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Autore: Tigre p    17/04/2015    2 recensioni
Thomas è in preda a un incubo.
Si ritrova a correre lungo corridoi senza fine, inseguito da persone che indossano tuniche bianche e che vogliono fare qualcosa su di lui. Si ritrova a dover subire domande che non possono avere risposte da lui ma , per sua fortuna, non sarà del tutto solo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Vale,
grazie di essere la mia Newt


“Scappa Tommy, scappa”

La voce tremula d Newt era l'unica cosa sicura di quel posto strano, l'unica cosa che permetteva alle mie gambe di continuare ancora a correre per quel lungo corridoio bianco. Come potevo sapere che dietro di me c'era Newt?
Semplice, lui solo mi chiamava Tommy e lui solo poteva tenere tanto alla mia vita. Non sapevo dov'ero, non era la Radura e nemmeno il Labirinto, Non ci stavano inseguendo i Dolenti , erano persone quelle che volevano fermarci e portaci via. Forse erano quelli che ci stavano osservando nel labirinto e che ci avevano cancellato la memoria. Se fosse stato davvero cosi, eravamo nel loro laboratorio?
No, la risposta era no secco. Non sapevo come ma. quel luogo aveva un nome: ospedale. Come facevo a saperlo?
Era un mistero anche per me . Il lungo corridoio era vuoto, c'erano tante porte chiuse e l'unico rumore che rimbombava erano i miei passi, quelli di Newt e quelli degli inseguitori. Non volevo girarmi, guardavo sempre davanti a me in cerca di una via di uscita, sapevo che c'era Newt a coprirmi le spalle. A d'un tratto mi fermai di botto: c'era una scalinata alla mia destra, un ascensore al centro e un grosso cartello con scritto “exit” alla mia sinistra e , non sapevo come, conoscevo il suo significato: era un uscita d'emergenza,

“Di qua, faremo più in fretta e non ci prenderanno”

dissi a Newt e, senza aggiungere altro, corsi ad aprire la porta. Iniziammo velocemente a scendere le scale, entrambi ormai avevamo il fiatone ma nessuno di noi due si fermò. Volevamo uscire da quella prigione bianca e non volevamo di certo farci prendere da loro. La scalinata sembrò non finire mai, la paura di rimanere imprigionati era forte ma , alla fine, la discesa finì con un ulteriore corridoio, Sbucò una donna dai capelli biondi e dagli occhi color ghiaccio. Indossava un paio di occhiali e una tunica bianca

“Venite ragazzi, dovete farvi controllare”

squittì deliziosamente ma non mi fermai e sapevo che lo stesso aveva fatto Newt. Il corridoio iniziò a dividersi in altri piccoli corridoi e per poco non andai a sbattere contro una porta. La aprì piano a subito la chiusi con il cuore che batteva a mille, c'erano lettini con catene e altre persone con le tuniche bianche pronte ad accoglierci, cosa volevano da noi?
Perchè non trovavamo l'uscita?
Ritornammo indietro per prendere un altro corridoio, ero stanco e le gambe tremavano ma Newt non se la cavava meglio di me, lo sentivo borbottare per via della sua gamba. Dovevamo nasconderci e riposarci...ma dove?
Le persone con le tuniche bianche erano dappertutto, Aprì un'altra porta ma quando misi piede nella stanza, notai che c'era un altro corridoio che ci attendeva. Questa volta, però, non era bianco come gli altri. Era sul marroncino chiaro, tappezzato di disegni e c'erano anche delle finestre. Riprendemmo a correre e la mia mente subito mi fece capire che non ci trovavamo più in un ospedale ma, bensì, in una scuola. Come sapevo che era una scuola?
Bella domanda! C'erano aule piene di ragazzi, insegnanti che spiegavamo e sentivo che li potevamo essere al sicuro.

