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Autore: Ghen    25/12/2008    2 recensioni
“Mamma… Ma Babbo Natale… esiste?”
Così aveva detto un bambino, la vigilia di Natale, davanti ad una vetrina di un negozio di giocattoli.

Un bambino non riusciva a dormire, pensando che sarebbe arrivato Babbo Natale a portare i regali sotto il suo albero; ma quando questo arriva... capì di immaginarselo molto diverso...
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma… Ma Babbo Natale… esiste?

 

 

 

 

Mamma… Ma Babbo Natale… esiste?

Così aveva detto un bambino, la vigilia di Natale, davanti ad una vetrina di un negozio di giocattoli.

 

La tirò dal giubbotto con la sua piccola manina, ricoperta del guanto caldo e soffice.

La mamma abbassò lo sguardo, sorridendogli.

Il piccolo, sui cinque anni, aveva le guancette tutte arrossate per via del freddo, alla neve che già cadeva da giorni.

<< Certo! Chi ti ha detto il contrario? >>, gli sorrise ancora una volta; passando la sua mano destra sui capelli arruffati del figliolo, sudati e appiccicati dovuti alla cuffietta.

<< Un mio amichetto! Lui non ci crede a Babbo Natale! >>, rispose.

<< E tu cosa gli hai risposto? >>.

Il bimbo sembrò pensarci, dopo esclamò << Niente! Mi sono arrabbiato! >>.

Rise. << Non ti devi arrabbiare! Se tu credi che esiste, Babbo Natale esisterà anche per lui! >>.

Il piccolo la guardò e sorrise.

 

Non aveva capito quello che intendeva la sua mamma con quelle dolci parole, però, aveva capito ciò che voleva capire… Babbo Natale… esisteva!

A lui bastava per essere felice.

 

 

Quella notte cadde sempre più neve dal cielo.

Si ammucchiava sopra le macchine; sopra i pupazzi di neve nei cortili; sopra i tetti delle case, coprendo le luci natalizie.

Sembrava essere proprio magica quella notte, anche quando tutti andarono a dormire, e il bimbo, che guardava dal suo lettino la neve che copriva la mensola della sua finestra, sorrideva.

Pensava a Babbo Natale.

Non riusciva a chiudere occhio.

Era eccitatissimo al pensiero che Babbo Natale, quella notte, sarebbe sceso dal suo camino per posare i regali sotto il suo albero di Natale.

E proprio quando gli sfiorò l’idea che poteva farsi vivo da un momento all’altro… che sentì un rumore.

 

I suoi occhi si accesero immediatamente!

Ecco che ne sentì un altro.

Veloce si scoperchiò dal suo lettino.

<< Ba… Babbo Natale! >>, sorrise.

Scese rapidamente e aprì la porta della sua cameretta, molto lentamente.

Voleva sorprendere Babbo Natale posare i regali sotto l’albero, senza farsi vedere. Gli avrebbe fatto una sorpresa, chiamandolo prima di andarsene!

 

Si affacciò nelle scale e guardò di sotto, nel soggiorno, fregandosi il nasino raffreddato nel pigiamino azzurro.

Non vedeva ancora nessuno, però sentiva i passi pesanti di qualcuno.

Il bimbo si sporse un pochino, per vedere meglio… infatti lo vide.

Un uomo magrolino, vestito completamente di nero, camminare a passi felpati nel suo soggiorno, con dei pesanti stivaloni.

Il piccolo sorrise.

C’era qualcosa di strano in quel Babbo Natale… Lui se l’ho immaginava molto diverso… Tuttavia… doveva essere per forza Babbo Natale!

Era fuori di sé dalla gioia.

 

 

Il Babbo Natale si fermò ai pressi di un tavolino, guardando con curiosità una vecchia sveglia.

La prese con i suoi guanti neri di pelle e la scosse un po’. Tirò fuori un sacco dalla sua schiena, stava per metterci dentro la sveglia… quando il bimbo scese le scale curioso, e lui, sobbalzando, lo vide.

<< E tu chi sei? >>, fece spaventato, rimettendo a posto la vecchia sveglia.

<< Sono Raphael… Ma tu non dovresti conoscere tutti i nomi dei bambini del mondo? >>, chiese il piccolino, balzando giù dall’ultimo scalino.

<< Emh… Si… >>, si grattò la testa, confuso. << E che alcuni nomi non mi rimangono in testa…! >>, cercò una scusa. << Ma tu cosa ci fai in piedi a quest’ora di notte? Non dovresti essere a letto, piccoletto? Eh? >>.

