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Autore: starmanga    14/04/2015    6 recensioni
CIAO A TUTTE! DOPO TANTO TEMPO HO RIPRESO IN MANO LA STORIA E NON SONO INTENZIONATA A LASCIARLA PIU'! HO MODIFICATO I PRIMI TRE CAPITOLI AGGIUNGENDO MOLTI PARTICOLARI. VI INVITO A RILEGGERLI! INOLTRE HO PUBBLICATO UN NUOVO CAPITOLO. FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE. A PRESTO!
Usagi è una ragazza di 24 anni, solare, indipendente e autonoma. Ha delle amiche favolose e un fidanzato dolcissimo. Eppure c'è qualcosa che non va nella sua vita. Dopo una delusione adolescenziale, Usagi non è più in grado di innamorarsi e lasciarsi andare. Ma, forse, questo avviene perché non ha ancora incontrato la persona giusta...
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo I - La proposta

Erano quasi le 19. Stava per finire un’altra giornata impegnativa.

-    Meno male, oggi non ne potevo più, sono stanchissima! 



Usagi Tzukino, 24 anni, studentessa universitaria, laureanda in giurisprudenza. Le mancava davvero poco per concludere la sua carriera universitaria; ormai aveva finito di sostenere tutti gli esami e ora poteva finalmente dedicarsi alla stesura della tesi. Si era impegnata molto per sostenere tutti gli esami in tempo, anche perché, per mantenersi, lavorava tutti i pomeriggi e, ogni tanto, anche la sera. Faceva la cameriera nel locale del suo amico Motoki e, nonostante la fatica, le piaceva molto quel lavoretto. Certo, la sua famiglia avrebbe potuto aiutarla, soprattutto da quando se n’era andata a vivere da sola, in quel piccolo monolocale in centro. Ma era lei che non voleva; le piaceva sentirsi indipendente e autonoma.

Già, Usagi! Chi l’avrebbe mai detto! In passato era sempre stata molto attaccata ai suoi genitori e la sua adolescenza era trascorsa tranquilla e serena, in un’atmosfera protetta e ovattata. Fino a quando non incontrò al liceo Hiro, un suo compagno di scuola, che la fece completamente capitolare. A causa sua, Usagi incominciò a non vedere più le sua adorate amiche e a diventare completamente dipendente da quel ragazzo, che, lentamente, era diventato il suo unico punto di riferimento in quei turbolenti anni adolescenziali. Quando poi venne a sapere che lui aveva deciso di andare a studiare in una prestigiosa università inglese, senza neanche informarla, il suo cuore si lacerò irreparabilmente. Dalla sua partenza, si promise di non dipendere più da nessuno, soprattutto da un uomo. Decise di riprendere in mano la sua vita e si iscrisse a giurisprudenza, con l’obiettivo di conoscere i proprio diritti e come poterli esercitare. Inaspettatamente la separazione da Hiro si trasformò in un'esperienza di maturità importante; le consentì di crescere e ritemprarsi e, nel corso degli anni, lo studio, che fino a poco tempo prima aveva rappresentato un grande ostacolo, si era rivelato un inatteso alleato.

Si dedicò anima e corpo a divorare libri e letture giuridiche e, con suo grande stupore, iniziò ad acquisire maggiore fiducia in se stessa, con la convinzione che solo la conoscenza potesse aiutarla a orientarsi nel mondo degli adulti, fatto di responsabilità, ma anche di grandi libertà.

Lentamente riuscì a creare un nuovo equilibrio, trovò lavoro da Motoki e ricominciò a frequentare le sue vecchie amiche, recuperando il loro rapporto fatto di confidenze e allegria.



Usagi si stava togliendo il grembiule per dirigersi rapidamente verso il retro del locale a prendere il giubbotto.



-    Usa che fai, scappi oggi? -  le chiese Motoki osservandola con la coda dell’occhio mentre ripuliva il bancone.

-    Si! Seiya mi viene a prendere  alle 8 per portarmi a cena fuori e devo tornare subito a casa o non riuscirò mai a essere pronta per quell’ora ! – rispose Usagi con una voce  affannata mentre era intenta a mettersi rapidamente felpa e scarpe per uscire.

-    Aah! Ora capisco tutta questa furia! Però avrei da chiederti un favore al volo…Domani sera potresti rimanere ad aiutarmi? Normalmente me la caverei da solo, ma è sabato e c’è la festa di compleanno di un mio carissimo amico. Avremo il locale pieno! -

-    Mmm...  non saprei… –  rispose Usagi in forma dubitativa, volendo tenere per qualche secondo il ragazzo sulle spine.

