Tutto ciò
di cui ho
bisogno
Tutte
le
bambine sognano di incontrare il principe azzurro, di vivere in un
castello
dalle mura candide e di essere delle principesse.
Anche
Lucrezia aveva questi sogni da bambina, ma crescendo aveva messo da
parte
l’idea di diventare una principessa e di vivere in un
castello. Aveva deciso,
però, che avrebbe accettato molto volentieri un principe
azzurro. Di certo non pensava
che avrebbe scelto un anti-eroe dai capelli rossi e dagli occhi dorati.
«Questo
non
va affatto bene…» mormorò piano la
ragazza, passando si una mano fra i capelli neri.
Appena il suo sguardo aveva incrociato quello dell’anti-eroe,
Kevin si chiamava,
aveva sentito il cuore fare un salto mortale finendo prima in gola poi
da
qualche parte nello stomaco. Ancora non capiva perché aveva
accettato di
partecipare alla festa di Stefano senza pensarci; ma la domanda
più insistente
era un’altra: perché aveva deciso di partecipare
al gioco della bottiglia?
«Oh
su, Lu!
È solo un gioco.» disse la sua migliore amica,
Andrea, seduta di fianco a lei.
«Almeno
tu
speri nel bacio di qualcuno.» disse in un mormorio, mentre
guardava l’oggetto
dei desideri di Andrea proprio dall’altra parte del cerchio.
«Tu vuoi baciare
Sofia. Io non voglio baciare nessuno.»
Uno
sbuffo
incredulo arrivò da entrambi i lati di Lucrezia; se prima
c’era solo Andrea a
dirle di divertirsi e approfittarne per baciare qualcuno, ora ci si
metteva
anche Matteo, il fidanzato di Stefano e suo migliore amico.
«E il rosso
dall’altra parte, dove lo metti?»
domandò con un sorrisetto malizioso, chiaro
segno che era stato influenzato un po’ troppo dal suo
fidanzato.
«Vero!
Kevin
non ti toglie gli occhi di dosso. E tu non li togli da lui.»
rincarò la dose la
castana, dando una leggera gomitata al fianco di Lucrezia.
«Lo
vuoi
baciare con tutta te stessa. Ti conosciamo ormai, Lu.»
«Traditori!»
disse scoccando un occhiata a Matteo perché aveva rivelato i
suoi pensieri più
nascosti: voleva davvero baciare Kevin, anche se non lo conosceva bene.
Sapeva
che era molto amato da ragazzi e ragazze, che aveva sempre
quell’aria
indifferente che dava sui nervi a molte persone e che era un libertino.
Bisognava chiarire, però, che faceva finta di non conoscere
bene il rosso.
Lucrezia lo conosceva così bene da essere maledettamente
gelosa ogni volta che
la bottiglia girata da qualcuno puntava su di lui.
«Togliti
questa soddisfazione, Lu.» le sussurrò Andrea ad
un orecchio, passandole la
bottiglia. Ora toccava a lei girare e, forse, poteva davvero sperare
che la
bottiglia puntasse su di lui.
Lucrezia
strinse la bottiglia fra le mani tremanti, prima di appoggiarla e farla
girare al
centro del gruppetto di amici. Mentalmente, iniziò a pregare
qualsiasi divinità
esistesse al mondo affinché potesse baciare almeno per una
sola volta quella
labbra carnose che, in quel momento, erano tese in un sorriso malizioso
dedicato solo ed esclusivamente a lei. La ragazza si morse il labbro
inferiore,
osservando la bottiglia che lentamente si fermava e puntava la persona
che
avrebbe dovuto baciare in quel momento. Prima che la bottiglia si
fermasse
completamente, però, Lucrezia chiuse gli occhi; perse il
coraggio di guardare
chi fosse il fortunato, o lo sfortunato, di quel gioco.
«Pss!
Muoviti!» la richiamò alla realtà
Matteo, obbligandola così ad aprire gli occhi
e guardare dove puntasse il collo della bottiglia. Lu alzò
piano lo sguardo,
incrociando quello dorato di Kevin che sorrideva quasi vittorioso. Un
leggero
rossore di imbarazzo le apparve sulle guance, mentre osservava Kevin
alzarsi e
fare il giro del tavolo per puntare verso di lei; sembrava che il mondo
si
stesse muovendo a rallentatore perché, per lei, era passato
più di un secolo da
quando Kevin si era alzato dal suo posto per avvicinarsi a lei. Appena
le fu
abbastanza vicino, si alzò di scatto come se avesse preso
una scossa o si fosse
liberata da un incantesimo di Pietrificazione totale.
