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Autore: LadySissi    15/04/2015    1 recensioni
Raccolta di racconti ispirati ai testi delle canzoni della cantautrice americana Taylor Swift. Storie che indagano le relazioni, l'amore, i cambiamenti, le scelte...e tutto ciò che può riservare la vita.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lui diceva che il modo in cui i miei occhi blu scintillavano

facevano vergognare le stelle della Georgia, quella notte

ed io dicevo: “è una bugia!”

Era solo un ragazzo con un camioncino Chevy

che aveva la tendenza ad impantanarsi

mentre tornavamo a casa la notte

ed io ero lì, accanto a lui, tutta l'estate

e poi c'è stato il momento in cui ci siamo svegliati

ed abbiamo capito che l'estate se n'era andata

 

Quando era diventata adolescente, e più di una persona le aveva detto: “Vedrai, ci saranno delle estati che ricorderai sempre”, non ci aveva creduto subito. Le sue estati erano nella casa al mare, con la sua famiglia, senza nessun avvenimento straordinario. Inoltre, era convinta di aver già trascorso il suo agosto migliore l'estate della terza media, insieme a moltissime nuove amiche,a chiacchierare sulla boa in mezzo al mare, ad ascoltare la radio ed a leggere insieme riviste di moda. Per non dire che, alla fine di quell'agosto, si era ritrovata addirittura a Parigi. Meglio di così...! Due anni dopo, però, ci sarebbe stata una vacanza strabiliante, che le avrebbe fatto cambiare completamente idea.

 

Quindici anni (quasi sedici) non erano moltissimi, ma erano anche abbastanza per smetterla di vedere la casa al mare e basta. In particolare, era molto curiosa di scoprire come se la passasse chi sceglieva di trascorrere le sue vacanze in qualche villaggio turistico. Sì, era incredibilmente affascinata da quei luoghi, che le sembravano, almeno da lontano, dei veri e propri paradisi del divertimento. Così, quando quell'estate la zia aveva organizzato con due amiche una splendida settimana di luglio in un villaggio nel Sud Italia, quella di aggregarsi le era sembrata una bellissima idea. Sarebbe stata, di fatto, la sua prima vacanza senza genitori, e proprio dove aveva sognato: in un mare che finalmente non era il solito, in un posto dove di certo non si sarebbe annoiata.

E quando, dopo una lunga notte in treno, era entrata nel piccolo ma funzionale bungalow in legno, immerso nella pineta, ed aveva occhieggiato l'enorme spiaggia bianca che abbracciava un mare blu come forse non ne aveva mai visti, si era sentita proprio all'inizio di una grande avventura. Di certo, però, non aveva calcolato la sorpresa, la novità, l'imprevisto.

 

Si chiamava Andrea ed era uno dei più scatenati ed allegri animatori. Istruttore di canoa, napoletano verace, già decisamente troppo più grande di lei. Le piaceva moltissimo, per la verità. Aveva passato le prime sere al villaggio a tentare di farsi invitare a ballare da lui, ma aveva danzato con tutti gli animatori meno Andrea. Fino a quando, durante la sera a tema, non si era ritrovata, con sua grande sorpresa, a condividere un ballo con lui. Avevano chiacchierato un po', e per lei era stata una scoperta del tutto nuova il rendersi conto che era in grado di passare del tempo insieme ad un ragazzo più grande senza l'imbarazzo che si sarebbe aspettata. All'inizio era, certo, un po' rigida, ed aveva tentato di condurre lei il ballo (sua vecchia abitudine da ballerina), ma Andrea l'aveva messa facilmente a suo agio. Era simpatico come l'aveva immaginato; più di ogni altra cosa, la caratteristica che lo rendeva speciale era la sua disponibilità a mettersi in gioco in ogni situazione, dall'aperitivo sotto l'ombrellone alla festa in maschera. Sapeva che questo non era altro che il suo lavoro, eppure era ugualmente ammirata da tanta gioia di vivere, che non tutti gli animatori dimostravano allo stesso modo. Sì, le piaceva tutto di lui. Certo, la attraeva fisicamente, con i suoi capelli neri disordinati, i suoi muscoli da canoista, i suoi orecchini ed i suoi tatuaggi enormi. Ma i ricordi principali che, sapeva, avrebbe conservato di lui, sarebbero stati legati soprattutto alla sua voce ed alla sua risata.