-    Ti prego… - la implorò il giovane con gli occhioni lucidi per convincere la bionda.

-     E va bene, Motoki, hai vinto, basta però con quell’espressione da cane bastonato! Per questa volta sacrificherò un sabato sera per aiutarti! –  concluse la ragazza sorridendo, conscia che non sarebbe mai riuscita a voltare le spalle al suo amico nel momento del bisogno.

-    Grazie Usagi, sapevo di poter contare su di te. Dai, ci vediamo domani allora. E fai la brava stasera! – la stuzzicò il giovane.

-    Ahah questo non te lo posso garantire, a domani! – replicava lei facendogli l’occhiolino mentre si sistemava la giacca e apriva la porta di ingresso.



Motoki la guardava uscire dal suo locale e pensava a quanto fosse cresciuta quella giovane donna dal loro primo incontro. La conosceva da circa dieci anni, da quando era solo una ragazzina e sapeva anche che in passato lei si era presa una bella cotta per lui. Ma nel suo c’era sempre stata Reika, la donna che da li a pochi mesi, avrebbe sposato. Tuttavia, non poteva fare a meno di notare come la sua dolce amica fosse cambiata.  Lui l’aveva sempre considerata una sorellina minore e, nel corso degli anni, era stato uno dei suoi consiglieri di fiducia nelle situazioni di difficoltà, ma nell’ultimo periodo si era accorto che Usagi aveva davvero spiccato il volo. Era diventata forte, autonoma e incredibilmente... studiosa! Gia, lei, che alle medie e alle superiori passava tutte le giornate a leggere manga e a scherzare con le amiche, ora era diventata una studentessa modello. Inoltre, la sua maturità si era manifestata anche fisicamente... Ormai era diventata una donna. Usagi ai suoi occhi era una bellissima ragazza che avrebbe potuto ottenere dalla vita qualunque cosa. Ne era davvero orgoglioso e le augurava ogni bene.



Ore 19.25. Usagi era appena arrivata a casa. Doveva farsi una doccia e scegliere come vestirsi. Sapeva che Seiya sarebbe stato puntuale.  Il messaggio che le aveva mandato quel pomeriggio era piuttosto chiaro: “Stasera fatti trovare pronta alle 8. Voglio portarti a cena in un posto speciale fuori città. Sono sicura che ti piacerà un sacco. Non vedo l’ora di vederti Amore mio. A stasera – Seiya”.

Stavano insieme da quasi un anno; si erano conosciuti a una festa di laurea in cui lui era stato chiamato a suonare con il suo gruppo, i Three Lights. Erano piuttosto bravi e riscuotevano un discreto successo in tutto il Paese.

Usagi non sapeva ancora se quello che provava per lui fosse vero amore. Forse, semplicemente, non le interessava chiederselo. In fondo con Seiya stava bene, entrambi conducevano ritmi di vita molto intensi e si vedevano quando avevano tempo. Tutto sommato, un rapporto così le andava benissimo. Aveva impiegato anni ed energie per emanciparsi e diventare indipendente e non avrebbe permesso a nessuno di scalfire questo suo stato.

Tuttavia non poteva ignorare che Seiya avrebbe voluto portare il loro rapporto ad un livello superiore. Nonostante fosse un cantante famoso e corteggiato il suo cuore era incatenato a Usagi e si era convinto che, prima o poi, sarebbe riuscito a risvegliare in lei il vero impeto dell’amore.



Usagi era appena uscita dalla doccia. Ore 19.40: aveva pochissimo tempo per prepararsi.

-    Mmm... E adesso che mi metto? -  non sapeva ancora dove sarebbero andati quella sera, ma, conoscendo Seiya, si immaginava un ristorantino intimo ed elegante.



Mise sul letto vari vestiti e iniziò a provarne alcuni. Ah, sapeva che non sarebbe mai riuscita a decidersi in tempo, era l’eterna indecisa!  - Al diavolo! Metto questo! – disse prendendo il primo da sinistra. Un tubino nero senza maniche lungo fin sopra le ginocchia con un’elegante scollatura sulla schiena. Indossò l’abito e scelse un paio di decoltè argentate non troppo alte. Infine, passò al viso:  dopo essersi asciugata i lunghi capelli dorati, decise di lasciarli vaporosi e morbidi sulle spalle, si passo del fard sulle gote, un po’ di mascara e un velo di lucidalabbra. Non le piaceva esagerare col trucco e, in fondo, sapeva che la sua bellezza acqua e sapone non aveva bisogno di molto per risaltare.