<< Si… >>, si grattò sul sederino. << Ma non riuscivo a dormire pensando a te! >>.

<< A me? >>. Sembrava confuso.

<< Si, sapevo che saresti venuto a portare i regali… Ma tu non vesti di rosso? >>.

<< Aaaahh! >>, capì finalmente. << Tu credi che io sia Ba- … Cioè… Si! E che ho messo a lavare quel vecchio vestito rosso! Cominciava a puzzare, sai! >>.

Il piccolo era sempre più eccitato, lo si poteva vedere dal suo enorme sorriso.

<< Tutti i Natali lo stesso vecchio vestito… Secondo me, è anche passato di moda! >>, gli fece, convincendolo. << Cosa ne dici ora di tornare a letto, eh? Raphael, vero? >>.

<< Ma io voglio vedere come metti i regali! >>, sorrise.

<< Regali? Aahh… Si, i regali! >>, non sembrava molto felice di quella trovata. << Giusto… >>.

Stava pensando.

Che fare?

Tirò in avanti il suo sacco. Stava per infilarci dentro una mano, quando cambiò idea.

<< Ma è come fanno tutti! Tiro fuori i regali dal sacco e li metto sotto l’albero! Non c’è nulla di magico in questo! >>.

<< E non lo posso vedere, signor Babbo Natale? >>, chiese speranzoso.

L’uomo si grattò la testa ancora una volta, sbuffando un poco. Come avrebbe fatto?

<< E va bene! >>, lo accontentò.

Il piccolo si mise a saltellare dalla gioia, reggendosi le manine.

<< Ma non c’è nulla di magico, te l’ho detto! >>, ribadì.

Mise la mano all’interno del suo sacco. Quando la tirò fuori, portava con sé qualcosa…

<< Uno stereo! Nuovo di zecca! >>, si sorprese anche lui. << Ma questo non è adatto ad un bambino… >>, esclamò per sé.

Il bimbo lo guardava stranito, cercando di dare un’occhiata all’interno del sacco.

L’uomo osservò il suo sguardo, così…

Glielo pose davanti. << E’ per il tuo papà! >>, sorrise. << Sono sicuro che gli piacerà… A me… sarebbe piaciuto tanto… >>, diceva con un certo filo di rimorso.

<< Davvero? Grazieee!! >>. Era fuori di sé dalla gioia.

 

<< Ma perché non è impacchettato? >>, chiese, osservando lo stereo per la macchina appena donatogli.

<< E perché non mi è rimasto il tempo! >>, buttò giù la prima cosa che pensò. << Insomma, non sai che fatica fabbricare prima i regali, e poi impacchettarli! Per tutti i bambini del mondo! E’ una faticaccia! Neanche un secondo di respiro! >>.

<< Eeh… Hai ragione! Poverino! >>, lo abbracciò. << Perché non ti riposi un po’? Ti siedi un attimo sul divano… e ti passa tutto! >>, allargò le braccia, cercando di convincerlo.

<< Ma grazie, piccoletto! >>, sorrise.

 

Il bimbo lo fece accomodare, e dopo gli offrì pure una bella tazza di latte.

<< Ma che caro che sei, Raphael… >>, gli sorrise. << Sei proprio un bravo bambino! >>.

<< Allora il mio regalo è molto bello, vero? >>, sorrise gioioso.

L’uomo sorrise goffamente. Che dire a quel piccolino?

Prese il suo sacco e ci diede una sbirciatina.

Sospirò.

<< Allora? >>, insistette.

Dentro quel sacco non c’era nulla adatto ad un bambino.

Sorrise amaro.

Come avrebbe fatto adesso?

 

Non poteva spiegare ad un bambino così piccolo che lui non era Babbo Natale…

Che lui non era un uomo buono

Che non era venuto per portare regali… Bensì per portare via dei regali per lui

 

<< Sai qual è il regalo più bello, Raphael? >>, disse ad un certo punto.

Il bambino si fece serio, pronto ad ascoltare la voce fine di Babbo Natale.

<< Qual è? >>, emise poi con un soffio di voce.

Le sue guancette erano sempre più rosse, per via del calore che c’era in casa.

L’uomo l’osservò, era un bambino davvero molto bello e simpatico, buono e gentile.  

Non poteva fare altro che sorridergli.

<< L’amore! >>, rispose.

<< L’amore? >>.

Non capiva.

Cosa voleva dire?

 

<< L’amore è il regalo più bello al mondo! E’ grazie all’amore che esiste Babbo Natale… Cioè… Che esisto io! >>, si corresse.

