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Autore: HisWhisperIsTheLucifer    24/12/2008    1 recensioni
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Nausicaa212, assistente amministratrice.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Incontri

 

 

Lory si svegliò con la solita calma, nella grande casa che avevano acquistato i suoi tutori da poco tempo, a Vancouver, la città dove lei era nata. Alzò lo sguardo sulla sveglia e si maledisse per non essere andata a letto più presto la sera prima. Erano le sette e non voleva alzarsi. Soprattutto perché quella sarebbe stata una giornata stancante quasi come la precedente, se non di più. Sette ore a scuola e poi in centro fino agli studi cinematografici, per finire una ripresa che avevano iniziato qualche settimana prima. Poi alla sala di incisione per terminare il suo nuovo album. E poi a casa a studiare per superare un altro di quei maledettissimi test attitudinali. E poi i suoi tutori si lamentavano che non aveva vita sociale. Non che lei non volesse conoscere ragazzi della sua età. Lo voleva eccome. Gli unici adolescenti che conosceva erano suoi colleghi di lavoro ed erano più interessati alla Lory attrice che non alla Lory ragazza normale. Si alzò e si diresse verso il bagno che aveva nella sua mansarda sbadigliando. Si guardò allo specchio, notando le occhiaie che le erano venute e si maledisse di nuovo. Prese il correttore e se lo passò sotto gli occhi, almeno per avere un’aria decente. Quel pomeriggio le sue truccatrici avrebbero sistemato tutto. Sorrise al pensiero. Tornò in camera e indossò la divisa della scuola. Un’altra di quelle noiosissime e stupidissime regole della scuola più in della città. Mentre si infilava la gonna, un pensiero improvviso le attraversò la mente. Quello era il giorno più importante di tutta la scuola. Il giorno prima il direttore dell’istituto aveva chiamato i suoi cento studenti a raccolta nell’auditorium per comunicare loro l’arrivo di nove nuovi studenti. Aveva detto che venivano dagli Usa e un mormorio di disgusto si era diffuso tra gli studenti canadesi. Lory aveva sorriso sotto i baffi: sua madre era americana e non l’aveva mai detto a nessuno, anche perché non aveva mai avuto modo di parlare. A quel punto il preside aveva riportato l’ordine tra gli studenti e aveva spiegato loro che i nuovi arrivati erano stati adottati da un certo Dottor Carlisle Cullen e da sua moglie Esme. Lory aveva fissato il preside strabiliata. Prendersi cura di nove adolescenti era un’impresa incredibile. In quel momento la biondina aveva provato un moto di simpatia per quegli sconosciuti, che condividevano la sua stessa situazione. Si ridestò dai ricordi, ricordandosi che doveva andare a scuola. Finì di prepararsi e scese in cucina, con lo zaino in spalla.

“Bonjour Silvye!” salutò la sua tutrice che le rispose con un sorriso e con un “Bonjuor ma chére.”

