Storia scritta per il Drabble Weekend del 10-12 aprile indetto dal gruppo facebook "We are out for prompt" a partire da questo prompt:
Sherlock
BBC, Mystrade, Teen!lock: Greg scopre i ritratti
che Mycroft disegna su di lui tra le pagine del quaderno di Matematica..
What you see (when you look at me)
"Myc! Myc!" bisbiglia Greg all'indirizzo del rosso, seduto due file dietro di lui e apparentemente immerso nella risoluzione di alcuni esercizi che il professore di Matematica ha assegnato loro. "Mycroft!" ripete, abbastanza forte da far alzare la testa dell'altro dal quaderno ma purtroppo talmente forte da venir captato dall'anziano professore, che lo richiama immediatamente, minacciando di interrogarlo. Quando quest'ultimo torna nel suo usuale stato di torpore, Greg riprende a guardare l'amico, avendo finalmente catturato la sua attenzione, e gli mima un concitato "ma che cosa stai facendo?" a cui non ottiene risposta. Non si stupisce affatto, d'altronde l'altro è fatto così. Mycroft lo osserva attentamente, e poi abbassa di nuovo lo sguardo sul suo banco. Greg sospira, per poi imitarlo.
Quando, finalmente, quella
lezione interminabile
finisce, segnando anche la fine delle lezioni per quel giorno, Greg si
alza dal
suo banco, stiracchiando i muscoli della schiena e del collo. Con
fare tranquillo si avvicina al banco di Mycroft, che non appena lo vede
si affretta a
chiudere il quaderno e riporlo nella cartella. Si incamminano insieme,
come è loro
abitudine, verso le rispettive case, parlando del più e del
meno - o meglio,
per lo più è Greg a parlare e Mycroft lo ascolta,
inserendo massime filosofiche
ogni tanto.
Prima di separarsi, Greg,
come ricordandosene in
quel momento, gli ripete la domanda di quella mattina: "Cosa facevi
durante l'ora di matematica?" ma anche questa volta Mycroft si limita a
distogliere lo sguardo, per poi sussurrare un "Ci vediamo domani"
prima di correre via.
La mattina dopo, appena prima che
inizi la lezione
di Matematica, Greg sorprende Mycroft, prendendo posto accanto a lui
con un
sorriso talmente grande che nemmeno il cipiglio torvo dell'altro riesce
a
scalfire. Mentre aspettano che il professore arrivi, Greg inizia a
raccontare
di come gli esercizi che aveva assegnato loro il professore fossero per
lui
praticamente impossibili, e quando Mycroft replica che lui li ha
trovati
alquanto noiosi allunga una mano e afferra il quaderno che Mycroft ha
poggiato
sul banco per confrontare le loro soluzioni. Non sente il "NO"
strozzato
di Mycroft né vede il suo volto divenire rosso per
l'imbarazzo perché è troppo
impegnato a fissare un volto terribilmente familiare: i suoi occhi, il
naso, le
labbra, la sua mascella squadrata e i suoi capelli a spazzola, persino
il neo
poco al di sotto della sua narice sinistra... Il disegno
è infinitamente più bello dell'immagine che vede
ogni volta che si guarda allo specchio. Talmente tanto definito e pieno
di vita e perfetto che Greg si chiede se sia così che Myc lo
vede quando lo guarda.
Crede che sia incredibile il modo
in cui Mycroft ha riprodotto in maniera così suberba il
proprio volto, la passione che ha messo nel tracciare ogni singola
riga, tutto quel talento sprecato nel disegnare uno come lui, ma al
tempo stesso non ha
parole per esprimere la propria ammirazione quando alza lo sguardo
sull'altro.
Mycroft gli strappa il
quaderno dalle mani, e se lo
stringe al petto, abbassando lo sguardo con fare contrito.
"Myc, ma cosa...?"
"Non avresti mai dovuto
vederlo, Gregory. Ti
chiedo umilmente perdono. Lo strapperò immediatamente".
"No, Myc, ma che dici,
è un ritratto
meraviglioso! Non sapevo fossì un artista così
bravo... "
Gli occhi di Mycroft si
allargano per lo stupore. "Oh.
Grazie".
Dopo qualche secondo in cui sono ancora entrambi immobili, Mycroft
riprende, con un filo di voce: "Ecco... Per quanto riguarda il
soggetto... Non vorrei che tu pensassi
male di me, adesso".
Greg
sente le labbra stirarsi in un sorriso incredulo. Non
avrebbe mai pensato di avere la
possibilità di dirlo, perché non credeva di
piacere all'altro ragazzo, ma ora...
Si schiarì la
voce: "Mycroft Holmes, ti andrebbe di uscire con me?"