Ore 20.05, incredibile, ma vero. Era pronta e si sentiva bella! Puntualmente le arrivò il messaggio di Seiya, dicendole che la stava aspettando in macchina sotto casa.



Usagi prese la borsa e il soprabito e uscì dal suo appartamento. Seiya era leggermente teso quella sera; lo denotava il suo continuo tamburellare le dita sul volante della sua auto.

Non sapeva come Usagi avrebbe reagito a ciò che aveva in mente. Tuttavia i suoi pensieri cupi svanirono appena lei varcò la soglia del portone e si diresse verso la sua auto.

Usagi era splendida quella sera. Nonostante si vedessero con regolarità almeno 2 volte a settimana, non riusciva ancora ad abituarsi alla sua incredibile bellezza.

Una volta sistematasi in macchina, lo salutò con un dolce bacio.

-    Seiya, hai visto che sono stata puntuale oggi? - chiese ammiccante.

-     Ciao Principessa  - rispose il giovane incontrando lo sguardo maliardo della ragazza. Poi riprese - In realtà saresti in ritardo di qualche minuto - disse lui sorridendo sornione - Ma n’è valsa la pena aspettarti... Sei bellissima stasera Usagi -.

-    Grazie amore, anche tu sei bello e attraente come sempre, lo sai? – rispose accattivante.

-     Certo che lo so! Sono bello e famoso! – rispose in tono scherzoso il ragazzo mentre accendeva  il motore dell’auto.

-    Che stupido che sei! Il solito narciso -  replicò lei ridendo.



Era da qualche giorno che non si vedevano e,  durante il viaggio, Usagi si mise a raccontargli di quanto avesse studiato e lavorato e di come Motoki, l’avesse convinta ad aiutarlo per il prossimo sabato sera.



-    Piccola, te l’ho già detto altre volte. Lavora con me! Potresti aiutare il gruppo con le questioni amministrative, sarebbe meno stressante che lavorare in un locale lo sai! – disse Seiya non nascondendo un certo disappunto per quella scelta di Usagi.



Non poteva esprimerlo apertamente, ma non gli andava a genio il fatto che lei lavorasse a stretto contatto, ogni giorno con Motoki. Aveva come l’impressione, che lui avesse un debole per lei. Lo si capiva dagli sguardi che le lanciava.

Era un semplice sospetto, ne era consapevole, ma nella sua mente si stava trasformando in qualcosa di più; in fondo anche lui era un uomo e sapeva interpretare i segnali lanciati da altri ragazzi. O forse no? Già in passato la gelosia gli aveva fatto fare degli errori. Sapeva di essere fidanzato con una bellissima ragazza che, naturalmente, non lasciava indifferenti gli uomini.

Ma, al contempo, era perfettamente conscio della serietà di Usagi e di come, al contempo, fosse pronta a difendere la sua libertà ad ogni costo. Quindi, per amore e per rispetto, si era deciso ad accettare, seppur a malincuore, quella situazione.

Infatti la reazione di Usagi non tardò ad arrivare, dimostrandosi, come sempre, irremovibile nella sua posizione.

-    Seiya, non riapriamo l’argomento ti prego,  io con Motoki sto bene e mi fa piacere poter dargli una mano, non è affatto pesante per me!  - replicò seria.

Non riusciva a capire perché il suo ragazzo fosse  così geloso di Motoki, erano amici di vecchia data e basta, anzi poteva davvero considerarlo come il fratello maggiore che non aveva mai avuto. E poi lui stava per sposarsi con Reika!

Inoltre, anche se ci teneva a Seiya non avrebbe mai potuto lavorare insieme a lui e ai suoi fratelli; se lo avesse fatto non avrebbe avuto più tempo per sé e per le sue amiche e, soprattutto, avrebbe mischiato gli affari di cuore con il lavoro, sapendo che, col tempo, avrebbe perso la propria indipendenza.



Dopo circa 30 minuti arrivarono a destinazione.

Usagi ci aveva azzeccato: si trattava di un piccolo localino fuori città, immerso nella campagna, con una orchestra dal vivo che suonava stucchevoli melodie. Era incredibile quanto Seiya fosse romantico, aveva scelto un luogo adatto alle sole coppie di innamorati.