Lory notò la sua colazione. Uova e pancetta all’americana. Trangugiò il cibo in fretta e salutò di nuovo Silvye, dicendole che non tornava a pranzo. Poi uscì di casa correndo. Meno male che la scuola era vicino a casa sua. Arrivò in un batter d’occhio e trovò le sue due compagne di banco accanto al cancello. Le salutò con la mano e insieme entrarono nel piazzale. Marie e Anne, le sue compagne, erano su di giri come lei per l’arrivo dei Cullen. Iniziarono a guardarsi intorno cercando chiunque non conoscessero. Lory li notò per prima, essendo di poco più alta delle sue amiche. E rimase a fissarli. Erano stupefacenti. Li fissò uno ad uno a bocca aperta, cercando di capire se erano veri o se erano frutto della sua immaginazione. Decise che erano reali. Li vide ridere, le loro espressioni divertite. Erano tutti stupendi. Sei di loro erano pallidissimi, una delle ragazze era un po’ meno pallida mentre due dei ragazzi erano di pelle ambrata, sembravano indiani. Ma quello che attirò di più Lory furono gli occhi dei sei ragazzi pallidi e di uno degli indiani: erano dorati, di un colore impossibile da credere esistente. Erano vicini al preside, che appena vide arrivare un po’ di gente, li sospinse verso l’edificio, facendo loro strada verso l’auditorium. Lory si affrettò a seguirli, tallonata da Marie e Anne. Le tre presero posto nel primo ordine di posti dell’auditorium del liceo. Attesero che anche i loro compagni di liceo si sedessero e attesero le presentazioni del preside. Nel frattempo, Lory continuò ad osservare i Cullen con interesse. Ora che li vedeva da vicino erano ancora più belli. I cinque ragazzi e le quattro ragazze sembravano usciti da un libro fantasy piuttosto che venire dalla cittadina più piovosa di tutti gli Stati Uniti. Li guardò uno ad uno un’altra volta. Uno dei ragazzi era alto e grosso, con dei muscoli da far paura ai migliori boxer. Accanto a lui, una bionda mozzafiato con un fisico da far invidia anche a lei, che si teneva costantemente allenata per via dei film movimentati. Vicino alla bionda, una ragazzina piccolina, con i capelli neri arruffati che esprimeva dolcezza solo a guardarla. Un ragazzo biondo le cingeva la vita con un braccio e lanciava sguardi calmi alla folla. Accanto a lui, un ragazzo dai capelli color bronzo e appoggiata a lui una ragazza mora. Subito dopo di lei, c’era una ragazzina che le somigliava moltissimo, mano nella mano con uno degli indiani, altissimo e con i capelli raccolti in una coda. In fondo alla fila, lui. Lory rimase per un po’ a fissarlo. Le sembrava il più bello, e il più giovane. Non aveva la pelle ambrata come l’altro indiano, ma era un po’ più pallida, come se non vi affluisse abbastanza sangue. Aveva gli occhi chiusi, in quel momento, ma Lory provò ugualmente qualcosa di strano dentro di lei. Il preside iniziò a presentarli partendo dal ragazzone enorme.

“Ragazzi!” Richiamò l’ordine alzando un po’ la voce. “Questi sono i vostri nuovi compagni! Mi aspetto che li trattiate bene! Lui è Emmet Cullen. Accanto a lui, Rosalie Hale, Alice Cullen e Jasper Hale. Poi Edward Cullen, Isabella Swan e sua sorella Renesmee e Jacob e Nick Black.” Il preside gli indicò. Per ultimo l’indiano più chiaro, quello con gli occhi chiusi. Nemmeno quando il preside lo nominò guardò gli altri ragazzi. Il preside sorrise ai Cullen e ai suoi studenti. “E ora andate in classe!” I ragazzi si alzarono con ordine e si diressero verso le classi. Lory fu una delle ultime ad andarsene e con lei rimasero Marie e Anne. Continuò a fissare Nick come se fosse la cosa più bella al mondo. Poi fissò anche gli altri ragazzi e si sentì pervadere dall’invidia. Prese sotto braccio le ragazze dicendo: “Ci mancano ancora dieci minuti! Voglio fare una cosa!” Si diresse verso i bagni delle ragazze al primo piano mentre cercava la trousse che le sue truccatrici le avevano affidato da portare sempre con se. Si avvicinò ad uno degli specchi e si tolse la giacca della divisa. Si sciolse i lunghi capelli biondi e dalla trousse prese il fondotinta leggermente più scuro rispetto al colore della sua pelle. Se lo mise e lo passò alle sue compagne di classe entrambe di carnagione chiara come lei. Mentre si metteva l’eye liner le guardò di sottecchi che si truccavano anche loro. Sorrise mentre si metteva il rossetto. Si slacciò la cravatta a righe della scuola e sganciò i bottoni della camicetta lasciando intravedere la pelle del petto, fermandosi poco prima del seno. Era la migliore della scuola e nonostante tutto la più ribelle. Sorrise al pensiero di quello che avrebbero detto i prof. Sorrise alle sue compagne e diressero in classe. Arrivate in classe Lory si sedette sul suo banco e accavallò le gambe. Di questo era sicura. Era bella. E sembrava più grande dei suoi compagni di classe. Dimostrava almeno diciassette anni quando invece ne aveva solo quindici. Si gettò i capelli dietro la spalla e in quel preciso momento entrò lui. Nick Black. Uno dei nuovi arrivati. Aveva lo sguardo basso. Sembrava timido in quel momento. Lory lo fissò, mentre il prof entrava in classe. Scese dal banco e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata quando vide che Nick si stava sedendo vicino a lei. Si sedette al suo posto e si voltò verso Nick. E in quel momento i loro sguardi si incrociarono.

   
 
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