Era stato così che quella settimana non era trascorsa, ma volata, ed i momenti speciali erano stati davvero moltissimi.

La cena a tema, quando si era azzardata a provare i salumi piccanti del luogo ed aveva dovuto bere e mangiare pane per tutto il resto della serata.

La festa sulla spiaggia, con quelle musiche che la zia e le amiche avevano classificato come rintronante, abbandonandola subito, mentre lei era rimasta a ballare.

La “serata del dilettante”, in cui lei ed altre turiste avevano improvvisato un balletto.

Le lezioni di acquagym, ballo moderno e latino-americano, e qualsiasi altra idea le suggerisse la fantasia.

L'ultima serata, con la festa d'addio, la torta, un po' di inevitabile tristezza.

Sempre dietro ad Andrea, sempre con l'esplicito proposito di divertirsi insieme a lui. Aiutandolo a portare dei drink sotto le stelle della spiaggia, partecipando ai giochi insieme agli altri animatori, seguendo il suo stesso esempio di allegria e disponibilità a buttarsi in qualcosa di nuovo.

L'ultima sera erano ormai diventati un po' amici, lei le aveva chiesto di ballare insieme un'ultima volta, e lui aveva acconsentito. Le aveva detto che ormai aveva imparato a ballare a due, il che era un'esagerazione bella e buona, ma faceva parte del suo essere gentile ed entusiasta allo stesso tempo.

E, prima che lei stessa potesse rendersene conto, si era svegliata presto, immusonita ed incredula, aveva fatto l'ultima abbondante colazione al villaggio, e si era ritrovata di nuovo sul treno, destinazione Milano. Aveva telefonato ai suoi genitori, dicendo loro che tutto era andato bene. E che non poteva credere che fosse già finito tutto. Ed era vero...con quella vacanza se n'era andato un pezzo speciale di estate.

 

settembre ha visto un mese di lacrime

e grazie a Dio non eri qui, a vedermi così

ma in una scatola accanto al mio letto

c'è una lettera che tu non hai mai letto

di tre estati fa

è difficile non trovare il tutto un po' dolce ed amaro

 

Mamma e papà l'avevano trovata in gran forma, avevano detto che aveva un volto rilassato e sereno, e che si vedeva che la vacanza le era piaciuta. Quanto a lei, era combattuta tra diversi sentimenti. Era felice della vacanza trascorsa, certo. Aveva una gran voglia di ripartire per la sua solita casa al mare la settimana successiva, senz'altro. Ma era anche un po' triste perché sapeva che, con ogni probabilità, non avrebbe più rivisto Andrea. Si sentiva prevalentemente frastornata: era come se avesse fatto indigestione di forti emozioni ed ora che era tornata alla normale routine si sentiva in una sorta di astinenza.

Agosto al mare era trascorso bene, come al solito. Il ritorno a scuola, poi, aveva visto i consueti alti e bassi. Sedici anni erano un'età complessa, e se ne rendeva conto sempre più. Quello che più la lasciava sconcertata, però, era stato notare come, tra i suoi coetanei, nessuno avesse quelle qualità che aveva tanto amato in Andrea. I sedicenni che conosceva erano molli, pigri, trascurati. Non avevano uno scatto di entusiasmo, non sorridevano per ogni sciocchezza, anzi, spesso si arrabbiavano per un nonnulla e passavano intere giornate a bighellonare per il centro o seduti sul divano, senza aver voglia di fare niente.

E, quando le capitava (spesso) di guardare fuori dalla finestra durante le lunghe ore di scuola, trovando solo un parchetto spelacchiato, centinaia di auto parcheggiate ed un grigiore generale, ripensava con forte nostalgia alla spiaggia dorata dove leggeva le sue riviste ed alle sere stellate in cui aveva ballato con Andrea.

