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Autore: Eco_90    16/04/2015    0 recensioni
Seguito di "Mo anam cara" Storie di spiriti, amori perduti e sogni infranti poi ricostruiti.
Dal testo:
"Aveva del lavoro da fare, lavoro normale: era la segretaria di una dottoressa. Ormai era quella la sua vita, non c'era più spazio per le nottate insonni al freddo solo per convincere un paio di presenze a sloggiare. Già, non c'era più tempo per quelle cavolate."
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo piccolo piccolo.... quello che verrà dopo sarà moooolto più lungo e sicuramente più interessante, almeno lo spero! Sicuramente da qui in poi le cose si complicheranno ed alcune cambieranno per sempre. Buona lettura!! ;)



Impiegò quasi un’ora per arrivare alla foce del fiume, per sua fortuna con quella piccola deviazione si era avvicinata molto alla città di Shannon.
Le ci volle quasi lo stesso tempo per trovare Ron, si era nascosto in un cantuccio all’ombra di due grandi alberi vicino ad un ponticello di legno malconcio , da solo, con la canna da pesca in una mano e la pipa nell’altra. Era una visione, un tutt’uno con la natura!
-Ron, finalmente!- gridò contenta la ragazza.
-Guerriera? Fai piano che mi spaventi i pesci.- la sgridò subito lui. Kelly lo guardò storto, buttando poi uno sguardo al secchio in cui in teoria avrebbero dovuto esserci i suoi trofei. Era vuoto. –Quali pesci?-
-Effettivamente non sono mai stato bravo a pescare.- disse massaggiandosi il pancione. –Però mi rilassa venire qui. Ogni tanto ne ho bisogno.- guardava l’acqua fluire veloce. Kelly si sedette sull’erba ad ammirare il paesaggio che li circondava. Billy dal canto suo si era nascosto nella boscaglia, abbastanza vicino da ascoltare le loro parole, ma ben celato in modo che loro non potessero scoprirlo.
-Sei venuta fin qui per prenderti gioco di me piccola impertinente?- chiese l’uomo, aspirando un’altra boccata di  fumo.
-La risposta la sai.- era impaurita, perfino lo scontro con la Fitzpatrick le sembrava sciocco messo a confronto con ciò a cui stava andando incontro. Si voltò a guardare Ron, mordendosi la bocca dall’interno.
-Devo tornare a Shannon. Le indagini sulla morte del figlio della Fitzpatrick sono giunte al  termine.-
L’uomo la guardò spaesato, piantò la canna da pesca a terra e si sedette vicino alla ragazza. –Non me ne avevi parlato.- disse agitato.
-Se lo avessi fatto, mi avresti vietato di indagare.-
Ron sospirò in modo afflitto. –Hai ragione, ma girano voci strane su quella storia, non voglio che ti accada nulla.-
Lei sorrise amaramente, da quando si era trasferita in quel paesino sperduto aveva avuto solo grane. Rischiare la vita praticamente ogni due anni non era proprio il suo ideale, però ormai c’era dentro, non poteva tirarsi indietro. Volente o no era stata risucchiata nelle storie familiari di quelle poche anime che popolavano il paese, ormai faceva parte di ogni famiglia, quindi doveva mettere un punto a quella storia.
-Massacrarti le mani non ti aiuterà a indorarmi la pillola, quindi spara.-
Gli aveva raccontato tutto, non si era fermata un secondo tentando di non perdere il filo. –Tu vorresti andare lì da sola e rischiare la vita in questo modo?- aveva urlato Ronnie, scandalizzato dal poco giudizio di quella ragazza. –Ti credevo più intelligente. Non puoi andare lì e rischiare di farti accoppare per una vecchia storia.-
Kelly scosse più volte la testa, cosciente del fatto che una reazione del genere fosse normale, se non proprio attesa.
-Ho sistemato tutto in modo di limitare al massimo i rischi, non devi preoccuparti. Non voglio morire!-
Lo sguardo adirato di Ron parlava per lui, la ragazza non sapeva cos’altro dire. Poggiò una mano sul suo braccio, tentando di infondergli un po’ di serenità. –Possiamo restare in contatto tutto il tempo. Tieni.- disse poi, porgendogli un computer portatile. –Il mio cellulare si scarica troppo velocemente, questo però dovrebbe andare bene.- lo sguardo serio e profondo che aveva colpì molto l’uomo. La sua piccola guerriera era cresciuta e maturata, sapeva ciò che stava per fare, ora ne era sicuro. –Ho fatto sistemare delle telecamere nascoste nella casa di un signore che ho conosciuto a Shannon, sono collegate al computer quindi potrai sentire e vedere tutto.- prese un piccolo respiro prima di continuare. –Se sentirai che qualcosa non va avverti la polizia, ok?- si alzò da terra tentando di pulire i pantaloni dalla fanghiglia marrone su cui si era seduta, era ora di andare. –Ah Ron, inventati qualcosa per gli altri. Non farli venire da me. È già abbastanza pericoloso così .-
L’uomo non era molto convinto, gli sembrava di abbandonarla a se stessa, ma se questo era il suo volere, lui poteva solo acconsentire.
Abbracciò con trasporto l’uomo davanti a se, prima di tornare alla sua macchina, era quasi fatta.
-Billy, esci da solo o devo venire a prenderti io?- Ron fumava tranquillamente, e anche il suo tono di voce era calmo, come se fosse sollevato dal fatto che suo nipote sapesse ogni cosa. Aveva aspettato il momento più sicuro per farlo uscire, Kelly non doveva sapere che c’era anche lui.
Il ragazzo sgusciò dalla boscaglia, rischiando di franare a terra per colpa dei rami fini e lunghi di alcune piante. –L’hai sempre saputo?-
L’uomo gli lanciò un’occhiata eloquente, sputando fuori una nuvola di fumo denso. –Per chi mi hai preso? Ti avrebbe visto anche Kelly se non fosse stata così agitata.-
Effettivamente Billy non era mai stato bravo in queste cose, sicuramente nessuno gli avrebbe mai chiesto di diventare una spia. –Comunque devo andare, altrimenti la perdo.-
Lo zio fece un cenno con la testa, sembrava pensieroso, così il ragazzo decise di confortarlo per quanto gli fosse possibile. –Non la lascerò mai sola.-
Detto questo si congedò da suo zio, correndo verso la sua macchina. Kelly era parecchio avanti rispetto a lui, ma la strada era dritta e poteva ancora vederla. Prima di giurarlo a suo zio l’aveva giurato a se stesso, non l’avrebbe più lasciata.
  
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