Improvvisamente Usagi iniziò a sentirsi a disagio. Non riusciva a capire perché. Forse aveva intuito che Seiya questa volta si sarebbe spinto oltre. Già in passato le aveva fatto più volte capire il suo amore e la sua volontà di vivere il loro rapporto in maniera più completa e matura.

Usagi si sentì rabbrividire e, subito dopo, provò un forte senso di colpa. Era lì, mano nella mano con il suo fidanzato, che l’amava profondamente e che probabilmente le avrebbe dichiarato tutto il suo amore accompagnato da una dolce melodia suonata da un violino.

Ma lei non era pronta, no, non se la sentiva proprio. Non capiva che fretta c’era di trovarsi davanti a un altare a scambiarsi promesse d’amore eterne a  neanche venticinque anni. La musica di sottofondo, le candele, gli occhi di Seiya carichi di passione... Tutta quell’atmosfera iniziava ad essere soffocante.

Si sentiva un’ingrata e per questo, dopo pochi istanti, cercò di ricomporsi e allontanare pensieri sbagliati.



Si sedettero al tavolo. Seiya la fece accomodare, accompagnandole la sedia.

-    Ma dove hai scovato questo posto? Io mi sarei accontentata anche di una pizza formato famiglia in quel locale sotto casa tua eh! -   Disse lei canzonandolo e cercando di smorzare l’atmosfera troppo romantica.

-    Piccola, ti avevo detto che era un posto speciale! Per te solo il meglio - disse lui prendendole la mano dall’altra parte del tavolo.

-    Devo dire che è davvero carino Seiya  - replicò lei guardandosi intorno con un filo di imbarazzo.

Seiya strinse la sua mano ancora di più e la fissò intensamente negli occhi
.
-    Usa.. va tutto bene? Mi sembri un po’ nervosa stasera - .

Usagi si sentiva messa alle strette. Non era in grado di fingere bene e ne era perfettamente consapevole  - Certo Seiya… -  rispose incerta con un leggero sorriso.

Seiya sembrava aver intuito il suo impaccio e cercò quindi di metterla subito a suo agio. Iniziarono a cenare, parlando di qualunque cosa, e Usagi finalmente riuscì a rilassarsi.

Mentre le stava parlando della loro ultima incisione in sala registrazioni, la ragazza si ritrovò a fissarlo intensamente. Era un ragazzo bellissimo fuori e dentro, era  dolce, premuroso, la rispettava sempre e sarebbe stato pronto a fare qualsiasi cosa per lei.

Si trovò a chiedersi se lo amasse davvero. Ancora non lo sapeva, ma si augurava davvero che le cose tra loro potessero funzionare e sperava di poter finalmente concedergli, magari in futuro, il suo amore incondizionato.

Seiya se lo meritava, non avrebbe mai trovato un altro ragazzo così amorevole, ne era sicura. Tuttavia sentiva che il tempo non era ancora arrivato, non voleva forzare il loro rapporto, col rischio di mandarlo in frantumi.



All’improvviso Seiya prese coraggio  -  Usagi, tutto ok? –  disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli.

-    Si, anche se ho mangiato troppo, sto scoppiando in questo vestito! Però un dolcetto lo mangerei volentieri!  – disse lei mostrandogli una linguaccia.

La sua Usagi. Adorava la sua spontaneità. 

-     Ah si?  Testolina buffa non preoccuparti, che adesso lo ordiniamo. Tanto dopo cena ti aiuto io a toglierti il vestito se è troppo stretto -  Seiya iniziò a guardarla con passione.

-    Testolina Buffa? Ancora? Allora mi sa che stasera dormirai da solo mio caro… -  tuonò scherzosamente la bionda stuzzicando il giovane.



Sentirsi chiamare ancora con quel nomignolo la fece tornare improvvisamente indietro nel tempo. Infatti, ancora ai tempi della scuola, era solita acconciare i suoi lunghissimi capelli biondi in due ciocche con grossi chignon. All’epoca era ancora una ragazzina, e nessuno badava molto alla sua pettinatura, tranne un ragazzo più grande di lei che, di lì a poco, avrebbe iniziato a impartirle qualche ripetizione nelle materie che più odiava, matematica e scienza. Da quella volta, le sue amiche avevano iniziato a prenderla bonariamente in giro e, per tutti, era diventata testolina buffa! Seiya, ovviamente, appena era venuto a sapere di questo soprannome, si divertiva ogni tanto a stuzzicare la sua ragazza; adorava vederla fintamente arrabbiata, anche perché sapeva che, dopo il fastidio iniziale, subentrava una fase di coccole e baci.



