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Autore: siamogoccenelloceano    16/04/2015    0 recensioni
“Penso al passato senza rimpianti, senza amarezza, senza rancore, con la consapevolezza che ogni ostacolo mi ha portata ad essere la persona che sono oggi. Penso al futuro con una voglia di cambiamento, di novità, di musica, di vivere. Penso al futuro e penso che dovrei concentrarmi su me stessa per una volta, su ciò che voglio, sul mio benessere e soprattutto sulla mia felicità. Un pò di egoismo non fa mai male.”
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni giorno la vita di un adolescente cambia, e ci vuole poco per scombinare tutti gli equilibri che lei era riuscita a creare.  Può volerci solo un secondo, una minima cosa può cambiare la sua vita.

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E questo è ciò che è successo a Federica. Fino a qualche mese fa era totalmente diversa; andava a scuola tutti i giorni, studiava ore e ore per arrivare al solito nove, dal lunedi al venerdi era ad allenamento tutte le sere, il sabato pomeriggio in giro con la sua migliore amica, la domenica mattina era in giro per la regione a fare partite di pallavolo.

Già da questo si vedeva che era una ragazza tranquilla, le sue giornate erano composte da scuola e sport, non aveva una gran vita sociale però a lei piaceva così.

Viveva per la pallavolo, ogni momento libero era perfetto per prendere la palla e scendere in giardino a fare qualche palleggio contro il muro. Andava a ogni allenamento, non ne saltava uno, anche se aveva la febbre e le tremavano le gambe, anche se era stanca morta o l’avevano invitata a una festa.

E io ero felice per lei, io ero e sono la sua migliore amica ma l’ho vista evolversi, e non è stato bello per niente.  Ora è il momento di raccontare ciò che è successo.

Era il primo Maggio 2014, io e lei eravamo nella stessa squadra e quella mattina, insieme alle nostre compagne dovevamo arbitrare una partita delle bambine dell’Under12. Fino alle undici tutto filò liscio, il torneo finì e decidemmo di andare in spiaggia a fare qualche partita tra di noi, era un modo per stare insieme, divertirci e godere di una stupenda giornata di sole. Eravamo abbastanza vicine al bagno al mare dei pallavolisti, amavamo andare lì, c’erano reti meravigliose e la sabbia era sempre pulita e in ordine. Arrivammo intorno alle undici e un quarto e andammo subito a metterci i costumi. Prendemmo la palla dal pullman della squadra e corremmo nel campo. Eravamo in dodici, il numero perfetto per una partita, io e lei eravamo sempre insieme e anche quel giorno eravamo nella stessa squadra, lei iniziò in posto 4 e io in posto 3, così come sempre io alzavo le palle e lei schiacciava fortissimo addosso alle avversarie. Facemmo due punti, uno lo fece lei schiacciando bene come sempre e uno lo fece Martina con il suo solito pallonetto. Poi in un secondo è peggiorato tutto, arrivò una palla, Federica fece un passo avanti per riceverla con un bagher, non fece movimenti sbagliati però cadde a terra, lasciando completamente andare la palla. Noi non ci facemmo molto caso, poteva capitare a tutti di cadere, solo che lei non si rialzò, rimase un po’ accasciata per terra a urlare, inizialmente, anche io, pensaì che stesse scherzando, ma poi lei alzò lo sguardo e vidi il suo viso rigato da lacrime e la sentì dire “aiutatemi per favore”, io non riuscivo a capire cos’era successo, corsì da lei mi buttai a terra per capire cosa le fosse successo; lei faceva fatica a parlare riusciva a dire solo “il ginocchio, il ginocchio.. fa male, aiuto”, ripeté quelle parole diverse volte, nel frattempo arrivarono da lei anche le altre nostre amiche e l’allenatore, lui la prese in braccio e la portò su un lettino, la fece stendere e respirare prima di spiegarci cosa le era successo. Lei piangeva fortissimo, non l’avevo mai vista così, è sempre stata una ragazza forte e vederla in quelle condizioni faceva stare male anche me. Io mi sedetti accanto a lei, le accarezzavo la gamba per provare a darle un po’ di forza, per quanto fosse possibile. Dopo una decina di minuti si asciugò le lacrime, fece un lungo sospiro e a singhiozzi provò a spiegarci com’era andata. “Io non so bene cos’è successo – singhiozzò – mi sono mossa, il ginocchio si è girato, ho sentito qualcosa uscire e poi entrare, e adesso fa male” questo è ciò che ci disse, a quel punto l’allenatore mi mandò a prendere le chiavi del pullman mentre lui la portava in braccio fino al suo sedile, la fece sedere e le fece stendere la gamba sopra le mie e quelle di Alice, le altre rimasero in spiaggia, non era il massimo andare in tanti in ospedale, loro però non giocarono più, stettero tutto il giorno a messaggiare con me e Alice nel gruppo della squadra per essere informate di cosa dicessero i dottori a Federica.

