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Autore: M i n d    25/12/2008    4 recensioni
"Da quel mattino sono passati cinque anni. Cinque, da che la mia, piccola, Rory è salita su quel pullman che l’ha portata lontana da me, per un anno intero, verso ciò che ha sempre voluto essere, ciò per cui ha lottato tanto. Cinque, dal nuovo inizio della mia relazione con Luke. Cinque, gli anni in cui mi sono recata dai miei genitori ogni singolo venerdì sera."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Lorelai Gilmore, Luke Danes, Rory Gilmore
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Five Years Later - Cinque Anni Dopo





Da quel mattino sono passati cinque anni.

Cinque, da che la mia, piccola, Rory è salita su quel pullman che l’ha portata lontana da me, per un anno intero, verso ciò che ha sempre voluto essere, ciò per cui ha lottato tanto.
Cinque, dal nuovo inizio della mia relazione con Luke.
Cinque, gli anni in cui mi sono recata dai miei genitori ogni singolo venerdì sera.
Oggi è la vigilia di Natale. E’ mattina ed io sto osservando il mio giardino dalla finestra del salotto.
La neve è ancora piuttosto alta. Non mi stupisco, ha nevicato per quattro giorni.
Con una mano, tengo la tenda scostata, in modo da poter guardare meglio fuori.
E’ incredibilmente rilassante. Mi aiuta a ricordare.
Un anno e mezzo dopo la nostra riconciliazione, Luke mi chiese di sposarlo.
Confesso che, prima della sua proposta, avevo fantasticato spesso su come sarebbe stato bello essere di nuovo fidanzati ufficialmente, senza mai rivelare a lui quelle fantasticherie.
Volevo che, la fatidica domanda, mi fosse posta, quella volta.
Così fu.  Nemmeno un paio di mesi dopo, eravamo in luna di miele ai Caraibi.
Lì, tutto era meraviglioso. Talmente meraviglioso che il mio neomarito non aveva avuto da ridire, su niente.
Rory mi odiò a morte per almeno sei mesi, dopo che le ebbi mostrato le foto.
«Io, seduta su un sudicissimo seggiolino plastificato per ore, trascinata da una parte all’altra degli Stati Uniti, prigioniera di un caldo asfissiante che mi faceva sudare tanto da avere l’impressione di essere dentro un forno acceso, e tu, spaparanzata sulle spiagge caraibiche, con un paio di occhiali da sole e un fiore nei capelli, a
sorseggiare latte di cocco da una cannuccia?!».
«Hai dimenticato “abbracciata a tuo marito”».
«Ti ODIO!». Si fingeva arrabbiata e lasciava la stanza. Le ci è voluto parecchio per digerire la cosa.
Nonostante ciò, da allora, in casa nostra, la parola “Caraibi” è tabù.

Sookie, dopo il terzo figlio…ne ha avuti altri due. Gemelli.
Dopo averli partoriti ha minacciato Jackson che, se non si fosse fatto fare la vasectomia, lo avrebbe lasciato,
portandosi via i bambini, giurando non avrebbe rivisto mai più né lei, né loro. Il povero Jackson si è convinto.
Daevy adesso frequenta le elementari, se la cava bene. E’ un bambino molto sveglio e creativo.
Martha frequenta l’asilo. E’ una vera peste, ma sa essere un amore. E’ una campionessa nel fare gli occhi dolci a suo padre per ottenere ciò che desidera.
Il terzultimo nato si chiama Samuel, affettuosamente chiamato Sammy. Frequenta anche lui la scuola materna, ed è un anno più piccolo della sorella.
Le due gemelline, Greta Angel e Sarah Lorelai, sono due tesori. Hanno un anno e sono vivacissime, sempre sorridenti.
Sono identiche, le fotocopie di Sookie da bambina.


Michael, incredibile ma vero, si è fidanzato con una ginnasta indiana che vive in America da quando era piccola.
E’ campionessa mondiale di ginnastica artistica ed è fenomenale negli esercizi con nastri, cerchi e tutti quegli altri attrezzi.
Si chiama Cynthia ed ha la stessa età di Michael. Lui sostiene sia stato amore a prima vista ma, io non gli credo.

Lane, Zac e i gemelli non potrebbero essere più felici. Contrariamente alle sue catastrofiche previsioni, Lane è un’ottima madre e Zac è davvero un padre fenomenale. A vederli, durante i primi mesi, non si sarebbe detto, ma  ora sono perfettamente a loro agio, come fossero genitori da sempre.