-    Questo è il prezzo che devi pagare se vuoi il dolce, mia cara – rispose lui riproponendo lo stesso tono che aveva usato la ragazza.

Usagi alzò gli occhi al cielo e portò avanti il gioco.

-    E va bene, chiamami come vuoi, ma sappi che lo faccio solo per il dolce, non per te! - gli rispose dando una rapida scorsa alla pagina dei desserts. Prendo un tiramisù! - disse infine con gli occhi luccicanti, felice di aver trovato tra le proposte, la sua preferita.



Seiya si era perso guardando Usagi mangiare il suo dolce. Era dolcissima, mangiava con la stessa ingordigia di una bambina, emanando però un fascino adulto, irresistibile.

-    Dopo il dolce come va, meglio? Ti senti soddisfatta? Chiese lui prendendola in giro. –

-    Mmm.. vorresti dire che sono una mangiona Seiya? Bè, si! ora mi sento soddisfatta! – rispose lei ridendo.

-    Bene! -  Poi improvvisamente Seiya disse: - Ascolta Usa, tu stai bene assieme a me? –

Usagi si rabbuiò. Fino a quel momento si era quasi dimenticata di domandarsi perché il suo ragazzo l’avesse portata lì stasera. Ora sarebbe arrivato il fatidico momento.

-     Seiya è ovvio, che domande fai? Mi trovo molto bene assieme a te; direi che non ci manca nulla, giusto? – domandò con sicurezza.

-     Bè, io non credo che le cose stiano così. Insomma stiamo insieme da un anno e nonostante gli impegni di entrambi, siamo molto uniti, questo è certo. Però...Credo che ci manchi la condivisione di alcune piccole cose quotidiane, che ne so, svegliarci assieme e fare colazione, vedere un film sul divano sotto le coperte e…  -.

Usagi lo interruppè prima che potesse finire la frase.

-    Ma Seiya tutto questo noi lo condividiamo già! – disse, mentre un nodo in gola, complice l’imbarazzo e il senso di colpa per la sua immatura reazione, le stava quasi impedendo di parlare.

-    Ma non è la stessa cosa, un conto è farlo ogni tanto, un conto è condividere la vita insieme ogni giorno...Entrambi sotto lo stesso tetto. –

Usagi sgranò gli occhi e iniziò a far chiarezza nei suoi pensieri. Cosa stava cercando di chiederle Seiya? Sperò davvero che, tutto d’un tratto, il ragazzo non tirasse fuori la famosa scatola da gioielleria contenente l’oggetto incriminato.



-    Usa, ascolta...io credo che dovresti venire a vivere insieme a me, da me. Perché rinunciare a tutto questo se abbiamo la possibilità di condividere ogni giorno della nostra vita  assieme? Io...Ti amo. -.

Il ragazzo pronunciò queste due ultime parole con enfasi, dopo qualche secondo di riflessione, quasi a volerle sputare fuori per non lasciare adito a nessun dubbio sui suoi sentimenti verso di lei.



Usagi rimase sbalordita, ma al contempo sollevata. Per tutta la serata, aveva creduto che Seiya le avrebbe chiesto di sposarlo. Fortunatamente non era andata così. Tuttavia, quella proposta l’aveva lasciata spiazzata. Non sapeva cosa rispondergli. Lei stava molto bene con lui, ma era molto gelosa dei suoi spazi e della sua libertà e non se la sentiva di condividere con Seiya quella sua intimità così nascosta.  Tuttavia sapeva perfettamente che una proposta del genere, prima o poi, sarebbe arrivata. Seiya era perfetto e non c’era davvero nulla che non andasse in lui. Forse era lei quella sbagliata? Nel dubbio, decise di lasciare aperto uno spiraglio.



-    Seiya hai ragione, noi stiamo benissimo assieme ed è vero che siamo molto uniti. Proprio per questo io credo che così siamo completi, non ci manca nulla. Condividiamo già le cose quotidiane – disse lei con fare poco convincente e  aggiungendo con sincerità – e poi io sono un po’ gelosa del mio piccolo appartamento, non credo di volermene andare ANCORA. – disse rimarcando l’ultima parola per poi aggiungere -  Ma in futuro tutto è possibile. Dammi solo un po’ di tempo.

