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[ Jon/Sansa. What!If quinta stagione. Semi-platonica. R+L=J ]
Sansa
non solleva lo sguardo dalle proprie mani quando la porta viene spalancata
violentemente, segnalando l’arrivo di un cavaliere. Può intravederne gli
stivali attraverso la propria visuale sfuocata, sporchi di sangue e fango,
divaricati in una pronta posizione d’attacco. Il fodero penzola vuoto al fianco
dell’uomo, ed una lunga veste nera le permette di presagire a quale fazione appartiene il nuovo venuto che
le toglierà brutalmente la vita, non riconoscendo l’erede di quella casata
ormai in rovina – decaduta ma mai dimenticata.
Una
pozza rossastra si allarga velocemente intorno alle ginocchia. Non è il proprio
sangue a macchiarle la veste strappata in più punti. La vittima giace sul
proprio stomaco, lo specchio dello stupore nelle iridi azzurre, le palpebre
ancora spalancate.
Ramsey Bolton è
morto per la mano di Sansa Stark. Pura fortuna aveva
guidato le dita della giovane fanciulla ad afferrare il candelabro d’acciaio
malriposto sul comodino. Con forza aveva sbattuto l’oggetto contro la nuca dell’erede
bastardo di Roose Bolton,
ignorando i guaiti, i gemiti, le bestemmie, desiderando solamente che morisse e
cessasse di respirare eternamente.
Lo
sfrigolare dei ricordi viene interrotto dal movimento brusco dell’uomo entrato
nella stanza. Egli si china, posando un ginocchio a terra, abbandonando la
spada al proprio fianco. Sansa sgrana lievemente gli occhi, finalmente toccata
da una sensazione, quando ammira il
lupo bianco scolpito all’impugnatura dell’arma. Solleva lo sguardo, posandolo
in quello grigio di Jon Snow.
Ha
la barba più lunga di qualche anno prima, i tratti del volto si sono induriti
con il tempo, perdendo la dolcezza fanciullesca. È più simile che mai ad Eddard Stark, ed il respiro le si
ferma in gola. Solleva un dito insanguinato per toccare la guancia dell’uomo un
tempo chiamato fratello, accertandosi che sia realmente lui ad osservarla, una
ruga di preoccupazione a rovinare la fronte altrimenti liscia e distesa.
Sansa
scosta un riccio bruno dal volto, e Jon compie l’ennesimo
gesto, andando a coprire la guancia sfregiata della fanciulla con la mano guantata. Non può sentirla, ma immagina quanto quell’epidermide
debba essere fredda, qui a Nord, dopo anni trascorsi in prigionia ad Approdo
del Re. Eppure il gelo non pare turbare Sansa, troppo stupita di trovarlo di
fronte a sé, vivo, per poter dare
importanza a qualsiasi altra cosa attorno a loro.
«Jon – »
La
mano del Guardiano cade a coprire quella di Sansa, stringendola. Lei non
pronuncia più alcuna parola, attendendo che sia il fratello a parlare.
«Ti
porto via di qui,» esordisce con semplicità, aiutandola ad alzarsi. Libera il
proprio corpo dal calore del lungo mantello di pelliccia, posandolo sulle esili
spalle della fanciulla. Sosta più a lungo del dovuto le mani su quel corpo,
permettendo al calore di Sansa di inebetirlo. Ha bisogno di forza, di coraggio,
per poter essere per lei, un’ultima volta, un fratello.
Robb non era riuscito a salvarla, Jon ora la stringe a sé con un braccio, proteggendola a
spada tesa, contro chiunque osasse elevare una protesta. Eppure, le lunghe
lingue di fuoco che sono i capelli di Sansa, non avrebbero dovuto lasciare
dubbi su chi quella fanciulla, che il comandante dei Guardiani della notte
stringa, sia.
Jon non ha il tempo d’osservarla, né di
spiegarle cosa sta accadendo o domandarle spiegazioni per il cadavere ai suoi
piedi, veduto poco prima.
Silenzioso
e letale, la trae al sicuro, dagli uomini di Stannis Baratheon. Essi aspettano, imbrattati del sangue dei
nemici, osservando quasi con curiosità la fanciulla dai lunghi capelli del
colore dei Tully, prima che il riconoscimento giunga
alla mente del Re.
È
ilare per Jon pensare che Sansa sia più al sicuro
lontano dalle mura di Grande Inverno, per una volta, mentre attendono che la
battaglia terminini alle loro spalle.
Posa
il proprio sguardo su di lei, studiandone il volto, il rossore degli ematomi
sul collo e le gote, la presenza scialba che non riesce ugualmente a spegnere
la fiera bellezza di Sansa Stark, una sopravvissuta –
una regina – nonostante quella
desolazione attorno a loro.
Non
le domanda nulla, eppure Sansa si stringe maggiormente a lui. Solleva gli
occhi, una domanda celata in essi che a Jon non
sfugge.
«Resterò.»
Le
spalle della fanciulla, a quella risposta, sembrano perdere completamente un
peso. Si appoggia a lui, chiudendo per il barlume d’un istante gli occhi,
espirando sentendosi libera per la prima volta dopo anni.
N/A: Io li shippo un sacco, non voglio sentire critiche a riguardo.
(L)
La
storia si colloca verso una possibile fine quinta stagione, che si discosta
quindi completamente dalla storyline di Jon e Sansa nei libri. Una What!If vera e propria, che mi ha permesso finalmente di
scrivere su una delle coppie che più amo in assoluto.