La signora Kim, è più rilassata, ma comunque determinata a tramandare le proprie tradizioni e le proprie conoscenze religiose ai nipoti.

Kirk e Lou Lou si sono spostati, un paio d’anni fa, qui, a Stars Hollow. Non hanno ancora figli.

Miss Patty, con immenso dispiacere di tutti, si è trasferita. Tre anni fa le hanno offerto una parte in uno spettacolo di successo ed ha subito accettato. Piangeva come una fontana prima di partire.
Abbiamo saputo che ha avuto molto successo a New York e…ha trovato il marito numero cinque…o sei?

Taylor, fa ancora impazzire Luke con le sue iniziative. Io sono sempre più convinta che dovrebbero fare i comici. Sarebbero molto naturali e farebbero soldi a palate.

Gipsy è sempre la stessa. Ha semplicemente ampliato la sua officina e alzato i prezzi.

Mio padre e mia madre, sono sempre gli straricchi e strasofisticati Gilmore, con le loro cene del venerdì.

Anche Christopher e GG si sono trasferiti, a Miami, molto tempo fa. Stanno bene, Chris ha un buonissimo lavoro e GG è una brava bambina. E’ uscita dalla fase demoniaca, se non altro. Un po’, Chris mi manca, mi manca come amico. Sì, è questo quello che siamo, quello che siamo sempre stati. Amici.
Anche quando sono rimasta incinta di Rory…non siamo mai stati niente di più.
Mi ci è voluto del tempo per capirlo, ma alla fine ce l’ho fatta.

So che lui non accetterà mai la realtà, ma so anche che non possiamo, non siamo mai stati, e non potremmo mai, essere altro se non amici, per sempre. Lui e Rory sono ancora in contatto e sono felice di questo, voglio che continui a sentire suo padre, non ho mai avuto nulla in contrario.
Io e lui ci sentiamo una volta ogni due mesi e, a Luke non da più fastidio, adesso che è convinto anche lui della conclusione cui sono arrivata.

April è cresciuta. Terminerà il liceo quanto prima e, ha tutta l’intenzione di andare ad Harvard, una volta ottenuto il diploma. Nel momento in cui il mio legame con Luke è diventato definitivo, ho iniziato a frequentarla, soprattutto nelle occasioni in cui viene a trovare il padre. E’ una ragazza con un’intelligenza fuori dal comune, senza dubbio. E’ anche molto simpatica. Da qualche mese, ha un ragazzo, Trevor Miller.
Per quanto ne so, non riescono a frequentarsi granché, dato che lui è già al primo anno ad Harvard.
Luke sostiene che non durerà, anche se, secondo me, più che avvertirlo, lo spera.
Vive ancora con la madre, che vende articoli sportivi in un negozio tutto suo.

L’unica che manca, mi pare sia lei, la mia primogenita, la mia Rory.
Quella neonata che è diventata dapprima, un’adolescente straordinariamente dotata poi, un’universitaria responsabile e matura, ed infine, un’adulta realizzata e felice.
Capì che il mio lavoro era finito quando Rory lasciò questa casa, cinque anni fa.
«Le ho insegnato tutto quello che so. Le ho dato tutto quello che ho potuto. Adesso tocca a lei» pensai, tornata a casa, dopo averla accompagnata alla fermata dell’autobus.
E lei, ce l’ha fatta. Ha realizzato il sogno della sua vita. E’ diventata giornalista.
Una delle migliori, tra l’altro. Affermata e discretamente conosciuta.
Durante uno dei suoi viaggi, ha conosciuto Nathan Porter, un ragazzo poco più grande di lei.
Quando me l’ha presentato, non credevo ai miei occhi.
Sembra uno di quei supermachi, pagati per pubblicizzare prodotti, che successivamente vengono incollati sulle riviste: capelli corti, biondo cenere, ciuffo sulla fronte, occhi azzurri come il mare caraibico, un fisico da paura e una voce tanto bella e seducente da farti venire la pelle d’oca.
E’ anche incredibilmente gentile e simpatico.
«Con lui, non ci si annoia mai» ha detto, una volta, la mia piccola rubacuori.
Stanno insieme da tre anni ma, almeno per ora, niente matrimonio in vista.
Ricordate Paris? E’ avvocato, ed ha anche una laurea in medicina.
Quella ragazza non finirà mai di sorprendermi!
Lei e Rory sono rimaste in contatto. Rory sostiene che non è cambiata per niente, io le ho detto che non avevo dubbi a riguardo. Lei e Doyle stanno ancora insieme, ma, Paris non si decide a sposarlo. Lui continua a farle proposte, lei ripete di non volersi sposare prima dei trent’anni e Rory non fa che ricordarle che, se continua così, lo perderà. La cosa più triste in assoluto, è che la mia bambina non venga più tanto spesso a trovarci, per mancanza di tempo. Se va bene, riusciamo a vederla una volta al mese.
Ogni volta che mi capita qualcosa, sia bello che brutto, ho l’istinto di afferrare il telefono, comporre il numero e raccontarglielo…ma, dopo aver composto il numero, mi rendo conto che ormai, ha la sua vita e non ha più molto tempo per stare ad ascoltare gli aneddoti della sua folle madre. Perciò, spesso, mi ritrovo ad annullare chiamate ancora prima di aver premuto il tasto verde. Non ne ho mai fatto parola con lei, so che reagirebbe dicendomi che, se anche la chiamassi venti volte al giorno, non le importerebbe, però…non voglio assillarla, facendomi poi odiare.

Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dall’immagine che mi si presenta oltre il vetro: un pupazzo di neve, munito di sciarpa, naso-carota, guanti, cappello, occhi, bocca e scopa, mi sorride da un angolo del giardino.
Il rumore di una porta aperta e poi richiusa, mi fa voltare.

«Mamma, mamma!!» Un secondo dopo, mi ritrovo Nicole fra le braccia.
Imbacuccata dalla testa ai piedi, con qualche fiocco di neve ancora intrappolato fra i capelli castani.
I suoi occhi azzurri e spensierati, si piantano nei miei.
«Che succede, tesoro?» le domando, con dolcezza.
«Hai visto il pupazzo di neve?! L’abbiamo fatto io e papà! E’ bellissimo!!»
«Sì, l’ho visto. E’ molto bello, piccola! Complimenti!» ci sorridiamo.

Nicole, ha quattro anni. E’ una bambina straordinaria, vivace e allegra. I suoi soprannomi sono Nicky, Nikki, Cole e Cucciolina. In un certo senso, ho scelto io il suo nome. Luke non era molto convinto, temeva che mi avrebbe ricordato troppo la sua ex moglie e che avrebbe ricordato a lui un periodo da dimenticare ma, quando la nostra piccolina è nata, poco ci è importato di cosa ci ricordasse il nome. Nicole Danes è un bel nome, il resto, non conta. Con lei, non ho esattamente lo stesso tipo di rapporto che ho con Rory, anche perché, non ho più sedici anni e sono decisamente più saggia e responsabile di quando sono rimasta incinta di lei, ma, siamo comunque molto legate. Facciamo un sacco di cose insieme: accudiamo bambolotti, vestiamo e pettiniamo Barbie con le quali giochiamo, la porto a fare shopping con me, andiamo al parco…abbiamo già anche la nostra Serata Film. Inoltre, lei frequenta l’asilo e la scuola di danza, che adesso è di proprietà di Judith, una donna sulla quarantina molto esigente e severa. Più volte ci siamo accertati che Nicole volesse davvero continuare a seguire il corso, dal momento che si ritrova un’insegnante davvero tosta.
Lei ci ha assicurato di voler proseguire e l’abbiamo lasciata fare.