 

Seiya abbassò gli occhi. Non era davvero stupito da quel discorso, sapeva che forse era stato avventato, ma per lui era una questione davvero importante. Avrebbe voluto avere ogni lembo di lei sempre al suo fianco.

Nonostante la risposta negativa della ragazza, si sentì leggermente rincuorato. Usagi non si era pronta adesso, ma non aveva escluso che in futuro le cose avrebbe potuto cambiare. Lui, per certo, non si sarebbe scoraggiato, avrebbe aspettato e, alla fine, l’avrebbe spuntata.

Una volta ricomposto aggiunse:

-    Ok piccola, non preoccuparti. Non volevo metterti in imbarazzo - disse lui sorridendo e rilassando l’atmosfera - volevo solo esprimerti quello che provavo, ma a me comunque basta averti al mio fianco. –

-    Oh Seiya... – Usagi lo guardò con estrema dolcezza, si avvicinò al suo volto e gli diede un dolce bacio a cui lui rispose con passione –

-    Allora andiamo da me e ci coccoliamo un po’? -  disse lui guardandola con ardore.

-    Certo! – rispose lei sentendosi sollevata. La situazione era sicuramente rientrata. Era stata sincera con Seiya e si era proposta di riconsiderare la sua proposta in futuro.  Tutto sommato, la serata stava andando meglio di quanto credesse.



Una volta arrivati a casa, Seiya abbracciò Usagi tenendola stretta a sé e, subito dopo, iniziò a baciarle il collo, stuzzicandole poi i lobi dell’orecchio e accarezzandole il corpo contenuto in quel piccolo tubino nero.

Usagi lo lasciò fare e si lasciò trasportare verso la camera da letto.

Seiya iniziò ad aprire la zip dell’abito di lei, lasciandola rapidamente vestita del solo intimo di pizzo nero.

Usagi era un angelo, una continua scoperta – Amore sei splendida -  disse lui guardandola dallo specchio della camera.

-    Anche tu non sei male – rispose lei solleticandolo a proseguire.



Seiya era davvero uno uomo passionale e non era difficile lasciarsi andare a lui e alle sue avances.

Quella notte fecero l’amore fino all’alba.

La mattina dopo Usagi si alzò molto presto. Pensò ai capitoli di tesi che si era ripromessa di scrivere quel fine settimana e decise di vestirsi.  – Seiya si svegliò di soprassalto -  Usagi dove vai? – chiese allarmato.

-    Shhh.. riposa ancora un po’ Seiya. Io torno a casa, devo studiare e sistemare alcuni appunti, poi il pomeriggio sono a lavoro fino a sera, ricordi? È sabato! Ci sentiamo durante la giornata - disse posandogli un casto bacio sulla fronte.  – A dopo!

-    Ok Usa...a più tardi -  rispose lui sapendo che non avrebbe potuto fermarla.

Seiya era preoccupato. Lanciò uno sguardo alla sveglia e vide che erano appena le 7 di mattina. Che bisogno c’era di scappare di casa a quell’ora per andare a studiare? Non avrebbe potuto aspettare di fare almeno colazione assieme? Non riusciva a capire cosa le stesse frullando per la testa. Sperava che Usagi fosse davvero corsa a casa solo per senso del dovere e non a causa della serata che aveva trascorso assieme. Sapeva solo che non voleva perderla.



Usagi corse lungo le scale del palazzo e uscì velocemente dal condominio. Una volta fuori, respirò profondamente. – Perché sono scappata in questo modo? –  si ritrovò a domandarsi.

Si strinse le braccia e, nonostante l’aria primaverile, iniziò a sentire un po’ di freddo.  Certo, doveva continuare a scrivere la sua tesi, ma alla fine, poteva fermarsi almeno un’altra oretta col suo ragazzo.

Sapeva che avrebbe dovuto chiarire i propri sentimenti verso Seiya al più presto. Cosa provava realmente per lui? Possibile che dopo tutti quegli anni, non aveva ancora superato il trauma provocatole da Hiro? O c'era dell'altro? Con queste domande nella testa si avviò verso casa. Doveva pensarci sù, con razionalità. Di una cosa però credeva di essere sicura: tutto ciò che aveva faticosamente conquistato negli ultimi anni, non lo avrebbe mai rimesso in discussione.



Non poteva certo immaginare che, a breve, la sua vita sarebbe completamente cambiata.

   
 
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