Film > Matrix
Segui la storia  |       
Autore: Madiletti    15/04/2015    0 recensioni
La guerra contro le macchine è in atto, mentre diverse persone sono alla ricerca dell'eletto, Antonio, alias Elia, riceve una missione importante direttamente dall'oracolo, una missione che non può riferire a nessuno. Non sarebbe una cosa strana, se non fosse per una particolarità che Antonio possiede, e che lo rende unico, forse più dell'eletto stesso...
---
Estratti dal primo capitolo:
-->“Guarda un po' qui...” Disse il tizio, posando un dito sullo schermo. “Non dovrebbe fare così, vero?” L'altro osservò i caratteri verdi per qualche secondo “Agenti” “Lo chiamo subito!” “No, così diventiamo rintracciabili!” “Ma morirà!” “La via di fuga più vicina è a qualche chilometro, morirebbe comunque prima di raggiungerla” “Dio Santo!” “Bravo, prega. Perché non possiamo fare altro...”
-->Corri, corri, corri; e come dargli torto. Nessuno fino ad adesso era sopravvissuto ad uno scontro con un agente. Certo lui aveva 'quello'. Ma le simulazioni dimostravano che non bastava. Non era l'eletto. Quando aveva saputo di 'quello' ci aveva sperato veramente, ma l'oracolo aveva parlato chiaro: sarebbe morto prima della fine
Ambientato prima dei film... Spero vi piaccia...
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morpheus, Neo, Oracolo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Antonio camminava tranquillamente per la via affollata, senza curarsi troppo della gente che aveva attorno, ma curandosi solo della meta che doveva raggiungere. Aveva una missione, e nulla lo avrebbe fermato. Che missione aveva? Meno ci pensava e meglio era. Doveva affrontare tutto un passo alla volta. Adesso doveva raggiungere sano e salvo il punto d'incontro. Una ragazza della folla si voltò verso di lui, lo guardo un poco più intensamente del normale. Nulla di cui preoccuparsi.
Prese la strada a destra e si avventurò tra due stretti palazzi. È incredibile quanto possa cambiare il paesaggio se si svolta anche un solo angolo. Ora non c'era folla: solo un barbone, steso da un lato, con la bottiglia ancora in mano, vuota. Se fosse un film ora succederebbe qualcosa, no?
“Guarda un po' qui...” Disse il tizio, posando un dito sullo schermo. “Non dovrebbe fare così, vero?” L'altro osservò i caratteri verdi per qualche secondo “Agenti” “Merda, lo chiamo subito!” “No, così diventiamo rintracciabili!” “Ma morirà!” “La via di fuga più vicina è a qualche chilometro, morirebbe comunque prima di raggiungerla” “Dio Santo!” “Bravo, prega. Perché non possiamo fare altro...”
Non aveva una bella sensazione riguardo a quello che vedeva. Qualcosa gli diceva che stava andando dalla parte sbagliata. Eppure quel vicolo tutte curve doveva portare al luogo dell'incontro. Poi si girò, il barbone aveva appena sollevato la bottiglia, posandola poi sull'asfalto. Quel piccolo rumore lo aveva turbato. Sorrise. Era uno sciocco. Si trovava alla prima missione e già si faceva prendere dalla paranoia? Come potevano sapere che lui... Un altro rumore, identico a quello di prima, una bottiglia che tocca l'asfalto: Déjà vu. Riuscì a saltare appena in tempo, piegando l'asfalto sotto ai piedi: un proiettile gli passò molto vicino alla caviglia, prima che lui si trovasse a qualche metro da terra, posando i piedi sul tetto del palazzo.
“Dio Santo se ne è accorto! Sia lodato il cielo!” “Lascia perdere il cielo, lo avevi informato sulla via di fuga?” “Si, ovviamente” “Allora preparala...”
Corri, corri, corri e come dargli torto. Nessuno fino ad adesso era sopravvissuto ad uno scontro con un agente. Certo lui aveva quello. Ma le simulazioni dimostravano che non bastava. Non era l'eletto. Quando aveva saputo di quello ci aveva sperato veramente, ma l'oracolo aveva parlato chiaro: sarebbe morto prima della fine. Oh, beh, certo che non se ne preoccupava troppo, anzi. Tutti moriamo prima o poi, e quello che gli aveva detto l'oracolo gli dava un motivo in più per raggiungere la meta, anche se questo significava morire.
Un proiettile gli sfiorò l'orecchio e Antonio si gettò alla propria sinistra, eseguendo una ruota senza posare le mani a terra, estraendo da sotto il cappotto le due Uzi. Trovandosi a testa i giù lasciò che gli occhiali scuri scivolassero lasciandogli la vista pulita e inizio a sparare contro il tizio in giacca e cravatta che ora gli si trovava di fronte a lui. Aveva già visto, nelle simulazioni l'effetto ottico per cui gli agenti sembravano sdoppiarsi nell'evitare le pallottole, ma visto nella realtà, era davvero impressionante. Tuttavia aveva preso il tempo necessario, riatterrò sul bordo del palazzo, lasciò cadere le armi, si sistemò sul naso gli occhiali che ormai si reggevano per miracolo sulla fronte, e si lasciò cadere nel vuoto, il tutto in meno di due secondi.