Luke è appena entrato, sorride e si avvicina. Mi dà un bacio veloce e accarezza la nostra bambina.
«Hai visto com’è brava a fare i pupazzi di neve, la nostra Nicky?» esordisce.
«Oh, sì! A fare la peste, però, è più brava…vero?» annuisce timidamente. Luke sorride e io le bacio la fronte.
«Ho l’impressione che qui manchi qualcuno…» osserva, Luke.
Lei si divincola e io la metto a terra. Corre nella ex stanza di Rory, seguita dal padre.
Mentre attendo il loro ritorno, osservo Paul Anka, che se ne sta tranquillamente sdraiato sulla poltrona, con sguardo sconsolato. Sorrido:«Tu sei proprio un cane strano…».
Le risate di Nicole mi fanno voltare. E’ attaccata alla gamba di suo padre che tiene in braccio il nostro secondogenito, Daniel, di sette mesi e mezzo.
«Oh, ciao, amore!» dico, prendendolo dalle braccia di mio marito.
«Allora, patatino? Che mi dici? Hai fatto tante nanne? Bravo l’ometto della mamma!» lo sollevo in aria, stringendolo saldamente. Lui ride.
Sentiamo il rumore di una portiera che sbatte.
«E’ arrivata!» esclama Nikki, precipitandosi fuori.
«Nicole, attenta a non scivolare!» le urla Luke, mentre ci dirigiamo anche noi all’ingresso.
Ci  infiliamo i cappotti e copriamo Daniel per bene.
«Prendi Daniel, io chiudo la porta» dico a Luke.
«Paul Anka, fai il bravo! Noi torniamo presto!» lo rassicuro, prima di chiudere.

La macchina di Rory è parcheggiata nel vialetto.
Nicole le è saltata in braccio.
Il capofamiglia, si avvicina, sorridente, tenendo Daniel ben riparato dal freddo.
Rory mette a terra la bambina e, con le lacrime agli occhi, abbraccia il patrigno e ricopre di baci il fratellino.
Luke si scosta appena e Rory mi vede.
«Mamma!»
Io mi emoziono. Ci corriamo incontro, proprio come quando ci riappacificammo in seguito all’assurda decisione di Rory di lasciare l’università. Ci abbracciamo, stringendoci forte.
«Mi sei mancata tanto!»
«Anche tu!»
Ci separiamo e ci uniamo al resto della famiglia.
«Mi siete tutti mancati tanto! E’ più di un mese che non vi vedo!» si asciuga due grosse lacrime che le percorrono le guance.
«E Paul Anka?»
«E’ dentro. Nathan?»
«Trascorre le feste in famiglia. Io, miracolosamente, non devo lavorare e, appena l’ho saputo, sono corsa qui».
«Ci fa piacere che tu sia venuta» dice Luke. 
«Molto» aggiungo io.
«Non sapete quanto sono contenta! Solo, mi dispiace per lo scarso preavviso…la nonna era arrabbiata?»
«Oh, no…non si arrabbierebbe mai con la sua dolce nipotina! Si è infuriata solo con la madre, dopo che questa ha tentato, invano, di spiegarle in tutti i modi possibili che non aveva potuto avvertirla prima, dato che, a sua volta, aveva appena saputo che anche la sua primogenita sarebbe stata presente a quell’accidenti di pranzo natalizio che, ogni anno, lei organizza.» Nicole ride.
«Mi dispiace…»
«Non importa. Tanto, ci sono abituata!» sorrido.
«Dovremo cominciare a muoverci, se non vogliamo fare tardi. Sai come diventa tua madre, se tardiamo…» mi ricorda Luke.
«Certo. Allora…» mi interrompo per creare la suspense:«…chi sale in macchina per ultimo è una lumaca secca!».
Tutti iniziano a correre.
«Ehi! Non vieni con noi?» domando a Rory.
«Nell’auto non c’è spazio, prendo la mia!»
«Come vuoi!» mi volto e vedo che Luke ha già messo in moto.
«Ehi! Aspettatemi!!» urlo, mentre mi affretto a raggiungere l’auto.
«Ciao, lumaca!». Sento la risata di Rory alle mie spalle.
Tutto questo mi scalda il cuore.
«Un altro felice Natale ci attende» penso, mentre la nostra auto, seguita da quella di Rory, parte, alla volta di Hartford.





***





E, anche la mia prima fanfiction sulle ragazze Gilmore è completata! ^^
Mi piaceva l’idea di scrivere qualcosa su come potessero essere cambiate le loro vite, anni dopo la fine della settima stagione. Così, mi sono messa all’opera, decidendo di ambientarla il giorno della vigilia di Natale, dal momento che siamo in tema.

Mi auguro che vi sia piaciuta! Se avete tempo, magari, fatemi sapere che ne pensate! Naturalmente, anche consigli critiche e quant’altro sono beneaccetti, mi aiutano a migliorare! ^^

Grazie mille a coloro che recensiranno e anche a coloro che leggeranno solamente, per il loro tempo! ^^
Grazie di cuore, davvero!

Adesso vi lascio, augurando Buon Natale e Buon Anno a tutti!!!!!

LadyGiuly93
 







  
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