“Entriamo e facciamo finta di essere alunni cosi le tuniche bianche non ci noteranno e passeranno avanti”

mi affettai a dire e presi il braccio di Newt, trascinandolo in un aula. I ragazzi alzarono lo sguardo su di noi con fare interrogativo mentre l'insegnante ci guardò un attimo per poi farci segno di sederci . Mi sedetti all'ultimo banco, ben nascosto da tutti e lo stesso fece Newt.
Mi girai verso la sua direzione e lo guardai. Aveva i capelli del tutto scompigliati, i suoi occhi color nocciola scrutavano attentamente l'aula, la faccia era sporca e notavo il suo respiro un po pesante

“Dannata gamba"

si lamentò per poi guardarmi e, si lasciò scappare un piccolo sorriso. Sorrisi a mia volta, del tutto soddisfatto di vederlo vivo e vegeto e, soprattutto, insieme a me,

“Come vi chiamate?”

domandò l'insegnante

“Thomas”

“Newt”

“ I vostri cognomi?”

Entrambi rimanemmo in silenzio: non sapevamo i nostro cognomi.

“Allora i vostri cognomi? Da dove venite? Chi sono i vostri genitori?

domandò ancora l'insegnante mentre i ragazzi iniziarono a ridere. Portai le mani sulla testa, non ne potevo più di tutte quelle domande, io ero Thomas, solo Thomas! Non sapevo nulla del mio passato, non sapevo chi fossero i miei genitori, non sapevo nemmeno quanti anni avevo! L'insegnante continuò con mille domande e io mi alzai, mi faceva male la testa, non potevo rispondere a quelle domande, non sapevo nulla di me! Guardai Newt per dirgli di scappare da quel posto e da tutte quelle domande ma lui stava sbiadendo lentamente. Mi strofinai gli occhi, perchè Newt stava scomparendo?

“Newt...Newt...dove vai!”

iniziai a gridare mentre cercai di afferrare la sua maglia ma l'unica cosa che prendevo era l'aria. Le tuniche bianche entrarono in aula, l'insegnante continuava a domandarmi il mio cognome e Newt non c'era più.
Mi svegliai di colpo, lungo il mio volto colavano goccioline di sudore, la maglietta era appiccata lungo la schiena e il cuore batteva come non mai

“Ehi Pive, finalmente sei sveglio! Muoviti ad alzarti, abbiamo molto da fare oggi!”

Mi misi a sedere di colpo e , dopo essermi guardato intorno per accertarmi che ero nella Radura, guardai Newt...era li, in carne e ossa

“Io...tu...”

balbettai appena, non sapevo cosa dire

“Dobbiamo muoverci, si, forza Fagio, alza quel culetto del caspio!”

e si allontanò , facendomi segno di seguirlo. Respirai profondamente. Era sto solo un sogno, anzi, un incubo, non c'erano persone con le tuniche bianche o insegnanti che mi chiedevano domande a cui non potevo rispondere.
Soprattutto, Newt non era scomparso ma era li...con me. Lui non mi avrebbe mai abbandonato.
Sorrisi per poi alzarmi e raggiungerlo per iniziare una nuova giornata nella Radura.


Angolo autore
Salve a tutti, da tantissimo tempo che non scrivo qui, se finirà il mondo sapete il perchè xD
Cosa mi ha spinto a scrivere tutto questo? Un sogno, anzi , un incubo, fatto la notte scorsa. Esatto, ho sognato queste "tuniche biance" e una scuola, insomma, ho modificato solo un po il mio sogno ma tutto quello che c'è scritto è avvenuto sul serio nella maia testa(?)
Però, dopo attenti studi(?), ho capit oche questi strani episodi rappresentno un po le paure di Thomas. Le tuniche bianche sappiamo bene chi sono, cosi come quelle domande a cui Thomas e Newt mai potrebbero rispodere per via della mancanza di mermoria. 
La scomparsa di Newt bè, in questa ff non ho marcato quello che realmente penso di loro, mi sono mantenuta sul loro legame di amicizia ( ebbene si, io li shippo cime non mai ) ma possiamo ben capire che Thomas ha paura di perderlo ( lacrime ) . 
Spero che vi piaccia e soprattutto piccia alla persona a cui è dedicato vwv

  
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