creato durante il tragitto verso casa. Haruka sollevò un sopracciglio:
« Sai che non è possibile. » disse con tono rassegnato, ma l'altro non l'aveva neppure sentito.
« Stanotte avrò gli incubi, ne sono sicuro. » si lamentò, cominciando a salire le scale che portavano verso le loro abitazioni.
Nella sua testa di fece strada l'idea di infilarsi nel letto di Ren e Ran, ma l'accantonò subito sentendosi seriamente un idiota anche solo per averlo pensato.
Haruka si fermò all'improvviso e quasi Makoto gli finì addosso: rimase a fissarlo per un lungo istante e, prima che Tachibana potesse chiedergli qualunque cosa, lo baciò. Fu un bacio veloce, durante il quale Haruka ebbe il tempo di sfilargli il telefono dalla tasca della giacca e metterglielo in mano.
« Resta da me, stasera. »
Makoto rimase in silenzio a fissare prima il cellulare, poi la schiena dell'altro che si allontanava verso casa, mentre le sue labbra si distesero in un sorriso.
Scrisse velocemente un messaggio ai suoi e, raggiungendo Haruka, si trattenne dal ridere, pensando che forse le idee di Nagisa non erano così malsane come aveva pensato per tutto l'arco della serata: se ogni volta doveva andare a finire a quel modo, beh, avrebbe sopportato volentieri quei terribili tunnel degli orrori.

   
 
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