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Autore: Irwain    15/04/2015    3 recensioni
"Perchè sei qui?" chiese senza muovere un passo "la vera ragione: perchè sei venuta da me?"
"Non scherzare, spostati!"
Quel ragazzo era davvero irritante.
"Eh no, Sam! devi scegliere: o il prosciutto, o me!"
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fredward 'Freddie' Benson, Samantha Joy 'Sam' Pucket
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve,
ammetto che questa è la prima storia che metto su EFP, ne ho scritte altre, ma non sono mai state pubblicate da nessuna parte. Inoltre è anche la prima storia  che scrivo per questo fandom. Qualche mese fa mi sono ritrovata a guardare dei vecchi episodi della quarta stagione di iCarly e mi sono innamorata della coppia composta da Sam e Freddie. Quei due si appartengono… comunque, spero che la storia vi possa piacere e bla bla (immaginate tutte le varie cose che dice un autore quando pubblica una nuova storia).
Detto ciò, ringrazio il mio Beta IKilledSiriusBlack e vi auguro buona lettura.
Irwain

Capitolo 1
Se quella mattina Sam Puckett si fosse svegliata di buonumore di certo l’esito della giornata non sarebbe stato così disastroso. Poi, dopotutto, chi mai si alzerebbe di buonumore con un test che attende di essere svolto ed un professore che non vede l’ora di elargire brutti voti? Se la materia incriminata era, addirittura, matematica, beh, allora la faccenda diventava ancora più seria. Sam odiava la matematica. Non che avesse una particolare affinità verso le altre materie, ma quella in particolare la faceva andare su tutte le furie. Se anche tentava di prepararsi decentemente non riusciva a stare sui libri più di dieci minuti e, dopo il secondo esercizio non riuscito, abbandonava per tornare a guardare la televisione con il secchiello del pollo fritto sulle ginocchia.
Quello era il suo punto debole: mantenere la concentrazione per un tempo ragionevole era una sorta di sfida per tutte le volte.  Quando l’argomento trattato non riguardava prettamente il cibo l’attenzione scemava dopo pochi secondi, rivelando la confusione che regnava nella sua testa e lasciando posto all’emicrania.
“Se non trovo una soluzione alla svelta finirò in manicomio!” urlò scendendo dal letto ed inciampando nelle lenzuola.
L’acqua fredda della doccia servì a poco e nemmeno gli avanzi di biscotti e cereali, trovati nella dispensa, riuscirono a far passare il malumore dalla testa della ragazza, la quale non vedeva l’ora che quella mattinata fosse finita per poter tornare nel proprio letto a dormire.
Una volta arrivata a scuola trovò Carly intenta a sistemare un grosso vocabolario di spagnolo nell’armadietto.
“Buongiorno Sam!” la salutò allegramente l’amica.
“Non è affatto un buon giorno!” ribatté Sam.
“Uuuh! Che caratterino! Qualcosa mi dice che stamattina hai il test di matematica!”
“Beh, può darsi… e può darsi anche che io non sia riuscita a prepararmi.”
“Eddai, Sam! Dipende tutto da te. Più aumenta il tuo odio verso la matematica,  più non riuscirai a superare i test e a fare gli esercizi.”
“Come faccio a non odiare qualcosa che odia me?”
“Non è vero! La matematica non ti odia, sei tu  che hai una qualche avversione verso di lei.”
“Vedila come ti pare…”
Ad interrompere la conversazione arrivò Gibby che, felice reggeva la borsa contenente la copia della sua testa.
“Ragazze! Guardate! Oggi ho deciso di portarla con me. Mi sembrava tanto sola a casa. Non voglio che si senta trascurata. Dopotutto è la mia testa!”
“Gibby, quella è solo la copia della tua testa e, in ogni caso, non credo che sia una grande idea portarla a scuola. Pensa se dovesse danneggiarsi o rompersi. Come faresti? Ne saresti distrutto…”
Ecco, ecco che stava succedendo di nuovo; il discorso che Carly stava facendo cominciava già a sfumare lentamente nella testa di Sam che si ripeteva costantemente di rimanere attenta, ma proprio no! Non ci riusciva!
sentì a malapena il suono della campana che invitava gli studenti ad entrare in classe e, quando si sedette al proprio banco, fu sorpresa nel vedere Freddie che la salutava allegro due posti più avanti dandole il ‘buona fortuna’ per il compito.
C’era qualcosa che non andava. Lo sapeva. C’era qualcosa che non quadrava in tutto quello che era successo in quella giornata. Prima la prova di matematica: miseramente fallita. Poi l’ora di storia: punizione per una settimana. Poi il rientro a casa: insomma! L’autobus poteva aspettarla, no? Infine, quando era rientrata a casa, sua madre le era sfrecciata davanti urlandole che sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio, sbattendosi dietro la porta. Ora era seduta sul letto a guardare il soffitto e, stranamente, nemmeno l’idea di magiare la consolava. Pensò che l’idea migliore per lei fosse quella di dormire, di gettarsi alle spalle tutto quell’enorme casino e sparire per qualche ora dalla vita di tutti. Si mise il pigiama, tolse le scarpe e si infilò sotto le coperte, assaporando quel momento solo suo.
Stava quasi per addormentarsi quando il suo PeraPhone cominciò a squillare insistentemente sul suo comodino. La ragazza aprì gli occhi e, con uno sbuffo, accese il telefono. Il messaggio era di Freddie: “Ciao Sam. Io e Carly andiamo a fare un giro al centro commerciale. Vieni con noi? Ci troviamo tra mezz’ora al Bushwell.”
A fare un giro? Con Frednerd e Carly? Beh, magari un’altra volta. Oggi proprio non se la sentiva, così scrisse una breve scusa come risposta e si girò dall’altra parte, addormentandosi.
Si svegliò al suono del campanello della porta. Si alzò poi, sbadigliando, andò ad aprire. Si ritrovò davanti la faccia di Freddie, che la guardava sospettoso.
 “Che diamine ci fai qui Freddieracchio?” gli chiese sorpresa.
“Dal tuo messaggio di risposta mi era sembrato che stessi poco bene così ho pensato che non c’è nulla che una coperta, un film d’azione e una pizza non possano curare.” rispose il ragazzo porgendo a Sam una sacca con un cartone della pizza ancora caldo.
“Benson… tu…” fu tutto quello che la bionda riuscì a dire.
“Tranquilla. La pizza è col salame piccante. La tua preferita.” sorrise lui entrando in casa e chiudendo la porta. Tutto sommato era felice di trovare Sam senza parole. Era raro che accadesse anche se, ultimamente, succedeva sempre più spesso. In fondo, in fondo, anche lei aveva un lato debole e Freddie sapeva esattamente dove andarlo a  cercare per stuzzicarlo un po’.
 
 
   
 
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