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Autore: rotondum    14/04/2015    1 recensioni
Haruka lo guarda da sotto le ciglia lunghe. Sta aspettando una parola, una qualsiasi reazione, anche un rimprovero andrebbe bene.
[MakoHaru]
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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note: scritta per la 5° Notte Bianca della pagina facebook "No, ma Free! lo guardo per la trama, eh", con il prompt "I eat boys up, breakfast and lunch, then when I'm thirsty I drink their blood." Cannibal - Ke$haRoba bella, insomma. Btw, non è nulla di troppo pesante, anzi (/;A;)/ spero riuscirete ad arrivare almeno alla fine! <3

 
I'll tell you my sins
Makoto non sa quando Haruka ha iniziato a farlo. E' stato molto tempo fa, probabilmente, ma si stupisce nel constatare come una cosa del genere ormai non gli faccia più paura, ne orrore. E' una terribile routine a cui si è abituato contro il proprio volere.
E' sempre sera, quando Haruka lo chiama. Makoto ha imparato a mantenere la calma, ad accettare la chiamata e rispondere “pronto, Haru-chan?” con fermezza. Haruka, dall'altro capo, ha il respiro pesante, ma la sua voce è sempre tranquilla quando gli dice di aver combinato un disastro. Makoto allora gli domanda cos'è successo, anche se lo sa benissimo, e Haruka gli chiede di venire a casa sua, per favore. Makoto non riesce mai a dire di no: si veste, anche se la maggior parte delle volte lo è già, inventa una scusa da rifilare ai suoi genitori e percorre in pochi passi la stradina che divide casa sua da quella di Haru-chan. Bussa, Haruka gli apre. E' sempre sporco di sangue.
Quella è una di quelle serate, Haruka l'ha accolto con le labbra tinte di rosso e le unghie delle dita incrostate di sangue seccato.
“Haruka? Cosa è successo?”, chiede Makoto, con gli occhi intrisi di tristezza perché sa già la risposta. Haruka non risponde, inizia a camminare verso camera sua e il ragazzo lo segue, preparandosi mentalmente ad una scena a cui ha già dovuto assistere troppe volte: la porta della camera si spalanca, e là per terra c'è lo spettacolo che lo perseguitava sempre nei suoi incubi quando era bambino.
E' sempre un ragazzo diverso, quello steso sul tappeto, con gli occhi aperti, spalancati, in una muta richiesta d'aiuto mai sentita. Le sue viscere fanno capolino dalla pancia squartata, qualche brandello di carne insanguinato è sparso qua e là per il pavimento della camera. A volte al cadavere manca un orecchio, un braccio, una gamba: la prima volta che ha chiesto ad Haruka che fine avessero fatto, se n'è subito pentito. Perché è venuto a sapere quello che non avrebbe mai voluto sentire; Haruka se li mangia.
No, forse mangiare non è il termine più adatto, quello che fa è divorare. Divora ragazzi innocenti, strappa carne nuda quando sono ancora in vita e se la gusta, piano, cullato dalle grida strazianti della vittima.
La prima volta che è successo è stato terribile. Haruka l'ha chiamato, ma quando Makoto ha bussato alla sua porta non è venuto ad aprirgli: il ragazzo è dovuto entrare da solo, e quando l'ha trovato – accovacciato a terra, le ginocchia al petto e le mani a tenersi la testa – non credeva di avere a che fare con il suo Haru-chan, perché non l'aveva mai visto così spaventato. Ha notato il corpo, ha urlato, ha cercato di far parlare Haruka, è scappato a casa, scosso, piangendo. Poi se ne è pentito.
Ha iniziato a sentirsi in colpa per aver mollato Haruka, il suo Haru-chan, in quella situazione. Probabilmente il ragazzo l'aveva chiamato perché aveva bisogno di aiuto, e Makoto l'aveva abbandonato come un codardo.
E poi è successo ancora, ancora e ancora, e un giorno Haruka ha addirittura pianto: “sono un mostro”, ha singhiozzato, e Makoto non sapeva cosa dire perché Haruka non piange, non piange mai. “Dovresti starmi lontano, vai via, un giorno di questi toccherà a te e non voglio, non voglio”.
Makoto l'ha baciato, ha sentito il sapore del sangue sulle labbra. “Non ti lascio, Haru-chan”.
Adesso sa, sa che è tutto dannatamente sbagliato, sa che dovrebbe chiamare la polizia perché i ragazzi che sono scomparsi misteriosamente stanno diventando decisamente troppi, ma quello che dovrebbero mandare in prigione sarebbe Haruka, il suo Haruka, Haruka che lo guarda da sotto le ciglia lunghe aspettando una parola, una qualsiasi reazione, anche un rimprovero che però non arriva mai e Makoto capisce che davvero non ce la può fare, perché lui Haruka lo ama con tutto il suo cuore e l'ultima cosa che desidera è vederlo lontano da se, odiato da tutti.
Sbatte soltanto le palpebre: “l'hai fatto di nuovo, Haru-chan”.

Haruka non risponde, abbassa lo sguardo. Così Makoto sospira e si china per ripulire quel casino.
  
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