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Autore: Gino94    16/04/2015    1 recensioni
ATTENZIONE SPOILER.
Questa raccolta comprende dei piccoli e semplici pensieri dei personaggi della serie American Horror Story Asylum.
Ognuno di loro ha i suoi demoni, ognuno di loro ha fatto del male e del bene.
Ma cosa provano veramente? Cosa si annida nelle loro anime?
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arthur Arden, Jude Martin, Lana Winters, Oliver Thredson, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti, questa è la mia prima raccolta sulla fantastica serie "American Horror Story Asylum". Per ora ho deciso di concentrarmi sulla seconda serie, essendo la mia preferita ma, se avrò ispirazione petrò anche dedicarmi alle altre serie.
Questo prima capitolo si concentra sui pensieri del pazzo e probabilmente odiato Arthur Arden nei confronti della giovane Suor Mary Eunice. Perchè su di lui? Vi chiederete. Come possiamo notare, la seconda seria sembra fatta apposta per farti odiare inizialmente i personaggi sbagliati, per poi rimpiangere di averli maledetti in tutte le salse.
Per me, Arden è uno di quelli. Insieme a Jude l'ho odiato per poi rendermi conto che forse non ne valeva la pena.
Spero vi piaccia, buona lettura!

 

La mia unica luce.



Osservavo il suo cadavere steso sul quel sudicio lettino da ospedale. Era così bella, nonostante fosse morta. La pelle candida come la neve ora più pallida che mai, le labbra dischiuse colorate di un rosino tenue e i suoi capelli, quella chioma bionda che le accarezzava il viso e le spalle, sembrava un angelo.
Un angelo caduto.
Indossava un abito di seta bianco.
Dicono che il colore bianco sia simbolo di purezza.
Mary Eunice lo era, almeno sino a pochi mesi fa, ed è questo che amavo di lei.
Sì, perché l’amavo e la amo tutt’ora, ammiravo la sua purezza, la sua ingenuità, il suo amore incondizionato, la sua fragilità, già, proprio quella fragilità che l’ha portata alla morte.
-Questo postaccio pieno di matti ti ha sporcato, mia adorata.- sussurrai aspramente, fissando ancora il suo volto rilassato.
Senza rendermene conto mi lasciai sfuggire un sorriso. Io, Arthur Arden, o meglio dire Hans Gruber, ex-nazista fuggitivo e ora dottore di un manicomio innamorato di una giovane suora.
Che ironia della sorte, eh?
In tutta la mia vita ho sempre ripudiato le religioni, non ho mai avuto alcuna fede, alcun Dio a cui rivolgere le mie preghiere, il mio “Dio”, se proprio dobbiamo chiamarlo così, era la scienza, il progresso e i più reconditi segreti racchiusi nel cervello umano.
Ed è proprio questo mio amore indissolubile per la scienza che mi ha fatto diventare ciò che sono: un pazzo, un mostro senza coscienza che ha ucciso, torturato esseri umani usandoli come esperimenti. Avevo il materiale servitomi su un piatto d’argento e io lo usavo: prima i prigionieri nei campi di sterminio e ora i malati mentali. Ero seriamente convinto che anche se li avessi uccisi non avrei avuto nessuna colpa, semplicemente perché li ritenevo inutili per la società, dimenticati da Dio, senza speranza, ma tutto sommato esseri umani. Tutti loro erano solo pedine nelle mie mani, insignificanti cavie al servizio di un bene superiore.
E ora, sono io il burattino, usato e manovrato da questa suora. Esatto, sono diventato la cavia di una “sposa di Dio”, quel Dio che tanto disconoscevo. Punizione divina? Forse.
Mi ritenevo un uomo forte, capace di affrontare ogni cosa, superiore agli altri, eppure…
“Perché mi hai fatto questo?” chiesi mentalmente alla suora o forse a Dio.
Non riuscivo ancora a capacitarmi del repentino cambiamento di Suor Mary Eunice, veloce e violento come una tempesta, come un feroce uragano.
Era entrata nella mia vita per puro caso e, nonostante non la conoscessi così bene, aveva illuminato la mia anima, come una luce nell’oscurità più fitta. Così luminosa, forse fastidiosa all’inizio, ma rassicurante e dolce. Sentivo e speravo che standole vicino la mia anima pian piano si sarebbe pulita, come i panni sporchi, una volta lavati, sembrano nuovi. Sembrano, ma non lo sono.
Ho provato per ben due volte a cambiare ciò che sono, ovviamente senza risultati, non basta cambiare nome, nazionalità, lavoro e fingere fino allo sfinimento per cambiare ciò che sei.
Ero seriamente convinto che almeno lei, con la sua purezza, mi avrebbe dato questa possibilità. Ma quella che è cambiata è stata lei, non io.
Dentro di lei si era annidato un demone, o almeno era quello che affermava Suor Jude, quella patetica suora ubriacona, ancor più falsa di me.
Mi sono spesso chiesto se davvero un demone, un diavolo o qualche spirito malvagio avesse soggiogato la sua anima abusando della sua fragilità o forse, che semplicemente, prendendo come scusa la possessione abbia fatto ciò che inconsciamente avrebbe sempre voluto fare.
La cosa non mi stupirebbe, a Briarcliffe erano tutti completamente pazzi, a partire da chi lo controllava.
Sì, anche io ne faccio parte.
Se l’inferno esistesse, sarebbe stato quel manicomio, ne ero sicuro.
Un angelo così puro e bello non avrebbe dovuto stare in un posto pieno di pazzia, malvagità e falsità. Se solo me lo avesse concesso, l’avrei protetta da tutto ciò, ma come?
Come poteva un essere rancido come me  proteggere un fiore delicato come lei?
Avevo sempre saputo di essere troppo vecchio e troppo brutto per lei, ma mi andava bene così, potevo giurare dinnanzi a qualsiasi cosa che i miei desideri verso di lei erano sempre stati solo e solamente casti, per quanto ci avessi pensato, non avevo mai provato desiderio carnale, non per Mary Eunice, lei meritava di più.
Avrei continuato a desiderare la sua luce, sarei morto contemplando la sua casta bellezza, ma così non è stato. Il bianco del suo animo era stato sporcato di sangue e, nonostante lo avessi notato da tempo, l’amavo comunque, così da diventare suo schiavo.
Non hai idea cosa provo per averti perso” sono le ultime parole che le rivolsi prima che morisse, dopo aver cercato di togliermi la vita, invano.
Cristo Santo, così sei patetico” mi rispose lei, con il tono più freddo, distaccato e crudele che io abbia mai sentito. Fu come ricevere una centinaia di pugnalate al cuore.
Avevo perso la donna che amavo, in lei non vi era più alcuna luce.
Mi avvicinai al comodino situato di fianco al letto, presi un panno bagnato e pulì dolcemente il viso della suora.
“E’ bellissima” pensai guardandola un ultima volta prima di portarla al forno per poi farla cremare.
Una volta lì, il suo corpo sarebbe stato bruciato dalle fiamme e la sua amina avrebbe finalmente trovato riposo nell’oscurità.
La sua luce si sarebbe spenta completamente.
Ma non ti preoccupare mia amata, ti farò compagnia.
 

Ed eccoci alla fine, spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cose ne pensate. Alla prossima!
Gino94
  
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