Se vi chiedete perché un uomo sano di mente dovrebbe gettarsi dal tetto di un palazzo, non avete mai visto i film di Matrix; il nostro eroe, infatti atterrò incolume in ginocchio sull'asfalto della strada, distruggendone il manto lucido. Troppa gente: troppi potenziali agenti. E così si mise a correre per vie secondarie. Déjà vu. Devono aver cambiato il percorso del vicolo. Quindi: dove cazzo mi trovo? Doveva trovare la via di fuga, e doveva farlo prima che gli agenti lo trovassero. Non mi hanno chiamato, non mi hanno avvisato, quindi sono lontano dalla via di fuga. Si fermò un momento e osservò il luogo intorno a se. Un telefono pubblico isolato, lontano dalla linea principale, il tetto sfondato e un elenco telefonico strappato. Questo era tutto quello che sapeva della via di fuga. Doveva trovarla il prima possibile, doveva trovarla da solo. Riprese a correre proprio mentre un agente appariva in fondo al vicolo con la pistola spianata.
Ovviamente sapeva anche la direzione approssimativa della cabina, in direzione nord-est, su una via principale ma poco frequentata. Quindi si mise a correre in quella direzione.
“Ottimo, il ragazzo è in movimento, ma si trova troppo spostato verso Ovest, se continua così supererà la via di fuga.” “Quando sarà vicino lo chiameremo, allora non ci saranno più rischi.” “Capitano, come mai avete inviato un novellino per una missione del genere?” “Perché lui è particolare.” “E un altro problema: come fanno ad essere a conoscenza della missione?” Non c'era bisogno di una vera risposta, lo sapevano tutti e due: in quella piccola nave, di sole cinque persone più il ragazzo connesso, c'era una talpa.
Driiiiin La suoneria del cellulare fece sobbalzare Antonio, che rispose rapidamente guardandosi attorno circospetto. “Sei tu, Operatore?” “In carne ed ossa. Sei vicino alla via di fuga, continua dritto, alla seconda strada gira a sinistra, in fondo a quel viale trovi la cabina. Tre agenti dietro di te, e sei fortunato che non ci sia gente. Torna vivo, mi raccomando.” Non fece neanche in tempo ad attaccare che due agenti girarono l'angolo dietro di lui e iniziarono a sparare, cercando di colpirlo di anticipo. I movimenti di Antonio furono rapidissimi: un paio di ruote, una capriola a mezz'aria, un salto con spaccata e, passando attraverso le traiettorie dei proiettili come un ballerino, raggiunse l'altro lato della strada. Portandosi dietro un cassonetto della spazzatura come copertura, raggiunse la seconda traversa e cominciò a correre come mai prima.
Era a pochi passi dalla cabina, quando i due agenti comparvero dietro di lui sparando simultaneamente, mentre il terzo, che gli aveva tagliato la strada, gli sparava d'anticipo lateralmente. Non poteva evitarli contemporaneamente, si voltò, allungando la sinistra dietro di se per afferrare la cornetta, nel mentre strinse la destra, e il tempo si rallentò.
Non che si rallentò realmente, ma Antonio espanse la propria mente, calmò il respiro, chiuse gli occhi, mosse il braccio, don't believe it, know it!
Il corpo di Antonio si mosse come in preda alle convulsioni, l'operatore si affrettò a staccare lo spinotto dalla parte posteriore del collo, estraendo il grosso ago. Antonio si accasciò esanime, con il fiatone per lo sforzo.
“Capitano, posso parlarle un momento?” “Dimmi” “Si tratta di quel ragazzo.” “Sta bene?” “Perfettamente, ora sta riposando. Il fatto è... che sta succedendo qualcosa di impossibile” “Cioè?” “Un secondo prima della disconnessione era spacciato, non aveva modo di difendersi, poi invece è successo qualcosa di inaspettato.” “Non riesco a seguirti...” “Ha estratto una spada! Ha tagliato quei fottuti proiettili con una spada!” “Dio Santo, Eleazaro! Quanti anni sono che fai l'operatore? Tutti noi in Matrix sappiamo affettare proiettili!” “Non mi avete capito, capitano: quella spada non c'era! Non l'aveva con se, non l'ha presa da nessuna parte!” “Che stai dicendo?” “Sto dicendo che o io sto diventando pazzo, e non lo escluderei, o quel ragazzino è l'eletto, e allora la pazza è l'oracolo, perché davanti ai miei occhi, su quel fottuto schermo, è cambiato quel fottuto codice sorgente! Quel ragazzo ha CREATO una spada!”.
 


Angolino dell'autore: Allora? Vi è piaciuto? La storia è ambientata prima degli avvenimenti del primo film, e vuole essere una specie di prequel... Non so cosa verrà fuori, ma vi prego di recensire, così da potermi perfezionare. Un saluto a tutti quanti! La frase del titolo, "don't believe it, know it", l'ho lasciata in inglese perché la traduzione italiana ha stravolto il senso, dicendo esattamente la cosa inversa
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Matrix / Vai alla pagina dell'autore: Madiletti