Il piccolo non diceva una parola. Lo stava ad ascoltare a bocca aperta.

L’uomo lo sorrise ancora una volta, accarezzandolo ad una delle sue guancette colorate.

<< Tu mi hai appena fatto questo regalo! Mi hai dato il latte… e mi hai fatto sedere sul comodo divano di casa tua… Sei stato il primo in tanti anni, a farmi un regalo… E proprio il più bello! >>, spiegò. << Io non posso darti nessun regalo così bello! Non ne sono capace… >>. Si tolse la cuffietta che portava sulla testa, spolverandola un po’. << Ecco! >>, fece, infilandola sulla testolina del bambino. << E’ il mio regalo per te! Buon Natale! >>, sorrise.

Il bimbo si tolse dalla testolina la cuffietta - un po’ troppo grande per lui - e la osservò con cura.

Sorrise.

Il suo visetto s’illuminò di gioia.

<< Grazie, Babbo Natale! Mi piace tanto! >>, se la rimise sulla testa. Subito dopo, gli cadde sugli occhietti.

Rideva divertito.

Anche l’uomo rise, rimettendogli bene la cuffia.

 

 

Si arrese davanti a quel bambino.

Non poteva fare altro, che sorridergli.

 

 

<< E ora dritto a nanna, Raphael! I tuoi genitori, domani mattina, ti sveglieranno presto! >>.

Lo prese in braccio, salendo le scale; e lo riportò alla sua cameretta.

Lo coricò sul lettino, coprendolo dolcemente con le soffici copertine.

<< Babbo Natale! >>, lo chiamò poco dopo che gli diede il bacino della buona notte.

<< Dimmi! >>, sussurrò.

<< L’anno prossimo, mi svegli quando vieni… Voglio salutarti! Ti do anche il latte! >>, espresse con la sua vocina.

L’uomo rise.

Cosa poteva dirgli?

<< Vedrò cosa posso fare, piccoletto! >>, continuò a ridere.

<< E mi raccomando! Passa anche dal mio amichetto! Lui non crede che tu esisti! >>, continuò dopo, stringendo la sua nuova cuffietta.

<< Non ci crede?! >>, fece sorpreso. << E dove abita questo tuo amichetto? >>.

<< Qui di fronte! >>, indicò una casa davanti alla sua finestra.

<< Ah! >>, sorrise. << Ci sono stato poco fa! >>, disse per sé. << Vorrà dire che ci tornerò! >>, gli disse in un sorriso.

<< Grazie! >>, sorrise a sua volta.

 

<< Buona notte, piccoletto! E Buon Natale! >>.

Socchiuse la porta della cameretta. Scese piano le scale e riprese il sacco lasciato nel soggiorno.

Si resse la fronte, scuotendo il capo.

Sorrideva.

 

Passò dalla finestra in cui era entrato ed uscì; richiudendo accuratamente, per non entrare spifferi.

 

 

 

Quella era stata una giornata diversa dalle altre…

Per lui quel Natale fu davvero magico…

Ritrovò l’affetto di un bambino, quando anni prima ne perse uno.

 

Alzò il viso al cielo, dove la neve leggera cadeva sulle strade umide.

Stava piangendo.

Piangeva e sorrideva.

 

Era felice.

Aveva trovato un altro angelo su cui vegliare.

Che bel regalo…

 

 

 

Fine

 

 

L’indomani mattina, la mamma svegliò presto Raphael; per poter aprire i regali che aveva portato la notte Babbo Natale.

<< Di chi è questa cuffia? >>, sbottò sorpresa.

<< Era di Babbo Natale in persona! E l’ha regalata a me! >>, rispose fiero, sorridendo.

La mamma si guardò stranita…

 

… E non aveva ancora visto lo stereo della macchina in soggiorno!

 

 

 

 

 

 

 

 

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Salve a tutti! ^^

Piccolissima one-shot dedicata al Natale, ma soprattutto, all’amore per cui esiste Babbo Natale.

 

So che non è un granché; volevo giocare sulla malinconia di un padre che aveva perso il suo bambino e l’amore che questo gli portava, avendo così perso anche la “retta” via…  Ma non so se ci sono riuscita.

Questo ladro, per un’occasione speciale, si è trasformato in Babbo Natale e ha portato gioia ad un bambino, che ha portato altrettanta gioia e calore al suo cuore malridotto e malato.

 

Spero di essere perlomeno riuscita a farvi sorridere un pochino, in questo giorno di Natale ^^

Augurissimi a tutti! Buon Natale e buone feste!

Da Ghen =^_________^=

   
 
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