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Autore: BrideOfTheWind    24/12/2008    5 recensioni
Neji Hyuuga giaceva supino nel proprio futon, osservando la luce sempre più intensa del mattino rischiarare una porzione crescente di camera, risalendo inesorabile e tenace lungo le coperte fino a raggiungere le prime disordinate ciocche castane, alcune dai riflessi scuri e caldi, altre più fulve e ramate, mosse. Non lo traspose a parole, ma la percezione era di assoluta perfezione e impeccabile serenità, nel discreto calore e nel completo silenzio di un ennesimo risveglio felice. Questa fanfiction si è classificata seconda al contest Hinata x Neji x Tenten di Joe e PrincessoOfAkatsuki
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction si è classificata seconda al contest Hinata x Neji x Tenten di Joe e PrincessoOfAkatsuki

 

Direi che posso solo dire che sto esplodendo dalla felicità. Il resto si immagina, credo. XD

Grazie a tutte le ragazze ( e a Pho-kun) che tra msn e forum mi hanno convinta a non mollare, a mio fratello, che mi massacra tutte le volte,  a Clo e ad Arianna, perché ci sono.

Complimenti a tutti gli altri partecipanti e specialmente a Hotaru, prima classificata!

 

 

 

RISVEGLI

 

Neji Hyuuga giaceva supino nel proprio futon, osservando la luce sempre più intensa del mattino rischiarare una porzione crescente di camera, risalendo inesorabile e tenace lungo le coperte fino a raggiungere le prime disordinate ciocche castane, alcune dai riflessi scuri e caldi, altre più fulve e ramate, mosse. Non lo traspose a parole, ma la percezione era di assoluta perfezione e impeccabile serenità, nel discreto calore e nel completo silenzio di un ennesimo risveglio felice.

“Neji! S-scusa il disturbo, posso entrare?”

Perché le parole dovevano esistere anche in momenti del genere?

Il volto rilassato del giovane cadetto tornò alla consueta compostezza, mentre il ragazzo sbuffava leggermente all’udire la timida voce della cugina.

“Entra pure…Hinata. Ma fa’ piano.”

Suonava ancora così strano, non utilizzare più quel -sama, formale certo, ma tanto rassicurante, pur nella rigidità…riaffermava ogni volta con chiarezza la distanza tra loro, una distanza imposta, predefinita, ma anche estremamente sicura, consueta, cui il ragazzo aveva presto dovuto abituarsi. Erano mesi ormai che l’erede degli Hyuuga portava avanti questa piccola ribellione alle leggi non scritte del clan, eppure Neji ancora non era a proprio agio nel trattarla con la familiarità che lei chiedeva: destabilizzava quei ruoli, che in fondo malgrado la frustrazione lui aveva sempre rispettato con riverenza.

Hinata entrò, facendo scorrere di pochissimo lo shoji e sgusciando nel varco, attenta a non fare rumore.

Sorrise piano, le guance tinte da un lieve rossore e gli occhi bassi che brillavano di soddisfazione, alla scena che si ritrovò ad osservare.

Prona, il volto affondato nel collo di Neji e una mano sul suo petto, Tenten ancora dormiva, un’espressione beata quasi infantile dipinta sul viso e una gamba nuda che sporgeva da sotto le lenzuola, abbronzata e tonica.

Se Neji si trovava ogni volta tremendamente a disagio in situazioni di questo genere, Hinata dava sempre, immancabilmente prova di enorme pazienza e grande disinteresse. Come al solito, il volto in fiamme e il tono supplichevole per il vago senso di colpa dovuto all’intrusione in un contesto tanto intimo, veniva ad avvisare che era giunta per Tenten l’ora di andarsene per non destare i sospetti del clan. Vero, era già stata esaminata ed approvata dalla maggioranza degli anziani, ed il fidanzamento ufficiale era quindi imminente, ma visto il rigido senso dell’onore all’interno del clan, dubitavano ugualmente che sarebbero stati molto felici al sapere delle visite notturne della quasi promessa.

