はじめて
hajimete
hajimete
Hilda si stava gustando un
Casteliacone – come si doveva, avendo passato a setaccio
Tamamushi City e Yamabuki City nella speranza di trovare un venditore
che possedesse il sapore che più si avvicinava
all’originale – quando un violento tonfo la scosse
facendo quasi cadere il suo prezioso gelato per terra.
La ragazza gonfia le guance, mettendo subito mano alla Poké ball di Amalia. Poco importava che le lotte Pokémon fuori dagli appositi campi fossero illegali, lei e la sua Lampent avrebbero solo vendicato lo spavento.
Ben presto, però, un vivace bussare interrompe bruscamente i suoi pensieri di vendetta. Davanti alla sua porta ci sono due ragazze. La più alta è bionda, e sorride cordiale. La seconda è più piccola, ha un’aria più smarrita ma sembra più alla mano della sua amica.
« Scusa per il trambusto. Noi siamo… le vicine. » la voce della biondina è incerta, segno che non conosce bene la lingua di Kanto.
« Oh, è un piacere. Io sono Hilda. »
« Io sono Serena, e questa è Sannah. » la biondina – Serena, cerca di inculcarselo in testa – sorride nuovamente. « Lei non conosce la lingua di Kanto. »
« Invece quella di Unova? »
« Sei di Unova? » esclama allora Sannah, trovando un po’ di vigore. Hilda annuisce.
« Io e mio fratello siamo studenti in trasferta. Per qualsiasi cosa, non esitate pure a chiedere. »
La ragazza gonfia le guance, mettendo subito mano alla Poké ball di Amalia. Poco importava che le lotte Pokémon fuori dagli appositi campi fossero illegali, lei e la sua Lampent avrebbero solo vendicato lo spavento.
Ben presto, però, un vivace bussare interrompe bruscamente i suoi pensieri di vendetta. Davanti alla sua porta ci sono due ragazze. La più alta è bionda, e sorride cordiale. La seconda è più piccola, ha un’aria più smarrita ma sembra più alla mano della sua amica.
« Scusa per il trambusto. Noi siamo… le vicine. » la voce della biondina è incerta, segno che non conosce bene la lingua di Kanto.
« Oh, è un piacere. Io sono Hilda. »
« Io sono Serena, e questa è Sannah. » la biondina – Serena, cerca di inculcarselo in testa – sorride nuovamente. « Lei non conosce la lingua di Kanto. »
« Invece quella di Unova? »
« Sei di Unova? » esclama allora Sannah, trovando un po’ di vigore. Hilda annuisce.
« Io e mio fratello siamo studenti in trasferta. Per qualsiasi cosa, non esitate pure a chiedere. »