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Autore: franzie    14/04/2015    0 recensioni
Frederick Frankenstein, colui che aveva avuto successo laddove suo nonno Victor aveva fallito, l'uomo in grado di sostituire la vita alla morte, lo scienziato più acclamato del pianeta, aveva tutto. Poi improvvisamente si ritrovò a non avere più niente.
Infine lei bussò alla sua porta...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth, Frederick Frankenstein
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando a una giovane donna newyorkese viene in mente un’idea, ella farà di tutto per metterla in atto e trasformare l’astrazione in concretezza.
Elizabeth Benning nelle settimane precedenti aveva tante volte immaginato la sua fuga in Transilvania, eppure non aveva mai creduto di essere così decisa da partire veramente. Sarebbe stato molto più semplice tornare a casa dei suoi genitori e nascondersi dal mostro, protetta da visi familiari.
Così facendo non avrei risolto niente. Devo assolutamente vedere Frederick!” pensava Elizabeth durante il suo viaggio in Europa, più per infondersi forza, che per convincere di agire nel modo giusto. D’altronde, come l’avrebbe accolta lo scienziato una volta che si fosse presentata lì, al castello dei Frankenstein, senza un minimo di preavviso?
Probabilmente non sarebbe stato contento di incontrarla, adesso che le cose con la sua nuova moglie Inga andavano tanto bene; l’avrebbero allontanata? Si sarebbero arrabbiati per la visita inaspettata? Adagiata sul sedile posteriore della vettura, Elizabeth rabbrividì a quel pensiero e guardò fuori dal finestrino con aria affranta. Pioveva a dirotto e il sentiero era buio e contorto.
Ci siamo quasi” pensò, osservando la sagoma del castello sempre più vicina “devo essere forte. Non sarà poi così terribile affrontare Frederick! Dopotutto siamo stati molto legati, e dalle sue lettere sembra preoccuparsi ancora un po’ per me…”
Non capiva la ragione di tutta quell’ansia per incontrare il suo ex-fidanzato; era sempre molto disinvolta nei rapporti con le persone, ma in quel momento non si sentiva affatto sicura di come avrebbe gestito la situazione e la paura di essere respinta si aggiungeva al terrore per la Creatura, annebbiandole la mente.
“Ziamo zopraggiunti, fraulen. Qui stradino per castello” la voce dell’autista riportò Elizabeth alla realtà. Dunque si sforzò di sorridere e lasciò all’uomo una generosa mancia.
Incurante della pioggia, percorse a piedi il viottolo che conduceva all’ingresso della rocca; era tutto esattamente come l’altra volta che era stata lì, la strada, le mura, gli alberi. Solo lei sembrava essersi trasformata e ripensò con una nota di nostalgia il suo primo arrivo al castello, felice e desiderosa di rivedere l’uomo che amava e che le era mancato immensamente mentre era sola a New York. Appena Frederick le aveva presentato Inga, si ricordò di aver sospettato subito che quella biondina potesse costituire un pericolo per la sua storia d’amore e si era ripromessa di difendere Frederick da chiunque avesse tentato di portaglielo via. Poi, beh, le cose erano andate diversamente, e dopotutto a suo tempo non le era dispiaciuto incontrare Abby…
 
Elizabeth raggiunse il portone e lottò con l’istinto di mettersi a piangere disperatamente; era stanchissima, bagnata fradicia e i suoi capelli ramati le si erano afflosciati sulle spalle. Forse non sarebbe mai dovuta partire, forse era meglio non farsi vedere da Frederick.
Mentre ancora la sua testa era affollata da quei dubbi, Elizabeth realizzò di stare già bussando al portone con gli enormi battenti di ferro. Ora non poteva più tirarsi indietro.
Basta, non ha senso fare la bambina. Eccoci arrivati, ecco arrivato il momento di dimostrare che non sono debole. Smettila di piangere, Elizabeth, sii forte! Ora devi soltanto fare un respiro profondo e appena Frau Blucher aprirà il portone e ti scorterà da Frederick, tu gli racconterai con disinvoltura le cose come stanno, e lui capirà che hai bisogno del suo aiuto. Forza: disinvoltura e scioltezza”
Proprio mentre Elizabeth rivolgeva a sé stessa quelle parole di conforto, la grande porta di legno si spalancò improvvisamente, ma non apparve la governante, come aveva pensato.
La figura che si manifestò sulla soglia era quella di Frederick Frankenstein in persona.
I suoi capelli biondi erano come sempre scompigliati e un’espressione decisamente sbalordita luccicava nei suoi occhi blu. Lo scienziato non fece in tempo a dire nulla, che Elizabeth, completamente dimentica di quel che si era imposta pochi istanti prima, scoppiò di nuovo in lacrime e si tuffò tra le sue braccia.
   
 
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