Arrivati all'ospedale Federica entrò dall’ortopedico per essere visitata mentre noi rimanemmo fuori, nella sala d’aspetto. Quella mezz’ora fu lunga anche per me, la conoscevo da una vita e sapevo quanto ci tenesse alla pallavolo, lei viveva per diventare importante. Finalmente uscì con un tutore lungo tutta la gamba sinistra e la vidi molto giù di morale, mi avvicinai a lei per chiederle le novità. “Ho una distorsione, devo stare ferma 25 giorni con il tutore e le stampelle e poi dopo un po’ di fisioterapia potrò ricominciare” questa fu la sua spiegazione, ma non mi sembrò molto convinta.

La riaccompagnammo a casa, io rimasi lì da lei, le nostre case sono molto vicine e potevo tornare a casa a piedi quando volevo. Mi chiese di rimanere a dormire con lei quella sera, stava male, però non si chiuse in sé stessa. Iniziò a parlare a macchinetta, parlava di cose che non le interessavano per niente, doveva solo tenere la mente occupata, perché io lo so bene, per lei, 25 giorni senza allenarsi erano una tortura. Arrivò la sera ed eravamo stese nel letto a guardare le foto di quando eravamo più piccole e andavamo alle elementari insieme, le foto della vacanza sul lago di Como e quella alle terme in Slovenia, però io vedevo che lei non ne poteva più, quella sera prese tanti antidolorifici per provare ad attenuare il dolore, non parlava di quello che le era successo ma mi hanno sempre detto che se ci sono dei problemi bisogna parlarne, quindi le feci una domanda molto semplice: “a cosa stai pensando fede?” Lei mi guardò, aveva già gli occhi lucidi e mi sentì in colpa, però volevo capire come si sentisse. “Io non penso a nulla Carlotta, sto male perché non voglio fermarmi dagli allenamenti proprio adesso che è fine stagione, e poi.. è stato un male indescrivibile, io non so se riuscirò molto facilmente a tornare in campo” Ci guardammo negli occhi e non so per quale motivo, io non ebbi il coraggio di dirle nulla, l’abbracciai, accesi la televisione e misi mtv music, lei leggeva un libro di Freud mentre io messaggiavo, e avevo nel sottofondo la musica, che è ciò che ci da sempre forza.

Io sapevo di chi aveva bisogno quella sera per essere almeno un po’ più contenta, sto parlando di Lorenzo, lui era il suo migliore amico, in realtà lei era follemente innamorata di lui da quattro anni però sapeva di non essere ricambiata e in qualche modo si era arresa. Lei a lui non aveva detto niente di quella giornata, così ci pensaì io. Erano circa le ventuno e mezza, gli mandaì un messaggio e appena lo lesse prese il motorino e si precipitò da noi. Suonò al campanello, la madre di Federica andò ad aprirlo in pigiama, lui la salutò con il suo solito ‘Buonasera’ e corse in camera, entrò dicendo “Donne, avete bisogno di me?” in quel momento la vidi ridere, ed ero soddisfatta, lui con quel suo essere goffo e sopra le nuvole aveva la fantastica qualità di riuscire a farla stare bene. Fu una bella serata in fin dei conti, lei stava male dentro però con lui di fronte era sollevata in qualche modo. Lorenzo tornò a casa dopo un paio d’ore e Fede non ci mise molto ad addormentarsi.  Io dopo poco la seguì, era stata una giornata pessima e avrei solo voluto dimenticarla.

La mattina dopo mi svegliai sulle dieci, girai lo sguardo dalla sua parte e lei non c’era perché come al solito si era svegliata presto per studiare. Io non la capivo, l’unica ragazza al mondo che si svegliasse presto anche di sabato per studiare.
Andaì da lei che era intenta studiare per la verifica di spagnolo, fecì colazione e poi le chiesì cosa avrebbe voluto fare quel giorno. Mi aspettavo una semplice risposta del tipo “Studiare per lunedì, lo sai che se non prendo dieci in spagnolo vado in crisi” ma non fu così, mi disse che non sapeva cosa fare perché a causa del male al ginocchio aveva molti impedimenti ma voleva uscire e svagarsi un po’. Inizialmente io fui contentissima, mi sembrava un miracolo, dopo tutto si sa che gli opposti si attraggono, lei era quella chiusa in casa a studiare e io quella in giro a fare shopping. Pensaì per un po’ a cosa potessimo fare poi sbuffai un secondo e ironizzai: “Solo perché non puoi muoverti molto se vuoi andiamo al cinema a vedere quel film per cui mi stressi da tre mesi perché c’è il tuo idolo… e sai che per me è uno sforzo – risi – per un paio d’ore posso sopportare anche lei.” Io ovviamento non odiavo il suo idolo, semplicemente non potevo darle troppe soddisfazioni, il segreto è che quell’attrice aveva iniziato a piacermi dopo che Fede mi aveva parlato così tanto di lei.
Federica fu contentissima. Ha sorriso tutto il film, si è anche commossa e io ero felice per lei.

I giorni dopo non furono molto esaltanti, andavamo a scuola e facevamo le solite verifiche e le solite interrogazioni, ma era cambiato qualcosa, e non l’avevo notato solo io. La prima settimana dopo il suo infortunio venne a scuola tutti i giorni però non stava attenta, aveva la testa tra le nuvole e non sorrideva mai. Non mi ha parlato il lunedì e il martedì, non capivo il motivo, forse era arrabbiata o non aveva voglia di compagnia, fatto sta che il mercoledì il suo vicino di banco era assente e mi misì di fianco a lei.

  
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