La
sua
reazione scatenò una piccola risata da Kevin che,
prendendole la mano, la
trascinò via dal cerchio per sommo dispiacere dei presenti.
«Col
cavolo
che ti bacio davanti a tutti.» mormorò fra
sé e sé, guidandola verso la portafinestra
della cucina. L’aria all’esterno era fresca,
facilmente sopportabile se le
braccia muscolose di Kevin si stringevano intorno a lei con quella
forza capace
di toglierle il fiato.
«Sei
diventato così subdolo da aver bisogno di un gioco per
potermi baciare?» domandò
piano Lucrezia, guardando Kevin con un sorrisetto divertito. Il rosso
inarcò un
sopracciglio, guardandola negli occhi con attenzione.
«E
cosa mi
dici di te? Sei così spaventata all’idea di
baciarmi ancora, da aver bisogno di
un gioco per trovare il coraggio?» domandò con
calma Kevin, avvicinandosi al
volto della corvina per sfiorarle lentamente le labbra morbide e lisce.
«A
dire la
verità…» mormorò piano la
ragazza, mordicchiandogli piano il labbro inferiore.
«…aspettavo che decidessi di dire a tutti che ci
conosciamo e che stiamo
insieme da, mmm, un paio di mesi.» disse piano, premendo
piano le labbra contro
quelle di Kevin. Sospirò piano godendosi quel contatto che
non sente da qualche
giorno a causa del lavoro del più grande.
«Per
dire a
tutti che ti sei fidanzata con l’antagonista e non con il
principe azzurro che
tanto sognavi?» domandò con una piccola risata,
ricambiando quel leggero morso
sul labbro inferiore. Le stava accarezzando lentamente la schiena,
ottenendo le
stesse reazioni che si potevano ricevere da un gattino: si inarcava
contro di
lui, con leggeri sospiri che sembravano delle fusa, e chiudeva gli
occhi in un’espressione
pacifica.
«Anti-eroe,
Kevin.» ribatté subito, come se il resto della
frase non fosse di vitale
importante. «Allora perché non mi hai baciato
davanti a tutti?»
«Perché
sono
egoista!» rispose con calma, sorridendole pure con
strafottenza mentre si
avvicinava di nuovo per un bacio. Invece di darle questo tanto agognato
bacio,
però, si allontanò di nuovo, godendosi
l’espressione frustrata dalla sua
ragazza.
«E
sei anche
maledettamente egocentrico. Quindi la cosa si rivela un po’
incoerente.» sbottò
Lucrezia, spazientita dal gioco che stava iniziando Kevin per poterle
dare
questo dannato bacio. «Mi vuoi baciare o no?»
domandò con tono esigente,
impaziente e con una nota di desiderio che fece scappare una risata
tranquilla
al rosso.
«Mmm…
Non lo
so. Magari mi sto divertendo a vederti così
frustrata.» affermò con noncuranza
ed indifferenza, mentre sentiva le mani di Lucrezia stringere con forza
la sua
maglietta. «O forse voglio solo---»
La
nuova
frase venne troncata sul nascere dalle labbra di Lucrezia che si
premettero contro
le sue con foga ed impazienza. Quel bacio lo stava aspettando da tutta
la sera,
anche se tentava di nasconderlo con scarso successo, fin dal primo
momento in
cui aveva rivisto Kevin aveva desiderato baciarlo davanti a tutti e
mettere in
chiaro, a chiunque lo guardasse, che lui gli apparteneva. Quel bacio
possessivo
ed esigente, che richiedeva la totale partecipazione da parte del
rosso, era un
metodo efficace per zittire chiunque osasse mettersi fra di loro.
«Sei
gelosa?»
domandò con un sorriso pieno di dolcezza, totalmente diverso
da quelli che
aveva fatto fino ad un instante prima.
«Zitto
e
baciami.» sbottò possessivamente Lucrezia,
guardandolo negli occhi con
desiderio.
«Agli
ordini!» rispose con una piccola risata, poco prima di
accogliere la richiesta
di Lucrezia e baciarla come si deve, lasciando perdere che i loro amici
all’interno
della casa potessero aver sentito ogni singola parola che si erano
scambiati. In
quel momento, baciare le labbra di Lucrezia era ciò che
più gli importava.