Così, dopo la prima, casuale visita in cui aveva colto la maestra d’armi comodamente acciambellata sul futon del cugino, tra le mani una tazza di te e un gran sorriso stampato sul volto, Hinata si era offerta, tra mille imbarazzi e frasi spezzate, di avvisare la coppia quando fosse stata ora per la giovane di andarsene.

Perfino il ragazzo, dopo un iniziale rifiuto, seguito a breve da una ridicola fuga all’ultimo secondo di Tenten che aveva seriamente rischiato di minare la segretezza dei loro incontri notturni, aveva dovuto accettare quell’offerta che per la giovane e timida erede non era altro che semplice e sincero desiderio di contribuire in qualche modo alla felicità che il cugino, dopo molti anni di vita desolata e voluto isolamento, stava afferrando e godendo per la prima volta. Aiutandoli come meglio poteva, la ragazza sentiva di essere utile a due delle persone a lei più care, e scacciava quel vago senso si colpa nei confronti del cugino che l’aveva sempre oppressa al pensiero dell’enorme fortuna che le era toccata rispetto a lui, solo per uno sciocco diritto di nascita.

Senza contare, conseguenza che nemmeno lei inizialmente aveva previsto, la forza che le derivava dalla gioia riflessa dei due, e specialmente di Tenten. I rapporti tra le due erano tanto profondi quanto limpidi, come mai erano stati fino ad allora, e Hinata gioiva segretamente ogni volta che la ben più determinata kunoichi le dimostrava stima, ne traeva la forza necessaria ad iniziare le graduali rivendicazioni che per tanto tempo non aveva osato mettere in atto, rifiutando di conformarsi ancora all’opinione diffusa che l’etichettava come debole a causa del suo aspetto dolce e del suo atteggiamento dimesso. Rifiutando tutto ciò che era stata e aveva fatto credere di essere fino a quel momento.

“Forse…forse a modo mio sono forte anche io.” Si sorprendeva talvolta a pensare.

 

“E’ ora” sussurrò al cugino, prima di sorridergli e riaprire lo spiraglio nella porta scorrevole.

Era già fuori con metà del corpo quando la voce di Neji la raggiunse, fermandola.

“Buona giornata, Hinata. E grazie.”

Il suo sorriso si allargò, il rossore che tornava a imporporarle le guance, stavolta per la gratitudine.

“Buona giornata a te, Neji. E sono io a dovervi dire grazie.”

Neji la fissò interrogativo, ma lei scosse la testa.

“Ora svegliala”, gli raccomandò prima di uscire del tutto, richiudendosi la porta alle spalle.

Il giovane rimase un attimo interdetto a fissare il punto in cui era sparita la cugina, poi sorrise lievemente, scuotendo piano la testa. Sempre sorridendo, si piegò sulla ragazza che dormiva appoggiata a lui, accarezzandole leggero il capo con la mano, godendo della vista del suo volto aperto e rilassato.

Sì, aveva due persone davvero care ora, due donne forti e preziose al suo fianco, che rischiaravano la sua vita con la loro presenza, che sapeva e sentiva nel profondo non lo avrebbero abbandonato mai, tanto meno nelle difficoltà.

Sentì il gemito di Tenten al risveglio e il corpo della ragazza animarsi, le braccia che allargate per stiracchiarsi si protendevano poi a cingergli il collo.

“Buon giorno Neji” sorrise pigramente lei, sollevando la testa e posandola sul suo petto.

“Buon giorno, Tenten.”

E mentre il sole giungeva a illuminare i loro volti vicini e ad abbracciare i loro corpi allacciati, quasi curioso di scoprire l’identità dei due amanti, Neji si rese conto che, decisamente, il destino non gli era mai apparso tanto etereo e distante.

 

 

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