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Autore: Tynuccia    25/12/2008    4 recensioni
[Mai HiME] Shiho è grande, una ragazza ormai donna affermata nel mondo degli affari. Eppure non ha dimenticato il suo onii-chan...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reito Kanzaki, Shiho Munakata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sorprese


Rassegnazione.
Ecco un termine che non compariva nel dizionario di Shiho Munakata.

Gli anni l’avevano cambiata. Fisicamente, ormai appariva come una donna matura e stupenda. Aveva abbandonato gli infantili codini per adottare una pettinatura più elegante.
Psicologicamente, non era più una bambina petulante e capricciosa. Aveva messo la testa a posto, era saggia e razionale, tanto che possedeva la più grande ed importante azienda di takoyaki del Giappone.

Eppure una cosa era rimasta tale e quale a dieci anni prima.
Il suo amore verso il suo onii-chan.

‘Sono un’idiota patentata’ pensò mescolando il drink davanti a lei.
Stava seduta vicino alla vetrata di un bar del centro, fissando distrattamente i passanti sulla via illuminata dalle luci natalizie.

Mandò giù il Martini con un sorso, tenendo la testa inclinata.
Era a quota dieci, ma non mollava. Erano poche le donne che potevano vantare una così perfetta sopportazione dell’alcool.
E Shiho entrava in quella rosa.

Annoiata ordinò l’ennesimo calice.
Il resto delle sue conoscenze, quelle strette s’intende, stava trascorrendo un venerdì sera memorabile.
Uomini da una parte, donne dall’altra, tutti stavano festeggiando rispettivamente l’addio al celibato e quello al nubilato.
Di chi?
La risposta pareva ovvia all’imprenditrice.

La notizia era sopraggiunta in settembre, quando i promessi sposi avevano appena fatto ritorno da una magica vacanza culturale.
Timidi e imbarazzati avevano comunicato il lieto evento alla cerchia di amici più stretti.

E, nonostante l’evolversi delle cose in quei dieci anni, Shiho faceva parte dei suddetti.

Da quel nefasto giorno la ventitreenne aveva vissuto dei mesi d’inferno, circondata da persone eccitate che si occupavano di pizzi, nastrini, kimono candidi e stemmi familiari.
Tutto in vista del matrimonio tra Mai Tokiha e Yuuichi Tate.
Ovviamente.

“Il suo drink, miss” intervenne il cameriere, posando il calice scintillante sul tavolo.

Shiho annuì, svuotandolo davanti ai suoi occhi e chiedendone un altro, mostrando di essere ancora padrona di sé stessa e non sotto i fumi dell’alcool.

Senza battere ciglio egli annuì e sparì dalla sua vista.

La donna sospirò, cercando di non piangere.

Era certamente depressa per l’imminente sposalizio del suo amato fratellone fittizio, ma la cosa che più le risultava odiosa era il suo comportamento.

Avrebbe voluto superare quella barriera che le impediva di mandare la sua collera ed il suo risentimento a gambe all’aria ed unirsi alle sue amiche e compagne per trascorrere una serata piacevole festeggiando la donna che, nonostante le avesse rubato Yuuichi, non le aveva mai rivolto uno sguardo ostile, non l’aveva mai insultata, trattata male, ma che, anzi, l’aveva aiutata in più occasioni e che in quel momento sembrava camminare a due metri da terra dalla gioia.

Avrebbe voluto rasserenare il cuore dello sposo, comunicandogli che lei c’era per qualsiasi evenienza o problema che avrebbe potuto gettarlo nella confusione; fargli sapere che faceva il tifo per loro, che in qualità di migliore amica avrebbe contribuito ai preparativi con la sua proverbiale grinta.

Avrebbe voluto concedere il suo cuore ad un uomo leale e sincero già da tanto, troppo tempo.

Era per queste ragioni che si scolò il dodicesimo drink in meno di due ore.

La porta si aprì tintinnando e Shiho sentì dei passi avvicinarsi.
Non si voltò, neppure quando riconobbe la voce.

Non era quella che avrebbe voluto sentire, ma sorvolò sulla cosa.
“Allora pare che io non sia l’unica mosca bianca, eh?”.

Kanzaki Reito sorrise e si sedette di fronte a lei.
“Quanto ci somigliamo… vero Shiho-san?”.

La donna annuì, capendo che il suo ex-senpai provava le sue stesse paure, angosce ed emozioni.
Ovviamente non bolliva di gelosia perché Yuuichi si sposava.

No, anche lui era rimasto innamorato della stessa donna per dieci anni.

“Fortunatamente ci siamo trovati” commentò la donna, scostandosi una ciocca dal volto “Almeno non saremo soli”.

Reito scoppiò a ridere, guardandola.
“Formeremmo una bella coppia, io e te”.

Shiho arrossì di fronte a quella lusinga tanto palese e cominciò a riflettere.
Si vide seduta in un ristorante elegante mentre cenava con il Kanzaki.
Si vide in riva al mare mentre si scambiavano il primo bacio.
E da lì il passo fu breve.
Si vide vestita di bianco, con il kimono della sua amata nonna, mentre scambiava promesse di eterno amore con l’affascinante mosca bianca seduta di fronte a lei.
Arrossì ulteriormente, scuotendo il capo per la sua fantasia esagerata.

“Reito-san?”.
“Nh?”.
“Ordina due Martini, il primo giro lo offre la casa”.
“Con piacere, Shiho-san”.

L’imprenditrice sorrise, guardandolo allontanarsi e pensando che forse le cose si sarebbero aggiustate e che la conoscenza con Kanzaki Reito si sarebbe approfondita.

‘Ma la calma è la virtù dei forti, ricordatelo, Shiho’.

E sorrise felice, ricordandosi uno dei tanti e preziosi insegnamenti del suo onii-chan a cui augurò mentalmente una vita felice in compagnia della donna che amava.
Finalmente rassegnata.




Caspita, sono riuscita a scrivere qualcosa su quella mocciosa petulante °_° Il Natale rende decisamente più buoni XD
  
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