In quel momento, era come se avesse messo in un cassetto la sua cotta per lui. Era stata un'esperienza particolare, splendida proprio perché circoscritta a quella indimenticabile settimana. Non che i suoi coetanei non la interessassero più, certo che no; però, per la prima volta nella sua vita, sapeva di aver desiderato qualcosa di diverso dalle altre. Una persona finalmente più matura, più disponibile, certo più adulta, ma anche, comunque, sempre pronta a ridere ed a giocare come un bambino. Forse la conoscenza di Andrea l'aveva aiutata a capire che non si doveva accontentare di uno dei tanti bulletti che piacevano alle sue amiche. Forse non avrebbe ritrovato lui, ma aveva ritrovato l'entusiasmo e la gioia di vivere che lui, in pochi giorni, le aveva insegnato. Per questo motivo, il suo ricordo era dolce ed amaro allo stesso tempo.

 

e sono tornata, per la prima volta da allora

e sono sulla tua strada

e c'è una lettera lasciata sulla tua porta

e la prima cosa che leggerai è

quando pensi a Tim McGraw

spero che tu pensi alla mia canzone preferita

quella che abbiamo ballato tutta la notte

la luce della luna come un riflettore sul lago

quando pensi alla felicità

spero che tu pensi a quel vestitino nero

pensi alla mia testa sul tuo petto

ed ai miei vecchi e sbiaditi jeans blu

quando pensi a Tim McGraw, spero che pensi a me”

 

Erano passati più di sette anni da quella settimana d'estate, ed il ricordo, a volte, si faceva ancora vivo in lei. Anche ora, che Novembre era arrivato di nuovo, e la pioggia scrosciava incessante, ed il pomeriggio sembrava notte, ritrovarsi a pensare al mare di fronte al villaggio le aveva improvvisamente scaldato il cuore. Con il tempo, l'esperienza strabiliante che le era sembrata conoscere Andrea era sfumata, e si era razionalizzata. Di fatto, si trattava della classica cotta adolescenziale per un più che ventenne, in una normalissima cornice estiva. Lei sapeva, però, che a quel tempo era stato molto di più. Le aveva aperto gli occhi, aveva insegnato al suo cuore di quindicenne/sedicenne ribelle a ridere dei piaceri più semplici, quelli che lei, in lotta con il mondo e con la sua stessa crescita, aveva finito per mettere in un angolo.

 

Non era più tornata al villaggio. Sì, la zia era tornata, con altre amiche. Lei aveva affermato di essere troppo grande per andare in vacanza ancora con la zia, ma la verità era che, davvero, le era mancato il coraggio di tornare lì.

Gli studi letterari e gli insegnamenti della sua prof preferita le avevano trasmesso l'idea che tornare proprio lì, dove era stata tanto felice, le avrebbe, in qualche modo, guastato il ricordo. Forse avrebbe guardato quel mare e si sarebbe detta: ma perché mi sentivo così follemente libera? Che ha poi questo posto di speciale?

Preferiva che quella spiaggia, quella pineta, quei suoni e quei profumi le rimanessero nel cuore, come una sorta di luogo dell'anima, come uno dei ricordi più belli e profondi della sua adolescenza. Ma anche ora che, con ogni probabilità, era diventata più grande di Andrea quando l'aveva conosciuto, qualche volta le sarebbe piaciuto rivederlo, e, perché no, salutarlo. Era piuttosto improbabile che anche lui si ricordasse di lei, ma lei era sicura che non si sarebbe mai più scordata di lui.

Le bastava un attimo per ritrovarsi ancora lì, con i piedi su quella sabbia bianchissima, con la luna puntata come un riflettore sul mare, con la sua minigonna di jeans di giorno ed il suo vestitino preferito la sera. Risentiva ancora la musica che usciva dalle casse, lo scalpiccio dei piedi sulla pista da ballo, la risata di Andrea.

Sì, senza dubbio, per sempre, una delle sue estati più belle.

 

  
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